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Ariano Basket

Basket A2F – Ariano -Torino: è conto alla rovescia per gara-1.

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E’ tempo di finale: appuntamento alle ore 21 di domani al Pala Cardito per il primo atto della serie che mette in palio la promozione in serie A1. Il sodalizio arianese, dopo il successo ottenuto in occasione nell’ultimo match contro il Geas, ha deciso di riproporre la giornata rossoblù anche in occasione di gara-1 contro Torino. Il prezzo del tagliando unico di ingresso è di 5 euro. Ingresso gratuito per gli under 16. Coach Ferazzoli infonde serenità e non vuole togliere le certezze acquisite in queste settimane dalle proprie ragazze: “Per molte è l’appuntamento più importante della loro storia sportiva. Non ho modificato nulla nella preparazione alla gara. Abbiamo curato i nostri schemi focalizzandoci su come mettere un po’ di sabbia nei loro ingranaggi. Non dobbiamo cambiare nulla, abbiamo le nostre prerogative e continueremo per la nostra strada. Le ragazze giocano a viso aperto con tutte e va bene così”.

L’AVVERSARIA – Sarà una sfida da prendere con le molle per Madonna e compagne. Torino è una formazione diversa rispetto a quelle affrontate nel girone di poule promozione. Meno gioventù, più esperienza e talento diffuso. Le torinesi hanno dovuto rinunciare in corso alla play Montanaro, ma hanno rilanciato le proprie ambizioni inserendo in corsa la play-guardia Ada Puliti e l’ala Madalene Ntumba entrambe provenienti dalla serie A1, rispettivamente da La Spezia e Napoli. La straniera è la play-guardia italo-americana Brianne O’Rourke, top scorer con 12,8 punti di media, rientrata nell’ultima gara di poule, dopo un mese di stop. Sul suo recupero conta molto coach Petrachi, così come sull’apporto dell’ala-centro Costanza Coen (12,5 ppg e 6,5 rpg) che sta vivendo un’ottima stagione. Sul perimetro l’elemento di maggiore talento è Alice Quarta: la guardia ala-piemontese, se in serata, è capace di prestazioni importanti. Salvo sorprese, non dovrebbe esserci Elena Riccardi. L’ala di Como è fuori per un infortunio alla caviglia: lo scorso anno con la canotta di Battipaglia fu la killer di Ariano in gara-2 di semifinale facendo registrare il suo high personale con 21 punti. La guardia Domizi e l’ala Salvini sono i primi cambi.

LE CIFRE (medie per gara):

Mcs Hydraulics Ariano Irpino: P.ti 63,2 (Madonna 14); P.ti subiti 57,4; Falli C. 17,3 (Chesta 2,6); Falli S. 17,8 (Maggi 4,1); T2 42,9% (Madonna 50,3%); T3 29,4% (Madonna 38%); Tl 71,6% (Maggi 83,8%); Rimb. 36,8 (Chesta 5,6); Perse 17 (Madonna 2,4); Rec. 22,2 (Madonna 2,7); Assist 8,7 (Madonna 2,3); Valutaz. 73 (Maggi e Madonna 12,8).

Fixi Piramis Torino: P.ti 66,6 (O’Rourke 12,8); P.ti subiti 55,5; Falli C. 17 (Ntumba 2,6); Falli S. 18,4 (Ntumba 4); T2 43,2% (Salvini 56,5%); T3 26,5% (O’Rourke 30,6%); Tl 66,5% (Coen 73%); Rimb. 43,8 (Ntumba 7,9); Perse 17,8 (Quarta 2,6); Rec. 21,6 (Quarta 3,1); Assist 11 (O’Rourke 2,7); Valutaz. 81,6 (Coen 14,6).

ARBITRI: Leoni Orsenigo di Cantù e Vanzini di Milano

IL CALENDARIO DELLE FINALI:

Play-off – Finale A:

Gara-1: Alfagomma Castel S. Pietro – Paddy Power Sesto S.Giovanni (30/04 ore 21)

Gara-2: Paddy Power Sesto S. Giovanni – Alfagomma Castel S. Pietro (03/05 ore 18)

Ev. Gara-3: Alfagomma Castel S.Pietro – Paddy Power Sesto S.Giovanni (09/05 ore 21)

Play-off – Finale B:

Gara-1: Mcs Ariano Irpino – Fixi Piramis Torino (30/04 ore 21)

Gara-2: Fixi Piramis Torino – Mcs Ariano Irpino (03/05 ore 18)

Ev. Gara-3: Mcs Ariano Irpino – Fixi Piramis Torino (09/05 ore 21)

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Ariano Basket

Iris Ferazzoli si racconta:”Ad Ariano ho trovato la famiglia e la casa a cui tornare dopo le mie impegnative sfide”

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Ha sangue italiano nelle vene Iris Ferazzoli, sebbene sia nata in Argentina a Santa Fe, nel 1972. Dopo una brillante carriera come giocatrice, coronata con la vittoria di uno scudetto a Priolo e un’Eurocoppa a Napoli, attualmente fa la head coach di basket. Ha iniziato l’attività di allenatrice in serie A nel 2014 ad Ariano Irpino, per proseguirla a Cagliari per 5 anni e, nella scorsa stagione, a Roseto degli Abruzzi. Iris è rientrata il 12 agosto dall’Argentina, dove non si recava da tre anni, sia perché il suo periodo lavorativo inizia in agosto, sia perché temeva di rimanere bloccata in aeroporto a causa di eventuali lock down. Ha potuto finalmente riabbracciare sua madre e il resto della famiglia, con la quale è rimasta circa un mese. Nel periodo della pandemia, ci ha rivelato – “ho riflettuto molto sul senso del lavoro, delle amicizie, della famiglia. Quando si abbraccia la mamma, si abbraccia la casa, la propria infanzia, la storia della famiglia, i posti in cui si è stati felici, i ricordi”. Ci ha confidato come, a causa di un problema di salute della madre, sia stata in ansia e non abbia girato come avrebbe desiderato, per la sua terra, di cui la preoccupano le critiche condizioni socio-economiche. Iris ormai è italiana quasi dalla stessa quantità di anni trascorsi in Argentina: “Sono partita dall’Argentina a 26 anni e sono 24 anni che vivo in Italia, anche il mio compagno è italiano. Il privilegio di essere qui lo devo allo sport di cui sono appassionata, la pallacanestro: entrai nella nazionale argentina a 19 anni, rimanendoci dal 1990 al 2005. Nel 1997, per la prima volta ci qualificammo al mondiale, un obiettivo al quale avevamo lavorato duramente negli anni precedenti, ma il mio principale intento fin da piccola era venire a giocare nella terra di mio nonno, originario di Monte San Giovanni Campano (FR). Quando andai in Germania per il mondiale, notarono il mio cognome italiano e mi chiamarono. Risposi immediatamente e cominciai a giocare nelle migliori squadre italiane, finché non approdai anche ad Ariano Irpino, dove rimasi dal 2010 fino al 2016. Qui ho avuto modo di fare grandi amicizie e ho persino comprato casa, una tana alla quale tornare a ogni fine incarico e dove mi sento bene. Ho messo radici con persone che definisco la mia famiglia: nella vita una è la famiglia biologica o che ti ha cresciuta, un’altra è quella che ti scegli incontrando, parlando, lavorando, confrontandoti, creando le tue amicizie. Sono amicizie forti che si contano sulle dita di una mano, ma su cui se ho bisogno, se sono triste, posso contare, persone dalle quali non devo nascondermi, ma a cui posso mostrarmi anche con le mie fragilità, perché non mi giudicano”. Iris inizia a giocare in Italia dal 1998 al 2013, dai 18 fino ai 41 anni: “Ho giocato ad alti livelli, fino ai mondiali, mi sono mancate soltanto le Olimpiadi. Essere professionista è uno stile di vita che richiede impegno, sacrificio, responsabilità verso se stessi e le proprie compagne. Ma ho capito che pur continuando a divertirmi come giocatrice, sentivo ardere il fuoco dell’insegnamento. È importante che le capacità motorie si sviluppino da piccoli, l’approccio a certi movimenti è facilitato e permette che una volta appresi, da adulti si facciano in maniera automatica, senza richiedere particolari sforzi mentali. Da ragazzina adoravo sottopormi allo stress da competizione, necessario per essere pronti ad affrontare squadre forti e io in questo sono sempre stata incisiva. Ho cominciato ad allenare il settore giovanile fin dal 2007, mentre continuavo a giocare: dal 2014 ho smesso di giocare e fino al 2021 ho allenato la serie A, che però non è più quella di un tempo. Le nuove generazioni sono cambiate e così anche il modo di insegnare ciò che serve, va modulato, individuando altresì il modo migliore di parlare con loro, che purtroppo, fanno poca introspezione. I giovanissimi vorrebbero arrivare ad ottenere subito il successo, guardando ai giocatori della NBA, senza tener conto del percorso di sacrifici che questo richiede. Ora sei alle prese con una nuova sfida:.. Sono stata incaricata dalla società ASD Feba di Civitanova Marche, di cui apprezzo il progetto e il metodo di lavoro, volto a migliorare il territorio valorizzando l’appartenenza. Spazierò dalla prima squadra alle scuole. Ci sono 4-5 ragazzine che militano in nazionale che faranno parte della massima serie, che quest’anno sarà la B, ma l’intenzione è farle crescere, e soprattutto, risalire in A2“.

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