Mettiti in comunicazione con noi

Attualità

Autonomia Differenziata e Premierato, perché No

Pubblicato

-

Se passasse il Ddl Calderoli, l’Italia ne risulterebbe profondamente divisa e la Costituzione stravolta. L’ANPI provinciale sta organizzando sul territorio irpino una serie di incontri volti ad illustrare le criticità del progetto di legge

Il Disegno di legge sull’Autonomia differenziata (o regionalismo asimmetrico) presentato dal leghista Roberto Calderoli, ministro per gli Affari Regionali e le Autonomie, approvato in Senato il 23 gennaio di quest’anno, è attualmente all’esame della Camera. Prendendo spunto dalla riforma del 2001 del Titolo V della Costituzione, la proposta, che da anni sta a cuore alla Lega (partito che, ricordiamolo, nacque per difendere gli interessi del Nord), prevede che le Regioni possano chiedere allo Stato competenza esclusiva su 23 materie, comprese le tre di sua competenza esclusiva, come: l’organizzazione della giustizia di pace, le norme generali sull’istruzione, la tutela dell’ambiente, dell’ecosistema e dei beni culturali, che se la riforma sarà approvata, potrebbero essere decentrate.Passerebbero in esclusiva competenza della Regioni, senza che lo Stato possa più sancirne i princìpi generali, queste materie oggi a legislazione concorrente (cioè di comune competenza di Stato centrale e Regioni): rapporti internazionali e con l’Unione europea delle Regioni; commercio con l’estero; tutela e sicurezza del lavoro; professioni; tutela della salute; ricerca scientifica e tecnologica e sostegno all’innovazione per i settori produttivi; alimentazione; ordinamento sportivo; governo del territorio; autostrade, porti e aeroporti civili; grandi reti di trasporto e di navigazione; produzione, trasporto e distribuzione dell’energia; protezione civile; valorizzazione dei beni culturali e ambientali, promozione e organizzazione di attività culturali; previdenza complementare e integrativa; ordinamento della comunicazione; casse di risparmio, casse rurali, aziende di credito a carattere regionale; enti di credito fondiario e agrario a carattere regionale.                                                                                                                                               Composto da 11 articoli, il Ddl Calderoli (testo e relazione tecnica disponibili sul sito ufficiale del Senato)sarebbe finalizzato ad attuare l’articolo 116 (terzo comma) della Costituzione, che prevede la possibilità di attribuire alle Regioni a statuto ordinario che lo richiedano, ulteriori forme e condizioni particolari di autonomia, con legge dello Stato. In sintesi, le Regioni potranno chiedere e concordare con il governo la “devoluzione” di competenze e risorsepubbliche, redistribuite verso i territori che ne faranno richiesta. L’autonomia differenziata prevede infatti anche la possibilità di trattenere parte del gettito fiscale generato sul territorio per il finanziamento dei servizi e delle funzioni di cui si chiede il trasferimento. Una condizione fondamentaleper attuare l’autonomia, è legata all’individuazione dei Lep(Livelli essenziali di prestazioni), che devono essere assicurati in maniera egualitaria nell’intero territorionazionale, da Nord a Sud. Il tema non è di facile soluzione: si tratta di assicurare in particolare l’erogazione dei diritti civili e sociali, nel rispetto dell’art.119 della Costituzione, che sancisce la promozione dello sviluppo economico, della coesione e della solidarietà sociale, finalizzati a rimuovere gli squilibri economici e sociali.                                                                                                                                                                                                    Sulla carta i Lepdovrebbero garantire l’uniformità dei servizi offerti ai cittadini, ma molto dipenderà dai finanziamenti che lo Stato centrale potrà mettere a disposizione per far convergere verso lo stesso livello prestazioni, ancora assai diversificate.E poiché le risorse destinate alle Regioni saranno calcolate in base alla spesa storica, che ne sarà di quelle che hanno una bassa spesa storica o delle zone più fragili, interne emeno sviluppate? Il timore di molti è che con l’autonomia le Regioni diventerebbero delle repubblichette autonome, le disparità sociali aumenterebbero e verrebbe a crearsi un incolmabile divario tra Nord e Sud. Il tutto, proprio mentre, al contrario, si va verso la coesione e l’unione dell’Europa per renderla più forte e si rendono necessarie iniziative univoche dello Stato sull’intero territorio nazionale, per affrontare i cambiamenti socio-economici, ambientali, climatici e culturali, in corso. I maggiori media non approfondiscono a sufficienza le problematiche connesse all’autonomia differenziata, né all’altrettanto pericoloso progetto di premierato, così lANPI Provinciale di Avellino,con la CGIL, l’AuserLa Via Maestra-Insieme per la Costituzione, stanno promuovendo una serie di incontri itineranti sul territorio irpino volti a informare sulle criticità dei due progetti e sui motivi per cui sarebbero sciagure, che però, si possono ancora respingere.                                                                                                                                                               

A Frigento (AV) ne hanno parlato il sindaco, dr. Carmine Ciulloil prof. Giovanni Capobianco, presidente provinciale ANPI, il prof. Luigi Famiglietti, docente di Diritto degli Enti locali presso l’Università di Cassino, l’on. Tony Ricciardi, deputato del Partito Democratico, l’on. Michele Gubitosa, deputato, vice-presidente M5S, l’on. Franco Mari, deputato di Alleanza Verdi-Sinistra, Franco Fiordellisi, Segretario generale CdLT CGIL Avellino.                                                                                                                            Un attacco alla Costituzione e una spaccatura tra regioni                                                                                Carmine Ciullo precisando come, seppur sindaco di un Comune dell’Italia meridionale, non parta da una posizione preconcetta, ritiene “indubbio che la riforma di regionalismo differenziato, si ripercuoterebbe con effetti negativi su tutti i cittadini. Il progetto si configura come un attacco senza precedenti alle norme della Carta costituzionale e trascura completamente quei princìpi di reciprocità, solidarietà e sussidiarietà, su cui si fonda. Va ad incidere negativamente su questioni fondamentali: scuola, salute, lavoro, ambiente, sicurezza, energia, servizi sociali, che devono essere materie di competenza esclusiva dello Stato. Una gestione a livello regionale di temi così importanti, produrrebbe gravi conseguenze sociali ed economiche ed una spaccatura insanabile tra le cosiddette regioni povere e quelle ricche. Un legislatore serio ed avveduto, deve assolutamente tenere presente il futuro dell’intero Paese, non solo di alcune regioni.                              Così Giovanni Capobianco (ANPI): “Quando il 22 dicembre 1947, le Madri e i Padri Costituenti, approvarono definitivamente il testo della Costituzione, non immaginavano che la casa comune che avevano costruito, sarebbe stata demolita nel 2024. Le forze di governo stanno demolendo quel patto fondativo che si chiama Costituzione della Repubblica italiana, che fu costruita con il sacrificio della vita di più di 30.000 partigiani, un terzo dei quali, donne. Oggi, con due improvvide leggi, quella sull’autonomia differenziata e quella sul premierato, si vanifica il sacrificio di quei combattenti, che non esitarono a spezzare la propria vita per la libertà di tutti e per il riscatto morale della Patria. La modifica degli articoli 116 e 117 della Costituzione avvenne nel 2001 sotto la spinta delle regionidel Nord, che ambivano a competere sul mercato europeo con maggiore libertà e senza vincoli di solidarietà con il resto del Paese. Si teorizzava che le regioni più dinamiche avrebbero potuto crescere meglio e che tale crescita sarebbe andata a vantaggio anche delle regioni meno ricche. È certo, invece, che aumenteranno le disuguaglianze, la frammentazione sociale e politica, l’impoverimento delle regioni più deboli e che l’Italia sarà divisa in 20 repubblichette in guerra per sottrarsi risorse a vicenda, fedeli al loro egoismo sociale, economico e territoriale. In tal clima, le regioni meridionali subiranno il danno maggiore. Inoltre, questo progetto di autonomia differenziata contrasta con i principi valoriali della Costituzione, in particolare con l’articolo 2 (adempimento dei doveri inderogabili di solidarietà politica, economica e sociale); con l’articolo 3 (uguaglianza dei cittadini); con l’articolo 5 (la Repubblica una e indivisibile riconosce e promuove le autonomie locali…). La stessa Costituzione prevede che l’autonomia differenziata sia una possibilità, e non un obbligo.                                                                                                                                                                                         L’ANPI è contraria alla frammentazione politica, sociale ed economica dell’Italia. È favorevole invece ad un regionalismo solidale e non competitivo, rispettoso dell’articolo 5 della Costituzione”.                                                                                  Col premierato, a rischio la stabilità della democrazia                                                                                                                     AncoraCapobianco: “Il disegno di legge di riforma costituzionale all’esame del Parlamento, predisposto dalla ministra Casellati, introduce nel nostro ordinamento l’elezione diretta del Presidente del Consiglio dei Ministri, modificando gli articoli 59, 88, 92 e 94 della Costituzione, che comporterebbero, una volta scardinato l’equilibrio dei poteri, un ridimensionamento delle funzioni e del ruolo del Presidente della Repubblica, ridotti ad una avvilente funzione esecutrice della volontà del Presidente del Consiglio. La maggioranza parlamentare, assicurata non come rappresentanza reale del voto degli elettori, ma dal meccanismo maggioritario, potrà di fatto dominare ogni nomina parlamentare nella Corte Costituzionale, nel Consiglio Superiore della Magistratura e nella stessa elezione del Presidente della Repubblica che, quindi, non rappresenterebbe più l’unità nazionale. Anche il venir meno della rappresentatività più larga possibile di questi organismi di garanzia, costituisce un rischio per la stabilità della democrazia.                                                                                                    La stabilità del governo, del Paese e della democrazia, non sono assicurate dall’elezione diretta del Presidente del Consiglio: non è casuale che una similemodalità di elezione del premier non esista in nessun Paese del mondo. Con la sua elezione diretta si assicura, invece, il potere personale del Presidente del Consiglio. L’esasperata personalizzazione della politica è la malattia del sistema e non la sua cura. Serve ripartire da quell’etica della democrazia partecipata, presente nella prima parte della Costituzione, che non può essere contraddetta da uno stravolgimento dell’attuale assetto istituzionale. Quando ci sarà il referendum diremo un NO forte chiaro a quell’italico presidenzialismo che divide il Paese e che può comportare una deriva autoritaria”.                                             

Luigi Famiglietti (già sindaco di Frigento e deputato del PD), dopo un excursus storico nel progetto di legge Calderoli, illustrato dettagliatamente, ha sottolineato come l’argomento non possa essere politicizzato poiché nel tempo i vari partiti hanno espresso posizioni favorevoli, ma bisogna concentrarsi piuttosto su una difesa degli interessi delle regioni meridionali. È altresì necessario per il centro-sinistra, recuperare una classe dirigente che metta il Mezzogiorno al centro dell’agenda politicaPer frenare la pericolosa deriva autonomista in corso, bisogna far capire al Nord che lo sviluppo del Sud è funzionale all’economia dell’intera nazione.                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                    

“Mutate Mutanda”, il manifesto di Calderoli per distruggere la sanità e non solo                                                                           Tony Ricciardi (PD) si è chiesto quale futuro identitario e culturale potrebbe avere un Paese con venti sistemi scolastici diversi, fino ad arrivare all’incongruenza finanziaria: “non esistono riforme senza le risorse e non si colmano le diseguaglianze territoriali senza dimostrare la provenienza e la destinazione finale delle risorse. Proprio mentre bisogna riconoscere che oltre 20 anni di sanità regionali sono stati un fallimento, ci si avviaverso il paradosso della concorrenza tra regioni. Una concorrenza, che se l’autonomia differenziata passasse, ci penalizzerebbe a causa dello svuotamento demografico dei nostri territori, che negli ultimi anni hanno visto emigrare circa settantamila persone. Meno le aree interne sono abitate, più mancano i servizi”.                                                                                                              Quanto al padre della riforma, ha ricordato come nel 1994 Calderoli avesse scritto un volumetto propagandistico, Mutate Mutanda, in cui esaltava il suo intento politico, ovvero di essere “partito per Roma con l’obiettivo di distruggere il Servizio Sanitario Nazionale”, a cui sarebbe seguita la “costruzione del Sistema Sanitario del Nord”. E come, nel 2006 in un’intervista al Corriere della Sera sulla secessione disse, da medico, che l’Italia era come un corpo affetto da cancrena che andava tagliata in alto e nel caso italiano, andava tagliata al massimo da Pesaro. “Ed è ciò che sta accadendo”, ha sottolineato Ricciardi, che ha evidenziato verso il ministro un sentimento ambivalente: da una parte il rispetto per la coerenza e l’assidua presenza, seppur afona, in Commissione. Dall’altra, il disprezzo, per la narrazione costruita, sulla quale ha richiamato il prof. Paolo Barcella dell’Università di Bergamo, che nel suo libro La Lega, coglie il punto: “lo scopo della Lega ad un certo punto è stato sostituire e far immaginare agli Italiani che la Questione meridionale fosse scomparsa e fosse emersa una Questione settentrionale. Ciò accadeva sul finire degli anni Ottanta, speculando sull’immane tragedia che in quegli anni (n.d.a. 23/11/1980) aveva colpito l’Irpinia col terremoto”. Quindi ha sollecitato l’attuale governo a un esercizio di memoria: “Tra il 26 e il 27 gennaio del 1970 dai banchi di Montecitorio, un personaggio politico importante in un intervento di ben 9 ore sul regionalismo, avvertì il Parlamento del rischio che qualora le regioni fossero diventate luoghi di legislazione e di spesa, il debito pubblico sarebbe scoppiato. Oggi, a distanza di cinquant’anni, il debito pubblico italiano, è esploso ed è opportuno che l’attuale governo abbia memoria e rispetto per la sua storia e per quel politico della Prima Repubblica che ha avuto ragione: Giorgio Almirante”.

E a proposito del premierato: “Il combinato disposto tra questo e l’autonomia differenziata, è che la funzione legislativa del Parlamento viene svuotata”. 

Michele Gubitosa (M5S): “La riforma fa male all’intera Italia, non solo al Sud, poiché è inevitabile che dopo l’affossamento del Sud, seguirà quello del Nord. Questo progetto di riforma è il frutto di uno scambio di favori tra Salvini e Meloni, il primo per risalire nei gradimenti, la seconda per mantenerli. Non solo. Con il premierato, riforma assai pericolosa, la Meloni aumenterebbe il suo potere, intaccando ulteriormente la Carta costituzionale e umiliando le funzioni del Parlamento, del Presidente della Repubblica e dei poteri di garanzia. Bisogna responsabilizzare i parlamentari di destra eletti al Sud, chiedere che appoggino le ragioni dell’opposizione e non votarli alle europee di giugno”.

Franco Mari (AVS): “Il progetto di autonomia differenziata della destra spacca il Paese e mina le fondamenta della Repubblica italiana, che è costituita sull’unità dei diritti. Secondo la destra, il Ddl Calderoli rispetta la Costituzione, mentre in realtà la sta distruggendo. Autonomia differenziata e premierato, ovvero elezione diretta del Presidente del Consiglio, giungono in momenti separati, ma sono sovrapponibili: la prima è nella storia della Lega, la seconda fa parte del DNA politico della destra proveniente dal Movimento Sociale. Entrambe rappresentano una pericolosa deriva per la democrazia e uno sconvolgimento della Costituzione, che peraltro, oggi non è ancora del tutto applicata. Nella scongiurabile ipotesi che l’autonomia divenisse legge, si avrebbero venti diverse repubblichette a scapito dell’unità, che per dare parvenza di sé, avrebbe bisogno di uno Stato fantoccio tenuto insieme da una figura politica forte, un premier, appunto. Dietro questi due progetti c’è un’idea di Paese della destra che scredita la magistratura, l’impianto costituzionale che giudica “comunista”, i sindacati, la stampa. Questi Ddl sono il compimento di un ciclo che ha avuto una lunga gestazione, il manifesto derivante dalle varie culture politiche anche delle destre europee, che comprendono: sovranismo, populismo, liberismo sfrenato.                                                             Al momento del referendum, bisognerà essere vigili, perché diranno, in maniera truffaldina, che non si sta stravolgendo la Costituzione, bensì applicandola. Sarà necessario fare una grande battaglia nella quale spiegare che, anche se le due riforme marciano divise, colpiscono unite e costituiscono un enorme danno per il Paese”. 

Serve coesione e progettazione condivisa e a lungo termine                                                           Così chiudendo i lavori, Franco Fiordellisi (CdLT CGIL): “Siamo in presenza di un progetto catastrofico per le aree fragili ed interne, in particolare del Mezzogiorno, già fortemente penalizzato a causa dell’austerità e a politiche che hanno posto al centro la Questione settentrionale a scapito di quella meridionale. Anzi, in alcuni casi, la Questione meridionale è stata legata impropriamente e assurdamente, non ai ritardi storici, ma alla negligenza dei meridionali. Con l’Autonomia differenziata, così come disegnata dal Ddl Calderoli, si corre il rischio di accettare le disuguaglianze territoriali e sociali, come normali e definitive per le aree interne e fragili di tutta Italia e in particolare, del Mezzogiorno. È necessario aprire la discussione su cosa accadrà. In Italia più di un quinto della popolazione (22,7%), vive in Comuni con limitato accesso ai servizi essenziali: nel Mezzogiorno la percentuale supera il 36%, e mentre la Campania è in linea, l’Irpinia la supera. Significa che più di un terzo dei cittadini,anche a causa di un limitato accesso a servizi di mobilità, vive disagi per accedere a servizi pubblici essenziali, come quelli sanitari ed educativi. In questo scenario, l’autonomia differenziata è una sciagura per tutta l’Italia poiché per i tagli e la dismissione di presìdi sociali come scuole, trasporti, sanità, uniti alla carenza di infrastrutture, alle scarne attività industriali e una popolazione sempre più anziana, non solo bloccherebbe lo sviluppo, ma favorirebbe lo spopolamento delle aree periferiche. Il tutto, allorquando di fronte a straordinarie rivoluzioni e processi di transizione ecologica e digitale, che necessitano di risorse e infrastrutture, materiali e immateriali, maggiore è la necessità di azioni programmate e forti dello Stato. Che il Governo pensi di poter coordinare uno Stato Arlecchino e non più unitario, con la possibilità da parte delle regioni a statuto ordinario di gestire autonomamente 20 materie a scelta, oltre alle 3 definite, è pura follia, mentre le sfide globali richiedono sempre più coesione e progettazione partecipata e di prospettiva lunga. La tenuta di uno Stato forte, è anche la solidarietà correlata a un sistema fiscale progressivo e redistributivo, così da poter garantire la tenuta delle prestazioni, l’uguaglianza dell’assistenza a tutti i cittadini, a maggior ragione di quelli che vivono in aree depresse e fragili”.                                                                                   

Attualità

Estate Arianese – La presentazione di “Bella! Ariano 2024 Respiro d’Estate”

Pubblicato

-

Ad Ariano Irpino la presentazione di “Bella! Ariano 2024 Respiro d’Estate”. Attesi Paolo Vivaldi, Tosca, Nino Frassica & Los Plaggers Band e Stefano Di Battista: un programma declinato sulla leggerezza degli eventi ricreativi e l’eco diffusa su tutto il comprensorio ufitano.
Annunciata la riapertura al pubblico di due location d’eccezione e di rilevanza storica della Città: il rione Tranesi e il Castello Normanno. Lunedì, 29 luglio alle 10.30, la conferenza stampa di presentazione del cartellone presso il Museo Civico e della Ceramica, alla presenza del sindaco e dell’amministrazione, del direttore artistico Gianluca Di Furia e di una rappresentanza delle associazioni coinvolte.
Ariano Irpino- Dopo la Boccata d’Ariano, l’amministrazione comunale di Ariano Irpino guidata dal sindaco Enrico Franza, promuove il “Respiro d’Estate”, nel segno della leggerezza ricreativa che accoglie ogni anno migliaia di visitatori, turisti e viandanti di ogni genere. Ariano celebra l’apertura del sipario sugli eventi estivi- tradizionali e innovativi- senza rinunciare al più ambizioso progetto di riammagliare la collettività dell’intero comprensorio ufitano. Il “Respiro d’Estate” proposto per l’edizione 2024 è l’aria fresca che circola tra i vicoli e le contrade e soffia attraverso le parole, la musica, i colori dell’arte, le storie, i profumi del cibo e lo sguardo oltre le mura della città.
Tutti i dettagli del programma saranno illustrati e divulgati in occasione della conferenza stampa prevista per lunedì 29 luglio 2024 alle 10.30 presso il Museo Civico e della Ceramica. Prenderanno parte il Sindaco Enrico Franza, la Giunta comunale, il Direttore Artistico Gianluca Di Furia e le associazioni della Città di Ariano Irpino. Il cartellone di Bella! Ariano 2024 – Respiro d’Estate si preannuncia ricco di eventi per tutte le età e diffusi in tutta la città.
I promotori illustreranno l’atmosfera che è stata ideata e costruita per la nostra città, ovvero la cornice di riferimento in cui si alterneranno eventi, e grandi novità del palinsesto.
Tra gli artisti attesi, nei diversi palcoscenici naturali della città, Paolo Vivaldi, Tosca, Nino Frassica & Los Plaggers Band e Stefano Di Battista. Inoltre, in occasione della notte di San Lorenzo, la consolidata “Notte Bianca”, presenta in concerto “Maurizio Petrelli Septet in A Night Of evergreen music”. Come da tradizione, sono confermati i grandi eventi che connotano l’estate arianese, a partire dall’Ariano Film Festival, la Rievocazione Storica del dono delle Sante Spine, l’Ariano Folk Festival, La Festa della Pizza, Vicoli ed Arte deLIGHT, Ariano 90 Festival e l’Ariano Biofestival d’Irpinia, alla sua seconda edizione, tra gli altri. Nel consolidare gli eventi di respiro interregionale, il Comune punta ad ampliare l’offerta e ad accendere i riflettori sulle innumerevoli risorse storiche, artistiche e culturali di cui dispone.

Teatro, danza contemporanea, dj set al tramonto e visite guidate, mostre d’arte e musica dal vivo, incontri letterari e tanto sport. In ultimo, ma non ultimo, quest’anno ritorna il servizio dell’Ariano Info Point che guiderà cittadini e turisti durante tutto il
periodo estivo. Questo e tanto altro nel “Respiro D’Estate” della Città di Ariano Irpino.
BELLA! ARIANO 2024 – RESPIRO D’ESTATE IN PILLOLE
“Lucciole di Ariano”: il nostro polmone verde sarà illuminato a festa. Ci ritroveremo
immersi in una magica atmosfera avvolti dalle suggestive “lucciole”che brillano,
purtroppo sempre meno, nelle calde notti d’estate. L’iniziativa vuole accendere una luce,
tu non spegnerla! Partecipa al contest #SiamoLucciole e tagga la pagina ufficiale del
Comune per vincere la stampa in gigantografia della tua foto.
“Reading Party”: quando sono i libri a connettere! Appuntamenti itineranti nell’ambito
dell’iniziativa che ha incantato le maggiori città internazionali e che si propone di
promuovere e coniugare il piacere della buona lettura, delle arti e dello stare insieme con
la scoperta degli angoli più suggestivi della Città di Ariano. Saranno distribuiti
gratuitamente dei libri da leggere durante l’ora di silenzio, lontano dagli smartphone, e a
seguire sarà possibile visitare il Castello Normanno e degustare un aperitivo all’ombra
delle torri. Unica regola: niente cellulari. I libri utilizzati saranno poi devoluti in
beneficenza alle scuole del territorio. Per info e prenotazioni: +39 333 959 6703
“Ariano AfFresco”: Ariano Irpino “Città della ceramica”. Sarà celebrata l’antica arte
della ceramica arianese partendo da un progetto ambizioso che ha visto lo studio e la
collaborazione di diverse professionalità, e che intende ridisegnare le strade e le mura
del centro storico tramite un innovativo allestimento in rete mesh. Il percorso espositivo
vuole evidenziare i decori ed i colori tipici della ceramica arianese in un’ottica
contemporanea e di carattere internazionale preservando, l’identità e l’essenza della
tradizione arianese.
GLI ARTISTI
5 agosto/ Prato Villa Comunale PAOLO VIVALDI

Il maestro Paolo Vivaldi presenta in concerto “Il suono dell’immagine “da Rota a
Morricone e Sakamoto. Un viaggio attraverso i capolavori di questi grandi maestri
attraverso i loro brani per il cinema. Un legame che li unisce in una epicità che ha
esaltato pellicole celebri. Ogni brano verrà introdotto dal Maestro Vivaldi (autore di
colonne sonore) che spiegherà brevemente le peculiarità e caratteristiche espressive di
queste note legate alle immagini. Al Violino Prisca Amori violinista che ha collaborato
per anni con il Maestro Morricone e molti altri grandi compositori di colonne sonore al
violoncello Kyung-Mi Lee violoncellista di grande prestigio e esperienza che anche ha
collaborato con il Maestro Morricone e altri autori. Al pianoforte il Maestro Paolo

Vivaldi autore di colonne sonore che ha curato gli arrangiamenti e le riduzioni per
questo trio da camera.


21 agosto/ Prato Villa Comunale TOSCA
21 agosto il concerto di TOSCA “La bella estate” in Villa Comunale
Protagonista dell’ Estate Arianese 2024 una delle voci piu’ acclamate d’Italia, Tosca
Donati, con il suo tour “La Bella Estate” accompagnata dal suo storico quintetto
formato da Giovanna Famulari / Violoncello, Pianoforte, Voce; Massimo de Lorenzi /
Chitarra; Luca Scorziello / Batteria e Percussioni; Arabella Rustico / Contrabbasso;
Fabia Salvucci / Voce e tamburi a cornice.
L’eclettica artista di fama internazionale, nota per la sua voce potente e la sua capacità di
attraversare con maestria vari generi musicali, dal pop alla musica d’autore, dal jazz alla
musica classica, si esibira’ in un concerto gratuito il 21 agosto alle ore 21.30 al pratone
della villa Comunale antistante il Castello Normanno, che diventerà ancora una volta
palcoscenico a cielo aperto e darà l’opportunità, al pubblico di Ariano e non solo, di
vivere un’esperienza musicale straordinaria.


24 agosto/Piazza Plebiscito NINO FRASSICA
NINO FRASSICA E LOS PLAGGERS BAND. Il tour “2000/3000” di Frassica è atteso
con grande entusiasmo e promette una serata all’insegna dell’allegria e della buona
musica. Nino Frassica è accompagnato dai Los Plaggers, band formata da sei formidabili
musicisti; il nome Plaggers è una fusione tra Platters e plagio. Lo show è un
originalissimo e coinvolgente viaggio musicale per oltre due ore di concerto cabaret.
Una grande festa, un’operazione di memoria musicale con un repertorio formato da oltre
cento brani rivisti e corretti, in cui canzoni famosissime, pur mantenendo la propria
identità, sono tagliate e ricucite alla maniera di Frassica. Protagonista anche il pubblico
che, travolto dal ritmo incalzante dello show, mentre si diverte con le invenzioni
musicali di Frassica, può cantare e partecipare direttamente allo spettacolo grazie a
medley dedicati alla musica degli anni ’60 e ’70, omaggi a Santana e Battisti, ed altri,
fino a crearsi un’atmosfera di complicità e intesa, grazie all’inesauribile vérve comica
dell’artista siciliano.


26 agosto/Prato Villa Comunale STEFANO DI BATTISTA
Stefano Di Battista Quintet in “La Dolce Vita”. Il 26 agosto Stefano Di Battista si esibirà
in Villa Comunale con il suo quintetto (Stefano Di Battista – Sax, Andrea Rea – Piano,
Matteo Cutello – Tromba, Daniele Sorrentino – Contrabbasso, Luigi Del Prete –
Batteria). Il sassofonista ha voluto omaggiare un’Italia immortale, ricca di grandi
composizioni e temi meravigliosi che riportano, come in un film, le immagini sonore di
quell’epoca d’oro che appunto chiamiamo tutti, appunto, la dolce vita. Da Nino Rota a
Dalla, Conte, Modugno e molti altri, il viaggio musicale è intenso, piacevole,
emozionante e coinvolgente, dove il lirismo della nostra popular music si sposa
perfettamente con il Bebop e il Jazz elegante del magico quintetto.
Non fartelo raccontare: vieni e vivi l’emozione del Respiro d’Estate di Ariano Irpino.

Per rimanere aggiornati è possibile seguire la pagina facebook di Estate Arianese.

Continua a leggere

Attualità

Deraglia il treno merci, diventa realtà lo spacca Italia

Pubblicato

-

Lo sviamento di alcuni carri di un treno merci, ha interrotto la linea ferroviaria tra Battipaglia e Sapri, i collegamenti sono garantiti con autobus che rendono ancor più gravoso e lento il viaggio dei passeggeri da e verso il Sud. Il gap infrastrutturale tra le due aree del paese diventa ancor più evidente in situazioni di emergenza, i pochi investimenti dedicati a questa tratta ferroviaria, il transito di treni passeggeri e merci sugli stessi binari, forse la ridotta manutenzione, trasforma in realtà la separazione tra il Sud ed il Nord della penisola. La TV di Stato racconta che i treni regionali e l’inesistente alta velocità si fermano a Battipaglia.  L’alta velocità è una menzogna che può essere dimostrata consultando l’orario ferroviario ed i tempi di percorrenza tra: Napoli e Milano, circa 680 km percorsi in circa 5 h; Napoli e Reggio Calabria, circa 450 km percorsi in circa 5 h. Su quest’ultima tratta non si raggiunge la velocità di 300 km/h, pur impiegando in modo inappropriato il treno freccia rossa. Sull’Italia, già ora, divisa, sperequata, a due velocità e disuguale nel godimento dei diritti, metterà la pietra tombale lo spacca Italia, approvato con la legge Calderoli, è il do ut des tra il regionalismo differenziato voluto dalla Lega ed il premierato imposto dalla patriota Meloni.  Un atto scellerato che rompere il patto costituzionale di unità e coesione nazionale che darà vita ad una nazione federale con tante piccole patrie incarnate dalle regioni. È ora di alzarsi in piedi, va firmato il referendum abrogativo della legge Calderoli al fine di impedire la balcanizzazione del paese.

Continua a leggere

Attualità

Continua la raccolta firme per l’acqua in Irpinia: Domani ad Ariano Irpino

Pubblicato

-

L’appello del Comitato “Uniamoci per l’Acqua”: Un’azione forte e unita per affrontare l’emergenza idrica.

L’Irpinia non può più aspettare, la carenza di acqua, causata dall’invecchiamento e dal degrado delle condutture idriche, è diventata un’insostenibile realtà che crea disagi quotidiani e mette e a rischio la salute pubblica.

E’ tempo di agire! Domani, mercoledì 24 luglio, il Comitato “Uniamoci per l’Acqua” sarà ad Ariano Irpino, dove si svolgerà il mercato settimanale, per raccogliere firme a sostegno della petizione per l’ammodernamento delle infrastrutture idriche del territorio.

Firmando la petizione, chiediamo ai sindaci di tutti i comuni dell’Irpinia di unirsi e di affrontare la questione in modo risolutivo. Le motivazioni alla base della mobilitazione del comitato sono chiare ed inconfutabili, le condutture idriche attuali sono obsolete ed inadeguate, causando sprechi d’acqua, disservizi e rischi per la salute pubblica. Proponiamo di convocare contemporaneamente un consiglio comunale in ogni paese dell’ Irpinia con un unico argomento all’ordine del giorno: l’emergenza idirica.

Si chiede che al termine di ogni consiglio comunale si deliberi un documento che riassuma la gravità della situazione e la richiesta di un intervento urgente da parte del Governo. Successivamente tutti i sindaci, insieme ai cittadini si rechino a Roma per presentare al Governo le delibere dei consigli comunali e chiedere un impegno concreto per risolvere la crisi idrica in Irpinia.

L’acqua è un bene primario e fondamentale per la vita di tutti.

Non possiamo più permetterci di vivere in una situazione di precarietà e di emergenza idrica. E’ necessario un intervento immediato e concreto da parte di tutti gli attori in gioco, a partire dai sindaci e dalle istituzioni locali. Invitiamo tutti i cittadini dell’Irpinia a unirsi a questa richiesta e a sostenere l’appello per il diritto all’acqua potabile. Insieme possiamo fare la differenza.

Per firmare la petizione:

  • – Vieni a trovarci domani al mercato settimanale di Ariano Irpino;
  • – Visita la pagina facebook del Comitato “Uniamoci per l’Acqua”
Continua a leggere
Advertisement

Più letti