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Verso il voto ad Ariano – “Il caso” della lista del Movimento 5 Stelle per le elezioni amministrative nel Comune di Ariano Irpino.

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Da Lorenzo Lo Conte Iscritto all’Associazione Movimento 5 Stelle,riceviamo e pubblichiamo:

“Nelle settimane scorse ho già reso pubblico il mio pensiero e le mie considerazioni sui fatti che sono accaduti in merito alla formazione di una lista del Movimento 5 Stelle ad Ariano Irpino.

Ho già avuto modo di riferire pubblicamente ed in dettaglio, a mezzo stampa, come le attività da parte degli iscritti siano state completamente “assorbite” dal portavoce Gigino Maraia coadiuvato dal fratello Francesco e dal collaboratore Luca Orsogna.

Infatti gli iscritti, organizzati tramite la piattaforma “meetup”, a partire dal dicembre 2018 non hanno più svolto alcuna libera riunione se non nella SEDE POLITICA del portavoce Maraia, con la sua diretta presenza e/o con la presenza del fratello Francesco e di Luca Orsogna, entrambi suoi collaboratori, che assumevano immancabilmente la “direzione dei lavori”.

Un “meetup” quindi, letteralmente “commissariato”, snaturato e privato della possibilità da parte di tutti i partecipanti di potersi esprimere ed operare liberamente al completamento della lista già inserita a dicembre 2018, senza essere condizionati dalla presenza del “padrone di casa”. Mai si era visto che un un gruppo di iscritti e simpatizzanti non si riunisse in luoghi “neutri” come è sempre avvenuto e tuttora avviene in tutta Italia, bensì in una SEDE POLITICA di un portavoce e con la sua presenza, influenza ed imposizione diretta ed indiretta di scelte e decisioni.

Un “meetup”, insomma, utilizzato dal portavoce Maraia solo come paravento. Ciò alla luce del metodo utilizzato per la scelta dei candidati, culminato con la nomina di un proprio parente a candidato sindaco nonché con la scelta diretta di tutti i candidati della lista.

In questa situazione “padronale” e “familiare” infatti, per il semplice voler “esibire” lo Statuto del Movimento ed il Codice Etico, per chiederne l’osservanza ed il rispetto… il sottoscritto veniva puntualmente ed indecentemente aggredito, verbalmente e fisicamente, rischiando più volte di essere malmenato dal portavoce Maraia e dal giovane Orsogna ai quali, evidentemente, il rispetto delle Regole stava stretto e non intendevano rinunciare al candidato sindaco IN FAMIGLIA.

Solo grazie al mio personale autocontrollo si è evitata, in più di una occasione, la rissa.

Lo Statuto veniva letteralmente oltraggiato dall’Orsogna che lo diffondeva in rete, modificandolo a mò di scherno nei riguardi di chi lo aveva esibito.

In tutto ciò COMPLICI una serie di “giovanotti” ignari della esistenza stessa di Regole da rispettare e “fedeli” al padrone di casa e COMPLICE qualche noto “opportunista senior” della piazza arianese che hanno “agganciato” l’unica possibilità che avevano di poter contare almeno “uno”, anche se per sola “convenienza” e “nobile concessione” del portavoce.

E’ in questo contesto che si perfezionava il disegno del portavoce Maraia che si sostituiva sostanzialmente agli iscritti, pretendeva ed otteneva la cancellazione di una lista già avviata da 7 iscritti (titolari per Statuto delle attività per la formazione della lista) ed imperterrito nominava candidato sindaco un proprio parente, l’Avvocato Mario Iurio, anziché la persona scelta ed indicata già negli ultimi mesi del 2018 da diversi iscritti ed attivisti.

Il portavoce Gigino Maraia faceva questo (nomina di un parente) per il bene del Movimento 5 Stelle? Creava una divisione ed una spaccatura insanabile ed insanata fra gli iscritti per il bene del Movimento 5 Stelle? Si inimicava iscritti ed attivisti storici e minacciava un iscritto, che lo aveva più che ampiamente sostenuto nella sua nomina alla candidatura nel collegio uninominale di Ariano, per il bene del Movimento 5 Stelle?

No, il portavoce Gigino Maraia imponeva il SUO candidato sindaco in Famiglia e la SUA lista, incurante di tutto ed andando platealmente CONTRO gli interessi del Movimento 5 Stelle ad Ariano.

Parimenti la scelta dei candidati nella lista diveniva attività propria del portavoce. Un amico, infatti, mi scriveva in chat: “ho candidato la mia compagna nel m5s. La mia compagna ed il cugino in coppia” e di “essersi rapportato con Gigino”.

Questo sarebbe per Gigino Maraia il “cambiamento”, la “alternativa”???

No, questa operazione condotta dal Portavoce Maraia il sottoscritto la chiama “mercato”, oltretutto abusivo, in quanto svoltosi fuori dalle regole dettate dallo Statuto e dal Codice Etico dell’Associazione Movimento 5 Stelle.

L’”alternativa”, stando ai fatti, riguarda solo lui e la sua famiglia, non certamente premia gli elettori del Movimento 5 Stelle che si aspettavano finalmente un atteggiamento di “trasparenza”, ’”onestà”, “lealta”, di scelte “democratiche”, “condivise” e “partecipate”; valori dai quali, e solo da quelli, si poteva ripartire per determinare quel “cambiamento” e quell’”alternativa” che ora si sbandiera ma solo a chiacchiere e strumentalmente per realizzare interessi, stando ai fatti, dichiaratamente personali e familiari.

Un autoritarismo “copiato”, maldestramente, da quel Renzi che abbiamo tanto criticato e che ha portato il suo partito al baratro.

Il Movimento 5 Stelle non è quello rappresentato dal PORTAVOCE Gigino Maraia né tantomeno da altri portavoce che dovessero eventualmente appoggiare e sponsorizzare questa “family connection” arianese contraria allo Statuto dell’Associazione ed al Codice Etico ed ai principi fondamentali del Movimento, il rispetto dei quali è atto dovuto ed obbligatorio da parte di tutti gli iscritti ed in particolare da parte dei portavoce. Nessun appoggio può essere legittimamente dato diciamo noi, a chi ha platealmente violato le Regole del Movimento ed avvantaggiato un proprio parente e quindi se stesso e la propria famiglia.

Quanto accaduto, qui descritto in maniera sintetica, è stato riportato da più di un iscritto, con ampia documentazione di supporto e trascrizione di registrazioni di riunioni, tramite la piattaforma Rousseau, al Collegio dei Probiviri dell’Associazione Movimento 5 Stelle con la richiesta di adozione dei provvedimenti previsti dallo Statuto (richiamo, sospensione, espulsione) a carico del portavoce e degli iscritti coinvolti, per la violazione dell’ Art. 2 lettera a) e b) dello Statuto (Principi e Finalità); Art 3 lettera d) 3 e 4 dello Statuto; ART. 4 dello Statuto (Democrazia Diretta e Partecipata); Art. 3 del Codice Etico.

Il tutto procedendo in conformità dell’art. 11 dello Statuto relativo alle sanzioni disciplinari.

Parimenti è stato richiesto il ritiro della certificazione della lista formatesi in violazione delle medesime norme.

Laddove il Collegio dei Probiviri dovesse ritenere di non procedere all’adozione di alcun provvedimento disciplinare, gli iscritti che hanno inviato le “segnalazioni” si appelleranno, sempre in ossequio e rispetto dello Statuto dell’Associazione, al Comitato di Garanzia e quindi, eventualmente, al Garante affinchè indica una consultazione in Rete (sempre a norma di Statuto) per una decisione di merito da parte di tutti gli iscritti al Movimento.

Voglio qui precisare, infine, che la presente nota è stata da me scritta a prescindere e senza alcun riferimento ai candidati della lista della quale non conosco nessuno dei nominativi che la conpongono ad eccezione del candidato sindaco col quale ho avuto modo di confrontarmi da tempo, personalmente e cordialmente, per esprimergli il mio punto di vista e la posizione che avrei assunto.

Con ciò esercitando le prerogative ed i diritti che il Movimento 5 Stelle riconosce nel proprio Statuto ad ogni suo iscritto”.

Attualità

Villa bunker confiscata al Clan Cava, firmato il contratto di appalto.  A breve i lavori per realizzare un centro antiviolenza per le donne

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Il presidente Buonopane: “Sarà un presidio di legalità”

È stato sottoscritto questa mattina e registrato presso l’Agenzia delle Entrate il contratto di appalto stipulato dalla Provincia con la società “Vivenzio Costruzioni srl” con rogazione del segretario generale, Brunella Asfaldo, per i lavori relativi all’“Intervento per la valorizzazione del bene confiscato sito a Pago Vallo Lauro” per un importo di 1.567.328,74 oltre Iva.

A breve, dunque, sarà avviato il cantiere.

Messi addietro, il presidente della Provincia, Rizieri Buonopane, aveva approvato con proprio provvedimento il progetto definitivo relativo alla realizzazione nell’ex villa bunker confiscata al Clan Cava di un Centro antiviolenza per le donne e casa rifugio.

Con lo stesso provvedimento aveva candidato il progetto all’Avviso pubblico per la presentazione di proposte d’intervento per la selezione di progetti di valorizzazione di beni confiscati da finanziare nell’ambito del PNRR, Missione 5- Inclusione e coesione- Componente 3- Interventi speciali per la coesione territoriale- Investimento 2- Valorizzazione dei beni confiscati alle mafie finanziato dall’Unione europea- Next Generation EU, e aveva approvato il protocollo d’intesa con il Comune di Pago Vallo Lauro e il Consorzio Servizi Sociali Vallo di Lauro Baianese Ambito 6.

La Provincia ha poi ottenuto un finanziamento nel Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza per coprire l’investimento.

“Con questo progetto – dichiara il presidente della Provincia, Rizieri Buonopane – restituiamo alle comunità del Vallo Lauro e dell’intera Irpinia un immobile sottratto alla criminalità organizzata. In quell’edificio sorgerà un presidio di legalità, dove le donne vittime di violenze potranno fare partire il proprio riscatto. Fondamentale è stato il supporto della Prefettura che sta accompagnando la Provincia lungo l’intero percorso verso il traguardo della realizzazione di tale progetto. È questa l’occasione per ringraziare ancora una volta il prefetto, Paola Spena”.

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Morti sul lavoro – Antonio Bianco: “Ripristinare il Sistema Sanitario Nazionale”

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I sindacati scioperano, il 20 aprile a Roma la CGIL e la UIL, non partecipa la CISL, portano in piazza i temi della sanità incapace di dare risposte concrete e rapide ai pazienti e delle morti sul lavoro. Le liste di attesa sono un dramma nazionale, ancor più acuto nel Meridione, con posti letto insufficienti e personale carente che è costretto a subire turni inaccettabili, anche di 12 ore al giorno, perfino nel pronto soccorso. In Italia almeno 5 milioni di persone hanno rinunciato a curarsi, con il passaggio della gestione della Sanità da Nazionale a quella Regionale, sono diventate inaccettabili le disparità di assistenza e cura di identiche patologie legate alle risorse finanziarie che impongono ai residenti nelle regioni più povere del Meridione di migrare verso il Nord per curarsi. L’uguaglianza dei cittadini e la loro salute non sono diritti fondamentali dell’individuo (articoli 3 e 32 della Costituzione) ma legati alla residenza che contrassegna la possibilità di avere cure garantite in tempi accettabili. 

Sia l’uguaglianza dei cittadini che le cure gratuite per gli indigenti, sono un mero sogno. In Italia, secondo le stime dell’ISTAT, non meno di 5,7 milioni di cittadini, pari all’8,5% delle famiglie residenti nel 2023, sono in condizioni di povertà assoluta, persone alle quali la cura e l’assistenza sanitaria non è garantita, né mai erogata. I sindacati confederali scendono in piazza anche per denunciare, per l’ennesima volta, la barbarie delle morti sul lavoro. Gli ultimi episodi mostrano quanta strada deve essere fatta sulla prevenzione e sul controllo nei cantieri. Secondo il sindacato deve essere eliminato il sub appalto del sub appalto che scarica la riduzione dell’importo appaltato sulla sicurezza e sul salario del lavoratore, costretto a subire condizioni pericolose per la propria salute pur di mettere il piatto a tavola. Né vi è stato il confronto con il governo sul rinnovo dei contratti e sulla riduzione del potere di acquisto dei salari causato dall’inflazione. Secondo il sindacato, le risorse finanziarie potrebbero essere trovate tassando gli extra profitti delle banche, del settore farmaceutico e di quello energetico. Le chiacchiere stanno a zero: le liste di attesa si allungano e prosegue la strage dei morti sul lavoro. Non possiamo rimanere con le mani in tasca a guardare gli eventi, occorre una crociata per rendere civile il nostro paese, non possiamo essere complici della politica che non considera tutti gli individui “Fratelli d’Italia”.

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Antonio Bianco:”Occorre la crociata contro le morti bianche sul lavoro”

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nessun governo ha posto il freno al massimo profitto ed ai sub appalti, costi quel che costi, inclusa la vita dei lavoratori. Eppure ci sono fiumi di leggi, pezzi di carta straccia bruciata sull’altare dell’egoismo e della competizione che risparmia sui salari pur di rimanere sul mercato che cannibalizza le imprese in regola, costrette a chiudere i battenti. La strage della centrale elettrica di Suviana, seguiranno le commemorazioni di stato, le frasi di rito, qualche lacrimuccia e poi, speriamo di no!, in attesa del nuovo lutto. In Italia ogni anno perdono la vita più di 1000 persone sul posto di lavoro, con migliaia di lavoratori infortunati che vanno ad ingrossare la schiera di invalidi civili che sono presi in carico dall’INPS. Costi che si riversano sul sistema pensionistico e su quello sanitario, incapace di garantire la presa in carico totale dell’infortunato e della sua famiglia. Non si può andare a lavorare e ritornare a sera in una bara con le commemorazioni di Stato. Occorre una crociata contro questa strage, diversamente siamo simili a Ponzio Pilato che, si lava le mani e gira lo sguardo da un’altra parte.

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