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Questione AMU – Di Lillo FILT-CGIL:”Cercare il dialogo con l’A.I.R”

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Alessandro Di Lillo della FILT-CGIL interviene sulla questione AMU. Queste le sue dichiarazioni:

“Siamo ormai alle ultime battute dopo anni di incontri dove si sono ipotizzate tante soluzioni di salvataggio per l’AMU, ma a tutt’oggi dobbiamo rilevare che l’unica soluzione reale è quella di mettere ulteriormente le mani nelle tasche del personale che già da anni non prende la paga accessoria  e lavora in condizioni di difficoltà pur di assicurare il servizio ai cittadini.

Che dire, in tempi non sospetti la mia proposta – spiega  Alessandro Di Lillo R.S.U. eletto nella lista FILT CGIL – è stata quella di cercare il dialogo con l’A.I.R. (azienda leader nel settore).

Oggi vediamo effettivamente che tale azienda nonostante la crisi del settore tende ad espandere e non a contrarsi nel perimetro provinciale,  questo sicuramente è sinonimo di alta capacità manageriale e alla lungimiranza della sigla sindacale a cui appartengo, questo quello che serve, allora la proposta arriva spontanea APRIAMO ALL’A.I.R. per la cessione dell’A.M.U.

Con la gestione da parte dell’A.I.R. si potrà ottimizzare in poco tempo il trasporto dell’intera area dell’arianese razionalizzando le corse in sovrapposizione fra le due aziende,utilizzando al meglio il personale, abbattendo costi  di esercizio ed elevando la produttività, cosi garantendo servizi di qualità, e garantendo i livelli occupazionali che a quanto pare né  l’azienda nè il socio unico oggi sono più in grado di assicurare.

A suo tempo fui attaccato da altre sigle sindacali che tuonarono che cosi facendo i lavoratori avrebbero pagato un prezzo altissimo, ma a distanza di qualche anno il tempo mi da ragione poiché oggi se non ci avviamo a risolvere la questionein questo senso, rischiamo veramente di trovarci di fronte ad un bollettino di guerra, con un Socio unico incapace di gestire una situazione già fallimentare dovuta alla cattive gestione dei vari consigli di amministrazione succeduti negli anni fino ad arrivare ad oggi ad un azienda amministrata, a mio avviso, in modo aberrante, senza la minima idea del significato di relazioni industriali con le parti sociali, applicando in modo errato anche le più elementari norme che regolano il trasporto pubblico. 

Questo è l’allarme/appello al buon senso di tutti, ora è tempo di decisioni giuste e celeri altrimenti rischiamo solo altri tagli all’utenza ed al personale senza  portare soluzioni  una problematica difficile e scottante”.

 

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Attualità

L’eutanasia delle aree interne del Sud decisa per legge

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Il governo Meloni ha predisposto il nuovo Piano Strategico per le Aree Interne pubblicato dal Dipartimento delle Politiche di Coesione e per il Sud, struttura che coordina e pianifica l’attuazione delle politiche di coesione territoriale. Il documento messo a disposizione del Ministro Tommaso Foti, in quota Fratelli D’Italia, descrive la drammatica situazione di ben 42 aggregati comunali del Sud per i quali si configura una situazione di “povertà dietro l’angolo” e individua come soluzione “l’accompagnamento allo spopolamento” ritenuto “l’obbiettivo minimo”. Il Presidente della CNA di Enna (Confederazione Nazionale dell’Artigianato e della Piccola e Media Impresa), Valentino Savoca, denuncia il fatto e dichiara, senza mezzi termini, la scelta “inaccettabile e offensiva nei confronti di milioni di persone, della storia di tante comunità e dell’Italia dei comuni” (Ennalive.it, 2 luglio 2025). La migrazione dalle aree interne del Mezzogiorno è stata valutata irreversibile, sia dall’attuale governo che da quelli precedenti, mai contrastata con azioni concrete che avrebbero potuto invertire il trend negativo. I dati dell’Istat confermano la diminuzione della popolazione ed offrono al governo Meloni l’alibi per ridurre o azzerare le risorse finanziarie per la sanità, l’Istruzione, del fondo perequativo e infrastrutturale nonché quelle del PNRR, dirottandole verso il Centro-Nord. Con l’effetto di favorire l’accentramento della popolazione in poche aree urbane super affollate, dotate di servizi efficienti mentre le aree interne del meridione sono condannate ad un oblio programmato che le trasformerà in una riserva indiana abitata, in maggior misura, da anziani. I meridionali sono di serie B ma quelli delle aree interne appartengono ad una sotto categoria con ancora minori diritti di cittadinanza, concetto ribadito in una nota di Marco Sarracino, responsabile coesione territoriale, Sud e aree interne della segreteria nazionale del Pd (2 luglio 2025). Nemmeno con i fondi del PNRR si è voluto ridurre il divario infrastrutturale complementare alla nascita dell’industria manifatturiera e della logistica finalizzate alla riduzione della migrazione. Hanno favorito le disuguaglianze socio-economiche che rendono il Paese diviso e disuguale.

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Convocato Consiglio Comunale – In discussione lo spostamento del mercato settimanale e riconoscimento stato di calamità

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Ad Ariano Irpino il Presidente del Consiglio ha convocato il Civico Consesso nella Sala Consiliare “Giovanni Grasso” di Palazzo di Città, in seduta ordinaria, in unica convocazione per il giorno 8 luglio 2025 alle ore 17,00 per la trattazione dei seguenti argomenti:

  • – Richiesta riconoscimento stato di calamità e costituzione di un tavolo tecnico per il monitoraggio dei danni subiti e l’individuazione degli agricoltori danneggiati;
  • – Spostamento del mercato settimanale in località Cardito. Discussione ed esame della possibilità di revoca del provvedimento e di ripristino della sede originaria.
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AREE INTERNE, D’AGOSTINO(FI): NESSUN DECLINO IRREVERSIBILE

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Il segretario provinciale di Avellino scrive alla Premier e al Ministro per la Coesione: “Per i nostri territori occorrono infrastrutture, accesso al credito, agevolazioni fiscali e valorizzazione del turismo sostenibile, non rassegnazione.”

Roma, 2 lug – “Le aree interne non sono un capitolo chiuso della storia economica del Paese, né un peso morto destinato al declino. Sono un potenziale straordinario di sviluppo, lavoro e qualità della vita. Serve il coraggio politico di scommettere sul loro rilancio, non la rassegnazione istituzionale”. Lo dichiara l’on. Angelo Antonio D’Agostino, responsabile nazionale del Dipartimento Innovazione e Sviluppo di Forza Italia e segretario provinciale del partito ad Avellino, commentando il contenuto del Piano strategico nazionale per le aree interne, dove si parla di “struttura demografica compromessa” e di una condizione di difficilissima reversibilità per molti territori.

“Sono valutazioni che mi permetto di respingere con determinazione – prosegue D’Agostino – perché rischiano di cristallizzare una visione rinunciataria, che finisce per deresponsabilizzare la politica e scoraggiare le comunità locali. L’Italia non può permettersi di archiviare un terzo del proprio territorio come se fosse perso per sempre. Per questo ho scritto una missiva alla Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, e al Ministro per le Politiche di Coesione, Tommaso Foti, per chiedere di rivedere le parti del Piano che fanno riferimento a una presunta irrimediabilità del declino, sostituendo questa impostazione con un impegno chiaro per politiche di rigenerazione e investimento.”

D’Agostino sottolinea come il rilancio delle aree interne debba passare per interventi concreti: “Dalle infrastrutture materiali e digitali all’accesso al credito, da agevolazioni fiscali per chi investe alla valorizzazione del turismo sostenibile e dell’industria di trasformazione, è possibile creare le condizioni per invertire la tendenza. Come imprenditore a capo di un gruppo nato proprio nelle aree interne del Mezzogiorno, so che questa sfida può essere vinta se si abbandonano le vecchie ricette e si adottano politiche innovative, ambiziose e territorialmente mirate.”

“Sono certo che Forza Italia, grazie al lavoro certosino del nostro capo delegazione a Bruxelles, Fulvio Martusciello, e del nostro Segretario nazionale e Vice Premier, Antonio Tajani, continuerà a lavorare in Europa, in Parlamento e nel Governo per restituire dignità e futuro ai nostri borghi e ai nostri comuni. Nessun territorio deve sentirsi condannato al declino: questa – conclude D’Agostino – è la nostra responsabilità e la nostra sfida.”

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