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OUA: IL MINISTRO CANCELLIERI SI DIMETTA.

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COMUNICATO STAMPA GIUSTIZIA, AVVOCATURA

 

Cambiare passo: puntare all’efficienza e non allo smantellamento della funzione giudiziaria.” Stamattina si è svolta la riunione assembleare indetta congiuntamente da CNF e Oua. Intervenuta la Cassa forense L’OUA riunitasi nel pomeriggio ha approvato un deliberato in cui si chiedono le dimissioni del ministro Cancellieri: non si può insistere su una riforma che non produrrà risparmi e che porterà al caos la macchina giudiziaria Ma non basta: intervenga la Corte dei Conti e la Corte di Giustizia UE; si istituisca una Commissione di Inchiesta Partecipazione pressoché totalitaria di Ordini, Unioni e Associazioni. I parlamentari intervenuti (Sandro Favi del Pd, Lucio Malan PDL, Maurizio Buccarella M5S e con un messaggio di sostegno di Arcangelo Sannicandro di Sel) hanno espresso condivisione alle critiche dell’Avvocatura stigmatizzando con forza l’atteggiamento tenuto finora dal Ministro della Giustizia anche nei confronti del Parlamento. L’Avvocatura, riunita oggi a Roma per analizzare la grave situazione in cui versa lo stato della giustizia, ha dovuto drammaticamente prendere atto dell’azione di “desertificazione” alla quale essa è soggetta. Gli interventi dei presidenti degli Ordini che si sono succeduti hanno fatto emergere ampie sacche di criticità, aggravate dagli effetti dell’entrata in vigore della riforma della geografia giudiziaria, tra cui l’incognita sulle date di ritardi sulla fissazione dei processi, trasferimenti del personale in corso senza certezze, spese vive da sostenere senza indicazioni precise dei costi finali di tutta l’operazione. Una situazione al limite dell’esasperazione come gli episodi che si stanno verificando sul territorio testimoniano. Alle luce di questo, e sulla base delle richieste giunte in tal senso, verrà avviato un monitoraggio sull’attuazione della Riforma, chiedendo agli Ordini forensi l’invio di tutti i dati documentati, oggettivamente utili per valutare disservizi e mancanze. L’Avvocatura ha ribadito la necessità che gli Ordini forensi siano mantenuti sul territorio e che il Governo dia piena attuazione alla Riforma della professione forense, recuperando i ritardi e le colpevoli omissioni. Sui parametri gli avvocati si aspettano di conoscere la prossima settimana il contenuto del nuovo decreto di aggiornamento, secondo le linee della proposta del CNF Sulle società tra avvocati è stata ribadita la linea della non applicabilità della disciplina prevista per le altre professioni: quella forense garantisce la difesa dei diritti dei cittadini. Unanime è stata la richiesta da parte dei partecipanti che, in assenza di tempestive risposte soddisfacenti su questi punti, l’Avvocatura risponda unitariamente nella maniera più ferma. L’Organismo Unitario dell’Avvocatura a conclusione della partecipata assemblea nazionale ha approvato un deliberato (di seguito) in cui si censurano le modalità di applicazione della cosiddetta revisione della geografia giudiziaria. L’Oua chiede, quindi, le dimissioni del Ministro di Giustizia Cancellieri per la mancanza assoluta di volontà di confronto dimostrata su un provvedimento che porterà il prossimo 16 settembre al caos la macchina giudiziaria, che mette a rischio decine di migliaia di cause e che non produrrà alcun risparmio. Per Nicola Marino, presidente Oua, «assistiamo a una farsa, i cui risvolti, però, sono drammatici: si chiudono circa 1000 uffici giudiziari, eppure a pochi giorni dall’entrata in vigore del provvedimento, il ministero, sordo alle decine di proposte dell’avvocatura, dei sindaci e dei cittadini, è costretto a emanare 47 decreti correttivi viste le evidenti incongruenze. Il ministro Cancellieri, invece che ammettere le palesi difficoltà di un meccanismo che fa acqua da tutte le parti, si presenta al Senato e si fa beffa non solo delle indicazioni del Parlamento, ma anche della realtà: sono a rischio migliaia di processi per prescrizione, si vive un clima di tensione in molti comuni, come dimostrano le tante manifestazioni di piazza in corso in tutto il Paese. Non solo: diversi Tar hanno sospeso i trasferimenti (Sora, Cerignola, Rodi Garganico), molte strutture non sono pronte ad accogliere le sedi soppresse. Per non parlare dei presunti risparmi. Facciamo un esempio: a Lucera il costo della struttura era zero, ora, invece il Comune di Foggia dovrà pagare diverse centinaia di migliaia di euro l’anno per affittare dei locali. Tutto a carico dei cittadini. O il tribunale di Chiavari appena inaugurato e già chiuso. E possiamo proseguire con i circa 70 milioni di euro che si continuano a spendere nel bilancio della giustizia per voci come le spese postali, altro che processo telematico. È un caos, eppure, si continua a parlare di riforma storica». Nel deliberato l’OUA all’esito di intraprendere ogni opportuna azione al fine di tutelare il diritto alla giurisdizione anche mediante le seguenti iniziative avanza: 1) Richiesta di dimissioni immediate del Ministro; 2) Prosieguo nell’attività giurisdizionale pendente e valutazione di nuove, ulteriori e diverse azioni da intraprendere; 3) Evocazione della Corte della Commissione di Giustizia Europea affinché valuti il comportamento assunto dal Ministero in ordine alla riforma della c.d. Geografia Giudiziaria; 4) Ricorso alla Corte dei Conti denunziando i danni erariali conseguenti all’applicazione della normativa di che trattasi; 5) Istituzione di una Commissione di inchiesta intesa al monitoraggio degli effetti, dei maggiori costi e dei ritardi certamente derivanti dall’applicazione della riforma, previa richiesta di sospensione della esecutorietà della legge; 6) Indizioni di pubbliche manifestazioni, locali e nazionali, con coinvolgimento dei cittadini e di quanti, direttamente e indirettamente, coinvolti dall’applicazione della riforma; 7) Dare ogni possibile sostegno alle iniziative referendarie per l’abrogazione del d.lgs 148/2011; 8) Proporre a tutti gli Organi di rappresentanza istituzionale e politica dell’Avvocatura, a livello nazionale e territoriale, le dimissioni dalle rispettive cariche in mancanza di risposte urgenti da parte del Ministero. «L’avvocatura è interprete di un forte disagio e di una grande preoccupazione per la tenuta stessa del sistema giustizia – conclude Marino – e vista la drammatica situazione non possiamo che chiedere la sospensione immediata della pseudo riforma della geografia giudiziaria e le dimissioni del ministro Cancellieri, nonché l’intervento della Corte de Conti per gli evidenti elementi di spreco che sono emersi in questi mesi». Roma, 13 settembre 2013 L’Assemblea dell’Organismo Unitario dell’Avvocatura esprime il proprio disappunto per il comportamento tenuto dal Ministero della Giustizia dimostratosi sordo ed insensibile rispetto all’allarme denunciato dall’intera Avvocatura, da molti Magistrati seriamente impegnati nel loro lavoro giurisdizionale, da parlamentari, forze politiche ed esponenti delle comunità locali, da altri operatori del diritto, quali personale amministrativo e consulenti, i quali tutti hanno rappresentato il rischio di blocco delle attività giudiziarie con la entrata in vigore del d.lgs 148/2011. Censura il Ministero della Giustizia per la totale cecità manifestata per le conseguenze negative che incolpevoli cittadini dovranno sopportare a causa dei problemi logistici che deriveranno dal trasferimento delle attività nelle sedi accorpanti. Censura il Ministero della Giustizia per l’ostinazione con la quale si rifiuta di prendere atto che le strutture giudiziarie non sono pronte per l’avvio della riforma, sicché concreto il rischio di paralisi, a partire dal 16 settembre, dell’intero sistema. Censura il Ministero della Giustizia per la protervia reiteratamente dimostrata nei confronti dei cittadini i quali, con tutte le proprie componenti, finanche religiose, hanno chiesto una maggiore ed attenta riflessione sulle conseguenze nefaste che la chiusura di quasi 1000 uffici Giudiziari sta comportando. Censura il Ministero della Giustizia per non avere rispettato i criteri dettati dallo stesso decreto legislativo n.148/2011 ai fini dell’individuazione degli uffici sopprimendi. Censura il Ministero della Giustizia per avere escluso – e volontariamente eluso – ogni dialogo con l’Avvocatura Invita i rappresentanti Parlamentari a stigmatizzare il comportamento assunto dal Ministero in spregio alle regole della democrazia e della verità, ed assumere ogni iniziativa imposta dalla gravità della situazione. Invita i Magistrati tutti ad assumere un atteggiamento di maggiore consapevolezza in ordine agli effetti nefasti che comporterà la chiusura di uffici giudiziari (tempi mediamente più lunghi e costi maggiori del servizio giustizia, prescrizioni di reati, disagi ed oneri maggiori per il raggiungimento delle sedi di ufficio da parte di dipendenti ed utenti, oltre a tutte le altre, ulteriori conseguenze negative già evidenziate dall’OUA e dalle altre componenti dell’Avvocatura). Invita l’Avvocatura tutta a ESIGERE che a far data dal giorno 16 settembre, ferma l’astensione proclamata dall’Unione Nazionale delle Camere Penali, l’attività giurisdizionale riprenda normalmente in tutte le sedi denunciando eventuali rinvii per motivi di ufficio. DELIBERA All’esito di intraprendere ogni opportuna azione al fine di tutelare il diritto alla giurisdizione anche mediante le seguenti iniziative: 1) Richiesta di dimissioni immediate del Ministro; 2) Prosieguo nell’attività giurisdizionale pendente e valutazione di nuove, ulteriori e diverse azioni da intraprendere; 3) Evocazione della Corte della Commissione di Giustizia Europea affinché valuti il comportamento assunto dal Ministero in ordine alla riforma della c.d. Geografia Giudiziaria; 4) Ricorso alla Corte dei Conti denunziando i danni erariali conseguenti all’applicazione della normativa di che trattasi; 5) Istituzione di una Commissione di inchiesta intesa al monitoraggio degli effetti, dei maggiori costi e dei ritardi certamente derivanti dall’applicazione della riforma, previa richiesta di sospensione della esecutorietà della legge; 6) Indizioni di pubbliche manifestazioni, locali e nazionali, con coinvolgimento dei cittadini e di quanti, direttamente e indirettamente, coinvolti dall’applicazione della riforma; 7) Dare ogni possibile sostegno alle iniziative referendarie per l’abrogazione del d.lgs 148/2011; 8) Proporre a tutti gli Organi di rappresentanza istituzionale e politica dell’Avvocatura, a livello nazionale e territoriale, le dimissioni dalle rispettive cariche in mancanza di risposte urgenti da parte del Ministero. Roma, 13 settembre 2013 Il Segretario Il Presidente

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L’eutanasia delle aree interne del Sud decisa per legge

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Il governo Meloni ha predisposto il nuovo Piano Strategico per le Aree Interne pubblicato dal Dipartimento delle Politiche di Coesione e per il Sud, struttura che coordina e pianifica l’attuazione delle politiche di coesione territoriale. Il documento messo a disposizione del Ministro Tommaso Foti, in quota Fratelli D’Italia, descrive la drammatica situazione di ben 42 aggregati comunali del Sud per i quali si configura una situazione di “povertà dietro l’angolo” e individua come soluzione “l’accompagnamento allo spopolamento” ritenuto “l’obbiettivo minimo”. Il Presidente della CNA di Enna (Confederazione Nazionale dell’Artigianato e della Piccola e Media Impresa), Valentino Savoca, denuncia il fatto e dichiara, senza mezzi termini, la scelta “inaccettabile e offensiva nei confronti di milioni di persone, della storia di tante comunità e dell’Italia dei comuni” (Ennalive.it, 2 luglio 2025). La migrazione dalle aree interne del Mezzogiorno è stata valutata irreversibile, sia dall’attuale governo che da quelli precedenti, mai contrastata con azioni concrete che avrebbero potuto invertire il trend negativo. I dati dell’Istat confermano la diminuzione della popolazione ed offrono al governo Meloni l’alibi per ridurre o azzerare le risorse finanziarie per la sanità, l’Istruzione, del fondo perequativo e infrastrutturale nonché quelle del PNRR, dirottandole verso il Centro-Nord. Con l’effetto di favorire l’accentramento della popolazione in poche aree urbane super affollate, dotate di servizi efficienti mentre le aree interne del meridione sono condannate ad un oblio programmato che le trasformerà in una riserva indiana abitata, in maggior misura, da anziani. I meridionali sono di serie B ma quelli delle aree interne appartengono ad una sotto categoria con ancora minori diritti di cittadinanza, concetto ribadito in una nota di Marco Sarracino, responsabile coesione territoriale, Sud e aree interne della segreteria nazionale del Pd (2 luglio 2025). Nemmeno con i fondi del PNRR si è voluto ridurre il divario infrastrutturale complementare alla nascita dell’industria manifatturiera e della logistica finalizzate alla riduzione della migrazione. Hanno favorito le disuguaglianze socio-economiche che rendono il Paese diviso e disuguale.

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Convocato Consiglio Comunale – In discussione lo spostamento del mercato settimanale e riconoscimento stato di calamità

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Ad Ariano Irpino il Presidente del Consiglio ha convocato il Civico Consesso nella Sala Consiliare “Giovanni Grasso” di Palazzo di Città, in seduta ordinaria, in unica convocazione per il giorno 8 luglio 2025 alle ore 17,00 per la trattazione dei seguenti argomenti:

  • – Richiesta riconoscimento stato di calamità e costituzione di un tavolo tecnico per il monitoraggio dei danni subiti e l’individuazione degli agricoltori danneggiati;
  • – Spostamento del mercato settimanale in località Cardito. Discussione ed esame della possibilità di revoca del provvedimento e di ripristino della sede originaria.
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AREE INTERNE, D’AGOSTINO(FI): NESSUN DECLINO IRREVERSIBILE

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Il segretario provinciale di Avellino scrive alla Premier e al Ministro per la Coesione: “Per i nostri territori occorrono infrastrutture, accesso al credito, agevolazioni fiscali e valorizzazione del turismo sostenibile, non rassegnazione.”

Roma, 2 lug – “Le aree interne non sono un capitolo chiuso della storia economica del Paese, né un peso morto destinato al declino. Sono un potenziale straordinario di sviluppo, lavoro e qualità della vita. Serve il coraggio politico di scommettere sul loro rilancio, non la rassegnazione istituzionale”. Lo dichiara l’on. Angelo Antonio D’Agostino, responsabile nazionale del Dipartimento Innovazione e Sviluppo di Forza Italia e segretario provinciale del partito ad Avellino, commentando il contenuto del Piano strategico nazionale per le aree interne, dove si parla di “struttura demografica compromessa” e di una condizione di difficilissima reversibilità per molti territori.

“Sono valutazioni che mi permetto di respingere con determinazione – prosegue D’Agostino – perché rischiano di cristallizzare una visione rinunciataria, che finisce per deresponsabilizzare la politica e scoraggiare le comunità locali. L’Italia non può permettersi di archiviare un terzo del proprio territorio come se fosse perso per sempre. Per questo ho scritto una missiva alla Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, e al Ministro per le Politiche di Coesione, Tommaso Foti, per chiedere di rivedere le parti del Piano che fanno riferimento a una presunta irrimediabilità del declino, sostituendo questa impostazione con un impegno chiaro per politiche di rigenerazione e investimento.”

D’Agostino sottolinea come il rilancio delle aree interne debba passare per interventi concreti: “Dalle infrastrutture materiali e digitali all’accesso al credito, da agevolazioni fiscali per chi investe alla valorizzazione del turismo sostenibile e dell’industria di trasformazione, è possibile creare le condizioni per invertire la tendenza. Come imprenditore a capo di un gruppo nato proprio nelle aree interne del Mezzogiorno, so che questa sfida può essere vinta se si abbandonano le vecchie ricette e si adottano politiche innovative, ambiziose e territorialmente mirate.”

“Sono certo che Forza Italia, grazie al lavoro certosino del nostro capo delegazione a Bruxelles, Fulvio Martusciello, e del nostro Segretario nazionale e Vice Premier, Antonio Tajani, continuerà a lavorare in Europa, in Parlamento e nel Governo per restituire dignità e futuro ai nostri borghi e ai nostri comuni. Nessun territorio deve sentirsi condannato al declino: questa – conclude D’Agostino – è la nostra responsabilità e la nostra sfida.”

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