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Non solo Covid – Poxvirus

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Ricordate il film ‘’Il Pianeta delle scimmie’’?

Charlton Heston, l’attore di ‘’Ben Hur’’, impersonava un astronauta costretto ad atterrare su un pianeta simile alla Terra. Abitato e gestito da scimmie dai comportamenti umani.

Potere, classi sociali, ricerca scientifica, prepotenza, armi da fuoco. Proprio come gli essere umani.

Le scimmie, al pari di altri animali, vengono utilizzate ai fini della sperimentazione scientifica, così i topi. Allo stesso modo gli esseri umani da un anno a questa parte.

Perché l’incipit?

Perché si parlerà, tra qualche tempo, del poxvirus, virus delle scimmie. Simile al virus del vaiolo.

Un virus del gruppo Orthopoxvirus. Altrimenti definito ‘’monkeypox’’ da monkey (scimmia) e pox (malattia esantematica, anche sifilide, vaiolo).

Esistono, inoltre, il vaiolo bovino che colpisce le mani dei mungitori, lo pseudocowpox, il mollusco contagioso, il camelpox (si, quello dei cammelli).

Niente allarmismo: i primati non umani non sono un serbatoio del virus, il serbatoio infatti èignoto.

Si ritiene possano esserlo i piccoli roditori delle foreste pluviali africane, principalmente in Africa occidentale e centrale.

In Africa si verifica sporadicamente e in occasionali epidemie. La maggior parte dei casi segnalati si è verificata nella Repubblica Democratica del Congo.

Da 5 anni circa sono stati segnalati casi anche in Sierra Leone, Liberia, Repubblica Centrafricana, Repubblica del Congo e Nigeria(che ha subito la più grande epidemia recente). Il recente aumento di 20 volte dell’incidenza pare sia dovuto alla cessazione della vaccinazione contro il vaiolo, cessazione avvenuta nel 1980.

Le persone vaccinate contro il vaiolo, anche oltre 25 anni prima, hanno un rischio ridotto di infezione. I casi di vaiolo delle scimmie stanno aumentando anche in Africa perché le persone invadono sempre più gli habitat degli animali portatori del virus.

Negli Stati Uniti un’epidemia di vaiolo delle scimmie si è verificata nel 2003: roditori infetti provenienti dall’Africa, importati come animali da compagnia, diffusero il virus ai cani della prateria domestici. In seguito contagiarono soggetti umani nelle zone centrali degli Stati Uniti.

L’epidemia registrò 35 casi confermati, 13 probabili e 22 sospetti in 6 stati, ma non ci furono decessi.

Se ne parla in quanto sono stati segnalati alcuni casi dalle autorità cinesi. Colpiti veterinari, uno di loro sarebbe rimasto infettato a seguito dell’autopsia che aveva eseguito su una scimmia.

Il vaiolo delle scimmie è probabilmente trasmesso dagli animali attraverso fluidi corporei, tra cui goccioline salivari o respiratorie o contatto con l’essudato della ferita.

La trasmissione da persona a persona non è conclamata.

Si ritiene che si verifichi principalmente attraverso grandi goccioline respiratorie con un prolungato contatto faccia a faccia. La percentuale di contagi secondari in seguito a contatto con una fonte umana è del 3%, molti (contagi) sono stati segnalati in soggetti che vivono o sono venuti a stretto contatto con una persona infetta da vaiolo delle scimmie.

Non sono documentati casi di trasmissione in ambiente ospedaliero.

I bambini costituiscono la maggior parte dei contagiati.

Il tasso di mortalità in Africa varia fra il 4 e il 22%.

I sintomi?

Le persone colpite presentano febbre, cefalea, lombalgia ed eruzione cutanea, a volte con grave dolore addominale, e stanno molto male. La diagnosi è confermata quando il virus viene identificato in un campione prelevato dall’eruzione cutanea.

l periodo di incubazione della malattia, durante il quale non si manifestano sintomi, dura da 7 a 17 giorni. In questo periodo raramente avviene contagio.

L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ha dichiarato eradicata l’infezione naturale: nessun caso di vaiolo si è verificato dal 1977, grazie alla vaccinazione a livello mondiale. La principale preoccupazione, in senso epidemiologico, è mirata al bioterrorismo.

La caratteristica del vaiolo è l’eruzione esantematica costituita da macchie (macule) piatte, piccole e scolorite sulla pelle, e piccole lesioni (maculo-papulare) sulla pelle del volto e delle braccia. A seguire, velocemente, si diffonde a tronco e gambe. Anche la mucosa orofaringea viene colpita da lesioni che si ulcerano. Tempo un paio di giorni, le lesioni cutanee diventano vescicolari (contenente liquido), poi pustole (contenente pus). Dopo 8 o 9 giorni diventano croste, che lasciano gravi cicatrici.

Se l’infezione giunge al sistema nervoso centrale si può sviluppare un’encefalite.

 

Il vaiolo delle scimmie è simile al vaiolo umano; c’è differenza nelle lesioni cutanee: di solito a grappolo nel vaiolo delle scimmie ma non nel vaiolo umano.

Il vaiolo delle scimmie differisce dal vaiolo classico e dalla varicella (che è un herpes virusnon un poxvirus) ma è difficoltosa la diagnosi, infatti è basata su esami colturali, PCR (test della reazione a catena della Polimerasi), microscopia elettronica. Abbiamo conosciuto il test PCR perché utilizzato nell’analisi del tampone orofraringeoer la ricerca del Sars-CoV2.

Non esiste un trattamento sicuro control’infezione da virus del vaiolo delle scimmie.

Tra i farmaci utilizzati, perché risultati utili, gli antivirali come il tecovirimat, il cidofovir o brincidofovir, sperimentati in vitro e in modelli sperimentali. Non sono stati studiati in area endemica perché, fortunatamente, non ci sono zone, territori in cui si sia esteso il contagio.

Per una possibile prevenzione è stato elaborato un vaccino contro il vaiolo,JYNNEOS, autorizzato dall’Agenzia del Farmaco statunitense (Food and DrugAdministration, FDA) nel 2019. Il vaccinoJYNNEOS non è pubblicamente disponibile ma utilizzabile dal personale veterinario. La sua efficacia si attesta all’85%.

Più in là si parlerà del virus della stessa famiglia (influenzale), ritrovato nei suini in Cina, che ‘ospita’ la più numerosa presenza di questi animali. Il nome del virus? Il recente studio, pubblicato dalla National Academy of Sciences, che lo descrive, gli ha dato il nome G4..

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Villa bunker confiscata al Clan Cava, firmato il contratto di appalto.  A breve i lavori per realizzare un centro antiviolenza per le donne

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Il presidente Buonopane: “Sarà un presidio di legalità”

È stato sottoscritto questa mattina e registrato presso l’Agenzia delle Entrate il contratto di appalto stipulato dalla Provincia con la società “Vivenzio Costruzioni srl” con rogazione del segretario generale, Brunella Asfaldo, per i lavori relativi all’“Intervento per la valorizzazione del bene confiscato sito a Pago Vallo Lauro” per un importo di 1.567.328,74 oltre Iva.

A breve, dunque, sarà avviato il cantiere.

Messi addietro, il presidente della Provincia, Rizieri Buonopane, aveva approvato con proprio provvedimento il progetto definitivo relativo alla realizzazione nell’ex villa bunker confiscata al Clan Cava di un Centro antiviolenza per le donne e casa rifugio.

Con lo stesso provvedimento aveva candidato il progetto all’Avviso pubblico per la presentazione di proposte d’intervento per la selezione di progetti di valorizzazione di beni confiscati da finanziare nell’ambito del PNRR, Missione 5- Inclusione e coesione- Componente 3- Interventi speciali per la coesione territoriale- Investimento 2- Valorizzazione dei beni confiscati alle mafie finanziato dall’Unione europea- Next Generation EU, e aveva approvato il protocollo d’intesa con il Comune di Pago Vallo Lauro e il Consorzio Servizi Sociali Vallo di Lauro Baianese Ambito 6.

La Provincia ha poi ottenuto un finanziamento nel Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza per coprire l’investimento.

“Con questo progetto – dichiara il presidente della Provincia, Rizieri Buonopane – restituiamo alle comunità del Vallo Lauro e dell’intera Irpinia un immobile sottratto alla criminalità organizzata. In quell’edificio sorgerà un presidio di legalità, dove le donne vittime di violenze potranno fare partire il proprio riscatto. Fondamentale è stato il supporto della Prefettura che sta accompagnando la Provincia lungo l’intero percorso verso il traguardo della realizzazione di tale progetto. È questa l’occasione per ringraziare ancora una volta il prefetto, Paola Spena”.

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Morti sul lavoro – Antonio Bianco: “Ripristinare il Sistema Sanitario Nazionale”

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I sindacati scioperano, il 20 aprile a Roma la CGIL e la UIL, non partecipa la CISL, portano in piazza i temi della sanità incapace di dare risposte concrete e rapide ai pazienti e delle morti sul lavoro. Le liste di attesa sono un dramma nazionale, ancor più acuto nel Meridione, con posti letto insufficienti e personale carente che è costretto a subire turni inaccettabili, anche di 12 ore al giorno, perfino nel pronto soccorso. In Italia almeno 5 milioni di persone hanno rinunciato a curarsi, con il passaggio della gestione della Sanità da Nazionale a quella Regionale, sono diventate inaccettabili le disparità di assistenza e cura di identiche patologie legate alle risorse finanziarie che impongono ai residenti nelle regioni più povere del Meridione di migrare verso il Nord per curarsi. L’uguaglianza dei cittadini e la loro salute non sono diritti fondamentali dell’individuo (articoli 3 e 32 della Costituzione) ma legati alla residenza che contrassegna la possibilità di avere cure garantite in tempi accettabili. 

Sia l’uguaglianza dei cittadini che le cure gratuite per gli indigenti, sono un mero sogno. In Italia, secondo le stime dell’ISTAT, non meno di 5,7 milioni di cittadini, pari all’8,5% delle famiglie residenti nel 2023, sono in condizioni di povertà assoluta, persone alle quali la cura e l’assistenza sanitaria non è garantita, né mai erogata. I sindacati confederali scendono in piazza anche per denunciare, per l’ennesima volta, la barbarie delle morti sul lavoro. Gli ultimi episodi mostrano quanta strada deve essere fatta sulla prevenzione e sul controllo nei cantieri. Secondo il sindacato deve essere eliminato il sub appalto del sub appalto che scarica la riduzione dell’importo appaltato sulla sicurezza e sul salario del lavoratore, costretto a subire condizioni pericolose per la propria salute pur di mettere il piatto a tavola. Né vi è stato il confronto con il governo sul rinnovo dei contratti e sulla riduzione del potere di acquisto dei salari causato dall’inflazione. Secondo il sindacato, le risorse finanziarie potrebbero essere trovate tassando gli extra profitti delle banche, del settore farmaceutico e di quello energetico. Le chiacchiere stanno a zero: le liste di attesa si allungano e prosegue la strage dei morti sul lavoro. Non possiamo rimanere con le mani in tasca a guardare gli eventi, occorre una crociata per rendere civile il nostro paese, non possiamo essere complici della politica che non considera tutti gli individui “Fratelli d’Italia”.

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Antonio Bianco:”Occorre la crociata contro le morti bianche sul lavoro”

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nessun governo ha posto il freno al massimo profitto ed ai sub appalti, costi quel che costi, inclusa la vita dei lavoratori. Eppure ci sono fiumi di leggi, pezzi di carta straccia bruciata sull’altare dell’egoismo e della competizione che risparmia sui salari pur di rimanere sul mercato che cannibalizza le imprese in regola, costrette a chiudere i battenti. La strage della centrale elettrica di Suviana, seguiranno le commemorazioni di stato, le frasi di rito, qualche lacrimuccia e poi, speriamo di no!, in attesa del nuovo lutto. In Italia ogni anno perdono la vita più di 1000 persone sul posto di lavoro, con migliaia di lavoratori infortunati che vanno ad ingrossare la schiera di invalidi civili che sono presi in carico dall’INPS. Costi che si riversano sul sistema pensionistico e su quello sanitario, incapace di garantire la presa in carico totale dell’infortunato e della sua famiglia. Non si può andare a lavorare e ritornare a sera in una bara con le commemorazioni di Stato. Occorre una crociata contro questa strage, diversamente siamo simili a Ponzio Pilato che, si lava le mani e gira lo sguardo da un’altra parte.

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