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Il Presidente Ancecom Scrima :”Via Cardito strada dissestata e pericolosa”

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Dal Presidente Ancecom-Ancestore-Confesercenti, Giuseppe Scrima, riceviamo e pubblichiamo:   

Desidero porgere alla V/s attenzione e alle vostre coscienze 10 punti oggetti di impedimento alla circolazione in maniera sicura su via Nazionale Cardito.

Ecco i pericoli:

pericolo le strisce pedonali: non appena sopraggiunge l’estate gli addetti si affrettano a riverniciarle ma dopo qualche mese non si vedono più. Sarà colpa della vernice , o forse delle condizioni atmosferiche  ma questi attraversamenti sono veramente  a norma del codice della strada?

No, perche ogni striscia pedonale deve essere affiancata a destra e sinistra da segnali verticali bifacciali che indicano che in quel punto esistono strisce pedonali in modo che l’automobilista li possa identificare a debita distanza a prescindere le strisce sfumate e arrestarsi per tempo senza investire il pedone che la attraversa.

Nota:a Cardito mediamente si verificano investimenti di pedoni una volta al mese e forse più con feriti e qualche volta purtroppo decessi.

Restringimento carreggiata in prossimità del dosso e all’altezza di un notissimo bar. In questo tratto la sosta selvaggia addirittura sulle strisce che delimitano la carreggita, fa si’che le autovetture e peggio ancora i camion per scansare le auto in sosta invadano la corsia opposta addirittura e purtroppo attraversando la striscia di mezzeria. Eppure i controllori della viabiltà  che di li transitano quotidianamente non si fermano mai per multare i trasgressori che tranquillamente sono intenti a rifocillarsi, non rendendosi conto del pericolo che creano.

Questa si chiama Vero Intralcio alla Circolazione!

Stesso tratto, stessa carreggiata :ci sono 5 o sei grossi tombini mal posizionati al di qua della striscia della carreggiata che essendo infossati inducono gli automobilisti a spostarsi verso la striscia di mezzeria.

Auto in sosta a pochi centimetri dalla striscia che delimita la carreggita nei pressi di un centro commerciale: se un automobilista vuol tenere la destra deve stare attento a non urtare le parti posteriori delle auto che li sostano.

5° Ancor piu avanti: bivio Torana, altri tombini infossati.

Rotonda di Cardito: visibilità assai scarsa nella rotonda per la presenza di una sporgenza di un muretto con recinzione (ex deposito air).

Incrocio Rodegher: purtroppo è consuetudine forzata, di chi di li esce, per immettersi sulla nazionale di fare l’acrobata per immettersi sulla statale.

Auto in sosta selvaggia sui marciapiedi che affincano la carreggita, fanno si che i pedoni scendano dai marcapiedi e vadano sulla strada.

Asfalto vergognoso, rappezzi dapertutto specialmente alla salita della grotta di Lourdes dove chi sale per scansarli deve portarsi verso il centro della carreggiata.

10° Sul ponte della Maddalena sono circa 30 anni che la recinsione è sfondata.

Ho volutamente parlare nello specifico di via Cardito, che è una strada che tutti i cittadini odiano perché la considerano la più pericolosa ed è quella che fa sprecare tempo e denaro (effetto inquinamento e spreco carburante), causa traffico ed estenuanti code. Ho sollevato spesso il problema su vari quotidiani,

ho anche scritto di recente un articolo facendo appello ad un allargamento di questa strada (prima delle elezioni regionali), ma mi solleva solo il fatto che non sono il solo a essere stufo. Infatti sul tema “strada di Cardito“, hanno sollevato il problema (con un progetto di allargamento) anche qualche attuale consigliere comunale di maggioranza, cosi come quotidianamente si preoccupano del problema altri consiglieri di opposizione che giustamente si chiedono del perchè non viene realizzata la bretella di Cardito.

Si preferisce tacere o peggio fare come gli struzzi? Ma mi chiedo con decisione e rabbia: è coscienza morale di mettere in condizioni di passare in quel tratto di strada un guaio, agli automobilisti e/o ai pedoni?

Chiedo al Presidente del Consiglio comunale, al Sindaco e agli’Assessori alla viabiltà e alle Periferie del comune di Ariano di voler da subito far rimuovere i pericoli citati e di CONVOCARE UN CONSIGLIO COMUNALE PER DECIDERE SULL”ALLARGAMENTO DI VIA CARDITO”.

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Villa bunker confiscata al Clan Cava, firmato il contratto di appalto.  A breve i lavori per realizzare un centro antiviolenza per le donne

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Il presidente Buonopane: “Sarà un presidio di legalità”

È stato sottoscritto questa mattina e registrato presso l’Agenzia delle Entrate il contratto di appalto stipulato dalla Provincia con la società “Vivenzio Costruzioni srl” con rogazione del segretario generale, Brunella Asfaldo, per i lavori relativi all’“Intervento per la valorizzazione del bene confiscato sito a Pago Vallo Lauro” per un importo di 1.567.328,74 oltre Iva.

A breve, dunque, sarà avviato il cantiere.

Messi addietro, il presidente della Provincia, Rizieri Buonopane, aveva approvato con proprio provvedimento il progetto definitivo relativo alla realizzazione nell’ex villa bunker confiscata al Clan Cava di un Centro antiviolenza per le donne e casa rifugio.

Con lo stesso provvedimento aveva candidato il progetto all’Avviso pubblico per la presentazione di proposte d’intervento per la selezione di progetti di valorizzazione di beni confiscati da finanziare nell’ambito del PNRR, Missione 5- Inclusione e coesione- Componente 3- Interventi speciali per la coesione territoriale- Investimento 2- Valorizzazione dei beni confiscati alle mafie finanziato dall’Unione europea- Next Generation EU, e aveva approvato il protocollo d’intesa con il Comune di Pago Vallo Lauro e il Consorzio Servizi Sociali Vallo di Lauro Baianese Ambito 6.

La Provincia ha poi ottenuto un finanziamento nel Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza per coprire l’investimento.

“Con questo progetto – dichiara il presidente della Provincia, Rizieri Buonopane – restituiamo alle comunità del Vallo Lauro e dell’intera Irpinia un immobile sottratto alla criminalità organizzata. In quell’edificio sorgerà un presidio di legalità, dove le donne vittime di violenze potranno fare partire il proprio riscatto. Fondamentale è stato il supporto della Prefettura che sta accompagnando la Provincia lungo l’intero percorso verso il traguardo della realizzazione di tale progetto. È questa l’occasione per ringraziare ancora una volta il prefetto, Paola Spena”.

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Morti sul lavoro – Antonio Bianco: “Ripristinare il Sistema Sanitario Nazionale”

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I sindacati scioperano, il 20 aprile a Roma la CGIL e la UIL, non partecipa la CISL, portano in piazza i temi della sanità incapace di dare risposte concrete e rapide ai pazienti e delle morti sul lavoro. Le liste di attesa sono un dramma nazionale, ancor più acuto nel Meridione, con posti letto insufficienti e personale carente che è costretto a subire turni inaccettabili, anche di 12 ore al giorno, perfino nel pronto soccorso. In Italia almeno 5 milioni di persone hanno rinunciato a curarsi, con il passaggio della gestione della Sanità da Nazionale a quella Regionale, sono diventate inaccettabili le disparità di assistenza e cura di identiche patologie legate alle risorse finanziarie che impongono ai residenti nelle regioni più povere del Meridione di migrare verso il Nord per curarsi. L’uguaglianza dei cittadini e la loro salute non sono diritti fondamentali dell’individuo (articoli 3 e 32 della Costituzione) ma legati alla residenza che contrassegna la possibilità di avere cure garantite in tempi accettabili. 

Sia l’uguaglianza dei cittadini che le cure gratuite per gli indigenti, sono un mero sogno. In Italia, secondo le stime dell’ISTAT, non meno di 5,7 milioni di cittadini, pari all’8,5% delle famiglie residenti nel 2023, sono in condizioni di povertà assoluta, persone alle quali la cura e l’assistenza sanitaria non è garantita, né mai erogata. I sindacati confederali scendono in piazza anche per denunciare, per l’ennesima volta, la barbarie delle morti sul lavoro. Gli ultimi episodi mostrano quanta strada deve essere fatta sulla prevenzione e sul controllo nei cantieri. Secondo il sindacato deve essere eliminato il sub appalto del sub appalto che scarica la riduzione dell’importo appaltato sulla sicurezza e sul salario del lavoratore, costretto a subire condizioni pericolose per la propria salute pur di mettere il piatto a tavola. Né vi è stato il confronto con il governo sul rinnovo dei contratti e sulla riduzione del potere di acquisto dei salari causato dall’inflazione. Secondo il sindacato, le risorse finanziarie potrebbero essere trovate tassando gli extra profitti delle banche, del settore farmaceutico e di quello energetico. Le chiacchiere stanno a zero: le liste di attesa si allungano e prosegue la strage dei morti sul lavoro. Non possiamo rimanere con le mani in tasca a guardare gli eventi, occorre una crociata per rendere civile il nostro paese, non possiamo essere complici della politica che non considera tutti gli individui “Fratelli d’Italia”.

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Antonio Bianco:”Occorre la crociata contro le morti bianche sul lavoro”

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nessun governo ha posto il freno al massimo profitto ed ai sub appalti, costi quel che costi, inclusa la vita dei lavoratori. Eppure ci sono fiumi di leggi, pezzi di carta straccia bruciata sull’altare dell’egoismo e della competizione che risparmia sui salari pur di rimanere sul mercato che cannibalizza le imprese in regola, costrette a chiudere i battenti. La strage della centrale elettrica di Suviana, seguiranno le commemorazioni di stato, le frasi di rito, qualche lacrimuccia e poi, speriamo di no!, in attesa del nuovo lutto. In Italia ogni anno perdono la vita più di 1000 persone sul posto di lavoro, con migliaia di lavoratori infortunati che vanno ad ingrossare la schiera di invalidi civili che sono presi in carico dall’INPS. Costi che si riversano sul sistema pensionistico e su quello sanitario, incapace di garantire la presa in carico totale dell’infortunato e della sua famiglia. Non si può andare a lavorare e ritornare a sera in una bara con le commemorazioni di Stato. Occorre una crociata contro questa strage, diversamente siamo simili a Ponzio Pilato che, si lava le mani e gira lo sguardo da un’altra parte.

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