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Emergenza Covid-19 Con incassi zero l’impresa può pagare zero: il governo ci aiuti subito!

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Sostituire debito con debito?

Riteniamo inefficaci i provvedimenti adottati dal governo fino ad oggi, – sostengono in un comunicato congiunto, gli esponenti della Società Consortile Cooperativa “IRPINIACOM” e della Confcommercio – Imprese per l’Italia – di Ariano Irpino, dichiarata zona rossa il 15 marzo dal governatore regionale De Luca, e maggior focolaio da Coronavirus della Campania. Quei provvedimenti, non producono nessun effetto positivo sulla gravissima situazione in cui versano centinaia di migliaia di piccole imprese, del commercio e in altri settori. Il governo pare ignorare il funzionamento di un’attività di commercio al dettaglio, piccola, media o grande che sia.
L’esercente o artigiano che sia, fa fronte agli impegni finanziari giornalieri, settimanali e mensili, con una specifica, unica e sola risorsa: l’incasso giornaliero! Ed è esclusivamente grazie agli incassi giornalieri, settimanali e mensili, che si possono pagare le fatture della luce, del gas e del telefono, nonché il canone di affitto, le paghe dei dipendenti e il versamento dei relativi contributi, il pagamento di imposte e tasse, l’IVA, le rate del mutuo, le rate del leasing, i compensi al consulente e al commercialista, e le fatture (ri.ba., rid., tratte, pagherò, assegni bancari, rimesse dirette) dei fornitori dei prodotti, oggetto della propria attività.

Questo elementare, antico meccanismo, sembra sfuggire ai più: al governo in primis attraverso i ministri competenti in materie economiche, come alle associazioni di categoria nazionali, del commercio, dell’artigianato, delle piccole imprese in genere. Ascoltiamo gli interventi più disparati, per ore ed ore, su tutti i canali televisivi, così come sui social, di esponenti del governo, delle associazioni di categoria, dei sindacati di Confindustria, ma nessuno osa affrontare la questione liquidità zero delle imprese, che le pone, anzi le ha poste fin dall’inizio di marzo, nella impossibilità, per ora temporanea, di pagare luce, gas, telefono, affitti, mutui leasing, contributi, tasse, ecc., per non parlare delle scadenze dei fornitori, che costituiscono l’esborso finanziario più rilevante di tutti. Con un incasso pari a zero, l’impresa è in grado di pagare zero. Il governo ci suggerisce e incentiva a indebitarci con le banche, a sostituire cioè un debito, con un altro debito, peraltro, a nostro avviso, ancora più “severo”! Sappiamo bene cos’è un indebitamento bancario. Né è degno di esame, il fatto che una parte della “garanzia” la fornisce lo Stato: conosciamo le modalità con le quali operano gli istituti bancari e come una garanzia “residua” di un 20%, possa trasformarsi in un altro 80%! In ogni modo, sostituire un debito con un altro debito, lascia l’azienda in uno stato di insolvenza: spostarlo o dilazionarlo non cambia la sostanza. Le attività commerciali, gli artigiani, le piccole imprese di tutti i settori della distribuzione di beni e servizi, hanno bisogno ora, per non chiudere, per non fallire, che la Comunità, lo Stato si accolli i danni derivanti da questa improvvisa emergenza. La tutela che viene accordata alle persone fisiche, ai dipendenti, a tutte le parti sociali, deve essere estesa alle piccole imprese. È inutile e niente affatto lungimirante, sovvenzionare i dipendenti, mentre si fanno fallire i propri datori di lavoro. È solo un momentaneo palliativo: e dopo? Occorre con immediatezza ed effetto retroattivo al 10 marzo, un intervento normativo che interrompa e sani le conseguenze dell’istituto del protesto di effetti cambiari e assegni bancari che, a migliaia, andranno protestati, per la sopraggiunta impossibilità di evitarlo da parte del firmatario, a seguito della propria attività “chiusa per legge” e “chiuso in casa” lui stesso, dai provvedimenti restrittivi del governo. Un “protesto” senza un intervento apposito del governo, determinerà con effetto immediato, una situazione di default dell’impresa per il meccanismo che, come sappiamo, metterà in moto. Occorre aiuto e subito, da parte del Governo Conte!”.

Società Consortile Cooperativa “IRPINIACOM” – Ariano Irpino (AV)
Confcommercio – Imprese per l’Italia – Ariano Irpino (AV)

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Morti sul lavoro – Antonio Bianco: “Ripristinare il Sistema Sanitario Nazionale”

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I sindacati scioperano, il 20 aprile a Roma la CGIL e la UIL, non partecipa la CISL, portano in piazza i temi della sanità incapace di dare risposte concrete e rapide ai pazienti e delle morti sul lavoro. Le liste di attesa sono un dramma nazionale, ancor più acuto nel Meridione, con posti letto insufficienti e personale carente che è costretto a subire turni inaccettabili, anche di 12 ore al giorno, perfino nel pronto soccorso. In Italia almeno 5 milioni di persone hanno rinunciato a curarsi, con il passaggio della gestione della Sanità da Nazionale a quella Regionale, sono diventate inaccettabili le disparità di assistenza e cura di identiche patologie legate alle risorse finanziarie che impongono ai residenti nelle regioni più povere del Meridione di migrare verso il Nord per curarsi. L’uguaglianza dei cittadini e la loro salute non sono diritti fondamentali dell’individuo (articoli 3 e 32 della Costituzione) ma legati alla residenza che contrassegna la possibilità di avere cure garantite in tempi accettabili. 

Sia l’uguaglianza dei cittadini che le cure gratuite per gli indigenti, sono un mero sogno. In Italia, secondo le stime dell’ISTAT, non meno di 5,7 milioni di cittadini, pari all’8,5% delle famiglie residenti nel 2023, sono in condizioni di povertà assoluta, persone alle quali la cura e l’assistenza sanitaria non è garantita, né mai erogata. I sindacati confederali scendono in piazza anche per denunciare, per l’ennesima volta, la barbarie delle morti sul lavoro. Gli ultimi episodi mostrano quanta strada deve essere fatta sulla prevenzione e sul controllo nei cantieri. Secondo il sindacato deve essere eliminato il sub appalto del sub appalto che scarica la riduzione dell’importo appaltato sulla sicurezza e sul salario del lavoratore, costretto a subire condizioni pericolose per la propria salute pur di mettere il piatto a tavola. Né vi è stato il confronto con il governo sul rinnovo dei contratti e sulla riduzione del potere di acquisto dei salari causato dall’inflazione. Secondo il sindacato, le risorse finanziarie potrebbero essere trovate tassando gli extra profitti delle banche, del settore farmaceutico e di quello energetico. Le chiacchiere stanno a zero: le liste di attesa si allungano e prosegue la strage dei morti sul lavoro. Non possiamo rimanere con le mani in tasca a guardare gli eventi, occorre una crociata per rendere civile il nostro paese, non possiamo essere complici della politica che non considera tutti gli individui “Fratelli d’Italia”.

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Antonio Bianco:”Occorre la crociata contro le morti bianche sul lavoro”

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nessun governo ha posto il freno al massimo profitto ed ai sub appalti, costi quel che costi, inclusa la vita dei lavoratori. Eppure ci sono fiumi di leggi, pezzi di carta straccia bruciata sull’altare dell’egoismo e della competizione che risparmia sui salari pur di rimanere sul mercato che cannibalizza le imprese in regola, costrette a chiudere i battenti. La strage della centrale elettrica di Suviana, seguiranno le commemorazioni di stato, le frasi di rito, qualche lacrimuccia e poi, speriamo di no!, in attesa del nuovo lutto. In Italia ogni anno perdono la vita più di 1000 persone sul posto di lavoro, con migliaia di lavoratori infortunati che vanno ad ingrossare la schiera di invalidi civili che sono presi in carico dall’INPS. Costi che si riversano sul sistema pensionistico e su quello sanitario, incapace di garantire la presa in carico totale dell’infortunato e della sua famiglia. Non si può andare a lavorare e ritornare a sera in una bara con le commemorazioni di Stato. Occorre una crociata contro questa strage, diversamente siamo simili a Ponzio Pilato che, si lava le mani e gira lo sguardo da un’altra parte.

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Il 15 aprile ad Ariano intervento di derattizzazione

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Si informa la cittadinanza che lunedì 15 aprile 2024  dalle ore 7,00  è previsto un intervento di derattizzazione su tutto il territorio comunale.

L’intervento di bonifica ambientale sarà realizzato, come di consuetudine, da un’impresa incaricata dall’Asl, con la collaborazione ed il controllo del personale comunale.

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