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Ariano Basket

Basket Trofeo Gavagnin – Napoli si aggiudica il torneo ma Ariano è convincente.

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Successo convincente de Le Farine Magiche Ariano nella finale per il terzo posto del Trofeo Gavagnin contro la Com Castellammare di Stabia. Le ufitane ,nella prima uscita contro una formazione di pari categoria, hanno mostrato buona tenuta mentale, applicazione difensiva e discreta fluidità offensiva che si è tradotta in percentuali interessanti da oltre l’arco (7/16). Trascinate da Maggi (20 punti) e dalla lettone Celmina, decisiva in avvio e nella ripresa nonostante i quattro falli, le ragazze di Ferazzoli hanno subito solo a rimbalzo (49 a 27): un segnale che comunque andrà valutato con attenzione.

IL MATCH DI ARIANO – Quintetti inediti su entrambi i fronti in avvio. E’ Ariano è ad uscire meglio dai blocchi con un’intraprendente Celmina ben supportata da Maggi e Valerio (10-5 al 7’ ). Proprio l’uscita della lunga lettone delle dà il la al contro break stabiese: 10-0 costruito tutto dalla lunetta (10-15 al 10’ ). La reazione corre sul filo del perimetro per Ariano. Cupido colpisce due volte dall’angolo prima di servire un pregevole assist a Celmina. Santabarbara infila la terza tripla delle padrone di casa che vale il +6 (23-17 al 14). Minuto da dimenticare per Celmina: 0/2 dalla lunetta, ma soprattutto terzo e quarto fallo in un amen.

NEL SEGNO DI MAGGI – Le padrone di casa non ne risentono fino all’intervallo lungo trascinate da capitan Maggi, sebbene debbano registrare anche il quarto fallo di Albanese (33-28 al 20’ ). Il gioco da tre punti di Gallo in apertura di ripresa illude Castellammare (priva di Potolicchio e Brunelli) che è costretta ad incassare il parzialone di Ariano: 15-2 firmato da Celmina, Maggi e Vargiu (49-25 al 27’ ). La difesa funziona e le irpine dilagano in transizione ancora con Maggi e Vargiu (58-41 al 30’ ). Il vantaggio si dilata fino al +19 (62-43 al 31’ ) prima che Ferazzoli richiami in panca Maggi, Celmina e Cupido. Castellammare ripete la quarta frazione della semifinale riuscendo a risalire sino al -8 (62-54 al 38’ ), ma è troppo tardi per pensare di riuscire nell’impresa.

LA FINALE – Il piatto forte della serata ha visto di fronte Napoli e Battipaglia, le regine campane del basket in rosa. Ad aggiudicarsi il trofeo Gavagnin è stata la Saces Napoli con il punteggio di 68-66. Una finale caratterizzata dalle assenze di Trimboli, Orazzo e Grey in campo salernitano e dell’intero parco americane in casa napoletana. Grande equilibrio per l’intero arco della gara: Battipaglia ha fatto la lepre in avvio con Tagliamento e Treffers. Napoli ha condotto nella fase centrale del match grazie ai centimetri di Petronyte ed agli spunti di Pastore e Bocchetti (32-36 al 20’ ). L’equilibrio è stato assoluto nella ripresa: a decidere la contesa è stata la tripla dell’ex Ariano, Gabriè Narviciute, scoccata a meno di 10 secondi dalla sirena finale.

ZANOGUERA MVP – Gli applausi finali sono anche per Immaculada Zanoguera, la guardia spagnola della Convergenze Battipaglia ha ricevuto il premio come migliore giocatrice e top scorer della manifestazione.

FINALE 3° POSTO:

LE FARINE MAGICHE ARIANO IRP. – COM CASTELLAMMARE DI STABIA: 70-59  

Ariano Irpino: De Luca, Valerio 9, Santabarbara 5, Falanga A. 3, Vargiu 7, Albanese 2, Maggi 20, Cupido 6, Celmina 10, Zanetti L. 2, Zanetti E. 9, De Michele. Coach: Ferazzoli.

Castellammare: Ortolani 10, De Rosa 1, D’Avolio 4, Carotenuto 2, Potolicchio n.e., Gallo 16, Negri n.e., Minervino 9, Brunelli n.e., Vente 17. Coach: Belfiore

Parziali: (10-15; 33-28; 58-41)

FINALE 1° POSTO:

SACES DIKE NAPOLI – CONVERGENZE BATTIPAGLIA: 68-66

Napoli: Minichini 4, Fassina 2, Carta n.e., Moretti n.e., Pappalardo 7, Bocchetti 10, Ceccarelli 5, Pastore 10, Giuseppone n.e., Petronyte 23, Narvicute 7. Coach Ricchini

Convergenze Battipaglia: Rauti n.e., Tagliamento 18, Bonasia 6, Patera n.e., Treffers 16, Russo 2, Ramò, Andrè 3, Zanoguera 21, Costa. Coach: Riga

Parziali: (13-18); (36-32); (53-53)

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Ariano Basket

Iris Ferazzoli si racconta:”Ad Ariano ho trovato la famiglia e la casa a cui tornare dopo le mie impegnative sfide”

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Ha sangue italiano nelle vene Iris Ferazzoli, sebbene sia nata in Argentina a Santa Fe, nel 1972. Dopo una brillante carriera come giocatrice, coronata con la vittoria di uno scudetto a Priolo e un’Eurocoppa a Napoli, attualmente fa la head coach di basket. Ha iniziato l’attività di allenatrice in serie A nel 2014 ad Ariano Irpino, per proseguirla a Cagliari per 5 anni e, nella scorsa stagione, a Roseto degli Abruzzi. Iris è rientrata il 12 agosto dall’Argentina, dove non si recava da tre anni, sia perché il suo periodo lavorativo inizia in agosto, sia perché temeva di rimanere bloccata in aeroporto a causa di eventuali lock down. Ha potuto finalmente riabbracciare sua madre e il resto della famiglia, con la quale è rimasta circa un mese. Nel periodo della pandemia, ci ha rivelato – “ho riflettuto molto sul senso del lavoro, delle amicizie, della famiglia. Quando si abbraccia la mamma, si abbraccia la casa, la propria infanzia, la storia della famiglia, i posti in cui si è stati felici, i ricordi”. Ci ha confidato come, a causa di un problema di salute della madre, sia stata in ansia e non abbia girato come avrebbe desiderato, per la sua terra, di cui la preoccupano le critiche condizioni socio-economiche. Iris ormai è italiana quasi dalla stessa quantità di anni trascorsi in Argentina: “Sono partita dall’Argentina a 26 anni e sono 24 anni che vivo in Italia, anche il mio compagno è italiano. Il privilegio di essere qui lo devo allo sport di cui sono appassionata, la pallacanestro: entrai nella nazionale argentina a 19 anni, rimanendoci dal 1990 al 2005. Nel 1997, per la prima volta ci qualificammo al mondiale, un obiettivo al quale avevamo lavorato duramente negli anni precedenti, ma il mio principale intento fin da piccola era venire a giocare nella terra di mio nonno, originario di Monte San Giovanni Campano (FR). Quando andai in Germania per il mondiale, notarono il mio cognome italiano e mi chiamarono. Risposi immediatamente e cominciai a giocare nelle migliori squadre italiane, finché non approdai anche ad Ariano Irpino, dove rimasi dal 2010 fino al 2016. Qui ho avuto modo di fare grandi amicizie e ho persino comprato casa, una tana alla quale tornare a ogni fine incarico e dove mi sento bene. Ho messo radici con persone che definisco la mia famiglia: nella vita una è la famiglia biologica o che ti ha cresciuta, un’altra è quella che ti scegli incontrando, parlando, lavorando, confrontandoti, creando le tue amicizie. Sono amicizie forti che si contano sulle dita di una mano, ma su cui se ho bisogno, se sono triste, posso contare, persone dalle quali non devo nascondermi, ma a cui posso mostrarmi anche con le mie fragilità, perché non mi giudicano”. Iris inizia a giocare in Italia dal 1998 al 2013, dai 18 fino ai 41 anni: “Ho giocato ad alti livelli, fino ai mondiali, mi sono mancate soltanto le Olimpiadi. Essere professionista è uno stile di vita che richiede impegno, sacrificio, responsabilità verso se stessi e le proprie compagne. Ma ho capito che pur continuando a divertirmi come giocatrice, sentivo ardere il fuoco dell’insegnamento. È importante che le capacità motorie si sviluppino da piccoli, l’approccio a certi movimenti è facilitato e permette che una volta appresi, da adulti si facciano in maniera automatica, senza richiedere particolari sforzi mentali. Da ragazzina adoravo sottopormi allo stress da competizione, necessario per essere pronti ad affrontare squadre forti e io in questo sono sempre stata incisiva. Ho cominciato ad allenare il settore giovanile fin dal 2007, mentre continuavo a giocare: dal 2014 ho smesso di giocare e fino al 2021 ho allenato la serie A, che però non è più quella di un tempo. Le nuove generazioni sono cambiate e così anche il modo di insegnare ciò che serve, va modulato, individuando altresì il modo migliore di parlare con loro, che purtroppo, fanno poca introspezione. I giovanissimi vorrebbero arrivare ad ottenere subito il successo, guardando ai giocatori della NBA, senza tener conto del percorso di sacrifici che questo richiede. Ora sei alle prese con una nuova sfida:.. Sono stata incaricata dalla società ASD Feba di Civitanova Marche, di cui apprezzo il progetto e il metodo di lavoro, volto a migliorare il territorio valorizzando l’appartenenza. Spazierò dalla prima squadra alle scuole. Ci sono 4-5 ragazzine che militano in nazionale che faranno parte della massima serie, che quest’anno sarà la B, ma l’intenzione è farle crescere, e soprattutto, risalire in A2“.

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