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Basket A2F – Sabato romano per la Mcs. Micovic intervento ok

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Trasferta romana per la Mcs Ariano. Le ragazze di coach Ferazzoli sono desiderose di recuperare la marcia dopo i due stop consecutivi maturati contro le prime due forze del campionato, Castel San Pietro e Bologna. Da un lato ci sarà da riscattare la brutta prestazione dell’andata, dall’altro l’obiettivo è di mantenere saldo il vantaggio sulla quinta piazza, ora che anche Santa Marinella ha raggiunto le arianesi al terzo posto. Rispetto alla gara di andata, la Mcs potrà contare sull’apporto di capitan Maggi, mentre dovrà fare a meno di Marija Micovic. Perfettamente riuscito l’intervento in artroscopia al menisco del ginocchio destro a cui si è sottoposta l’ala di Belgrado nella giornata di martedì e che la terrà lontana dal parquet in questo scorcio di 2014. 

MICOVIC OK – “E’ stata una settimana difficile. La voglia di giocare era tanta e forse ho esagerato. Ora penso a lavorare sodo per rientrare al più presto. Voglio terminare questo campionato. Spero che le ragazze giochino anche un po’ per me e che portino a casa dei buoni risultati. Ringrazio tutte le persone che mi hanno dato coraggio e mi hanno sostenuto in questi giorni: amici, conoscenti e qualche mio ex allenatore, ma soprattutto i miei genitori che sono arrivati da Parma nella notte di martedì per starmi vicino. Tutto ciò mi dà la forza di cui ho bisogno. Cerco di vivere questo momento come sempre: lottando”.

L’AVVERSARIA – Dopo l’exploit del Pala Cardito, Roma ha conquistato altre due vittorie in sette gare contro Castellammare (sette giorni dopo) ed a Salerno tre settimane fa. Per la giovane formazione di diretta da coach Adamoli, vecchia gloria del basket nazionale, ed attualmente anche alla guida della nazionale maltese, ci sarà da ripetere la partita dell’andata. A fare la differenza fu la rapidità in attacco (24 falli subiti) e la reattività a rimbalzo (45 rimbalzi contro i 30,9 di media delle romane), così come la prestazione della play-guardia Grattarola. La tiratrice romana si alterna in cabina di regia all’ex Reggio Calabria e Catania, Servillo. Bocchini e Masoni sono le due esterne, mentre sotto canestro c’è la lettone Bicane ed il pivot Di Stazio. Le statistiche offensive parlano del penultimo attacco del girone sia per punti che per valutazione. Roma è terza nel raggruppamento nella percentuale del tiro da due, mentre è ultima nel tiro da tre (22,7% solo altre tre formazioni fanno peggio nell’intera serie A2) ed è penultima nei rimbalzi. Le cose migliorano se si guardano le statistiche difensive: seconda miglior difesa per punti subiti e valutazione concessa agli avversari e seconda per palloni recuperati.

STATISTICHE INDIVIDUALI (medie per gara):

Belize Srb Roma: P.ti 53,5 (Grattarola 9,9); P.ti subiti 53,8; Falli C. 15,8 (Magistri 3,1); Falli S. 20,5 (Magistri 5,2); T2 42,9% (Magistri e Servilo 50%); T3 22,7% (Grattarola 31,7%); Tl 52,5% (Masoni 93,3%); Rimb. 30,9 (Bicane 7,4); Perse 21,6 (Bicane 3,7); Rec. 21,9 (Servillo 3,6); Assist 5,4 (Bicane 1,5); Valutaz. 51,4 (Bicane 10,9).

Mcs Hydraulics Ariano Irpino: P.ti 63,2 (Narviciute 12,6); P.ti subiti 60; Falli C. 18,7 (Madonna e Maggi 2,8); Falli S. 18,9 (Maggi 5,3); T2 40,6% (Madonna 50%); T3 29,4% (Madonna 34%); Tl 72,2% (Maggi 100%); Rimb. 40,4 (Narviciute 10); Perse 16,7 (Madonna e Narviciute 2,7); Rec. 20,9 (Madonna 2,7); Assist 7 (Madonna 2,4); Valutaz. 71,4 (Narviciute 14,8).

ARBITRI: Vittori di Castorano (AP) e Lanciotti di Porto San Giorgio (FM)

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Ariano Basket

Iris Ferazzoli si racconta:”Ad Ariano ho trovato la famiglia e la casa a cui tornare dopo le mie impegnative sfide”

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Ha sangue italiano nelle vene Iris Ferazzoli, sebbene sia nata in Argentina a Santa Fe, nel 1972. Dopo una brillante carriera come giocatrice, coronata con la vittoria di uno scudetto a Priolo e un’Eurocoppa a Napoli, attualmente fa la head coach di basket. Ha iniziato l’attività di allenatrice in serie A nel 2014 ad Ariano Irpino, per proseguirla a Cagliari per 5 anni e, nella scorsa stagione, a Roseto degli Abruzzi. Iris è rientrata il 12 agosto dall’Argentina, dove non si recava da tre anni, sia perché il suo periodo lavorativo inizia in agosto, sia perché temeva di rimanere bloccata in aeroporto a causa di eventuali lock down. Ha potuto finalmente riabbracciare sua madre e il resto della famiglia, con la quale è rimasta circa un mese. Nel periodo della pandemia, ci ha rivelato – “ho riflettuto molto sul senso del lavoro, delle amicizie, della famiglia. Quando si abbraccia la mamma, si abbraccia la casa, la propria infanzia, la storia della famiglia, i posti in cui si è stati felici, i ricordi”. Ci ha confidato come, a causa di un problema di salute della madre, sia stata in ansia e non abbia girato come avrebbe desiderato, per la sua terra, di cui la preoccupano le critiche condizioni socio-economiche. Iris ormai è italiana quasi dalla stessa quantità di anni trascorsi in Argentina: “Sono partita dall’Argentina a 26 anni e sono 24 anni che vivo in Italia, anche il mio compagno è italiano. Il privilegio di essere qui lo devo allo sport di cui sono appassionata, la pallacanestro: entrai nella nazionale argentina a 19 anni, rimanendoci dal 1990 al 2005. Nel 1997, per la prima volta ci qualificammo al mondiale, un obiettivo al quale avevamo lavorato duramente negli anni precedenti, ma il mio principale intento fin da piccola era venire a giocare nella terra di mio nonno, originario di Monte San Giovanni Campano (FR). Quando andai in Germania per il mondiale, notarono il mio cognome italiano e mi chiamarono. Risposi immediatamente e cominciai a giocare nelle migliori squadre italiane, finché non approdai anche ad Ariano Irpino, dove rimasi dal 2010 fino al 2016. Qui ho avuto modo di fare grandi amicizie e ho persino comprato casa, una tana alla quale tornare a ogni fine incarico e dove mi sento bene. Ho messo radici con persone che definisco la mia famiglia: nella vita una è la famiglia biologica o che ti ha cresciuta, un’altra è quella che ti scegli incontrando, parlando, lavorando, confrontandoti, creando le tue amicizie. Sono amicizie forti che si contano sulle dita di una mano, ma su cui se ho bisogno, se sono triste, posso contare, persone dalle quali non devo nascondermi, ma a cui posso mostrarmi anche con le mie fragilità, perché non mi giudicano”. Iris inizia a giocare in Italia dal 1998 al 2013, dai 18 fino ai 41 anni: “Ho giocato ad alti livelli, fino ai mondiali, mi sono mancate soltanto le Olimpiadi. Essere professionista è uno stile di vita che richiede impegno, sacrificio, responsabilità verso se stessi e le proprie compagne. Ma ho capito che pur continuando a divertirmi come giocatrice, sentivo ardere il fuoco dell’insegnamento. È importante che le capacità motorie si sviluppino da piccoli, l’approccio a certi movimenti è facilitato e permette che una volta appresi, da adulti si facciano in maniera automatica, senza richiedere particolari sforzi mentali. Da ragazzina adoravo sottopormi allo stress da competizione, necessario per essere pronti ad affrontare squadre forti e io in questo sono sempre stata incisiva. Ho cominciato ad allenare il settore giovanile fin dal 2007, mentre continuavo a giocare: dal 2014 ho smesso di giocare e fino al 2021 ho allenato la serie A, che però non è più quella di un tempo. Le nuove generazioni sono cambiate e così anche il modo di insegnare ciò che serve, va modulato, individuando altresì il modo migliore di parlare con loro, che purtroppo, fanno poca introspezione. I giovanissimi vorrebbero arrivare ad ottenere subito il successo, guardando ai giocatori della NBA, senza tener conto del percorso di sacrifici che questo richiede. Ora sei alle prese con una nuova sfida:.. Sono stata incaricata dalla società ASD Feba di Civitanova Marche, di cui apprezzo il progetto e il metodo di lavoro, volto a migliorare il territorio valorizzando l’appartenenza. Spazierò dalla prima squadra alle scuole. Ci sono 4-5 ragazzine che militano in nazionale che faranno parte della massima serie, che quest’anno sarà la B, ma l’intenzione è farle crescere, e soprattutto, risalire in A2“.

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