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Svimez: “Nord e Sud uniti nella crisi, divisi nella ripartenza”

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Se Napoli corre Milano frena, è la cruda teoria di Carlo Cottarelli, ex direttore del Fondo Monetario Internazionale (FMI), e di Guido Tabellini, già rettore della Bocconi.Quest’ultimo, sul quotidiano Il Foglio scriveva: “Per tornare a crescere [] investire nei settori e nelle aree geografiche che sono all’avanguardia […]. Tutto ciò non è indolore. Le politiche più efficaci per avvicinare l’Italia all’Europa sono anche quelle che aumentano la distanza tra Milano e Napoli, tra aree avanzate e arretrate del Paese. […]”. In sintesi: il Nord Italia è avanti e resti avanti, il Sud è indietro e resti indietro. Anzi, per essere precisi, aumentare la distanza tra Milano e Napoli.

La locomotiva che traina i vagoncini è la metafora del Sud assistito che succhia alle mammelle del Nord virtuoso, teorema naufragato di fronte alla realtà che ha lasciato il Meridione nelle sabbie mobili, ancor oggi, l’area maggiormente depressa dell’UE, priva di infrastrutture e di servizi degni di un paese civile ed altamente industrializzato. Il presidente dello Svimez Adriano Giannola sulle pagine di Repubblica afferma che il Centro-Nord nel 2021-2022 avrà superato la crisi con il PIL che si attesterà sui livelli pre-Covid. Nelle anticipazioni del rapporto Svimez 2021 il Mezzogiorno appare ancora più debole e la sua situazione economica è sintetizzata nell’espressione: “Nord e Sud uniti nella crisi, divisi nella ripartenza”. La caduta del PIL in Italia è stata omogenea intorno al 9% e, secondo le stime dello Svimez, la ripresa ha un andamento diverso: nel Centro-Nord la Lombardia, l’Emilia Romagna ed il Veneto avranno recuperato il PIL del 2020 mentre il Mezzogiorno è lontano dal recupero ed a fine del 2022 dovrà sommare 1,7 punti di PIL ai 10 punti di ritardo del periodo 2008-2013. Secondo Giannola gli 80 miliardi (40% dei 209 miliardi) del Piano Nazionale di Rinascita e Resilienza (PNRR), sono una cifra importante ma inferiore al 50% necessaria a dare un maggiore impulso all’economia del Sud e dell’interaNazionale. Preoccupa la mancata ricognizione dei fabbisogni di investimento nell’area meridionale e la scarsità del personale in pianta organica dei Comuni, fatti che potrebbero avere ricadute negative sulla realizzazione delleinfrastrutture. Non è sufficiente il PNRR, occorre che il Paese riscopra la vocazione unitaria voluta dei padri costituenti, unico punto di equilibrio per offrire pace e benessere ai cittadini italiani, inclusi i meridionali.

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La scorta di Ranucci siamo noi

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L’attentato a Sigrifido Ranucci è una violenza fatta a tutti noi; con modalità mafiosa volevanointimidire il giornalista per impedirgli di portare alla luce le nefandezze delle mele marce. L’azioneviene da lontano, dalle inchieste sui ministri del governo Meloni, dagli esposti inviati alle procure di mezza Italia, dalla mancata partecipazione alla presentazione dei palinsesti televisivi a Napoli, dalla riduzione delle puntate di Report. Azionesistematica indirizzata a minare la credibilità delle inchieste condotte da Sigrifido Ranucci, affiancate dall’isolamento e dalla delegittimazione sono il segnale che la malavita organizzata ha colto perzittirlo, senza riuscirci. La gente comune si erge a difesa della libertà di parola e di pensiero, principio scolpito nella Costituzione. Vogliono che sianoportati alla luce i retroscena del palcoscenico dove il nepotismo e gli interessi personali sono il programma dei mestieranti della politica. Sei la nostra voce, la nostra arma per far pulizia in politicae nella pubblica amministrazione, non l’hanno zittito, oggi è ancora più forte.

La Redazione di meridionemeridiani.info

esprime la solidarietà e la vicinanza alla Redazione di Report ed al giornalista Sigrifido Ranucci per il vile attentato subito.

Siamo con te, sei ognuno di noi.

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Direttivo provinciale di Forza Italia allargato a sindaci ed amministratori

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Sì è tenuta ieri sera all’Hotel Belsito di Avellino la riunione del direttivo provinciale di Forza Italia, allargata a sindaci ed amministratori.  

Un confronto lungo e articolato dal quale è innanzitutto emerso unanime e convinto sostegno alla candidatura del vice ministro degli Esteri, Edmondo Cirielli, alla presidenza della Regione Campania per la coalizione di centrodestra.

In primo luogo nelle parole del Segretario provinciale, Angelo Antonio D’Agostino, il convincimento che Forza Italia, in Irpinia come nel resto della regione, sarà il traino della coalizione risultando determinante per una vittoria che va costruita al centro, recuperando voto moderato.

La missione di Forza Italia, casa del popolarismo, è questa. Una missione alla portata, alla luce del grande lavoro di radicamento fatto in questi anni e degli enormi spazi che la candidatura di Roberto Fico per il centrosinistra, lascia sguarniti proprio nell’elettorato centrista. Forza Italia può e deve colmare quello spazio.

Venendo alla costruzione della lista, nel corso della discussione sono emerse molte disponibilità dai territori.  Profili diversi che nei giorni a venire saranno valutate nella massima condivisione, perché l’obiettivo di tutti deve essere quello di mettere in campo la migliore compagine possibile, connubio tra competenze e radicamento.

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Cisal, Picone: più attenzione a sicurezza dei lavoratori, anche in Irpinia troppi incidenti

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“Occorrono interventi concreti per garantire la sicurezza; le buone intenzioni o gli slogan non servono. Gli infortuni sul lavoro sono e restano una intollerabile emergenza, in Irpinia e Campania, come nel resto del Paese”. Ad affermarlo è Massimo Picone, coordinatore provinciale della Cisal di Avellino e commissario della categoria Metalmeccanici.

“I dati ufficiali – prosegue il dirigente sindacale – ci dicono che il fenomeno è in crescita al Sud, che registra il più alto tasso di incidenti mortali sui luoghi di lavoro. Ma in generale aumentano infortuni e decessi in itinere, nel percorso casa-luogo di lavoro. Una tendenza che si avvertiva già negli ultimi anni. Nei primi otto mesi del 2025 l’incremento è stato dell’8,8 %, 186 vittime, soprattutto del comparto industriale e dei servizi, 15 in più rispetto al 2024 e più o meno un quarto dei decessi complessivi.

Su questo versante ad incidere sono l’espansione dei bacini di pendolarità, l’aumento delle distanze tra abitazione e luogo di lavoro, la debolezza del trasporto pubblico e il conseguente uso del mezzo privato, tutti elementi che accrescono l’esposizione al rischio.  

In aumento anche le malattie professionali, quasi del 10%, rispetto all’anno precedente.

La sicurezza viene considerata purtroppo ancora soltanto un optional, all’interno di un quadro complessivo deprimente: precarietà, i salari più bassi d’Europa, l’uso sistematico di esternalizzazione del lavoro, crisi profonda di alcuni comparti come l’automotive, che in Irpinia costituisce una filiera produttiva importante per l’economia e per l’occupazione, ma su cui pendono molti problemi che ne compromettono la prospettiva”.

“E’ necessario pertanto – conclude Picone – che si investano più risorse sui controlli, aumentando il numero di ispettori che operano sul territorio, ma vanno modificati anche i processi produttivi. C’è bisogno inoltre che le politiche di sicurezza aziendale si integrino con misure di prevenzione estese agli spostamenti dei lavoratori, promuovendo iniziative coordinate in materia di mobilità sostenibile, riorganizzazione dei tempi di lavoro e rafforzamento delle infrastrutture di trasporto”.

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