Attualità
Scola e Fellini: prima di realizzare un film, meglio disegnarlo

Il disegno è propedeutico alla realizzazione di un film, chiarisce caratteristiche dei personaggi, ambientazione, scenari, colori e persino l’ironia che si vuol comunicare attraverso la trasposizione in immagini. Per Ettore Scola: “disegnare era pensare con la mano”, ha raccontato Giuseppe Rossi, giovane regista originario di Guardia dei Lombardi (AV), che nel giorno che avrebbe celebrato il compleanno del regista, nato a Trevico il 10 maggio 1931 (e scomparso a Roma il 19 gennaio 2016), ha incontrato il pubblico presso Palazzo Scola. Tema dell’evento, promosso dall’Associazione culturale Irpinia Mia e presentato da Umberto Rinaldi (direttore Festival Corto e a capo) “Scola, Fellini e la matita del regista”. Nel ripercorrere l’excursus di Fellini e Scola, il primo fuggito da Rimini, che gli stava stretta, il secondo invece legato alla sua Trevico, entrambi emigrati a Roma, dove si erano incontrati mentre lavoravano alla rivista satirica Marc’Aurelio, Rossi ha evidenziato come entrambi fossero accomunati dalla vena ironica. Quella stessa ironia che trasferivano anche nei loro film. Mentre Fellini, che pur inizialmente si rifaceva al Neorealismo, raccontava l‘onirico e l’irreale, Scola trasponeva nei suoi lavori la cruda realtà: in ogni modo, ambedue esploravano la complessità dell’essere umano, avvalendosi del talento di un grande e versatile interprete come Marcello Mastroianni, ulteriore elemento che li accomunava.

Se Scola utilizzava il colore quando strettamente necessario, Fellini ne faceva invece largo uso per esaltare i personaggi dei suoi lavori, nonché per comunicare alla troupe le sensazioni che voleva emergessero nel film.

Gli spunti per la realizzazione di un film partivano spesso da suggestioni, come accadde per Una giornata particolare, che nacque dall’impressione che Ettore Scola ebbe a seguito della visita di Hitler a Roma, alla quale il padre, medico, fu costretto a partecipare. Scola bambino, oltre che dalla parata, era rimasto impressionato da capelli e baffi di Hitler, che erano biondo-rossicci e non neri, come si era abituati a vedere nei documentari in bianco e nero.

Anche altri registi sono ricorsi e ricorrono ai disegni per i propri film: Martin Scorsese (Taxi driver, Il colore dei soldi, Quei bravi ragazzi, Gangs of New York, etc.) Tim Burton (Mani di forbice), James Cameron (Terminator, Titanic), tra i preferiti di Giuseppe Rossi, anch’egli dedito a disegnare il suo film prima di girarlo. A completare l’evento, uno stralcio di sei minuti tratto da un documentario muto inedito degli Anni Trenta di Elvira Notari su Trevico e la processione dell’8 settembre, nonché un pezzo di Maria Luisa Giovanniello sulla mietitura e trebbiatura del 1978 e sulla processione del 12 agosto dedicata a Sant’Euplio (patrono), corredato di foto della nascita di Ettore Scola (donate dalla famiglia), nonché un breve video di Scola che risponde alla domanda di un bambino su Trevico (“A Trevico sono tutti i giorni col pensiero perché le radici te lo impongono, anche se non ci sono più tornato da quando è morta mia madre”), ripreso da Mariangela Cioria, che ha unito anche alcune sue fotografie di Trevico oggi. Notevoli gli interventi per violino su musiche da film di Ennio Morricone, del maestro Franco Archidiacono.
Breve scheda di Giuseppe Rossi
Nato ad Avellino l’8 settembre 1993, è regista, produttore, sceneggiatore e montatore. Laureato in Regia Cinematografica presso la Libera Università del Cinema di Roma (2016) e Filosofia presso la sapienza di Roma (2019), nel 2023 ha conseguito il Master in Produzione Cinematografica e Televisiva presso la Luiss Business School di Roma.
Nel 2010 ha vinto il PremioMyGiffoni al Giffoni Film Festival. Ha scritto, diretto e montato numerosi cortometraggi, tra cui l’animazione dark Voodoo Love Story (finalista ai Nastri D’Argento 2015), il thriller psicologico Chromotherapy e l’action fantasy Blue Crystel (vincitore di numerosi premi internazionali per i migliori effetti visivi).
Nel 2020 ha fondato il 2D & 3D Animation Film Festival e ha diretto il documentario 90 Seconds sul terremoto dell’Irpinia del 1980. Ha diretto 3 video musicali per la band La Janara. Il suo cortometraggio horror The Exorcism of Water, è stato presentato in anteprima al Fantafestival 2022.
Il suo ultimo lavoro è il documentario Titanus 1904, sulla più grande e antica casa di produzione cinematografica italiana, presentato in anteprima alla Festa del Cinema di Roma 2024.
È membro di AIR3 (Italian Directors Guild), WGI (Writers Guild Italia) e 100autori.
Floriana Mastandrea
Attualità
Direttivo provinciale di Forza Italia allargato a sindaci ed amministratori

Sì è tenuta ieri sera all’Hotel Belsito di Avellino la riunione del direttivo provinciale di Forza Italia, allargata a sindaci ed amministratori.
Un confronto lungo e articolato dal quale è innanzitutto emerso unanime e convinto sostegno alla candidatura del vice ministro degli Esteri, Edmondo Cirielli, alla presidenza della Regione Campania per la coalizione di centrodestra.
In primo luogo nelle parole del Segretario provinciale, Angelo Antonio D’Agostino, il convincimento che Forza Italia, in Irpinia come nel resto della regione, sarà il traino della coalizione risultando determinante per una vittoria che va costruita al centro, recuperando voto moderato.
La missione di Forza Italia, casa del popolarismo, è questa. Una missione alla portata, alla luce del grande lavoro di radicamento fatto in questi anni e degli enormi spazi che la candidatura di Roberto Fico per il centrosinistra, lascia sguarniti proprio nell’elettorato centrista. Forza Italia può e deve colmare quello spazio.
Venendo alla costruzione della lista, nel corso della discussione sono emerse molte disponibilità dai territori. Profili diversi che nei giorni a venire saranno valutate nella massima condivisione, perché l’obiettivo di tutti deve essere quello di mettere in campo la migliore compagine possibile, connubio tra competenze e radicamento.
Attualità
Cisal, Picone: più attenzione a sicurezza dei lavoratori, anche in Irpinia troppi incidenti

“Occorrono interventi concreti per garantire la sicurezza; le buone intenzioni o gli slogan non servono. Gli infortuni sul lavoro sono e restano una intollerabile emergenza, in Irpinia e Campania, come nel resto del Paese”. Ad affermarlo è Massimo Picone, coordinatore provinciale della Cisal di Avellino e commissario della categoria Metalmeccanici.
“I dati ufficiali – prosegue il dirigente sindacale – ci dicono che il fenomeno è in crescita al Sud, che registra il più alto tasso di incidenti mortali sui luoghi di lavoro. Ma in generale aumentano infortuni e decessi in itinere, nel percorso casa-luogo di lavoro. Una tendenza che si avvertiva già negli ultimi anni. Nei primi otto mesi del 2025 l’incremento è stato dell’8,8 %, 186 vittime, soprattutto del comparto industriale e dei servizi, 15 in più rispetto al 2024 e più o meno un quarto dei decessi complessivi.
Su questo versante ad incidere sono l’espansione dei bacini di pendolarità, l’aumento delle distanze tra abitazione e luogo di lavoro, la debolezza del trasporto pubblico e il conseguente uso del mezzo privato, tutti elementi che accrescono l’esposizione al rischio.
In aumento anche le malattie professionali, quasi del 10%, rispetto all’anno precedente.
La sicurezza viene considerata purtroppo ancora soltanto un optional, all’interno di un quadro complessivo deprimente: precarietà, i salari più bassi d’Europa, l’uso sistematico di esternalizzazione del lavoro, crisi profonda di alcuni comparti come l’automotive, che in Irpinia costituisce una filiera produttiva importante per l’economia e per l’occupazione, ma su cui pendono molti problemi che ne compromettono la prospettiva”.
“E’ necessario pertanto – conclude Picone – che si investano più risorse sui controlli, aumentando il numero di ispettori che operano sul territorio, ma vanno modificati anche i processi produttivi. C’è bisogno inoltre che le politiche di sicurezza aziendale si integrino con misure di prevenzione estese agli spostamenti dei lavoratori, promuovendo iniziative coordinate in materia di mobilità sostenibile, riorganizzazione dei tempi di lavoro e rafforzamento delle infrastrutture di trasporto”.
Attualità
La disumanità dei governi imbelli

È caduto il velo delle menzogne, la Flotilla mette a nudo la disumanità dei governi imbelli, interessati a mantenere attivo e florido il mercato delle armi, riconvertendo quello delle automotive, in grave crisi in Europa. La Meloni aveva criticato l’azione della Global Sumud Flotilla reputandola inopportuna e affermava: “è una fase nella quale tutti quanti dovrebbero capire che esercitare una responsabilità, attendere mentre c’è un negoziato di pace, è forse la cosa più utile che si può fare per alleviare le sofferenze dei palestinesi” e riferendosi alla Flotilla, proseguiva e rincarava la mano: “ma forse le sofferenze del popolo palestinese non erano la priorità” (Ansa e L’Espresso1 ottobre 2025).
Eppure, nei confronti di Israele, la Meloni non esprime alcuno sdegno diversamente manifestato per la Flotilla. Dimentica che era un’azione umanitaria, svolta da persone di diversa nazionalità, disarmate, indirizzata a creare un corridoio sicuro al fine di alleviare le sofferenze del popolo Palestinesedovute alla mancanza di cibo e di medicinali,provocate dalla disumanità del governo genocidario di Israele. Nulla potrà rimanere come prima, la Flotilla ha avuto il merito di aver attirato l’attenzione mediatica su ciò che accade a Gaza e sulla pulizia etnica operata da Israele. Atto esecrabile e frutto avvelenato che affonda le sue radici nel lontano 1948, costellato di odio e morte che avvelena l’esistenza degli israeliani e dei palestinesi, senza soluzione di continuità e senza una via d’uscita. Sin ad oggi, l’UE, gli USA, la Comunità Internazionale non sono riusciti a proporre una pacifica ed unitaria soluzione al tema dei due Stati e dei due popoli. Le immagini di Gaza distrutta, delle donne che piangono i bambini morti per fame o colpiti dalle bombe, hanno ferito la carne viva di milioni di persone chespontaneamente sono scese in piazza gridando lo slogan: “blocchiamo tutto”. Spero che, tutto ciò indurrà i singoli governi e la Comunità Internazionale a rimettere al centro dell’agenda politica il bene comune, oscurato dai ciechi nazionalismi e dalla ricerca del benessere personaleedonistico. I popoli hanno indicato la strada: si dia voce e speranza al senso di umanità, si dia voce e dignità ai popoli del Sud del mondo.
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