Attualità
Non rimanere con le mani in tasca, firma l’appello contro l’Autonomia Differenziata
L’Autonomia differenziata così come proposta dal progetto Calderoli non ci farà più autonomi ma più soli. E non solo nelle regioni più deboli, quelle meridionali, ma in tutte le regioni, esposte ad una frammentazione politica e amministrativa che indebolirà l’Italia in Europa, per la quale ci apprestiamo a votare.
Europa che proprio dall’emergenza sanitaria del Covid ha tratto la convinzione, con il PNRR, di dover spingere il continente ad una maggiore coesione, a cominciare dalla coesione nazionale di ogni singolo Stato membro. A fronte del sostegno europeo, l’obiettivo fondamentale assegnato all’Italia sono riforme di struttura e politiche di coesione, che riducano il divario Nord-Sud. L’Italia è malata di questo divario, e un’Italia malata mette a rischio sé stessa e, in caso di default, l’Europa stessa.
Un regionalismo ulteriormente differenziato, al di là dei divari storici strutturali, non possiamo assolutamente permettercelo. Al Sud innanzi tutto. L’Autonomia di Calderoli se differenzia qualcosa, queste sono le regioni e le aree deboli del Paese da mandare al macero in raccolta differenziata, nell’illusione contraddetta da ogni analisi economica seria che così i vagoni del Nord del treno Italia viaggeranno più spediti. Di fatto, in assenza di reali politiche di coesione, questo ingiusto divario si aggrava da decenni, e gli effetti in ogni classifica europea per il Paese sono sotto gli occhi di tutti.
Al di là di ogni valutazione di merito della frammentazione ulteriore delle competenze tra venti staterelli che ne verrebbe, frammentazione emersa in modo più evidente e drammatico nella Sanità con il Covid, l’ulteriore indebolimento di un centro istituzionale e coordinatore già debole, esporrebbe il nostro Paese a un nodo politico cui impiccherebbe il suo futuro: quale peso in Europa e nel mondo avrebbe un presidente del Consiglio, anche eletto direttamente, che rappresentasse una “repubblica Arlecchino”, più diseguale di oggi, dove le poche leve di politica economica rimaste a scala nazionale fossero controllate dai presidenti delle Regioni? Un Presidente Arlecchino impegnato a servire due padroni, l’unità del suo Paese e la differenziazione dei suoi interessi territoriali, è davvero quello che ci serve?
Siamo davanti ad un tentativo di svuotare i principi di coesione tra territori e di uguaglianza tra i cittadini fissati dalla nostra Costituzione, manomettendo dall’interno la Carta.
Per questo invitiamo:
– tutti gli italiani alle prossime europee a non votare candidati e partiti che non si impegnino con chiarezza contro l’autonomia differenziata;
– le istituzioni, innanzi tutto le Regioni meridionali, e tutte le regioni che abbiano a cuore l’unità del Paese, a predisporsi fin d’ora, in caso di approvazione della legge Calderoli, al ricorso alla Corte costituzionale;
– le rappresentanze politiche meridionali a difendere i loro territori senza tradirli, senza voltarsi dall’altra parte per calcoli “nazionali” di partito, che di nazionale non hanno nulla perché la Nazione la smontano e ne svuotano l’unitarietà dei diritti uguali e sostanziali dei cittadini nei loro territori.
Abbiamo bisogno di una grande mobilitazione istituzionale, sociale e civile a difesa di un’Italia più eguale, per arrivare pronti al referendum se fosse necessario; per abrogare una legge che rischia di far tornare l’Italia a una mera espressione geografica, poco più di una comparsa sulla scena dell’Europa e di un mondo che la globalizzazione ha reso più grande.
Noi abbiamo bisogno di un’Italia unita in un’Europa di pace.
Eugenio Mazzarella
Massimo Villone
Mauro Barberis
Michele Ciliberto
Paolo Corsini
Roberto Esposito
Marco Esposito
Stefano Fassina
Carlo Galli
Adriano Giannola
Piero Ignazi
Luigi Manconi
Luigi Nicolais
Aldo Schiavone
Marco Tarquinio
Gianfranco Viesti
Antonio Pescapè
Nadia Urbinati
Emanuele Felice
Roberto Escobar
Sabatino Santangelo
Carlo Trigilia
Mario Ricciardi
Francesco Ramella
Enrica Morlicchio
Francesco Strazzeri
Giuliano Laccetti
Giovanna De Minico
Attualità
Questione Meridionale ed evasione fiscale sono i fantasmi che aleggiano sul voto in Campania
Il voto del 23 e 24 novembre in Campania metterà a nudo le intenzioni dei partiti e dei singoli candidati alla presidenza. La Campania, insieme al Sud, vive la tremenda sorte di regione ridotta al rango di sorellastra, con le infrastrutture obsolete, la sanità pubblica che arretra rispetto a quella privata accreditata, la migrazione dei giovani in cerca di lavoro. Giovani sradicati dai loro affetti, dalla loro terra, lasciata nelle mani dei vecchi in un malinconico declino senza possibilità di resurrezione. La Campania Felix è un miraggio che abbaglia ma non ristora, il suo presente rimane impigliato nella Questione Meridionale, mai affrontata, mai risolta,sopraffatta dal pregiudizio del popolo del Nord Italia che considera i campani, in particolare i napoletani,fannulloni e nulla facenti aggrappati alle mammelle del Bel Paese mentre cantano e suonano il mandolino. La realtà racconta ben altro, le risorse finanziarie sono dirottate scientemente verso il Centro-Nord, dotato di migliori servizi pubblici applicando il criterio della spesa storica, modalità adattata alle risorse del PNRR. In un momento storico così complesso, nelle regionali del 23 e 24 novembre un ruolo chiave sarà assunto dai candidati meridionalisti-progressisti e unitari presenti nelle liste di Fico Presidente. Il loro contributo con interventi in dibattiti, articoli, saggi e libri ha disvelato il grande imbroglio del Sud “pappone” e dissipatore delle risorse elargite dallo Stato Centrale. I campani vogliono risposte semplici e concrete ailoro bisogni quotidiani, l’agire politico del prossimo governo della Campania dovrà privilegiare l’equità ed il bene comune iniziando a “captare” le risorse finanziarie da coloro che evadono e foraggiano il malaffare e la delinquenza organizzata. Un ruolo incisivo e determinante dovrà essere assunto dalla Campania nella Conferenza Stato-Regioni,organismo che determina le sorti finanziarie della nostra regione e dell’intero Sud nell’ottica di riunificare il Paese. In quella sede, ed in parlamento,dovranno essere sconfitti gli egoismi ed i localismi nati con l’autonomia regionale differenziata, figlia della Questione Meridionale. I problemi della Campania sono ben noti, vanno individuate le risorse finanziarie, scanditi i tempi e le modalità per risolverli, pena lo spopolamento ed il declino socio-culturale ed economico della nostra terra.
Attualità
La scorta di Ranucci siamo noi
L’attentato a Sigrifido Ranucci è una violenza fatta a tutti noi; con modalità mafiosa volevanointimidire il giornalista per impedirgli di portare alla luce le nefandezze delle mele marce. L’azioneviene da lontano, dalle inchieste sui ministri del governo Meloni, dagli esposti inviati alle procure di mezza Italia, dalla mancata partecipazione alla presentazione dei palinsesti televisivi a Napoli, dalla riduzione delle puntate di Report. Azionesistematica indirizzata a minare la credibilità delle inchieste condotte da Sigrifido Ranucci, affiancate dall’isolamento e dalla delegittimazione sono il segnale che la malavita organizzata ha colto perzittirlo, senza riuscirci. La gente comune si erge a difesa della libertà di parola e di pensiero, principio scolpito nella Costituzione. Vogliono che sianoportati alla luce i retroscena del palcoscenico dove il nepotismo e gli interessi personali sono il programma dei mestieranti della politica. Sei la nostra voce, la nostra arma per far pulizia in politicae nella pubblica amministrazione, non l’hanno zittito, oggi è ancora più forte.
La Redazione di meridionemeridiani.info
esprime la solidarietà e la vicinanza alla Redazione di Report ed al giornalista Sigrifido Ranucci per il vile attentato subito.
Siamo con te, sei ognuno di noi.
Attualità
Direttivo provinciale di Forza Italia allargato a sindaci ed amministratori
Sì è tenuta ieri sera all’Hotel Belsito di Avellino la riunione del direttivo provinciale di Forza Italia, allargata a sindaci ed amministratori.
Un confronto lungo e articolato dal quale è innanzitutto emerso unanime e convinto sostegno alla candidatura del vice ministro degli Esteri, Edmondo Cirielli, alla presidenza della Regione Campania per la coalizione di centrodestra.
In primo luogo nelle parole del Segretario provinciale, Angelo Antonio D’Agostino, il convincimento che Forza Italia, in Irpinia come nel resto della regione, sarà il traino della coalizione risultando determinante per una vittoria che va costruita al centro, recuperando voto moderato.
La missione di Forza Italia, casa del popolarismo, è questa. Una missione alla portata, alla luce del grande lavoro di radicamento fatto in questi anni e degli enormi spazi che la candidatura di Roberto Fico per il centrosinistra, lascia sguarniti proprio nell’elettorato centrista. Forza Italia può e deve colmare quello spazio.
Venendo alla costruzione della lista, nel corso della discussione sono emerse molte disponibilità dai territori. Profili diversi che nei giorni a venire saranno valutate nella massima condivisione, perché l’obiettivo di tutti deve essere quello di mettere in campo la migliore compagine possibile, connubio tra competenze e radicamento.
