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“Non c’è nulla che sia più ingiusto quanto far parti uguali fra disuguali.” (Don Milani)

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Il governo italiano non può ignorare le disuguaglianze socio-economiche del Paese lasciando ai margini della civiltà il meridione che è il 40% del territorio italiano ed è popolata da 20 milioni di cittadini. Il Sud è la cenerentola d’Europa, i parametri macro economici sono spaventosi, ogni anno migrano 100 mila persone verso il Centro-Nord o all’estero, il reddito è quasi la metà del Nord mentre la disoccupazione e più che doppia e quella femminile è un abisso senza fondo. Non basta sbandierare sui social che il Sud avrà la sua cospicua fetta di risorse economiche attinte dal PNRR per dotarlo di infrastrutture moderne che, ben sappiamo, sono vetuste o inesistenti. Grazie al vincolo imposto all’UE di destinare il 70% di quelle risorse finanziarie, ridotte dal governo italiano al 40%, oggi il meridione può sperare di avviare i cantieri. Manca però una regia centrale degli interventi per far crescere in modo omogeneo tutti i territori privilegiando quelli a bassa crescita economica e con il PIL ridotto ai minimi termini. Si è scelto il criterio dei bandi che mettono in competizione i territori e non tengono conto delle diverse situazioni socio-economiche, per le quali sono necessari interventi diversificati ed orientati a ridurre, in tempi accettabili, gli squilibri. È stupenda la frase di Don Milani: “Non c’è nulla che sia più ingiusto quanto far parti uguali fra disuguali.” Pensiero che dovrebbe orientare la politica del governo italiano. Nel filone delle disuguaglianze si inserisce il regionalismo differenziato inserito come collegato alla legge di bilancio approvata l’anno scorso. I media non ne parlano, nessuno la tira in ballo eppure con essa si mira a rendere definitive le disuguaglianze territoriali in quanto si garantirebbero, in modo perpetuo, rendite, già oggi, godute dal Nord e che nessuno potrebbe più mettere in discussione. Mille sono gli appelli rivolti al Presidente della Repubblica per fermare la dissoluzione della Nazione. Mattarella faccia sentire la sua voce, zittisca la destra leghista di Zaia e Fontana e del liberista Bonaccini, presidenti delle Regioni Veneto, Lombardia ed Emilia Romagna. Preservi l’Unità e la coesione Nazionale e sia il Presidente di tutti, inclusi i meridionali.

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La scorta di Ranucci siamo noi

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L’attentato a Sigrifido Ranucci è una violenza fatta a tutti noi; con modalità mafiosa volevanointimidire il giornalista per impedirgli di portare alla luce le nefandezze delle mele marce. L’azioneviene da lontano, dalle inchieste sui ministri del governo Meloni, dagli esposti inviati alle procure di mezza Italia, dalla mancata partecipazione alla presentazione dei palinsesti televisivi a Napoli, dalla riduzione delle puntate di Report. Azionesistematica indirizzata a minare la credibilità delle inchieste condotte da Sigrifido Ranucci, affiancate dall’isolamento e dalla delegittimazione sono il segnale che la malavita organizzata ha colto perzittirlo, senza riuscirci. La gente comune si erge a difesa della libertà di parola e di pensiero, principio scolpito nella Costituzione. Vogliono che sianoportati alla luce i retroscena del palcoscenico dove il nepotismo e gli interessi personali sono il programma dei mestieranti della politica. Sei la nostra voce, la nostra arma per far pulizia in politicae nella pubblica amministrazione, non l’hanno zittito, oggi è ancora più forte.

La Redazione di meridionemeridiani.info

esprime la solidarietà e la vicinanza alla Redazione di Report ed al giornalista Sigrifido Ranucci per il vile attentato subito.

Siamo con te, sei ognuno di noi.

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Direttivo provinciale di Forza Italia allargato a sindaci ed amministratori

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Sì è tenuta ieri sera all’Hotel Belsito di Avellino la riunione del direttivo provinciale di Forza Italia, allargata a sindaci ed amministratori.  

Un confronto lungo e articolato dal quale è innanzitutto emerso unanime e convinto sostegno alla candidatura del vice ministro degli Esteri, Edmondo Cirielli, alla presidenza della Regione Campania per la coalizione di centrodestra.

In primo luogo nelle parole del Segretario provinciale, Angelo Antonio D’Agostino, il convincimento che Forza Italia, in Irpinia come nel resto della regione, sarà il traino della coalizione risultando determinante per una vittoria che va costruita al centro, recuperando voto moderato.

La missione di Forza Italia, casa del popolarismo, è questa. Una missione alla portata, alla luce del grande lavoro di radicamento fatto in questi anni e degli enormi spazi che la candidatura di Roberto Fico per il centrosinistra, lascia sguarniti proprio nell’elettorato centrista. Forza Italia può e deve colmare quello spazio.

Venendo alla costruzione della lista, nel corso della discussione sono emerse molte disponibilità dai territori.  Profili diversi che nei giorni a venire saranno valutate nella massima condivisione, perché l’obiettivo di tutti deve essere quello di mettere in campo la migliore compagine possibile, connubio tra competenze e radicamento.

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Cisal, Picone: più attenzione a sicurezza dei lavoratori, anche in Irpinia troppi incidenti

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“Occorrono interventi concreti per garantire la sicurezza; le buone intenzioni o gli slogan non servono. Gli infortuni sul lavoro sono e restano una intollerabile emergenza, in Irpinia e Campania, come nel resto del Paese”. Ad affermarlo è Massimo Picone, coordinatore provinciale della Cisal di Avellino e commissario della categoria Metalmeccanici.

“I dati ufficiali – prosegue il dirigente sindacale – ci dicono che il fenomeno è in crescita al Sud, che registra il più alto tasso di incidenti mortali sui luoghi di lavoro. Ma in generale aumentano infortuni e decessi in itinere, nel percorso casa-luogo di lavoro. Una tendenza che si avvertiva già negli ultimi anni. Nei primi otto mesi del 2025 l’incremento è stato dell’8,8 %, 186 vittime, soprattutto del comparto industriale e dei servizi, 15 in più rispetto al 2024 e più o meno un quarto dei decessi complessivi.

Su questo versante ad incidere sono l’espansione dei bacini di pendolarità, l’aumento delle distanze tra abitazione e luogo di lavoro, la debolezza del trasporto pubblico e il conseguente uso del mezzo privato, tutti elementi che accrescono l’esposizione al rischio.  

In aumento anche le malattie professionali, quasi del 10%, rispetto all’anno precedente.

La sicurezza viene considerata purtroppo ancora soltanto un optional, all’interno di un quadro complessivo deprimente: precarietà, i salari più bassi d’Europa, l’uso sistematico di esternalizzazione del lavoro, crisi profonda di alcuni comparti come l’automotive, che in Irpinia costituisce una filiera produttiva importante per l’economia e per l’occupazione, ma su cui pendono molti problemi che ne compromettono la prospettiva”.

“E’ necessario pertanto – conclude Picone – che si investano più risorse sui controlli, aumentando il numero di ispettori che operano sul territorio, ma vanno modificati anche i processi produttivi. C’è bisogno inoltre che le politiche di sicurezza aziendale si integrino con misure di prevenzione estese agli spostamenti dei lavoratori, promuovendo iniziative coordinate in materia di mobilità sostenibile, riorganizzazione dei tempi di lavoro e rafforzamento delle infrastrutture di trasporto”.

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