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Politica

Lello Castagnozzi promotore Comitato per le Primarie di centrosinistra :” Gli oligarchi di via D’Afflitto o il ritorno del centralismo democratico”.

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Lello Castagnozzi promotore Comitato per le Primarie di centrosinistra per la scelta del candidato sindaco per la Città di Ariano, interviene sulla questione delle primarie:

 

“Il ricorso alle primarie come ennesimo strumento di affermazione e consolidamento della democrazia, non solo interno al Partito Democratico ma, estendibile, in termini di dibattito politico e di stimolo anche verso le altre forze politiche, rendendo marginale l’elemento decisionale interno di ogni forza politica, elemento risolutivo (quasi) sempre viziato da rapporti di forza mai completamente limpidi e liberi da condizionamenti correntizi legati, sempre, a una compravendita di tessere che garantiscono a taluni un’appartenenza artificiosa e, probabilmente, spesso, all’ insaputa dello stesso tesserato, rappresenta l’unico mezzo valido per esautorare le oligarchie che regnano sovrane all’interno dei circoli e delle federazioni del PD. Anche se può risultare sgradevole, i fatti legati all’ultimo tesseramento hanno sancito in maniera indiscutibile l’uso diffuso di questa metodologia “politica” aberrante e odiosa. L’unico modo per superare queste condizioni che finiscono per falsare qualsiasi confronto democratico all’interno di tutti i consessi e organizzazioni politiche legate al Partito Democratico e alle coalizioni che, eventualmente ne scaturiranno, è il ricorso obbligato alla prova e al giudizio popolare tramite l’indizione delle primarie. Con un comunicato odierno (03/02/2014) il segretario “ad interim” del circolo PD di via D’Afflitto di Ariano, dato che il suo mandato è ampiamente scaduto e sembrano non trovarsi all’interno di quel Circolo le condizioni per la celebrazione di un nuovo congresso, si arroga il diritto di decidere, supportato da una presunta convergenza con il segretario provinciale De Blasio, di cancellare la celebrazione delle primarie nella Città di Ariano Irpino per la scelta del candidato sindaco alle prossime elezioni amministrative di maggio. È certamente una scelta gravissima non supportata da elementi di trasparenza. Dicano con chiarezza alla cittadinanza arianese, sia il segretario “ad interim” Carchia che il segretario provinciale De Blasio, da dove nasce questa decisione unilaterale: hanno già il nome di un candidato sindaco per Ariano, partorito nelle segrete stanze dei loro interessi politici o hanno acquisito, in questo lasso di tempo, il dono della precognizione per cui conoscono già l’orientamento dei cittadini arianesi?”

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Attualità

Ciampi (M5S): Con le dimissioni di Lenzi, privati più vicini alla gestione dell’acqua

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Le dimissioni di Lenzi segnano un punto a favore dei privati. Oggi la fine dell’acqua pubblica è più vicina.
Apprezzo gli sforzi di Lenzi nella direzione di conservare l’acqua in mano pubblica, gli sono solidale e senza dubbio non mi convince l’attacco di alcuni esponenti politici che  denunciano il ritardo della governance e parlano di ritardi nel piano di ristrutturazione finanziato dalla Regione.  A caldo mi pare che la politica, intendo i consiglieri regionali e i sindaci-soci dell’Alto Calore, non hanno fatto una bellissima figura. Gettare la croce su un amministratore che comunque ha portato avanti il concordato è ingeneroso e contribuisce a confondere le idee sulla crisi attuale.  Chiederò alla Giunta Regionale quale sia la reale consistenza dei flussi finanziari arrivati nelle casse dell’Alto Calore o dei comuni soci. In tutto questo Lenzi ha lavorato sul concordato e Palomba è arrivato da pochissimi mesi: cosa ci si aspettava da questi due professionisti? Non vorrei che la manovra sia quella di spianare rapidamente la strada al privato.

Non ho sentito nessuno prendersi la responsabilità di questa situazione e non mi rassicura che a getto continuo  si facciano proposte (dal bonus, al rinvio delle decisioni  sugli aumenti) senza dare risposte chiare.
Per quanto mi riguarda continuerò a battermi per la gestione pubblica dell’acqua. L’acqua resta pubblica, va ribadito, solo se  i sindaci risponderanno davvero al loro mandato elettorale: l’interesse dei cittadini. Ciò non è accaduto fino ad oggi perchè ha vinto l’appartenenza politica e la convenienza elettorale. L’acqua pubblica e la sua gestione pubblica saranno le principali questioni che il nuovo governo regionale dovrà affrontare. Il cambio di stagione passa per una nuova   tutela dei cittadini, dell’ambiente, delle risorse locali.

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Convocazione Consiglio Comunale – Tra i punti in discussione l’emergenza idrica

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Ad Ariano Irpino il Presidente del Consiglio ha convocato il Civico Consesso nella Sala Consiliare “Giovanni Grasso” di Palazzo di Città, in seduta ordinaria, per il giorno 28 agosto 2025 alle ore 08,00 in prima convocazione e per il giorno 29 agosto alle ore 10,30 in seconda convocazione, con il seguente ordine del giorno:

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Attualità

Antonio Bianco :”Senza soldi non si cantano messe, il Sud dimenticato anche dall’opposizione”

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Il gap tra le due aree del Paese è un dato assodato, negli ultimi due anni il PIL del Sud è stato più alto di quello del Nord, con risolti positivi, ad avviso della Meloni, sull’avviata, ma presunta perequazione economica fra le due aree del Paese. La realtà parla di ben altro: la spesa storica, la mancanza di servizi, il divario infrastrutturale sono fattori che, in sinergia tra loro, determinano l’impoverimento e lo spopolamento del Sud. Permane la differenza del reddito pro-capite, che è la metà, e la disoccupazione doppia rispetto al Nord. La situazione socio-economica non è per niente rassicurante, a sinistra Bonelli e Fratoianni, rappresentanti di AVS, indicano le priorità da affrontare quali: disoccupazione, scuola, università, sanità, alta velocità ferroviaria e rigettano l’idea di costruire il ponte sullo stretto. Pur apprezzando il loro operato, nulla dicono sulla mancata perequazione territoriale della spesa pubblica complessiva pro-capite sociale e infrastrutturale che, ogni anno, applicando  il criterio della spesa storica, sottrae al Sud 60 miliardi, indirizzati verso il Nord. Tiepida è la condanna dei due leader del regionalismo differenziato, riforma che, se attuata in tutti i suoi aspetti, porrebbe la pietra tombale sulla Questione Meridionale. In poche parole, Bonelli e Fratoianni citano i problemi in cui affonda il meridione senza indicare dove prendere i soldi, i tempi di intervento e le modalità di esecuzione di un programma pluriennale per la rinascita del Sud, ponte ideale tra l’Europa e le coste meridionali e orientali del mediterraneo. Inoltre il PIL italiano cresce come un prefisso telefonico, dopo il 2026 dobbiamo restituire il prestito con gli interessi di 122,6 miliardi del PNRR e occorre onorare gli impegni assunti dal governo Meloni in sede internazionale. A ciò si aggiunga che Adriano Giannola, presidente della Svimez, ritiene necessari almeno100 miliardi per la rinascita del Sud.

È finito il tempo dell’enunciazione dei problemi, occorre prioritariamente indicare le risorse finanziarie, certe e permanenti, indispensabili a mettere in atto un programma elettorale credibile che punti sulla rinascita del Sud.

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