Attualità
Legge Calderoli sull’autonomia differenziata, perché No: conosciamola meglio-SPECIALE SECONDA PARTE-

Consegnate le firme in Cassazione, si attendono gli esiti per poter procedere con il referendum
Il 26 giugno è stata promulgata dal Presidente della Repubblica la legge n.86/2024 sull’autonomia differenziata, che consente alle Regioni di chiedere allo Stato competenza esclusiva su 23 materie, comprese le tre di sua specifica competenza, ovvero: Organizzazione della giustizia di pace, Norme generali sull’Istruzione, Tutela dell’ambiente, dell’ecosistema e dei beni culturali. Passerebbero in esclusiva competenza della Regioni, queste materie oggi a legislazione concorrente (di comune competenza di Stato centrale e Regioni): Rapporti internazionali e con l’Unione europea delle Regioni; Commercio con l’estero; Tutela e sicurezza del lavoro; Professioni; Tutela della salute; Ricerca scientifica e tecnologica e sostegno all’innovazione per i settori produttivi; Alimentazione; Ordinamento sportivo; Governo del territorio; Autostrade, porti e aeroporti civili; Reti (grandi) di trasporto e di navigazione; Produzione, trasporto e distribuzione dell’energia; Protezione civile; Valorizzazione dei beni culturali e ambientali, Promozione e organizzazione di attività culturali; Previdenza complementare e integrativa; Ordinamento della comunicazione; Casse di risparmio, casse rurali, aziende di credito a carattere regionale; Enti di credito fondiario e agrario a carattere regionale.
Composta da 11 articoli, la legge Calderoli sarebbe finalizzata ad attuare l’articolo 116 (terzo comma) della Costituzione, che prevede la possibilità di attribuire alle Regioni a statuto ordinario che lo richiedano, ulteriori forme e condizioni particolari di autonomia, con legge dello Stato. Le Regioni potranno concordare con il governo la “devoluzione” di competenze e risorse pubbliche, redistribuite verso i territori che lo richiederanno, con la possibilità di trattenere parte del gettito fiscale, per il finanziamento dei servizi e delle funzioni di cui si chiede il trasferimento.
I principali articoli
L’articolo 1, in maniera contraddittoria, indica finalità e principi generali, citando i “princìpi di indivisibilità e autonomia in attuazione del principio di decentramento amministrativo e per favorire la semplificazione e l’accelerazione delle procedure, la responsabilità, la trasparenza e la distribuzione delle competenze, idonea ad assicurare il pieno rispetto dei princìpi di sussidiarietà, differenziazione e adeguatezza di cui all’articolo 118 della Costituzione, nonché del principio solidaristico di cui agli articoli 2 e 5 della Costituzione […]”. Il comma 2 precisa che l’attribuzione dei poteri è subordinata alla determinazione dei Lep, Livelli essenziali di prestazioni, livelli minimi di servizi che “devono essere garantiti equamente su tutto il territorio nazionale” (art. 117 Cost. secondo comma, lettera m).
Quattordici le materie definite dai Livelli essenziali di prestazioni, la cui determinazione dei costi e dei fabbisogni standard, sarà stabilita attraverso una ricognizione della spesa storica dello Stato in ogni Regione nell’ultimo triennio. Entro ventiquattro mesi dall’entrata in vigore della legge, il Governo dovrà varare uno o più decreti legislativi per determinare livelli e importi dei Lep.
L’art. 2 stabilisce la procedura per le intese tra lo Stato e le Regioni richiedenti. Iter alquanto farraginoso: la Regione interessata, ascoltati gli enti locali, potrà chiedere allo Stato l’autonomia in una o più materie o anche soltanto in ambiti di materie. L’atto dovrà poi essere trasmesso al Presidente del Consiglio e al Ministro per gli Affari regionali e le autonomie, che, “acquisita entro sessanta giorni la valutazione dei Ministeri competenti per materia e del Ministro dell’economia e delle finanze, anche ai fini dell’individuazione delle necessarie risorse finanziarie da assegnare ai sensi dell’articolo 14 delle legge 5 maggio 2009, n. 42, avvia il negoziato con la Regione richiedente ai fini dell’approvazione dell’intesa […]”. “Ai fini dell’avvio del negoziato, il Presidente del Consiglio dei ministri o il Ministro per gli affari regionali e le autonomie, tiene conto del quadro finanziario della Regione”.
Avviato l’iter, Stato e Regioni dovranno giungere ad un accordo entro cinque mesi ed indicare durata e scadenza delle intese, che potranno durare dieci anni ed essere rinnovate, o terminare prima, con un preavviso di almeno un anno da parte dello Stato, che ne delibera la cessazione: “lo Stato, qualora ricorrano motivate ragioni a tutela della coesione e della solidarietà sociale, conseguenti alla mancata osservanza, direttamente imputabile alla Regione sulla base del monitoraggio di cui alla presente legge, dell’obbligo di garantire i LEP, dispone la cessazione integrale o parziale dell’intesa, che è deliberata con legge a maggioranza assoluta delle Camere”.
L’articolo 3 incarica il Governo ad
individuare i Lep e i relativi costi
e fabbisogni standard, per definire i quali, la legge di Bilancio 2023 ha
creato una Cabina di regia presieduta da Giorgia Meloni, con delega al ministro
Calderoli. Il termine dei lavori era previsto a fine 2023, ma è stato esteso di
un anno con il decreto Milleproroghe. Entro due anni dall’entrata in vigore della
legge, il Governo dovrà adottare uno o più decreti legislativi, attenendosi ai
princìpi e criteri direttivi della legge 29
dicembre 2022, n.197.
L’art. 4 subordina il “trasferimento delle funzioni con le relative
risorse umane, strumentali e finanziarie soltanto dopo la determinazione dei
Lep e dei relativi costi e fabbisogni standard, nei limiti delle risorse rese
disponibili nella legge di bilancio. Qualora
dalla determinazione dei Lep […] derivino nuovi o maggiori oneri a carico della
finanza pubblica, si può procedere al trasferimento delle funzioni solo
successivamente all’entrata in vigore dei provvedimenti legislativi di
stanziamento delle risorse finanziarie volte ad assicurare i medesimi livelli
essenziali delle prestazioni sull’intero territorio nazionale, ivi comprese le
Regioni che non hanno sottoscritto le intese, al fine di scongiurare disparità
di trattamento tra Regioni, coerentemente con gli obiettivi programmati di
finanza pubblica e con gli equilibri di bilancio”.
L’art. 11, oltre ad estendere la legge anche alle Regioni a statuto speciale e alle Province autonome, salvaguarda l’esercizio di potere sostitutivo del Governo, il quale potrà sostituirsi a
Regioni, Città metropolitane, Province e Comuni, se si dimostreranno inadempienti
su trattati internazionali, normativa comunitaria, sicurezza pubblica, tutela
giuridica ed economica e non garantiranno i livelli essenziali. I Lep dovranno
anche essere aggiornati periodicamente: la Corte dei Conti dovrà riferire
annualmente alle Camere sui controlli effettuati, in particolare sulla
congruità degli oneri finanziari conseguenti al trasferimento di competenze
nell’ambito del regionalismo differenziato.
Aumento dell’efficienza o cessazione della solidarietà?
La legge Calderoli sembra più un machiavellico disegno
disgregatore simile a una bomba ad orologeria, per dirla con il sito
Carteinregola, della cui pericolosità, in pochi sono consapevoli. Le Regioni che finora hanno rivendicato un
maggiore protagonismo amministrativo, Lombardia, Veneto ed Emilia Romagna, sono
tra le più ricche del Paese e dunque quelle che ne gioverebbero maggiormente. E
che ne sarà delle altre?
Il nodo
dei Lep
Sullo spinoso argomento dell’autonomia, anche i governi precedenti
hanno fatto la loro parte: stendendo un velo
pietoso su quel centro-sinistra che nel 2001, assecondando le spinte
federaliste derivanti dalla vittoria della Lega, riformò il Titolo V della
Costituzione, tentativi di approvare il Ddl sull’autonomia, ci sono stati anche
nei Governi Gentiloni, e più di recente, in quelli Conte-uno e due, naufragati
per non essere riusciti a risolvere l’ostacolo dei Lep, tema di non facile soluzione. La
conditio sine qua non della riforma dunque, sembrerebbe subordinata alla necessità di
assicurare nell’intero territorio nazionale l’erogazione dei medesimi livelli
qualitativi dei diritti civili e sociali, nel rispetto
dell’art.119 della Costituzione, che sancisce la promozione dello sviluppo
economico, della coesione e della solidarietà sociale, finalizzati a rimuovere
gli squilibri economici e sociali. Sulla
carta, i Lep dovrebbero garantire l’uniformità dei servizi da Nord a Sud,
ma nei fatti dipenderà dai finanziamenti che lo Stato centrale potrà mettere a
disposizione per far convergere qualitativamente prestazioni, ancora assai
diversificate.
Studiosi, politici, enti, associazioni, hanno espresso perplessità e preoccupazioni
qualora la legge Calderoli venisse applicata. Luca Bianchi, direttore della SVIMEZ (Ass. per lo sviluppo dell’industria nel Mezzogiorno) ha evidenziato come: “per realizzare la
compiuta armonia, occorre che i principi introdotti dall’art. 119 siano resi
pienamente operativi, il che non è, visto che proprio la legge attuativa (42
del 2009), che mira a regolare il federalismo fiscale, non è stata mai, da
allora, attivata. L’autonomia differenziata delineata dal Governo espone dunque l’intero Paese ai rischi di un indebolimento della capacità competitiva per effetto di una frammentazione
delle politiche pubbliche”. Secondo l’economista Paolo Balduzzi, al momento non ci sono studi, né esiste: “un criterio oggettivo o tecnico che permetta di stabilire se una
Regione sia o meno, in grado di fare meglio dello Stato negli ambiti di competenze che saranno trasferiti. Pertanto, prima di un qualunque ulteriore avanzamento legislativo, appare imprescindibile introdurre strumenti di misurazione oggettiva dei risultati storici delle varie Regioni nelle diverse materie”.
Nord contro Sud? Con l’autonomia, si rischia che la distanza tra il Nord e il Sud diventi incolmabile, mentre l’Italia sarà divisa in una babele di staterelli con leggi diverse, i cui “governatori” su molte materie potranno decidere i destini dei territori senza nessun ente sovraordinato che faccia da contrappeso e garante. E diviene plausibile la realizzazione di una Macroregione del Nord, a cui potrebbe fare da contraltare anche una Macroregione del Sud, col risultato di una contrapposizione. I fautori dell’autonomia differenziata sostengono che la maggiore responsabilizzazione delle Regioni possa fungere da volano verso un aumento dell’efficienza: in realtà, se la devoluzione partirà senza aver sanato i Lep, e, per com’è articolato il Ddl Calderoli, pare assai difficile arrivarci, tanto più se si pensa che in ventitré anni dalla riforma costituzionale che ha introdotto l’autonomia, non è mai stato fatto, finirà per aumentare le già innegabili disparità sociali e territoriali del Paese. Chi ha già di più, otterrà di più e anzi, considerando che la Regione potrà trattenere il gettito fiscale, che pertanto, non sarà più destinato alla creazione di servizi nazionali, altro che principi di solidarietà Costituzionale, piuttosto autonomia privilegiata o “secessione dei ricchi”!
Fabio Panetta, governatore di Bankitalia ha recentemente (19/09) affermato che il divario territoriale Nord-Sud: “non può essere colmato con misure di natura assistenziale e con una mera azione redistributiva, ma richiede politiche volte a stimolare lo sviluppo delle regioni meridionali”. Ha richiamato più volte politiche sulle infrastrutture strategiche, porti, aeroporti, ferrovie, comunicazione, digitalizzazione, energia, sottolineando che se il Sud non cresce, il Paese rimane al palo.
Sanità, sistema in crisi che imploderebbe definitivamente Il Sistema sanitario nazionale pubblico, in evidente fase di smantellamento a favore del settore privato, soffre della carenza di trentamila medici e settantamila infermieri, a cui si aggiunge la crescente emigrazione del personale verso l’estero, dove percepisce stipendi molto più alti. Per comprendere meglio cosa potrebbe accadere, si pensi alla disastrosa gestione della pandemia da Covid-19 della regione Lombardia guidata da Attilio Fontana, che non è riuscita neanche a implementare un sistema efficace per la prenotazione dei vaccini, se non con l’ausilio del sistema nazionale di Poste Italiane. Con una sanità regionale, chi si trova provvisoriamente in altre regioni, potrebbe avere grandi difficoltà anche nel farsi prescrivere e acquistare le medicine: pertanto già il sistema di prescrizione, non potrebbe diventare di esclusiva competenza regionale. La Fondazione Gimbe, presieduta da Nino Cartabellotta, ha evidenziato le sperequazioni tra la sanità del Nord e quella del Sud, sottolineando come la carenza di personale che riguarda soprattutto il Sud, andrebbe ad aumentare allorquando, medici e personale sanitario, emigrassero verso le regioni più ricche. L’autonomia differenziata darebbe il “colpo di grazia al sistema sanitario nazionale, aumentando le diseguaglianze regionali e legittimando normativamente il divario tra Nord e Sud, violando il principio costituzionale di uguaglianza dei cittadini nel diritto alla tutela della salute”. Trasporti I contrari all’autonomia sottolineano come i trasporti gestiti dagli enti locali siano quelli più inefficienti. Per non parlare dei problemi che l’autonomia creerebbe a quei centri urbani situati in una regione, ma che ruotano attorno a città di altre regioni. I favorevoli ritengono che le regioni con un maggior controllo sulle spese, realizzerebbero le infrastrutture con maggior efficienza e garantirebbero più servizi, assecondando le esigenze della popolazione. Istruzione Ancora Luca Bianchi (SVIMEZ): “L’autonomia prospettata dal Ddl Calderoli colpirebbe gravemente il sistema scolastico con un vero processo separatista, in cui si avrebbero programmi diversi a livello regionale, sistemi di reclutamento territoriale e funzionamenti differenziati”. Noi aggiungiamo che, considerando i tentativi in corso di riscrivere la Storia, anche i programmi e i testi scolastici risentirebbero dei governi locali, che potrebbero voler imporre la loro “visione”. La sociologa Chiara Saraceno sostiene come: “non sarebbe possibile lasciare l’attuazione del compito costituzionale della scuola alle diverse disponibilità e scelte locali, perché già ora esiste una differenziazione ingiusta delle risorse educative pubbliche offerte sul territorio nazionale, non solo tra regioni, ma anche all’interno delle stesse regioni e città”. Un moltiplicatore dei divari territoriali Anche la CGIL ha espresso netta contrarietà al gran pasticcio della legge 86: “In un Paese che già soffre di un livello drammatico e crescente di disuguaglianze sociali e di divari territoriali, l’ultima cosa che serve è un’autonomia differenziata che allarghi ulteriormente questi squilibri. Si vuole attuare il “regionalismo asimmetrico”, prima di aver realizzato il “regionalismo simmetrico”, che non può prescindere da un’effettiva perequazione tra territori con maggiore e minore capacità fiscale. Ambiente salubre, un fondamentale diritto civile e sociale Il WWF Italia, teme il “fondato rischio che l’autonomia differenziata possa intaccare l’unità del Paese”, rimarcando come: “il regionalismo differenziato non possa compromettere le garanzie di tutela ambientale, che devono invece valere in tutto il Paese evitando situazioni a macchia di leopardo. La tutela dell’ambiente e degli ecosistemi costituisce la tutela del presupposto stesso della vita umana, che dipende in maniera assoluta dai servizi ecosistemici (acqua, ossigeno, assorbimento di carbonio, ecc.) che la natura fornisce”.
Depositate in Cassazione le firme per il referendum abrogativo
Il 5 luglio presso la Corte di Cassazione è stato depositato il quesito abrogativo della legge 86: “Volete voi che sia abrogata la legge 26 giugno 2024, n.86 “Disposizioni per l’attuazione dell’autonomia differenziata delle Regioni a statuto ordinario ai sensi dell’art.116, terzo comma, della Costituzione?”.
Per promuovere il referendum abrogativo sono state raccolte circa 1milione e trecentomila firme: ne sarebbero bastate 500mila! Un risultato straordinario, come ben ha evidenziato il costituzionalista Massimo Villone, considerando che sono state raccolte in una torrida estate. Il 26 settembre sono state consegnate in Cassazione dai leader dei partiti di opposizione e dal Comitato promotore. Sono stati inoltre presentati ricorsi alla Consulta da parte delle Regioni: Campania, Puglia, Toscana e Sardegna.
La Corte Costituzionale dovrà confermarne l’ammissibilità del referendum entro il 20 gennaio 2025, dopodiché, il Governo e il Presidente della Repubblica potranno indire il referendum, da svolgersi tra il 15 aprile e il 15 giugno del 2025.
L’inaspettato successo della raccolta delle firme, fa ben sperare anche in un recupero di quella coscienza civile che talvolta sembra smarrita o quantomeno, assopita, di certo a causa dello squallido mercato al ribasso di buona parte della politica degli ultimi decenni. Il popolo ha il diritto-dovere di riprendere fiduciosamente ad esercitare la sua sovranità attraverso il potere del voto, per dare concretezza alle firme raccolte e scongiurare la frantumazione del nostro Paese. È fondamentale andare a votare, superare il 50 per cento più uno degli aventi diritto perché il referendum sia valido: bisogna far sentire la propria voce, perché l’Italia rimanga unita, libera e giusta.
Fonti: Senato, corriere.it, ilsole24ore.com, lastampa.it, Ilfattoquotidiano, ilfattoquotidiano.it, wired.it, ansa.it, carteinregola.it, lexplain.it, avvenire.it, diritto.it, quotidiano.net, ilMattino, Lavoce.info, laRepubblica, repubblica.it, quotidianosanità.it, quotidianodelsud.it, orticalab.it
Attualità
I^ Edizione del premio Teatrale Città di Ariano Irpino

8-9-10 Settembre 2025 | Camporeale (Ariano Irpino)
Ariano Irpino apre il sipario a una nuova avventura teatrale: nasce la I^ edizione del PREMIO TEATRALE CITTÀ DI ARIANO IRPINO, un progetto nazionale che punta a valorizzare giovani autori, compagnie emergenti e nuove drammaturgie.
Tre serate all’insegna della comicità, delle emozioni e della passione scenica, in una cornice suggestiva e unica: l’anfiteatro di Camporeale, già reso magico dal celebreevento Sunny Sunday. L’evento rientra nel programmadell’Estate Arianese 2025 ed è realizzato con il patrociniodel Comune di Ariano Irpino.
PROGRAMMA SPETTACOLI
8 SETTEMBRE ore 20:30
ARAPE ‘E ZITTO – Compagnia Maschere Nude
Regia di Ernesto Sasso
Una commedia romantica e travolgente ambientata in un attico al Vomero, tra tradimenti, incomprensioni ed equivoci. Risate, riflessioni e lacrime in un mix perfetto di emozioni che accompagneranno lo spettatore dalla prima all’ultima battuta.
Perché quando non funziona il citofono… Arape ‘e zitto!
Cast: Antonio Barbato, Veronica D’Alessio, Francesco Saverio Tisi, Maria Rosaria Escolino, Antimo Escolino, Sarah Ricci, Saira Pantalone
9 SETTEMBRE ore 20:30
ANDY & NORMAN – Produzione Yggdrasill APS
Regia di Alessandro Pagliaro
Con Francesco Castagnozzi, Alessandro Pagliaro, AngelitaCiccone e Rocco Vigliotta
Un grande classico della comicità americana, riproposto con una regia attuale e vivace. Due amici inseparabili, una donna che irrompe nelle loro vite e una serie infinita di situazioni comiche ed equivoci, tra amicizia, amore e illusioni.
10 SETTEMBRE ore 20:30
DUE DI TROPPO – Compagnia Gli Attori per Caso
Con Luca Landi e Antonio Tortora
Un duetto comico irresistibile, dove battute, contrasti e situazioni paradossali trascinano il pubblico in un vortice di risate. Una chiusura spumeggiante e brillante per questa prima edizione del Premio Teatrale.
UNO SGUARDO AL FUTURO
A partire da settembre 2025 sarà attiva la finestra di iscrizione alla 2^ edizione del Premio Teatrale Città di Ariano Irpino, aperta a tutte le compagnie amatoriali sul territorio nazionale.
La nuova rassegna si terrà a settembre 2026.
Tutte le info, il programma completo e le modalità di partecipazione saranno disponibili sul sito ufficiale: www.yggdrasill.info
Location: Camporeale – Ariano Irpino (AV)
Date: 8-9-10 Settembre 2025
Orario spettacoli: 20:30
Ariano Irpino riscopre il teatro… e lo fa in grande!
#PremioTeatraleAriano #Camporeale #Yggdrasill #TeatroVivo #CompagnieAmatoriali #TeatroInIrpinia
Attualità
Coordinamento Campano Acqua Pubblica – “Ha ancora senso temere il privato? Si ha molto senso e vi spieghiamo perché”

Ieri Orticalab titolava, “Acqua, ha ancora senso temere il privato?” E noi del Coordinamento Campano Acqua Pubblica rispondiamo con un’altra domanda: Ha ancora senso la democrazia? Nel giugno 2011, 26 milioni di italiani hanno deciso che volevano una gestione pubblica dell’acqua, non osservare questa volontà che fra l’altro dal 2011 è legge dello Stato significa combattere la democrazia. I partigiani hanno dato la vita per conquistare la democrazia e solo alcuni politici e i loro seguaci privi di scrupoli vogliono cancellarla per favorire gli interessi di alcune multinazionali trattando noi cittadini alla stregua di servi della gleba. Siamo degli stupidelli la cui volontà non ha importanza per alcuni che credono di essere al di sopra della legge.
I partigiani precisiamo, erano liberali, socialisti e comunisti, solo i fascisti non volevano la democrazia ed erano complici del criminale Hitler che ha tolto la vita e 6 milioni di persone. Quindi i cittadini sia che siano di destra, di centro o di sinistra hanno il dovere di rispettare la democrazia.
“L’irrinunciabile fortino di gestione e di consenso clientelare” a cui l’articolo di Orticalab fa riferimento non è dovuto alla gestione pubblica ma alla disonestà o incapacità di chi ha gestito ACS. Chiediamo al direttore di Orticalab come mai ABC l’azienda speciale napoletana che è completamente pubblica non ha debiti e produce utili? Forse perchè gli amministratori sono onesti e capaci? Cosa ne dice Orticalab? Vorremmo chiedere come mai siccome gli amministratori non sono stati all’altezza del compito i cittadini devono pagare facendosi rubare l’acqua che è di tutti da immorali multinazionali? Cornuti e mazziati. Come giustamente dice l’articolo, la società che vuole entrare in ACS è GESESA che contiene ACEA che è complice del genocidio in Palestina come con dovizia di particolari ci dice la nostra Francesca Albanese nel suo bellissimo libro “ Quando il mondo dorme”. Perchè dei complici di Netanyahu dovrebbero risolvere i problemi di incapacità degli amministratori irpini? Perchè tutti noi in Irpinia dovremmo diventare complici di un genocidio contro la nostra volontà? Cosa potrebbe fare di bene per noi GESESA che ha ben 51 milioni di euro in stato di passivo e gestisce solo 22 comuni e che ha erogato nella provincia di Benevento acqua contaminata con tetracoloroetilene, cosa che non è mai successa con ACS? Si vuole aggiungere al danno la beffa? Bene se le classi dirigenti non sono all’altezza bisogna cambiarle e non introdurre multinazionali in odore di genocidio perché ciò è immorale perché viola la volontà popolare aiutando la distruzione della democrazia che è in atto in quasi tutto il mondo in favore di prepotenti che vorrebbero fare profitto con un elemento indispensabile per la vita. Ormai da ciò che succede in Palestina abbiamo visto che la legge non ha più valore ma ha valore solo la legge del più forte. L’ andazzo è questo.
Il Referendum aveva posto l’acqua fuori dal mercato. Se potessero venderebbero anche l’aria! Dipende dai cittadini irpini cambiare questa classe di affaristi che lucrano su un elemento indispensabile alla vita. Troviamo l’ articolo di Orticalab populista e con lo scopo di fare presa sui cittadini arrabbiati per le vessazioni e privo di una soluzione seria. La soluzione ce l’hanno solo i cittadini che dovrebbero prendere coscienza e votare per persone diverse da quelle per cui hanno votato fino ad adesso perché abbiamo visto che queste persone sono incapaci. Non sappiamo se sono disonesti, ma di sicuro sono incapaci.
In tanti anni non hanno risolto il problema della manutenzione delle reti che versano sempre in condizioni disastrose. Si è parlato del costo dell’energia ma la spesa non viene distribuita equamente fra tutti quelli che fruiscono dell’acqua irpina. L’articolo di Orticalab si conclude dicendo che la gestione mista non è un male. Spiegateci bene, l’ingresso in ACS di GESESA che ha 51 milioni di debiti e che ha fornito acqua inquinata e ha notevoli problemi giudiziari non è un male? E come mai? E’ invece è un bene violare la volontà della maggioranza assoluta degli italiani che ha votato contro la privatizzazione perché ha capito la sacralità dell’acqua legata alla sacralità della vita? Quindi il nostro bene per Orticalab sarebbe annullare la nostra volontà per favorire le multinazionali che per trarre profitto dall’acqua farebbero lievitare il costo delle bollette perché al costo per fare arrivare l’acqua alle nostre case si aggiungerebbe anche il profitto del gestore che il Referendum ha giustamente cancellato ma che Orticalab vorrebbe fare rientrare dalla finestra? E questo articolo è stato scritto dopo l’assemblea agostana dell’Eic un ente non proprio in regola per la mancanza assoluta di donne. Un articolo per favorire questi signori. Orticalab cavalca il malcontento dei cittadini per convincerli a privatizzare, una soluzione che farebbe passare così ACS dalla padella alla brace.
Questa assemblea agostana mi ricorda la lettera agostana del 2011 ( quando le persone erano in vacanza) di Draghi e Trichet dalla BCE al Governo italiano che imponeva di stabilire una data per la privatizzazione cosa che il Referendum aveva cancellato. Nichi Vendola allora fece ricorso e lo vinse ristabilendo la legge e il rispetto del Referendum. Orticalab da che parte sta? Dalla parte della legge e della democrazia o dalla parte dei lestofanti che vogliono privatizzare non pensando neanche al futuro dei loro figli e nipoti a cui vogliono consegnare un mondo fatto di prepotenti?
Si scrive acqua, si legge democrazia.
Coordinamento Campano Acqua Pubblica
Attualità
Biofestival d’Irpinia – La terza edizione celebra il territorio

La Villa Comunale di Ariano Irpino si prepara ad accogliere, dall’11 al 14 settembre 2025, la terza edizione dell’Ariano Biofestival d’Irpinia, il grande evento dedicato all’agricoltura biologica, alla sostenibilità e alle eccellenze agroalimentari del territorio. Promosso dal Biodistretto d’Irpinia in collaborazione con il Comune di Ariano Irpino, il GAL Irpinia, la Regione Campania e con il patrocinio della Provincia di Avellino, della Camera di Commercio Irpinia-Sannio e della Comunità Montana dell’Ufita, il festival si conferma un appuntamento centrale per la promozione culturale e turistica dell’Irpinia.
Quattro giorni di mercatini, degustazioni, incontri e spettacoli, con un programma pensato per coinvolgere produttori, istituzioni, cittadini e visitatori in un’esperienza immersiva all’insegna del gusto, della sostenibilità e della valorizzazione del patrimonio rurale irpino.
Il Biodistretto d’Irpinia, promotore dell’iniziativa, è un’associazione che opera su scala provinciale per incentivare la transizione verso pratiche agricole sostenibili e biologiche, tutelare la biodiversità e generare un’economia circolare e solidale. La visione che guida le sue attività si fonda su un modello di sviluppo integrato e partecipativo, che coinvolge istituzioni, imprese agricole, cittadini e attori culturali, con l’obiettivo di valorizzare le risorse naturali e culturali dell’Irpinia e contrastare fenomeni come lo spopolamento e la perdita di saperi tradizionali.
Il festival si apre giovedì 11 settembre con un esclusivo Pre Party, in collaborazione con Exclusive Group, presso la Pineta della Villa Comunale, tra degustazioni raffinate, vini selezionati, drink premium e sonorità d’autore a cura di Ameriko DJ con lo special guest Ciccio Merola. Un prologo dal forte impatto emozionale, pensato per inaugurare il festival con eleganza e spirito conviviale.
Nei tre giorni successivi, il Viale dei Platani della Villa Comunale si trasformerà in un raffinato percorso del gusto grazie ai Mercatini Bio, dove i produttori locali presenteranno il meglio della produzione agricola e artigianale irpina. Un’occasione per incontrare chi coltiva, trasforma e conserva i saperi della terra, offrendo al pubblico un’esperienza sensoriale autentica e immersiva, tra ortaggi appena colti, conserve, olio extravergine Ravece biologico, salumi e formaggi del territorio.
Ogni giornata sarà arricchita da momenti d’eccellenza culinaria, da stand gastronomici e da un corner dedicato alla mescita dei vini naturali a cura di ENORME e Vineria La Posta. Venerdì 12 settembre, la cena ufficiale di apertura vedrà protagonisti tre interpreti di rilievo della ristorazione del Sud Italia: Peppe Zullo (Osteria Slow Food – Orsara di Puglia), Trattoria Valleverde Zi Pasqualina (Atripalda) e Agriturismo Regio Tratturo (Ariano Irpino). L’esperienza sarà accompagnata da una performance artistica del duo Aldolá Chivalá, in un connubio coinvolgente tra musica elettronica, poesia orale e cucina d’autore.
Sabato 13 settembre il programma prosegue con un pranzo firmato da Ristorante Biffy (Ariano Irpino), dallo chef Vincenzo Vazza (N’ataluna – Grottaminarda) e dalla chef Valentina Martone (Megaron – Paternopoli), accompagnato da una selezione enologica curata dal Biodistretto d’Irpinia e dalla Vineria La Posta. Nel pomeriggio, il BioTalk – a cura della giornalista Rosa Iandiorio – offrirà un’occasione di approfondimento sul presente e futuro dell’agricoltura biologica attraverso le testimonianze di produttori, chef, artigiani e attori del territorio. La giornata si concluderà con una cena sotto le stelle firmata da Osteria dei Briganti (Scampitella), La Corte dei Filangieri (Candida) e La Pignata 2.zero (Ariano Irpino), accompagnata da degustazioni itineranti, vini naturali e birre biologiche tedesche.
Domenica 14 settembre si chiuderà in grande stile con un pranzo d’eccezione curato da un quartetto di alto profilo: lo chef stellato Salvatore Ciccarelli (Maeba Restaurant – Ariano Irpino), lo chef Ezio Ventre (La Pignata – Bib Gourmand Michelin), e lo chef Diego Guglielminetti (Ristorante Il Mulino della Signora di Sturno), per un menù degustazione che celebra la cucina evolutiva e la materia prima di qualità. A seguire, l’energia del trio rockabilly Stragatti e di VinylGiampy accompagnerà l’Apericena Bio, tra specialità street food biologiche e convivialità all’aperto fino al tramonto.
Tutti i menu degustazione sono disponibili in prevendita sul sito ufficiale www.biodistrettodirpinia.it, con posti limitati per ciascun evento gastronomico.
Ogni giorno, inoltre, sarà possibile gustare le specialità proposte dagli stand enogastronomici presenti nei Mercatini Bio, acquistabili direttamente sul posto, per vivere liberamente il festival tra assaggi, profumi e incontri.
L’Ariano Biofestival d’Irpinia si conferma così un appuntamento capace di coniugare etica e piacere, promozione culturale e innovazione gastronomica, offrendo uno sguardo contemporaneo su un territorio che ha scelto di costruire il proprio futuro valorizzando il proprio passato. Una manifestazione che unisce bellezza paesaggistica, autenticità, relazioni umane e qualità della vita, in un format che si candida a diventare modello per le aree rurali italiane.
PROGRAMMA COMPLETO
ABFI25
Giovedì 11 settembre
Ore 20.30
Pre Party Biofestival
In una cornice suggestiva come la Pineta della Villa comunale il Pre Party della 3ª edizione dell’Ariano Biofestival d’Irpinia, in collaborazione con Exclusivegroup.
Un evento unico che anticipa il Bio Festival, con Drink premium & selezione di Vini, Proposte food ricercate
Una raffinata selezione musicale a cura di Ameriko DJ e con lo special guest Ciccio Merola Un’occasione esclusiva dedicata a chi ama vivere esperienze di qualità in un contesto elegante e suggestivo, un prologo d’eccezione che apre il sipario su un festival dedicato ai sapori, alla cultura e all’eccellenza gastronomica dell’Irpinia.
Dove? Pineta (adiacente campi da tennis), Villa Comunale Ariano Irpino (AV)
Venerdì 12 settembre
Ore 08.30/13.00 – 18.30 / 23.00
Mercatini Bio
Dalla mattina fino a sera tarda, il Viale dei Platani si trasforma in un elegante percorso del gusto, dove i produttori locali raccontano la loro storia attraverso i frutti della terra.
Il Mercatino Bio accoglierà i visitatori in un susseguirsi di profumi e colori: dagli ortaggi appena colti alle conserve artigianali, dall’olio extravergine Ravece Bio alle specialità che custodiscono la memoria gastronomica dell’Irpinia.
Ogni stand sarà un invito alla scoperta e alla degustazione, un’occasione per incontrare chi coltiva e trasforma con passione, portando in tavola qualità, sostenibilità e autenticità.
Un’esperienza da vivere con lentezza, tra assaggi e conversazioni, immersi nella frescura e nella bellezza di uno dei luoghi più suggestivi della città.
Dove? Villa Comunale – Viale dei Platani
Ore 20.00
Cena bio
Si apre ufficialmente il sipario sulla terza edizione dell’Ariano Biofestival d’Irpinia con una serata che unisce l’alta cucina alla sperimentazione artistica.
Ai fornelli, tre eccellenze della ristorazione italiana:
Peppe Zullo – Orsara di Puglia (FG) – Osteria Slow Food, maestro della cucina agricola e della valorizzazione delle materie prime di territorio.
Trattoria Valleverde Zi Pasqualina – Atripalda (AV) – Osteria Slow Food, custode di ricette autentiche della tradizione irpina reinterpretate con eleganza.
Agriturismo Regio Tratturo – Ariano Irpino (AV) – Ambasciatore della filiera corta e della genuinità contadina.
L’esperienza gastronomica sarà accompagnata da un viaggio sonoro unico: Aldolá Chivalá, un duo capace di fondere poesia orale e sonorità elettroniche in un “genere dance di parole” che cattura e scuote lo spettatore con la forza della voce e del ritmo.
Un incontro sensoriale dove gusto e musica si intrecciano, regalando emozioni.
Dove? Villa Comunale – Albero Dorato
sabato 13 settembre
Ore 08.30/13.00 – 18.30 / 23.00
Mercatini Bio
Dalla mattina fino a sera tarda, il Viale dei Platani si trasforma in un elegante percorso del gusto, dove i produttori locali raccontano la loro storia attraverso i frutti della terra.
Il Mercatino Bio accoglierà i visitatori in un susseguirsi di profumi e colori: dagli ortaggi appena colti alle conserve artigianali, dall’olio extravergine Ravece Bio alle specialità che custodiscono la memoria gastronomica dell’Irpinia.
Ogni stand sarà un invito alla scoperta e alla degustazione, un’occasione per incontrare chi coltiva e trasforma con passione, portando in tavola qualità, sostenibilità e autenticità.
Un’esperienza da vivere con lentezza, tra assaggi e conversazioni, immersi nella frescura e nella bellezza di uno dei luoghi più suggestivi della città.
Dove? Villa Comunale – Viale dei Platani
Ore 13.00
Pranzo Bio
Nella cornice del Biofestival, tre grandi interpreti della cucina irpina firmano un pranzo che celebra i sapori autentici della nostra terra:
Ristorante Biffy – Ariano Irpino (AV) – Tradizione e creatività al servizio del mare.
Chef Vincenzo Vazza – Ristorante N’ataluna, Grottaminarda (AV) – Ricerca e innovazione nei piatti che parlano di territorio.
Chef Valentina Martone – Ristorante Megaron, Paternopoli (AV) – Raffinatezza e identità gastronomica in chiave contemporanea.
Ogni portata sarà accompagnata da una selezione di vini del Biodistretto d’Irpinia e della Vineria La Posta di Grottaminarda (AV), in un abbinamento studiato per esaltare aromi e sfumature.
Menù disponibile in prevendita sul sito www.biodistrettodirpinia.it – Posti limitati a 200 ospiti.
Dove? Villa Comunale – Albero Dorato
Ore 18.00
BioTalk: Voci dal Territorio
La giornalista Rosa Iandiorio guiderà un incontro dal vivo con le eccellenze dell’Irpinia: produttori, chef, artigiani e protagonisti del mondo biologico.
Attraverso interviste e racconti, il BioTalk offrirà al pubblico un viaggio tra esperienze, visioni e sfide di chi ogni giorno custodisce e rinnova il patrimonio enogastronomico locale.
Uno sguardo proiettato al futuro dell’agricoltura e della cucina biologica, senza mai perdere il legame profondo con le radici, la terra e le tradizioni che rendono unica la nostra identità.
Ore 20.00
Cena Bio
La serata si apre con un’esperienza gastronomica che unisce la cucina d’autore alla convivialità all’aria aperta.
Ai fornelli:
Osteria dei Briganti – Scampitella (AV) – Tradizione e creatività in chiave rurale.
La Corte dei Filangieri – Candida (AV) – Eleganza e ricercatezza nei piatti di ispirazione territoriale.
La Pignata 2.zero – Ariano Irpino (AV) Una nuova firma per arricchire il parterre culinario della serata.
Gli ospiti potranno scegliere tra un tagliere di salumi e formaggi selezionati dal Biodistretto d’Irpinia, preparazioni street food biologiche, dolci e salate, da gustare passeggiando tra i viali della Villa Comunale.
Il tutto sarà accompagnato da una selezione di vini biologici e naturali, curata per esaltare le note dei piatti, e da un’eccellente birra tedesca prodotta con malto biologico, per un finale fresco e aromatico.
Dove? Villa Comunale – Albero Dorato
domenica 14 settembre
Ore 08.30/13.00 – 18.30 / 23.00
Mercatini Bio
Dalla mattina fino a sera tarda, il Viale dei Platani si trasforma in un elegante percorso del gusto, dove i produttori locali raccontano la loro storia attraverso i frutti della terra.
Il Mercatino Bio accoglierà i visitatori in un susseguirsi di profumi e colori: dagli ortaggi appena colti alle conserve artigianali, dall’olio extravergine Ravece Bio alle specialità che custodiscono la memoria gastronomica dell’Irpinia.
Ogni stand sarà un invito alla scoperta e alla degustazione, un’occasione per incontrare chi coltiva e trasforma con passione, portando in tavola qualità, sostenibilità e autenticità.
Un’esperienza da vivere con lentezza, tra assaggi e conversazioni, immersi nella frescura e nella bellezza di uno dei luoghi più suggestivi della città.
Dove? Villa Comunale – Viale dei Platani
Ore 13:00
Pranzo Bio
– Una giornata speciale, pensata come un viaggio gastronomico di alto profilo, affidato a un quartetto di grandi interpreti della cucina:
Chef Salvatore Ciccarelli – Maeba Restaurant, Ariano Irpino (AV) – 1 Stella Michelin, premiato come Chef Emergente 2025, maestro nella cucina evolutiva.
Chef Ezio Ventre – Ristorante La Pignata, Ariano Irpino (AV) – Bib Gourmand Michelin e Osteria Slow Food, custode della tradizione irpina in chiave contemporanea.
Ristorante Il Mulino della Signora – Luxury Country House, Sturno (AV) – Eleganza e raffinatezza in ogni creazione.
Insieme realizzeranno un menù degustazione di quattro portate pensato come un’esperienza sensoriale ed evolutiva, dove ogni piatto dialoga con il successivo in un crescendo di sapori.
Ad accompagnare la giornata, le sonorità rockabilly del trio Stragatti e l’energia inconfondibile di VinylGiampy, per un’atmosfera frizzante e conviviale.
Menù disponibile in prevendita sul sito www.biodistrettodirpinia.it – Posti limitati a 200 ospiti.
Dove? Villa Comunale – Albero Dorato
Ore 18:00
Apericena Bio
– L’appuntamento prosegue con l’Apericena Bio, un’occasione informale per degustare specialità street food biologiche, dolci e salate, da condividere tra amici fino a dopo il tramonto, immersi nella musica e nell’energia della Villa Comunale.
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