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Cultura Eventi e Spettacolo

Le Città Itineranti, sale l’attesa per il primo evento di Aquilonia.

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AQUILONIA – L’evento cardine dell’estate culturale ed artistica in Alta Irpinia sarà, certamente, il progetto Le Città Itineranti. La serie di manifestazioni, che animeranno i Comuni di Aquilonia, Bisaccia, Lacedonia e Monteverde, inizieranno il 2 agosto ad Aquilonia che è anche il Comune capofila dell’Ats che ha avuto il finanziamento del progetto.  L’evento “Il Segreto della Grande Quercia”, che si svolgerà nella zona della Badia di San Vito è strutturalmente legato alla storia di Aquilonia e del suo territorio e ne rappresenta, all’interno de “Le Città Itineranti percorsi ed identità”, uno dei cardini della complessiva manifestazione. Lo spettacolo, che vede la direzione artistica di Gianpiero Francese, sarà proposto in un singolare racconto attraverso una originale struttura e modalità narrativa.Nel rispetto filologico dei peculiari avvenimenti storici, il racconto verrà offerto in uno spazio immaginario in cui le leggende popolari e le metastorie creano una miscellanea di suggestioni ed emozioni di straordinario impatto emotivo.Lo spettacolo, come detto,  si terrà in uno spazio di particolare valenza storica e paesaggistica come la Badia di San Vito e  rappresenterà un congruo spaccato delle potenzialità attrattive del territorio di riferimento e potrà contribuire a consolidare il ruolo che la specifica realtà territoriale si è ritagliata sul piano interregionale dell’offerta culturale. Un intervento spettacolare di grande qualità, ricco di narrazione storica e di fascino immaginifico si proporrà nella Arena di San Vito: uno spettacolo pulsante in cui la terra, la sua grande quercia e l’aria, trovano una sintesi dentro il viaggio più avvincente che si possa fare, il viaggio nella fantasia lungo l’alveo della memoria e della storia dei luoghi. Intanto la macchina organizzativa, dal responsabile del procedimento al progettista, dagli amministratori all’ufficio comunicazione, è a lavoro per garantire che tutto vada per il meglio. Da qualche giorno sono aperte le prenotazioni al numero verde 800 200 249 o all’indirizzo di posta elettronica comunicazione@lecittaitineranti.it

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Attualità

Francesca Albanese all’AIFF: è un momento di lutto, occorre una coscienza collettiva contro le ingiustiziev

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Ospite speciale alla serata conclusiva della tredicesima edizione dell’Ariano International Film Festival, la Relatrice speciale Onu per i diritti umani nei territori palestinesi occupati, Francesca Albanese, che ha tenuto un breve ma intenso discorso

È stata Angela, una spigliata bimba che ha parlato con efficacia dei suoi coetanei di Gaza che muoiono sotto le bombe oppure di fame, a precedere, sul palco, Francesca Albanese, ospite nella serata di chiusura della tredicesima edizione dell’Ariano International Film Festival. “Una piccola grande impresa di bellezza e resistenza culturale, – ha detto del festival -, che mi auguro cresca e si radichi, diventando sempre più partecipata. Di spazi come questo, di respiro e riflessione, c’è immenso bisogno e non sempre riusciamo a valorizzarli come dovremmo. Lo dico come persona cresciuta a pochi metri da qui”. Ha poi voluto ringraziare gli irpini, gli arianesi e tutti gli italiani che le sono vicini, evidenziando come la causa che porta avanti, sebbene se ne sia fatta portavoce, debba essere presa in carico da ognuno di noi. In questo difficile momento, il sentimento che l’accompagna e deve necessariamente accompagnare tutti, è di lutto: serve una coscienza collettiva che si batta per la giustizia. Albanese ha sottolineato che la sua popolarità non deve confondere né obnubilare e far dimenticare: “il dolore che sta dietro e dentro questo momento storico e la mia vita, come parte di esso. Io non sono un’attrice, non recito alcun ruolo. La persona che vedete, è la stessa che ogni giorno, anima e corpo, combatte contro l’abominio che si sta compiendo in Palestina, a Gaza prima di tutto”. Ha evidenziato come per la sua lotta, abbia subito le sanzioni dell’America tutt’altro che indolori, illegali e da revocare immediatamente, nonché minacce e una campagna denigratoria nei suoi confronti. Rivolgendosi al mondo dello spettacolo, dell’arte e del cinema in particolare, ai produttori, ai registi, attori, sceneggiatori, critici, collaboratori, ha rimarcato la responsabilità immensa del loro ruolo: “Siete voi che decidete cosa raccontare e come raccontarlo, come divulgarlo, perché quello che scaturisce, è il successo della funzione pedagogica, che c’è in ogni forma d’arte. Pensate a due genocidi raccontati dal cinema, il genocidio dei nativi d’America e il genocidio degli Ebrei. Io faccio parte di quella generazione che ha imparato il genocidio dei nativi d’America attraverso i film di John Wayne, in cui i soldati americani erano i buoni e i cosiddetti pellerossa, erano i cattivi. Io non lo sapevo che quello era un genocidio e non era un’impresa da celebrare in quel modo. Ci sono voluti tanti anni, c’è voluto Soldato blu e Balla coi lupi, perché capissimo veramente cos’è stata l’impresa coloniale di quel Paese, che, nato da un genocidio, ha supportato tutte le guerre peggiori che si sono commesse negli ultimi cinquant’anni e che oggi sta supportando politicamente, militarmente, attivamente, con grande sdegno per l’umanità e il diritto internazionale, quello che si consuma a Gaza. Pensate al genocidio degli Ebrei e dei Rom e Sinti: anche loro sono stati genocidati dal nazifascismo, eppure non se ne parla. Lo stesso genocidio degli Ebrei l’abbiamo ridotto, anche attraverso il cinema, all’esperienza dei campi di concentramento e delle camere a gas, senza pensare fino a quest’anno, e a quel meraviglioso film, che è Zona di interesse, che il genocidio è cominciato molto prima, nell’indifferenza di tutti, che gli Ebrei non li vedevano più, non li sentivano, se non come un ululato lontano. E oggi a Gaza sta succedendo la stessa cosa: per troppo tempo la Palestina è stata ignorata, convenientemente abbandonata dal mondo del cinema. Perché era sconveniente? Perché non si può dire, altrimenti non ci fanno lavorare! Pensateci. Permettetemi una riflessione più ampia. In un Paese che investe l’1 per cento in cultura e il 5 per cento in armi, noi che non controlliamo armi, grassi capitali e algoritmi, siamo tutti destinati a diventare, prima o poi, vittime o schiavi. Oggi i Palestinesi sono le cavie su cui si stanno testando da anni strumenti di contenimento, controllo e sterminio. Possa essere questo, attraverso il sacrificio del popolo palestinese, il momento del nostro risveglio collettivo, il momento in cui comprendiamo fino in fondo l’ingiustizia, quella che parte dalle nostre scelte quotidiane, le sue radici e la necessità di una Resistenza collettiva, solidale, non violenta, contro tutte le ingiustizie. Lottare insieme oltre ogni divisione, alla fine ci renderà, di questo sono sicura, più liberi e più umani”.                                                                                                                                                                              I riconoscimenti assegnati                                                                                                                                                                 

Nell’ultima serata del Festival che ha ospitato attori, registi, giornalisti e produttori che hanno partecipato agli eventi svoltisi durante la settimana, sono stati premiati: miglior lungometraggio, Norma Dorma di Lorenz Suter; miglior cortometraggio, Rochelle di Tom Furniss; miglior documentario, Roman Kostomarov: born twice, di Mikail Shchedrinsky. Miglior film d’animazione, John Vardar vs the Galaxy, di Goce Cvetanovski; menzione speciale per The Threshold, di Walter Rastelli. Per i Corti scuola, Narciso, di Ciro D’Emilio. Premio Giuria studenti, a Briciole di pane, di Carmina Rinaldi. La sezione AIFF Green ha premiato come miglior documentario sull’influenza delle lobby e le devastanti conseguenze degli allevamenti intensivi, Food for profit, di Pablo D’Ambrosi. La Sezione Made in Campania, ha premiato La fuga dei folli, di Emiliano Fallarino, racconto agrodolce che fa luce sulla fragilità della mente umana. La stampa e la Giuria popolare, hanno premiato il film: L’ultima sfida, di Antonio Silvestre, opera che “celebra lo spirito sportivo, la lealtà e la resilienza, di fronte alle avversità”. La Giuria popolare ha altresì premiato, The Gospel, According to Ciretta; menzione speciale per La luna sott’acqua, di Alessandro Negrini. Menzione speciale anche a Be dis, di Michele Enrico Montesano, per essere riuscito a fondere “letteratura (Verga), storia e magia visiva”.                                                                                                                                                                                         

 La serata è stata condotta da Manuela Tittocchia e Franco Oppini.                                            

Per ulteriori informazioni: www.arianofilmfestival.it

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Note & Sapori | Il gusto della piazza

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Il gusto della piazza, il suono della nostra gente

C’è un modo semplice e sincero per ritrovarsi: basta immaginare una piazza che si accende, il profumo delle cose buone, la musica che riempie l’aria e la voglia di stare insieme.
E proprio con questo spirito che la Pro Loco “I Normanni” con il patrocinio del
Comune di Ariano Irpino ha pensato a la serata “Note & Sapori” del 6 agosto in Piazza Plebiscito ad Ariano Irpino.
Una serata speciale che illuminerà il centro cittadino con la forza della musica dal vivo, il piacere del buon cibo e il desiderio di condividere momenti autentici.

Sul palco si alterneranno:
Amarcord, Pentagono, Folco Sbaglio, Suonamò e …So Groove.
Arricchiranno la serata anche i membri dei gruppi storici di Ariano Irpino:
Ordine Giusto, Quadrifoglio, Orchestra Giardino, Nicodemo, I Prisma, insieme a tanti altri amici musicisti, per un incontro musicale che sa di casa e memoria condivisa. Ospiti speciali della serata:
Michele e Lorenzo Zecchino, Annamaria Lo Conte, Umberto Aucone, Yuri D’Agostino per i …Soo Grove.
La direzione artistica è affidata a Tony D’Agostino.

Gli stand gastronomici offriranno una ricca varietà di sapori: panini gourmet, crêpes dolci e salate, birra artigianale, vino, fritti e tante altre delizie.
Saranno allestiti anche spazi accoglienti dove potersi sedere, rilassare e vivere ogni istante in buona compagnia.
Sarà inoltre l’occasione per ricordare con affetto e riconoscenza i musicisti arianesi scomparsi, in particolare il maestro “Mario Giardino”, figura amatissima della nostra comunità.

“Note & Sapori” è più di un evento: è un momento autentico, fatto di sapori genuini, musica vera e persone unite dalla voglia di condividere.

Ti aspettiamo per vivere insieme una serata da ricordare!

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Anche un film può aiutare a riconoscere un narcisista per liberarsene                                                                                                                                                                   

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Entusiasta delle sue radici arianesi, il regista e attore britannico Raffaello Degruttola, ha ringraziato i suoi parenti e la sua Ariano per l’accoglienza riservata al cast di rilievo che lo ha accompagnato, e al suo film. Un film – ha rivelato -, volto a stimolare riflessioni.

A chi non è capitato di imbattersi in un narcisista, foss’anche per poco tempo, magari senza riconoscerlo immediatamente o peggio, invece, lasciandosi coinvolgere in una relazione per poi pentirsene e fare enormi sforzi per liberarsene? Il narcisista è una figura subdola, molto più diffusa di quanto si pensi. Si presenta spesso sotto “mentite spoglie”: inizialmente piacevole, accattivante, persino accondiscendente con il partner, di cui si impegna a scoprire i punti deboli, per farne poi i suoi punti di forza e ribaltarglieli contro. Impegnato a superare le proprie insicurezze, in primis quella di sentirsi accettato, paradossalmente, il narcisista si presenta come una persona sicura di sé e rassicurante. È un abile manipolatore che vive la relazione in maniera disfunzionale, centrato su se stesso, piuttosto che sull’altro. Non riesce ad amare e rapportarsi all’altro in modo sano, poiché il suo bisogno di essere ammirato e amato, prevale sull’empatia e sulla capacità di connettersi realmente con l’altro. All’inizio di una relazione può persino idealizzare il partner, vedendolo come perfetto e desiderabile, ma in seguito, una volta acquisita sicurezza, comincerà a criticarlo e sminuirlo per evidenziare la propria superiorità. In questo atteggiamento rientrerà anche il controllo dell’altro con ogni mezzo, per garantirsi di essere l’unico al centro della sua attenzione. Amare un narcisista (To love a narcissist), presentato in anteprima nazionale all’Ariano International Film Festival, è un film che ruota proprio sulla tematica del narcisismo. La storia è quella di un uomo e una donna, Roberto e Charlotte, entrambi divorziati da poco e con figli, che pur tra insicurezze e riluttanze reciproche, iniziano una relazione sentimentale. Emergeranno presto difficoltà, causate soprattutto dal carattere dell’uomo, che pretende di controllare ogni cosa di lei, comprese le insignificanti avventure sessuali passate, che non riesce ad accettare perché lo rendono insicuro. Non sa se si possa fidare di lei e più di tutto, della sua fedeltà. Vuol sentirsi al centro della sua vita e mal tollera che lei abbia un passato, sebbene risalente a prima del loro incontro, né tantomeno che abbia possibili corteggiatori: è ossessionato di non essere l’unico interesse di Charlotte, che a sua volta mal sopporta gli atteggiamenti oppressivi e la misoginia del compagno. Essere innamorati non sarà il passpartout per superare le difficoltà, che li condurranno persino a consultare una psicanalista: invano. Perché la protagonista, a ben vedere affetta a sua volta da un po’ di narcisismo, ritrovi la serenità, riprendendo in mano le redini della sua vita, non resta che un unico, inevitabile epilogo.                                                                                                                                                                     

Così Raffaello Degruttola, attore protagonista e regista, al suo terzo film, da Londra ad Ariano Irpino, per onorare le sue origini (i suoi genitori emigrarono nel Regno Unito negli anni Settanta): “Ho realizzato questo film per stimolare una riflessione. Quando una coppia non funziona, ma rimane ugualmente insieme, forse qualcosa non va in entrambi. Che cosa fa rimanere insieme due persone che non dovrebbero? Questo film ha uno scopo catartico, per capire e per capirmi, poiché anche a me è accaduto di stare in un rapporto problematico e mi sono chiesto se anch’io non fossi narcisista”. Linsdaey Marshal, protagonista femminile, ha rivelato come molti, vedendo il film, si accorgano, scoprendolo anche con un certo stupore, di essere stati con un narcisista. “È indubbio, che in ognuno di noi ci sia un po’ di narcisismo – ha aggiunto – che se espresso in forma moderata, può essere considerato positivo per l’autostima, ma se diviene l’elemento predominante, allora sfocia nel patologico, è una vera e propria malattia da curare”. Presenti l’altro attore, coprotagonista (nel film è l’ex marito di Charlotte), Stephen Campbell Moore (interprete in Downton Abbey e di molti film, tra cui Freud – l’ultima analisi) e Sadie Frost, attrice (Dracula di Francis Ford Coppola), in questo caso, coinvolta come produttrice, moderati dall’abile “maestro di cerimonie”, Antonio Perna.             Il film è stato girato a Londra, in parte anche presso le case dei protagonisti e in Italia, sul Lago di Garda e a Verona. Il cast nell’esprimere parole di apprezzamento per Ariano, ha rivelato di aver particolarmente gradito, oltre alla cucina, l’ottimo vino assaggiato.

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