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L’autonomia differenziata balcanizzerà il paese

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Il grande Nord, capeggiato da Zaia (presidente del Veneto) e Calderoli (ministro per le autonomie) ha messo in moto la macchina che balcanizzerà il paese.

Non è allarmismo, ma la consapevolezza che il disegno di legge sull’autonomia differenziata firmato da Mattarella cristallizzerà il divario socio-economico esistente tra le due aree del paese.

Diritti disuguali erogati a geometria variabile che hanno reso carta straccia la Costituzione, alla quale si appella Mattarella con frasi retoriche, stridenti con la realtà che abbandona il meridione al suo amaro destino.

Basta analizzare i dati snocciolati dall’ISTAT e dallo Svimez. Con il paese disegnato a due velocità, il Nord ha il reddito doppio e la disoccupazione che è la metà di quello del Sud. Nel meridione, in particolare in Campania, si muore, in media, 3-4 anni prima del resto d’Italia (dati ISTAT). L’evasione scolastica è superiore al 20% e sono in aumento i NEET (Not in education, employment or training), ragazzi che non studiano e non frequentano i corsi di formazione professionale. I NEET sono il doppio nel meridione rispetto al Centro-Nord (35,1% – 18,3%). Per le giovani donne meridionali si arriva al 40%, (rapporto Svimez 2022).

“Negli ultimi vent’anni circa 1,2 milioni di giovani ha lasciato il Mezzogiorno, 1 su 4 è laureato. Nel solo 2020, 67mila giovani sono andati via e la quota di laureati è salita al 40%. Nel periodo 2002-2020, la perdita netta di giovani è stata di 770 mila unità, quella di laureati di circa 250 mila unità. Per il solo 2020, il saldo netto complessivo è di circa 45 mila ragazzi. Di cui 20 mila laureati” (dal rapporto Svimez 2022).

L’emigrazione spopola le nostre terre, in particolare quelle interne, per curarci ingrassiamo la sanità lombarda, veneta ed emiliana che vantano, per cure prestate ai meridionali, crediti che superano il miliardo di euro con un saldo negativo della Campania di circa 400 milioni di euro. Dati desumibili dalle slide del rapporto Svimez 2022, consultabili al seguente link: SECESSIONE DAL NORD\SVIMEZ\2022\2022_11_28_rapporto_2022_slides_ter.pdf

Secondo Adriano Giannola, presidente dello Svimez, il Sud dovrebbe ricevere risorse aggiuntive dallo Stato Centrale non inferiori a 100 miliardi di euro, mancano le infrastrutture necessarie a rimettere in moto il secondo motore economico dell’Italia.

Diversamente il paese resterà separato e disuguale e renderà tutti, incluso il Nord, più deboli e meno competitivi.

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La scorta di Ranucci siamo noi

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L’attentato a Sigrifido Ranucci è una violenza fatta a tutti noi; con modalità mafiosa volevanointimidire il giornalista per impedirgli di portare alla luce le nefandezze delle mele marce. L’azioneviene da lontano, dalle inchieste sui ministri del governo Meloni, dagli esposti inviati alle procure di mezza Italia, dalla mancata partecipazione alla presentazione dei palinsesti televisivi a Napoli, dalla riduzione delle puntate di Report. Azionesistematica indirizzata a minare la credibilità delle inchieste condotte da Sigrifido Ranucci, affiancate dall’isolamento e dalla delegittimazione sono il segnale che la malavita organizzata ha colto perzittirlo, senza riuscirci. La gente comune si erge a difesa della libertà di parola e di pensiero, principio scolpito nella Costituzione. Vogliono che sianoportati alla luce i retroscena del palcoscenico dove il nepotismo e gli interessi personali sono il programma dei mestieranti della politica. Sei la nostra voce, la nostra arma per far pulizia in politicae nella pubblica amministrazione, non l’hanno zittito, oggi è ancora più forte.

La Redazione di meridionemeridiani.info

esprime la solidarietà e la vicinanza alla Redazione di Report ed al giornalista Sigrifido Ranucci per il vile attentato subito.

Siamo con te, sei ognuno di noi.

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Direttivo provinciale di Forza Italia allargato a sindaci ed amministratori

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Sì è tenuta ieri sera all’Hotel Belsito di Avellino la riunione del direttivo provinciale di Forza Italia, allargata a sindaci ed amministratori.  

Un confronto lungo e articolato dal quale è innanzitutto emerso unanime e convinto sostegno alla candidatura del vice ministro degli Esteri, Edmondo Cirielli, alla presidenza della Regione Campania per la coalizione di centrodestra.

In primo luogo nelle parole del Segretario provinciale, Angelo Antonio D’Agostino, il convincimento che Forza Italia, in Irpinia come nel resto della regione, sarà il traino della coalizione risultando determinante per una vittoria che va costruita al centro, recuperando voto moderato.

La missione di Forza Italia, casa del popolarismo, è questa. Una missione alla portata, alla luce del grande lavoro di radicamento fatto in questi anni e degli enormi spazi che la candidatura di Roberto Fico per il centrosinistra, lascia sguarniti proprio nell’elettorato centrista. Forza Italia può e deve colmare quello spazio.

Venendo alla costruzione della lista, nel corso della discussione sono emerse molte disponibilità dai territori.  Profili diversi che nei giorni a venire saranno valutate nella massima condivisione, perché l’obiettivo di tutti deve essere quello di mettere in campo la migliore compagine possibile, connubio tra competenze e radicamento.

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Cisal, Picone: più attenzione a sicurezza dei lavoratori, anche in Irpinia troppi incidenti

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“Occorrono interventi concreti per garantire la sicurezza; le buone intenzioni o gli slogan non servono. Gli infortuni sul lavoro sono e restano una intollerabile emergenza, in Irpinia e Campania, come nel resto del Paese”. Ad affermarlo è Massimo Picone, coordinatore provinciale della Cisal di Avellino e commissario della categoria Metalmeccanici.

“I dati ufficiali – prosegue il dirigente sindacale – ci dicono che il fenomeno è in crescita al Sud, che registra il più alto tasso di incidenti mortali sui luoghi di lavoro. Ma in generale aumentano infortuni e decessi in itinere, nel percorso casa-luogo di lavoro. Una tendenza che si avvertiva già negli ultimi anni. Nei primi otto mesi del 2025 l’incremento è stato dell’8,8 %, 186 vittime, soprattutto del comparto industriale e dei servizi, 15 in più rispetto al 2024 e più o meno un quarto dei decessi complessivi.

Su questo versante ad incidere sono l’espansione dei bacini di pendolarità, l’aumento delle distanze tra abitazione e luogo di lavoro, la debolezza del trasporto pubblico e il conseguente uso del mezzo privato, tutti elementi che accrescono l’esposizione al rischio.  

In aumento anche le malattie professionali, quasi del 10%, rispetto all’anno precedente.

La sicurezza viene considerata purtroppo ancora soltanto un optional, all’interno di un quadro complessivo deprimente: precarietà, i salari più bassi d’Europa, l’uso sistematico di esternalizzazione del lavoro, crisi profonda di alcuni comparti come l’automotive, che in Irpinia costituisce una filiera produttiva importante per l’economia e per l’occupazione, ma su cui pendono molti problemi che ne compromettono la prospettiva”.

“E’ necessario pertanto – conclude Picone – che si investano più risorse sui controlli, aumentando il numero di ispettori che operano sul territorio, ma vanno modificati anche i processi produttivi. C’è bisogno inoltre che le politiche di sicurezza aziendale si integrino con misure di prevenzione estese agli spostamenti dei lavoratori, promuovendo iniziative coordinate in materia di mobilità sostenibile, riorganizzazione dei tempi di lavoro e rafforzamento delle infrastrutture di trasporto”.

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