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La Russo-Anzani una strada nata male e cresciuta peggio

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La bretella, inaugurata nel 2006, è nata con un albero al centro della carreggiata, che l’allora amministrazione comunale non aveva il coraggio di rimuovere a causa dell’opposizione di qualche cittadino. Fin dal suo concepimento, ci sono stati contenziosi con le imprese che si erano aggiudicate i lavori, il progetto era carente, ma, nonostante ciò, i lavori sono andati avanti fino a realizzare una strada non a norma. Si è costruita con barriere architettoniche che impediscono che possa essere dichiarata agibile: i marciapiedi sono stretti, non ci passa una carrozzella per disabili e forse nemmeno una per bambini, mancano gli scivoli. Da tempo, in alcuni tratti, il marciapiede è inclinato verso la carreggiata ed il cordolo è più basso del marciapiede stesso, alcune lastre della pavimentazione si muovono fragorosamente al passaggio delle auto e persino dei pedoni, a rischio di infortuni. Il 4 aprile scorso (2022) si è verificato il fattaccio della betoniera sprofondata in una voragine apertasi al suo passaggio. Da quel dì la strada è chiusa e il Comune gioca a scaricabarile con l’impresa costruttrice che, a quanto si è letto, sarebbe in amministrazione controllata. L’interruzione imprevista di una strada è un caso di scuola nei lavori pubblici: è uno dei pochi casi in cui si possono assegnare i lavori con un “appalto di somma urgenza”, ovvero senza una gara pubblica, utilizzando la trattativa privata. La giunta Franza non è riuscita a fare neanche questo: la strada è ormai chiusa da troppi mesi. Il Comune si giustifica affermando che la responsabilità sarebbe dell’impresa esecutrice dei lavori. Non si sa se sia realmente così, ma in ogni modo la giunta avrebbe potuto e può ancora fare un “appalto di somma urgenza in danno dell’impresa costruttrice”: sarà la magistratura a decidere se il Comune dovrà essere rimborsato o meno. Nel frattempo sono state eliminate le transenne provvisorie che indicavano l’interruzione della strada, sostituite da cartelli fissi indicanti “strada interrotta” e “divieto di circolazione ai camion”, senza che ne sia specificato il peso massimo consentito. I camion continuano a transitare nella bretella, anche perché i divieti ad Ariano sono come le grida di manzoniana memoria, visto che nessuno controlla. La strada è nata senza nome e gli Arianesi l’hanno chiamata Russo – Anzani poiché collega la prima alla seconda. Alcuni anni fa, finalmente le è stato conferito il nome di Girolamo Angeriano, ma stranamente alla strada sono state affisse due targhe col nome, una all’incrocio con Via Russo e l’altra poco prima della piazzetta, intitolata in tempi recenti a Ettore Scola. Dopo la piazzetta, la strada è rimasta senza nome: ci si chiede se la Commissione toponomastica si sia attivata per risolvere queste carenze. Al di là del nome, sono ormai sei mesi che gli Arianesi non riescono a utilizzare la Russo Anzani per l’inefficienza dell’attuale giunta: nella voragine riempita di terra, nel frattempo sta prosperando una folta vegetazione.

Aleandro Longhi, coordinatore Comitato SAT (Salute, Ambiente, Territorio)

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Direttivo provinciale di Forza Italia allargato a sindaci ed amministratori

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Sì è tenuta ieri sera all’Hotel Belsito di Avellino la riunione del direttivo provinciale di Forza Italia, allargata a sindaci ed amministratori.  

Un confronto lungo e articolato dal quale è innanzitutto emerso unanime e convinto sostegno alla candidatura del vice ministro degli Esteri, Edmondo Cirielli, alla presidenza della Regione Campania per la coalizione di centrodestra.

In primo luogo nelle parole del Segretario provinciale, Angelo Antonio D’Agostino, il convincimento che Forza Italia, in Irpinia come nel resto della regione, sarà il traino della coalizione risultando determinante per una vittoria che va costruita al centro, recuperando voto moderato.

La missione di Forza Italia, casa del popolarismo, è questa. Una missione alla portata, alla luce del grande lavoro di radicamento fatto in questi anni e degli enormi spazi che la candidatura di Roberto Fico per il centrosinistra, lascia sguarniti proprio nell’elettorato centrista. Forza Italia può e deve colmare quello spazio.

Venendo alla costruzione della lista, nel corso della discussione sono emerse molte disponibilità dai territori.  Profili diversi che nei giorni a venire saranno valutate nella massima condivisione, perché l’obiettivo di tutti deve essere quello di mettere in campo la migliore compagine possibile, connubio tra competenze e radicamento.

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Cisal, Picone: più attenzione a sicurezza dei lavoratori, anche in Irpinia troppi incidenti

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“Occorrono interventi concreti per garantire la sicurezza; le buone intenzioni o gli slogan non servono. Gli infortuni sul lavoro sono e restano una intollerabile emergenza, in Irpinia e Campania, come nel resto del Paese”. Ad affermarlo è Massimo Picone, coordinatore provinciale della Cisal di Avellino e commissario della categoria Metalmeccanici.

“I dati ufficiali – prosegue il dirigente sindacale – ci dicono che il fenomeno è in crescita al Sud, che registra il più alto tasso di incidenti mortali sui luoghi di lavoro. Ma in generale aumentano infortuni e decessi in itinere, nel percorso casa-luogo di lavoro. Una tendenza che si avvertiva già negli ultimi anni. Nei primi otto mesi del 2025 l’incremento è stato dell’8,8 %, 186 vittime, soprattutto del comparto industriale e dei servizi, 15 in più rispetto al 2024 e più o meno un quarto dei decessi complessivi.

Su questo versante ad incidere sono l’espansione dei bacini di pendolarità, l’aumento delle distanze tra abitazione e luogo di lavoro, la debolezza del trasporto pubblico e il conseguente uso del mezzo privato, tutti elementi che accrescono l’esposizione al rischio.  

In aumento anche le malattie professionali, quasi del 10%, rispetto all’anno precedente.

La sicurezza viene considerata purtroppo ancora soltanto un optional, all’interno di un quadro complessivo deprimente: precarietà, i salari più bassi d’Europa, l’uso sistematico di esternalizzazione del lavoro, crisi profonda di alcuni comparti come l’automotive, che in Irpinia costituisce una filiera produttiva importante per l’economia e per l’occupazione, ma su cui pendono molti problemi che ne compromettono la prospettiva”.

“E’ necessario pertanto – conclude Picone – che si investano più risorse sui controlli, aumentando il numero di ispettori che operano sul territorio, ma vanno modificati anche i processi produttivi. C’è bisogno inoltre che le politiche di sicurezza aziendale si integrino con misure di prevenzione estese agli spostamenti dei lavoratori, promuovendo iniziative coordinate in materia di mobilità sostenibile, riorganizzazione dei tempi di lavoro e rafforzamento delle infrastrutture di trasporto”.

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La disumanità dei governi imbelli

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È caduto il velo delle menzogne, la Flotilla mette a nudo la disumanità dei governi imbelli, interessati a mantenere attivo e florido il mercato delle armi, riconvertendo quello delle automotive, in grave crisi in Europa. La Meloni aveva criticato l’azione della Global Sumud Flotilla reputandola inopportuna e affermava: “è una fase nella quale tutti quanti dovrebbero capire che esercitare una responsabilità, attendere mentre c’è un negoziato di pace, è forse la cosa più utile che si può fare per alleviare le sofferenze dei palestinesi” e riferendosi alla Flotilla, proseguiva e rincarava la mano: “ma forse le sofferenze del popolo palestinese non erano la priorità” (Ansa e L’Espresso1 ottobre 2025).

Eppure, nei confronti di Israele, la Meloni non esprime alcuno sdegno diversamente manifestato per la Flotilla. Dimentica che era un’azione umanitaria, svolta da persone di diversa nazionalità, disarmate, indirizzata a creare un corridoio sicuro al fine di alleviare le sofferenze del popolo Palestinesedovute alla mancanza di cibo e di medicinali,provocate dalla disumanità del governo genocidario di Israele. Nulla potrà rimanere come prima, la Flotilla ha avuto il merito di aver attirato l’attenzione mediatica su ciò che accade a Gaza e sulla pulizia etnica operata da Israele. Atto esecrabile e frutto avvelenato che affonda le sue radici nel lontano 1948, costellato di odio e morte che avvelena l’esistenza degli israeliani e dei palestinesi, senza soluzione di continuità e senza una via d’uscita. Sin ad oggi, l’UE, gli USA, la Comunità Internazionale non sono riusciti a proporre una pacifica ed unitaria soluzione al tema dei due Stati e dei due popoli. Le immagini di Gaza distrutta, delle donne che piangono i bambini morti per fame o colpiti dalle bombe, hanno ferito la carne viva di milioni di persone chespontaneamente sono scese in piazza gridando lo slogan: “blocchiamo tutto”. Spero che, tutto ciò indurrà i singoli governi e la Comunità Internazionale a rimettere al centro dell’agenda politica il bene comune, oscurato dai ciechi nazionalismi e dalla ricerca del benessere personaleedonistico. I popoli hanno indicato la strada: si dia voce e speranza al senso di umanità, si dia voce e dignità ai popoli del Sud del mondo.

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