Attualità
Il paese è diviso: dimentica il lascito politico di Aldo Moro

Con la morte di Aldo Moro fu archiviato il compromesso storico, tra la Dc ed il PCI, e si infranse il sogno di uno Stato finalmente unito che affrontava la congiuntura economica con le forze sane, democratiche ed antifasciste. L’Italia, nel quadro politico internazionale, non sarebbe stata ingessata in blocchi contrapposti, residuato bellico della guerra fredda, ma un paese con una classe politica lungimirante che aveva a cuore i bisogni di tutti gli italiani. Oggi è ben altra storia, con la riforma del titolo V della Costituzione approvata nel 2001, si è dato un colpo ferale all’unità ed alla coesione territoriale. Il regionalismo differenziato, approvato dal governo Meloni senza i dovuti correttivi individuabili nei LEP (Livelli Essenziali delle Prestazioni), lascia il Meridione nelle sabbie mobili. Ancor oggi, si applica il parametro della spesa storica quale criterio di ripartizione della finanza pubblica allargata, premiando il Nord che ha efficienti servizi pubblici ed affossando ulteriormente il Sud, reputato il territorio più povero dell’UE. Ben altra sorte sarebbe dovuta toccare al Meridione se vi fosse stata la volontà politica di ritenerlo parte integrante del territorio italiano. Il Prof. Adriano Giannola, presidente dello Svimenz, infatti, reputa indispensabile un massiccio intervento finanziario che dovrebbe ammontare ad almeno 100 miliardi, necessari per iniziare ad ammodernare le infrastrutture del Sud. Né il PNRR consentirà al Sud di ridurre il divario infrastrutturale con il Nord, in quanto il personale degli enti locali meridionali è ridotto al lumicino e rende complicata l’acquisizione dei fondi nel rispetto dei termini imposti dall’UE. Inoltre al Sud si potranno realizzare numerosi progetti ma di piccola entità finanziaria rispetto a quelli del Nord che sono di minor numero, ma finanziariamente più significativi. Senza dimenticare che i debiti con l’UE contratti con il prestito ottenuto con il PNRR, sono solo in parte a fondo perduto, e graveranno sui meridionali in ugual misura rispetto ai cittadini del Nord. Si dica, se il Meridione è parte integrante del territorio italiano, diversamente si dovrà valutare la strada della separazione, oramai ben tracciata ed asfaltata dal governo Meloni.
Attualità
Ordinanza per divieto di vendita e asporto di bevande in vetro o lattine

In occasione della Festa di Sant’Antonio in Piazza Mazzini, con gli eventi “Nostalgia ‘90” (14 giugno) e Franco Ricciardi – “Medina Pop” (15 giugno), è stato disposto, con Ordinanza Sindacale n. 17 del 14 giugno 2025, un divieto temporaneo di vendita per asporto di bevande in contenitori di vetro o lattine, per motivi di sicurezza pubblica.
Validità del divieto:
14 giugno 2025, dalle ore 20:00 alle ore 06:00 del giorno successivo
15 giugno 2025, dalle ore 20:00 alle ore 06:00 del giorno successivo
Il provvedimento è volto a garantire l’incolumità delle persone e il regolare svolgimento degli eventi
Attualità
Sospensione Idrica – Ecco le zone interessate

L’Alto Calore Servizi S.p.A. comunica che, al fine di consentire un corretto approvvigionamento idrico, a causa della diminuzione della disponibilità di risorsa idrica dal gruppo sorgentizio di Castel Baronia, si rende necessario effettuare la sospensione della fornitura idrica dalle ore 22.00 di oggi giovedì 13 giugno 2025 alle ore 06.00 del giorno successivo (14 giugno) nelle seguente contrade del Comune di Ariano Irpino : Tesoro, Trave, Paragano, Piano Taverna e Santa Regina
Attualità
Confesercenti, Marinelli: obbligo polizze anti calamità per tutte le imprese

“Si prospetta una nuova incombenza per le imprese irpine, che come nel resto del Paese, sono chiamate ad ottemperare l’obbligo di sottoscrizione di una polizza assicurativa contro le calamità naturali”. Così Giuseppe Marinelli, presidente provinciale de Confesercenti Avellino.
“Dopo un articolato iter – prosegue il dirigente dell’associazione di categoria – è stata approvato ed è entrato in vigore dall’inizio di giugno il provvedimento che dispone per tutte le imprese la stipula di contratti assicurativi a copertura dei danni derivanti da calamità naturali ed eventi catastrofali”.
Per le aziende di grandi dimensioni, per effetto di un precedente decreto legge, l’obbligo è già in vigore dal primo aprile.
Sono state invece previste scadenze differenziate per le altre categorie di impresa, in base alla loro dimensione, secondo i criteri di classificazione delle direttive dell’Unione europea: le medie avranno tempo fino al primo ottobre 2025, quelle piccole e micro fino al 31 dicembre.
I beni da assicurare sono quelli rilevanti ai fini dell’attività d’impresa: terreni, immobili (fabbricati e relative parti impiantistiche e strutturali), macchinari e impianti produttivi, attrezzature industriali e commerciali. L’obbligo riguarda anche le attività che operano in strutture e locali non di proprietà.
Non sono assicurabili gli immobili irregolari non sanabili, che ovviamente non possono accedere acontributi pubblici Sono escluse dall’obbligo le imprese agricole, che continuano a essere soggette a regole specifiche già previste dalla normativa di settore.
L’obiettivo della norma è garantire la continuità operativa anche in contesti di grave emergenza ambientale, attraverso un sistema di gestione del rischio condiviso tra imprese, assicuratori e Stato. Il mancato rispetto dell’obbligo di stipulare una polizza assicurativa contro i danni da eventi catastrofali comporta, come conseguenza principale, l’esclusione dall’accesso a contributi, sovvenzioni e agevolazioni di carattere finanziario erogati con risorse pubbliche, in caso di emergenza.
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