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Politica

Il Consiglio cerca il sostituto di Grasso, tra i papabili anche Zecchino.

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Non trova pace la maggioranza guidata da Antonio Mainiero, infatti subito dopo l’approvazione del bilancio, scoglio di molte amministrazioni comunali, il sindaco si è trovato a gestire la patata bollente delle dimissioni dell’avvocato Gaetano Grasso da Presidente del Consiglio dell’assise comunale. Questo fatto nuovo subentrato all’interno della maggioranza, potrebbe creare delle alterazioni nei già fragili equilibri fra i vari gruppi, infatti per coprire la poltrona lasciata vacante dal consigliere dell’Orologio, ogni gruppo si è fatto avanti proponendo un suo componente, ma le richieste che giungono al sindaco mirano anche ad una ricomposizione della giunta, per avere più visibilità in questo ultimo scorcio dell’amministrazione Mainiero. Per metter fine a queste incertezze, bisogna partire da una serie di atti obbligatori che consentano poi di arrivare alla elezione del Presidente,ed è per questo che il vice-presidente GiovanniLa Vita, nella riunione dei capigruppo ha convocato la prossima assise tra il 29 giugno ed il 1 luglio, definendo anche l’ordine del giorno con i seguenti punti : accettazione dimissioni di Gaetano Grasso, surroga e convalida di Giovanni Cicchella ed elezione del nuovo Presidente del Consiglio. Poi a seguire si discuterà della questione dell’ampliamento del cimitero comunale e complesso Giorgione. Per l’elezione del Presidente del Consiglio, è necessaria una maggioranza qualificata nelle prime tre votazioni, maggioranza assoluta nelle successive votazioni. A questo punto solo un’intesa tra maggioranza ed opposizione potrebbe portare alla elezione immediata, altrimenti si rischia di dover procedere alla nomina dopo numerose sedute, come accaduto per l’elezione di Grasso. I nomi che circolano in questi giorni sono diversi, da Pasqualino Santoro, che ha detto che in caso di sua elezione devolverà l’indennità alla Caritas, Alessandro Scaperrotta e Vincenzo Cirillo. Nella lista dei probabili risultano anche Giuliani, Pannese e Carmine Melito che di recente ha riallacciato i rapporti con la coalizione. Questa rosa di nomi però rischia di generare un nulla di fatto, ecco perché c’è chi insiste per la candidatura di Ettore Zecchino, nome sul quale potrebbero convergere tutte le forze e sinonimo di garanzia per la gestione del ruolo, ed anche perché il nome di Zecchino metterebbe fine alle richieste di modifica in giunta. A questo punto non resta che attendere le mosse della maggioranza con la speranza che si arrivi al più presto alla definizione delle questioni in sospeso.

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Attualità

Ciampi (M5S): Con le dimissioni di Lenzi, privati più vicini alla gestione dell’acqua

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Le dimissioni di Lenzi segnano un punto a favore dei privati. Oggi la fine dell’acqua pubblica è più vicina.
Apprezzo gli sforzi di Lenzi nella direzione di conservare l’acqua in mano pubblica, gli sono solidale e senza dubbio non mi convince l’attacco di alcuni esponenti politici che  denunciano il ritardo della governance e parlano di ritardi nel piano di ristrutturazione finanziato dalla Regione.  A caldo mi pare che la politica, intendo i consiglieri regionali e i sindaci-soci dell’Alto Calore, non hanno fatto una bellissima figura. Gettare la croce su un amministratore che comunque ha portato avanti il concordato è ingeneroso e contribuisce a confondere le idee sulla crisi attuale.  Chiederò alla Giunta Regionale quale sia la reale consistenza dei flussi finanziari arrivati nelle casse dell’Alto Calore o dei comuni soci. In tutto questo Lenzi ha lavorato sul concordato e Palomba è arrivato da pochissimi mesi: cosa ci si aspettava da questi due professionisti? Non vorrei che la manovra sia quella di spianare rapidamente la strada al privato.

Non ho sentito nessuno prendersi la responsabilità di questa situazione e non mi rassicura che a getto continuo  si facciano proposte (dal bonus, al rinvio delle decisioni  sugli aumenti) senza dare risposte chiare.
Per quanto mi riguarda continuerò a battermi per la gestione pubblica dell’acqua. L’acqua resta pubblica, va ribadito, solo se  i sindaci risponderanno davvero al loro mandato elettorale: l’interesse dei cittadini. Ciò non è accaduto fino ad oggi perchè ha vinto l’appartenenza politica e la convenienza elettorale. L’acqua pubblica e la sua gestione pubblica saranno le principali questioni che il nuovo governo regionale dovrà affrontare. Il cambio di stagione passa per una nuova   tutela dei cittadini, dell’ambiente, delle risorse locali.

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Attualità

Convocazione Consiglio Comunale – Tra i punti in discussione l’emergenza idrica

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Ad Ariano Irpino il Presidente del Consiglio ha convocato il Civico Consesso nella Sala Consiliare “Giovanni Grasso” di Palazzo di Città, in seduta ordinaria, per il giorno 28 agosto 2025 alle ore 08,00 in prima convocazione e per il giorno 29 agosto alle ore 10,30 in seconda convocazione, con il seguente ordine del giorno:

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Attualità

Antonio Bianco :”Senza soldi non si cantano messe, il Sud dimenticato anche dall’opposizione”

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Il gap tra le due aree del Paese è un dato assodato, negli ultimi due anni il PIL del Sud è stato più alto di quello del Nord, con risolti positivi, ad avviso della Meloni, sull’avviata, ma presunta perequazione economica fra le due aree del Paese. La realtà parla di ben altro: la spesa storica, la mancanza di servizi, il divario infrastrutturale sono fattori che, in sinergia tra loro, determinano l’impoverimento e lo spopolamento del Sud. Permane la differenza del reddito pro-capite, che è la metà, e la disoccupazione doppia rispetto al Nord. La situazione socio-economica non è per niente rassicurante, a sinistra Bonelli e Fratoianni, rappresentanti di AVS, indicano le priorità da affrontare quali: disoccupazione, scuola, università, sanità, alta velocità ferroviaria e rigettano l’idea di costruire il ponte sullo stretto. Pur apprezzando il loro operato, nulla dicono sulla mancata perequazione territoriale della spesa pubblica complessiva pro-capite sociale e infrastrutturale che, ogni anno, applicando  il criterio della spesa storica, sottrae al Sud 60 miliardi, indirizzati verso il Nord. Tiepida è la condanna dei due leader del regionalismo differenziato, riforma che, se attuata in tutti i suoi aspetti, porrebbe la pietra tombale sulla Questione Meridionale. In poche parole, Bonelli e Fratoianni citano i problemi in cui affonda il meridione senza indicare dove prendere i soldi, i tempi di intervento e le modalità di esecuzione di un programma pluriennale per la rinascita del Sud, ponte ideale tra l’Europa e le coste meridionali e orientali del mediterraneo. Inoltre il PIL italiano cresce come un prefisso telefonico, dopo il 2026 dobbiamo restituire il prestito con gli interessi di 122,6 miliardi del PNRR e occorre onorare gli impegni assunti dal governo Meloni in sede internazionale. A ciò si aggiunga che Adriano Giannola, presidente della Svimez, ritiene necessari almeno100 miliardi per la rinascita del Sud.

È finito il tempo dell’enunciazione dei problemi, occorre prioritariamente indicare le risorse finanziarie, certe e permanenti, indispensabili a mettere in atto un programma elettorale credibile che punti sulla rinascita del Sud.

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