Attualità
Giornata dell’Avvocatura – Grassi (M5S): “Se non operiamo una spending review la giustizia non potrà mai ripartire”

Napoli – L’Organismo Congressuale Forense ha indetto una giornata di astensionismo degli avvocati dalle udienze e da ogni altra attività giudiziaria, per favorirne la partecipazione alla manifestazione organizzata ieri, venerdì 23 febbraio, presso il Tribunale di Napoli, e dedicata all’orgoglio dell’avvocatura e alla salvaguardia delle tutele.
Tra gli altri è spiccato, per forma e contenuti, l’intervento del professore Ugo Grassi, ordinario di Diritto Civile presso l’Università degli Studi “Parthenope”, nonché preside del Dipartimento di Giurisprudenza dell’Università medesima.
Grassi è candidato al Senato per il Movimento 5 Stelle nel collegio uninominale di Avellino e Ariano Irpino: “Ho ascoltato con attenzione gli interventi dei colleghi e sono confortato dal fatto che il 90% di ciò che è stato detto è già presente nel Programma online del M5S – esordisce -. Abbiamo un sistema che è arrivato a 200.000 leggi: con una siffatta mole legislativa lo Stato è finito. Tutti i problemi che noi oggi stiamo sottolineando sono frutto di una legislazione caotica: certo che dobbiamo tornare alle tariffe minime professionali, ma non dimentichiamo che l’ Antitrust ha già contestato persino l’introduzione del (pessimo) provvedimento in tema di equo compenso, dimostrando di avere le idee poco chiare sul reale funzionamento del mercato di beni e servizi rispetto alle specificità dei servizi erogati. Colgo l’occasione per ricordare che per il Movimento va affrontato a monte il problema della finta “autonomia” delle Autorità Indipendenti, com’è nota assegnate a nomine politiche. Ribadisco, comunque che contesto in radice l’istituto del c.d. equo compenso: bisogna tornare alle tariffe minime. Se è vietato fare dumping sulle merci, è irrazionale permetterlo su beni essenziali quali le prestazioni intellettuali. Ricordo, infine, che la presenza delle tariffe minime non è in contrasto con la normativa europea malgrado le false informazioni diffuse dalle altre forze politiche, le quali ci fanno credere che tale concorrenza selvaggia “ce la chiede l’Europa”” – spiega Grassi.
“Non facciamoci prendere in giro: riforme a costo zero sono puntualmente riforme pasticciate. Vogliamo fare ripartire la giustizia? Ci vogliono soldi e bisogna ripensare all’architettura dello Stato. Sono d’accordo a “costituzionalizzare” la figura dell’avvocato però a questo punto – ed è solo un esempio tra i tanti – vorrei intervenire sulla parte della nostra Carta Costituzionale che differenzia i diritti soggettivi dagli interessi legittimi: la nozione di interesse legittimo è ormai archeologia giuridica, atteso che si è giunti da tempo ad ammetterne la piena risarcibilità in caso di lesione! – continua il professore – Dobbiamo affrontare il problema del riparto di competenza: giudice amministrativo e giudice ordinario. I due giudici hanno vantaggi e svantaggi: il giudice amministrativo è molto competente, competenza determinata anche dalla modalità di selezione, che avviene all’esito anche di una prova attitudinale, aspetto decisivo nella formazione di un giudice, in quanto non basta conoscere le dottrine ma bisogna dimostrare di saperle applicare.Tuttavia il giudice amministrativo deve accentuare il suo carattere di terzietà considerando che il Consiglio di Stato ha anche una funzione consultiva oltre che giurisdizionale”. “Una riforma organica impone anche di ripensare le modalità di accesso, non solo alla magistratura, ma anche alla professione forense: ve lo dico da membro di commissione, l’esame di abilitazione è una roulette!” – incalza Grassi in merito alle modalità di accesso alla professione forense.
“Il giudice di pace va ripensato non come giudice alternativo al giudice ordinario, bensì come giudice di ausilio al suddetto. Io immagino un giudice ordinario con uno staff: lui stabilisce a monte i parametri di selezione per la deflazione del contenzioso, quindi attribuisce le cause di facile soluzione al giudice di pace, dando anche rilievo ai tirocinanti che svolgono una funzione importante all’interno dei tribunali”. Quindi il candidato pentastellato al Senato si sofferma sulla modalità di pagamento dei giudici di pace, “i quali non possono essere pagati “a udienza” bensì a decisione della lite, o addirittura con uno stipendio predeterminato, laddove andasse a regime la riforma cui il M5S sta lavorando”. Non sono d’accordo alcuni avvocati napoletani, secondo i quali la modalità di retribuzione in funzione della definizione della lite sarebbe già in vigore. Una successiva verifica sembra però dimostrare che l’informazione di cui il professore era in possesso sia corretta. La discussione evidenzia che non è questo di certo il cuore del problema. “Va aumentato l’organico, ossia il numero di magistrati ordinari, così come vanno aumentati gli ausiliari” – aggiunge Grassi a sostegno della propria tesi.
Quindi il professore si rivolge ai rappresentanti dell’avvocatura presenti in sala: “Noi non facciamo proposte calate dall’alto ma ogni progetto di riforma va condiviso con i riformati: se sarò eletto voglio essere presente al prossimo Congresso che si terrà a Catania il prossimo mese di ottobre” – anticipa, sottolineando l’importanza del rapporto tra il politico e la base costituita dal proprio elettorato. Quindi conclude con un auspicio: “Il futuro impone tavoli di confronto, i quali devono avvenire alla presenza di tutti gli attori del processo civile. Nessuna riforma può essere seriamente avviata senza la contestuale presenza dei magistrati, degli avvocati e dei notai. Attenti alla guerra tra poveri: se non operiamo una spending review il processo civile, penale e la giustizia tutta non potranno mai ripartire!” – ammonisce Grassi.
Attualità
Direttivo provinciale di Forza Italia allargato a sindaci ed amministratori

Sì è tenuta ieri sera all’Hotel Belsito di Avellino la riunione del direttivo provinciale di Forza Italia, allargata a sindaci ed amministratori.
Un confronto lungo e articolato dal quale è innanzitutto emerso unanime e convinto sostegno alla candidatura del vice ministro degli Esteri, Edmondo Cirielli, alla presidenza della Regione Campania per la coalizione di centrodestra.
In primo luogo nelle parole del Segretario provinciale, Angelo Antonio D’Agostino, il convincimento che Forza Italia, in Irpinia come nel resto della regione, sarà il traino della coalizione risultando determinante per una vittoria che va costruita al centro, recuperando voto moderato.
La missione di Forza Italia, casa del popolarismo, è questa. Una missione alla portata, alla luce del grande lavoro di radicamento fatto in questi anni e degli enormi spazi che la candidatura di Roberto Fico per il centrosinistra, lascia sguarniti proprio nell’elettorato centrista. Forza Italia può e deve colmare quello spazio.
Venendo alla costruzione della lista, nel corso della discussione sono emerse molte disponibilità dai territori. Profili diversi che nei giorni a venire saranno valutate nella massima condivisione, perché l’obiettivo di tutti deve essere quello di mettere in campo la migliore compagine possibile, connubio tra competenze e radicamento.
Attualità
Cisal, Picone: più attenzione a sicurezza dei lavoratori, anche in Irpinia troppi incidenti

“Occorrono interventi concreti per garantire la sicurezza; le buone intenzioni o gli slogan non servono. Gli infortuni sul lavoro sono e restano una intollerabile emergenza, in Irpinia e Campania, come nel resto del Paese”. Ad affermarlo è Massimo Picone, coordinatore provinciale della Cisal di Avellino e commissario della categoria Metalmeccanici.
“I dati ufficiali – prosegue il dirigente sindacale – ci dicono che il fenomeno è in crescita al Sud, che registra il più alto tasso di incidenti mortali sui luoghi di lavoro. Ma in generale aumentano infortuni e decessi in itinere, nel percorso casa-luogo di lavoro. Una tendenza che si avvertiva già negli ultimi anni. Nei primi otto mesi del 2025 l’incremento è stato dell’8,8 %, 186 vittime, soprattutto del comparto industriale e dei servizi, 15 in più rispetto al 2024 e più o meno un quarto dei decessi complessivi.
Su questo versante ad incidere sono l’espansione dei bacini di pendolarità, l’aumento delle distanze tra abitazione e luogo di lavoro, la debolezza del trasporto pubblico e il conseguente uso del mezzo privato, tutti elementi che accrescono l’esposizione al rischio.
In aumento anche le malattie professionali, quasi del 10%, rispetto all’anno precedente.
La sicurezza viene considerata purtroppo ancora soltanto un optional, all’interno di un quadro complessivo deprimente: precarietà, i salari più bassi d’Europa, l’uso sistematico di esternalizzazione del lavoro, crisi profonda di alcuni comparti come l’automotive, che in Irpinia costituisce una filiera produttiva importante per l’economia e per l’occupazione, ma su cui pendono molti problemi che ne compromettono la prospettiva”.
“E’ necessario pertanto – conclude Picone – che si investano più risorse sui controlli, aumentando il numero di ispettori che operano sul territorio, ma vanno modificati anche i processi produttivi. C’è bisogno inoltre che le politiche di sicurezza aziendale si integrino con misure di prevenzione estese agli spostamenti dei lavoratori, promuovendo iniziative coordinate in materia di mobilità sostenibile, riorganizzazione dei tempi di lavoro e rafforzamento delle infrastrutture di trasporto”.
Attualità
La disumanità dei governi imbelli

È caduto il velo delle menzogne, la Flotilla mette a nudo la disumanità dei governi imbelli, interessati a mantenere attivo e florido il mercato delle armi, riconvertendo quello delle automotive, in grave crisi in Europa. La Meloni aveva criticato l’azione della Global Sumud Flotilla reputandola inopportuna e affermava: “è una fase nella quale tutti quanti dovrebbero capire che esercitare una responsabilità, attendere mentre c’è un negoziato di pace, è forse la cosa più utile che si può fare per alleviare le sofferenze dei palestinesi” e riferendosi alla Flotilla, proseguiva e rincarava la mano: “ma forse le sofferenze del popolo palestinese non erano la priorità” (Ansa e L’Espresso1 ottobre 2025).
Eppure, nei confronti di Israele, la Meloni non esprime alcuno sdegno diversamente manifestato per la Flotilla. Dimentica che era un’azione umanitaria, svolta da persone di diversa nazionalità, disarmate, indirizzata a creare un corridoio sicuro al fine di alleviare le sofferenze del popolo Palestinesedovute alla mancanza di cibo e di medicinali,provocate dalla disumanità del governo genocidario di Israele. Nulla potrà rimanere come prima, la Flotilla ha avuto il merito di aver attirato l’attenzione mediatica su ciò che accade a Gaza e sulla pulizia etnica operata da Israele. Atto esecrabile e frutto avvelenato che affonda le sue radici nel lontano 1948, costellato di odio e morte che avvelena l’esistenza degli israeliani e dei palestinesi, senza soluzione di continuità e senza una via d’uscita. Sin ad oggi, l’UE, gli USA, la Comunità Internazionale non sono riusciti a proporre una pacifica ed unitaria soluzione al tema dei due Stati e dei due popoli. Le immagini di Gaza distrutta, delle donne che piangono i bambini morti per fame o colpiti dalle bombe, hanno ferito la carne viva di milioni di persone chespontaneamente sono scese in piazza gridando lo slogan: “blocchiamo tutto”. Spero che, tutto ciò indurrà i singoli governi e la Comunità Internazionale a rimettere al centro dell’agenda politica il bene comune, oscurato dai ciechi nazionalismi e dalla ricerca del benessere personaleedonistico. I popoli hanno indicato la strada: si dia voce e speranza al senso di umanità, si dia voce e dignità ai popoli del Sud del mondo.
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