Attualità
Francesca Albanese all’AIFF: è un momento di lutto, occorre una coscienza collettiva contro le ingiustizie

Ospite speciale alla serata conclusiva della tredicesima edizione dell’Ariano International Film Festival, la Relatrice speciale Onu per i diritti umani nei territori palestinesi occupati, Francesca Albanese, che ha tenuto un breve ma intenso discorso
È stata Angela, una spigliata bimba che ha parlato con efficacia dei suoi coetanei di Gaza che muoiono sotto le bombe oppure di fame, a precedere, sul palco, Francesca Albanese, ospite nella serata di chiusura della tredicesima edizione dell’Ariano International Film Festival. “Una piccola grande impresa di bellezza e resistenza culturale, – ha detto del festival -, che mi auguro cresca e si radichi, diventando sempre più partecipata. Di spazi come questo, di respiro e riflessione, c’è immenso bisogno e non sempre riusciamo a valorizzarli come dovremmo. Lo dico come persona cresciuta a pochi metri da qui”. Ha poi voluto ringraziare gli irpini, gli arianesi e tutti gli italiani che le sono vicini, evidenziando come la causa che porta avanti, sebbene se ne sia fatta portavoce, debba essere presa in carico da ognuno di noi. In questo difficile momento, il sentimento che l’accompagna e deve necessariamente accompagnare tutti, è di lutto: serve una coscienza collettiva che si batta per la giustizia. Albanese ha sottolineato che la sua popolarità non deve confondere né obnubilare e far dimenticare: “il dolore che sta dietro e dentro questo momento storico e la mia vita, come parte di esso. Io non sono un’attrice, non recito alcun ruolo. La persona che vedete, è la stessa che ogni giorno, anima e corpo, combatte contro l’abominio che si sta compiendo in Palestina, a Gaza prima di tutto”. Ha evidenziato come per la sua lotta, abbia subito le sanzioni dell’America tutt’altro che indolori, illegali e da revocare immediatamente, nonché minacce e una campagna denigratoria nei suoi confronti. Rivolgendosi al mondo dello spettacolo, dell’arte e del cinema in particolare, ai produttori, ai registi, attori, sceneggiatori, critici, collaboratori, ha rimarcato la responsabilità immensa del loro ruolo: “Siete voi che decidete cosa raccontare e come raccontarlo, come divulgarlo, perché quello che scaturisce, è il successo della funzione pedagogica, che c’è in ogni forma d’arte. Pensate a due genocidi raccontati dal cinema, il genocidio dei nativi d’America e il genocidio degli Ebrei. Io faccio parte di quella generazione che ha imparato il genocidio dei nativi d’America attraverso i film di John Wayne, in cui i soldati americani erano i buoni e i cosiddetti pellerossa, erano i cattivi. Io non lo sapevo che quello era un genocidio e non era un’impresa da celebrare in quel modo. Ci sono voluti tanti anni, c’è voluto Soldato blu e Balla coi lupi, perché capissimo veramente cos’è stata l’impresa coloniale di quel Paese, che, nato da un genocidio, ha supportato tutte le guerre peggiori che si sono commesse negli ultimi cinquant’anni e che oggi sta supportando politicamente, militarmente, attivamente, con grande sdegno per l’umanità e il diritto internazionale, quello che si consuma a Gaza. Pensate al genocidio degli Ebrei e dei Rom e Sinti: anche loro sono stati genocidati dal nazifascismo, eppure non se ne parla. Lo stesso genocidio degli Ebrei l’abbiamo ridotto, anche attraverso il cinema, all’esperienza dei campi di concentramento e delle camere a gas, senza pensare fino a quest’anno, e a quel meraviglioso film, che è Zona di interesse, che il genocidio è cominciato molto prima, nell’indifferenza di tutti, che gli Ebrei non li vedevano più, non li sentivano, se non come un ululato lontano. E oggi a Gaza sta succedendo la stessa cosa: per troppo tempo la Palestina è stata ignorata, convenientemente abbandonata dal mondo del cinema. Perché era sconveniente? Perché non si può dire, altrimenti non ci fanno lavorare! Pensateci. Permettetemi una riflessione più ampia. In un Paese che investe l’1 per cento in cultura e il 5 per cento in armi, noi che non controlliamo armi, grassi capitali e algoritmi, siamo tutti destinati a diventare, prima o poi, vittime o schiavi. Oggi i Palestinesi sono le cavie su cui si stanno testando da anni strumenti di contenimento, controllo e sterminio. Possa essere questo, attraverso il sacrificio del popolo palestinese, il momento del nostro risveglio collettivo, il momento in cui comprendiamo fino in fondo l’ingiustizia, quella che parte dalle nostre scelte quotidiane, le sue radici e la necessità di una Resistenza collettiva, solidale, non violenta, contro tutte le ingiustizie. Lottare insieme oltre ogni divisione, alla fine ci renderà, di questo sono sicura, più liberi e più umani”. I riconoscimenti assegnati
Nell’ultima serata del Festival che ha ospitato attori, registi, giornalisti e produttori che hanno partecipato agli eventi svoltisi durante la settimana, sono stati premiati: miglior lungometraggio, Norma Dorma di Lorenz Suter; miglior cortometraggio, Rochelle di Tom Furniss; miglior documentario, Roman Kostomarov: born twice, di Mikail Shchedrinsky. Miglior film d’animazione, John Vardar vs the Galaxy, di Goce Cvetanovski; menzione speciale per The Threshold, di Walter Rastelli. Per i Corti scuola, Narciso, di Ciro D’Emilio. Premio Giuria studenti, a Briciole di pane, di Carmina Rinaldi. La sezione AIFF Green ha premiato come miglior documentario sull’influenza delle lobby e le devastanti conseguenze degli allevamenti intensivi, Food for profit, di Pablo D’Ambrosi. La Sezione Made in Campania, ha premiato La fuga dei folli, di Emiliano Fallarino, racconto agrodolce che fa luce sulla fragilità della mente umana. La stampa e la Giuria popolare, hanno premiato il film: L’ultima sfida, di Antonio Silvestre, opera che “celebra lo spirito sportivo, la lealtà e la resilienza, di fronte alle avversità”. La Giuria popolare ha altresì premiato, The Gospel, According to Ciretta; menzione speciale per La luna sott’acqua, di Alessandro Negrini. Menzione speciale anche a Be dis, di Michele Enrico Montesano, per essere riuscito a fondere “letteratura (Verga), storia e magia visiva”.
La serata è stata condotta da Manuela Tittocchia e Franco Oppini.
Per ulteriori informazioni: www.arianofilmfestival.it
Attualità
Senza soldi non si elimina il gap Nord-Sud

Non vi sono più dubbi, anche senza l’attuazione dell’autonomia regionale differenziata, il gap socio-economico tra le due aree del Paese è un dato conclamato, così come l’inesistenza dell’unità e della coesione territoriale. Principioche è un valore fondante della Repubblica, al quale, tante volte, Mattarella fa richiamo nel tentativo di spronare le forze politiche a renderloeffettivo e reale, senza distinzioni territoriali.
Mentre la Meloni decanta la crescita del PIL e dell’occupazione nel Meridione superiore a quella del Centro-Nord, permangono le differenze infrastrutturali, sociali ed economiche. Nemmeno con il PNRR si è voluto iniziare ad avviare azioni concrete di equità territoriale fra le due aree del Paese. Il Meridione è privo dell’alta velocità, dei servizi sociali, del trasporto urbano su gomma e rotaia adeguato alle esigenze della vita moderna, della sanità e degli ospedali che garantiscano cure tempestive, di asili nido con personale ed ausili necessari a rendere effettiva e concretal’accoglienza dei bimbi sino a tre anni. Inoltre dal Sud, ogni anno, migrano circa 100 mila persone per lavoro ed altre decine di miglia alla ricerca di cure tempestive, senza dimenticare che la differenza del reddito pro-capite è la metà e ladisoccupazione doppia rispetto quella del Nord.
Sorge la domanda: con quali risorse economiche si potrà ridurre il gap tra il Nord ed il Sud? Tant’è che l’Italia: ha il PIL simile ad un prefisso telefonico; ha assunto impegni economici per sostenere l’Ucraina in guerra contro la Russia; dovrà restituire la quota del PNRR avuta in prestito.
I soldi per il Sud, dove li troviamo?
Or bene, se il centro-sinistra nel prossimo futuro si candida a governare l’Italia non può solo elencare i problemi che affliggono il Meridione, ma dovrà precisare con quali risorse finanziarie, associate a programmi reali e veritieri, avvierà il Paese verso l’unificazione infrastrutturale, economica e sociale, diversamente non è credibilecome forza di governo.
Attualità
Convegno ad Ariano: “Aequum Tuticum, Crocevia del Sud”

Le associazioni Amici del Museo di Ariano Irpino, Circoli Culturali “Pasquale Ciccone” e “Arnanah”, con il patrocinio del Comune di Ariano Irpino, organizzano il convegno dal titolo “Aequum Tuticum, crocevia del Sud”, che si svolgerà venerdì 26 settembre 2025 alle ore 17.30 presso Villa Kristall ad Ariano Irpino. L’incontro si propone di approfondire, in una prospettiva scientifica, il ruolo strategico dell’antico sito di Aequum Tuticum quale snodo fondamentale della viabilità antica, evidenziando l’importanza storica e le prospettive di valorizzazione.
Saluti istituzionali:
Enrico Franza, Sindaco di Ariano Irpino
S. E. Mons. Sergio Melillo, Vescovo della Diocesi Ariano-Lacedonia
Relatori:
Ing. Gerardo Troncone – Presidente Gruppo Archeologico Irpino Sulle orme di Orazio. La viabilità del centro sud negli antichi itinerari
Prof. Giuseppe Ceraudo – Professore ordinario di topografia antica presso l’Università del Salento La Via Traiana in Irpinia: un Patrimonio per l’Umanità
Prof.ssa Veronica Ferrari – Professore associato di aerotopografia archeologica presso l’Università del Salento Aequum Tuticum, un vicus crocevia di strade: le attività di ricerca Unisalento
Prof. Giuseppe Camodeca – Già Professore ordinario di Storia Romana ed Epigrafia Latina presso l’Università degli Studi di Napoli “L’Orientale” La documentazione epigrafica di Aequum Tuticum, vicus di Beneventum
Dott. Lorenzo Mancini – Funzionario archeologo della Soprintendenza ABAP Salerno e Avellino L’azione della SABAP SA-AV nel territorio di Ariano Irpino fra tutela, valorizzazione e pianificazione. Interventi e prospettive.
Moderatrice
D.ssa Ida Gennarelli, Archeologa già Ministero della Cultura Il convegno si inserisce in un percorso di ricerca e divulgazione volto a promuovere la conoscenza e la tutela del patrimonio storico-archeologico dell’Irpinia e dell’antico vicus di Aequum Tuticum, con l’intento di sollecitare le attività di recupero e di valorizzazione dell’attuale sito.
Attualità
Il futuro di Alto Calore Servizi al centro di un confronto tra i presidenti delle Province di Avellino e Benevento

Unità di intenti per la gestione della società. Il futuro dell’Alto Calore Servizi al centro di un confronto che si è tenuto oggi tra il presidente della Provincia di Avellino, Rizieri Buonopane, e il presidente della Provincia di Benevento, Nino Lombardi.
Dall’incontro sono emerse la volontà e la determinazione comune di superare la fase di impasse che si registra per la società, tenendo fuori le questioni politiche dalle decisioni concernenti la gestione di Alto Calore Servizi. E ciò nell’ottica di individuare le soluzioni migliori che possano permettere di ridurre i disagi all’utenza e di consentire di accelerare sul piano di ammodernamento delle reti, tenendo ben presenti i parametriprevisti dal concordato.
I presidenti Buonopane e Lombardi lanciano un appello all’unità e a fare sintesi sugli obiettivi, per evitare in questa fase dannose divisioni. Condividono, inoltre, la necessità che il management della società conservi un ruolo prettamente tecnico, tenendosi ben distante da ruoli e discussioni partitiche che sono appannaggio dei sindaci-soci, i quali si trovano ad affrontare quotidianamente le giuste rimostranze delle comunità costrette praticamente ogni giorno a sopportare disservizi per l’approvvigionamento idrico.
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