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De Magistris, i giovani del Sud non possono sognare

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Il Sud non trattiene i giovani. L’esodo è biblico, ogni anno circa in 100 mila lasciano quest’area del paese. Nell’incontro pubblico con la Confindustria del 12 settembre c.a. tenutosi nell’Aula Paolo VI, Papa Francesco esprime la sua preoccupazione per i giovani: “Creare lavoro […] è il problema del mio paese e molti giovani vanno fuori”. Occorre creare lavoro, in mancanza si perde la dignità nonché la forza, il coraggio e l’intelligenza di migliaia di giovani che emigrano verso il Nord del paese o dell’UE.

La situazione attuale impone riflessioni profonde, agire sulla riduzione del salario per far concorrenza è la ricettaperdente in quanto, oltre a ridurre i consumi, dato molto rilevante nel Meridione, induce la migrazione forzata al fine di trovare un’equa remunerazione e la possibilità di esprimere le proprie competenze professionali. Ulteriormente deteriore è la condizione della donna che dovrebbe essere aiutata nel suo percorso di madre, costretta, però, a rinunciare al lavoro per allevare i figli. Papa Francesco ritiene che occorre non solo una giusta remunerazione ma anche una giusta condivisione: ognuno paghi il tributo allo Stato secondo i suoi guadagni, ognuno partecipi alla costruzione del paese solidale che riconosca nella persona umana la pietra miliare della società. Su tema interviene il capo politico di Unione Popolare De Magistris e nel suo appello pubblicato sui media, afferma: “si parla poco di giovani e soprattutto, quelle poche volte di cui si parla di giovani, c’è l’impressione che i politici parlino ai loro figli e nipoti, non ai figli e nipoti del Paese Reale”. “Non è normale- prosegue – che migliaia di giovani ogni anno debbano emigrare dal Mezzogiorno per studiare o per lavorare. Stiamo letteralmente condannando a morte lenta intere aree del nostro paese, privandole di energie e talenti, per fornire a centri di potere risorse umane qualificate a basso costo”.

Ricorda che: “Noi vogliamo parlare ai fuorisede che sono costretti a spostarsi di centinaia di chilometri per studio o per lavoro, vogliamo parlare ai ragazzi che hanno dovuto abbandonare gli studi”.

“Noi di Unione Popolare – conclude – vogliamo parlare ai nostri giovani, ai figli e alle figlie del Paese Reale. Perché sono doppiamente dimenticati, in quanto giovani e in quanto gente comune. Perché Unione Popolare è un movimento della gente per la gente. E loro sono la nostra gente. Non tra un mese, un anno, un decennio. Adesso”

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La scorta di Ranucci siamo noi

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L’attentato a Sigrifido Ranucci è una violenza fatta a tutti noi; con modalità mafiosa volevanointimidire il giornalista per impedirgli di portare alla luce le nefandezze delle mele marce. L’azioneviene da lontano, dalle inchieste sui ministri del governo Meloni, dagli esposti inviati alle procure di mezza Italia, dalla mancata partecipazione alla presentazione dei palinsesti televisivi a Napoli, dalla riduzione delle puntate di Report. Azionesistematica indirizzata a minare la credibilità delle inchieste condotte da Sigrifido Ranucci, affiancate dall’isolamento e dalla delegittimazione sono il segnale che la malavita organizzata ha colto perzittirlo, senza riuscirci. La gente comune si erge a difesa della libertà di parola e di pensiero, principio scolpito nella Costituzione. Vogliono che sianoportati alla luce i retroscena del palcoscenico dove il nepotismo e gli interessi personali sono il programma dei mestieranti della politica. Sei la nostra voce, la nostra arma per far pulizia in politicae nella pubblica amministrazione, non l’hanno zittito, oggi è ancora più forte.

La Redazione di meridionemeridiani.info

esprime la solidarietà e la vicinanza alla Redazione di Report ed al giornalista Sigrifido Ranucci per il vile attentato subito.

Siamo con te, sei ognuno di noi.

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Direttivo provinciale di Forza Italia allargato a sindaci ed amministratori

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Sì è tenuta ieri sera all’Hotel Belsito di Avellino la riunione del direttivo provinciale di Forza Italia, allargata a sindaci ed amministratori.  

Un confronto lungo e articolato dal quale è innanzitutto emerso unanime e convinto sostegno alla candidatura del vice ministro degli Esteri, Edmondo Cirielli, alla presidenza della Regione Campania per la coalizione di centrodestra.

In primo luogo nelle parole del Segretario provinciale, Angelo Antonio D’Agostino, il convincimento che Forza Italia, in Irpinia come nel resto della regione, sarà il traino della coalizione risultando determinante per una vittoria che va costruita al centro, recuperando voto moderato.

La missione di Forza Italia, casa del popolarismo, è questa. Una missione alla portata, alla luce del grande lavoro di radicamento fatto in questi anni e degli enormi spazi che la candidatura di Roberto Fico per il centrosinistra, lascia sguarniti proprio nell’elettorato centrista. Forza Italia può e deve colmare quello spazio.

Venendo alla costruzione della lista, nel corso della discussione sono emerse molte disponibilità dai territori.  Profili diversi che nei giorni a venire saranno valutate nella massima condivisione, perché l’obiettivo di tutti deve essere quello di mettere in campo la migliore compagine possibile, connubio tra competenze e radicamento.

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Cisal, Picone: più attenzione a sicurezza dei lavoratori, anche in Irpinia troppi incidenti

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“Occorrono interventi concreti per garantire la sicurezza; le buone intenzioni o gli slogan non servono. Gli infortuni sul lavoro sono e restano una intollerabile emergenza, in Irpinia e Campania, come nel resto del Paese”. Ad affermarlo è Massimo Picone, coordinatore provinciale della Cisal di Avellino e commissario della categoria Metalmeccanici.

“I dati ufficiali – prosegue il dirigente sindacale – ci dicono che il fenomeno è in crescita al Sud, che registra il più alto tasso di incidenti mortali sui luoghi di lavoro. Ma in generale aumentano infortuni e decessi in itinere, nel percorso casa-luogo di lavoro. Una tendenza che si avvertiva già negli ultimi anni. Nei primi otto mesi del 2025 l’incremento è stato dell’8,8 %, 186 vittime, soprattutto del comparto industriale e dei servizi, 15 in più rispetto al 2024 e più o meno un quarto dei decessi complessivi.

Su questo versante ad incidere sono l’espansione dei bacini di pendolarità, l’aumento delle distanze tra abitazione e luogo di lavoro, la debolezza del trasporto pubblico e il conseguente uso del mezzo privato, tutti elementi che accrescono l’esposizione al rischio.  

In aumento anche le malattie professionali, quasi del 10%, rispetto all’anno precedente.

La sicurezza viene considerata purtroppo ancora soltanto un optional, all’interno di un quadro complessivo deprimente: precarietà, i salari più bassi d’Europa, l’uso sistematico di esternalizzazione del lavoro, crisi profonda di alcuni comparti come l’automotive, che in Irpinia costituisce una filiera produttiva importante per l’economia e per l’occupazione, ma su cui pendono molti problemi che ne compromettono la prospettiva”.

“E’ necessario pertanto – conclude Picone – che si investano più risorse sui controlli, aumentando il numero di ispettori che operano sul territorio, ma vanno modificati anche i processi produttivi. C’è bisogno inoltre che le politiche di sicurezza aziendale si integrino con misure di prevenzione estese agli spostamenti dei lavoratori, promuovendo iniziative coordinate in materia di mobilità sostenibile, riorganizzazione dei tempi di lavoro e rafforzamento delle infrastrutture di trasporto”.

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