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Così non va

Centro di Riabilitazione Psicomotoria del Santuario di Valleluogo – Appello per salvare 20 ragazzi disabili gravi

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L’Associazione Religiosa Silenziosi Operai della Croce di Ariano Irpino (AV) gestisce da più di quaranta anni il Centro di Riabilitazione Psicomotoria presso il Santuario di Valleluogo nello spirito di accoglienza, di sostegno, di valorizzazione della persona malata e di umanizzazione della cura secondo il carisma del Beato Mons. Luigi Novarese, fondatore dell’opera e del centro stesso. Il Centro accoglie quotidianamente circa una quarantina di ragazzi con deficit mentale in regime semiconvitto e in regime ambulatoriale pazienti di varie fasce di età affetti da diverse patologie, fornendo le cure necessarie riabilitative,socio-sanitarie ed assistenziali.
Con la Delibera n. 2208 del 30/12/2013, l’ASL di Avellino ha fornito la risposta negativa al rilascio dell’accreditamento istituzionale per attività in regime semiresidenziale – RSA e centri diurni per disabili non autosufficienti per n. 20 posti (RSA 2). La Direzione dell’ASL ha motivato questa decisione rilevando la mancanza di una valida Autorizzazione Sindacale all’Esercizio”. E’ quanto fa sapere Sorella Monika Sobotkiewicz, direttrice del centro
La Struttura è in possesso dell’ Autorizzazione all’ Esercizio, Prot. n. 4377 del 19.04.2005, rilasciata dal Sindaco del Comune di Ariano Irpino , “ che concede nuova autorizzazione all’ esercizio dell’ attività socio sanitaria e al funzionamento della Struttura riabilitativa in regime ambulatoriale e di semiconvitto già in attività alla data del DGRC n. 3958 del 07.08.2001”, confermata con nota Prot. 14673/2013 dal Sindaco del Comune di Ariano Irpino. Secondo le valutazione dell’ ASL Avellino il suddetto documento non contiene l’autorizzazione ad RSA, nonostante che la Legge Regionale n. 8 del 22.04.2003 definisce che “la RSA è una struttura a valenza socio – sanitaria e di tipo extra ospedaliero per anziani e disabili non autosufficienti non assistibili a domicilio”.
Questa decisione da parte dell’ASL di Avellino comporterà inevitabilmente l’abbandono di 20 dei nostri pazienti disabili mentali non autosufficienti che da anni frequentano la nostra Struttura e che hanno bisogno delle cure quotidiane sanitarie e infermieristiche necessarie per poter vivere in modo dignitoso ed equilibrato la propria disabilità e disagio sociale. Inoltre 20 famiglie rimarranno senza sostegno a dover gestire i propri figli adulti disabili gravi che con l’ avanzare dell’ età si aggravano manifestando comportamenti problematici di disadattamento sociale e familiare, pericolosi per se stessi e per gli altri. La situazione diventa ancora più problematica visto il contesto territoriale di vita di queste 20 famiglie per la mancanza di servizi, per la vastità del territorio, per l’ età avanzata dei genitori dei pazienti, per la mancanza di una rete efficace di sostegno assistenziale. Queste famiglie che già vivono il proprio disagio di avere un figlio disabile rimarranno sole ed ulteriormente emarginate non avendo più l’ unico punto di riferimento, il Centro di Valleluogo dei Silenziosi Operai della Croce, che da anni insieme con loro ha fatto un percorso di vita (prima infanzia, adolescenza ed età adulta), di sostegno nella malattia del proprio figlio e di soccorso nelle situazione problematiche e spesso pericolose che si sono verificate. Inoltre circa 25 dipendenti che lavorano presso la nostra Struttura a sostegno del percorso riabilitativo di questi pazienti perderanno il posto di lavoro, determinando un ulteriore aggravamento della vita e del disagio sociale in un territorio già fortemente penalizzato. Altre 25 famiglie senza sostegno economico, senza futuro per loro stessi e per i loro figli. L’ Associazione dei Silenziosi Operai della Croce chiede al Presidente della Regione Campania di risanare questa situazione e di prendere provvedimenti in merito tenendo conto della richiesta della Direzione Generale dell’ ASL Avellino, Prot. 0024683 del 15.11.2013. La stessa Direzione Generale conferma il fabbisogno territoriale per questo tipo di prestazioni, per tali specifiche tipologie di strutture (RSA) e chiede la deroga secondo L.R. 4/2011 per la nostra Struttura, riconoscendo la permanenza dei requisiti necessari secondo i regolamenti dell’ Accreditamento Istituzionale della Regione Campania , accertate dal Nucleo di Valutazione dell’ Asl che ha espresso il parere favorevole all’ Accreditamento Istituzionale per l’ attività in regime semiresidenziale per RSA e Centri diurni per Disabili non autosufficienti per 20 posti semiresidenziali Classe C. Certi che una situazione così importante e delicata che coinvolge il territorio, le famiglie e le persone disagiate a causa della propria disabilità non può rimanere non considerata.
Facciamo appello a tutte le istituzioni
Al Presidente della Repubblica Italiana Giorgio Napolitano
Al Presidente della Regione Campania on. Stefano Caldoro
Al Sub Commissario dott. Mario Morlacco
Al Sub Commissario prof. Ettore Cinque
Al Direttore Generale Asl AV Ing. Sergio Florio
di intervenire per poter risolvere al più presto questa situazione di disagio che si sta creando e per prevenire eventuali gesti di disperazione irreparabili.
Iniziando il Nuovo Anno nel segno della speranza e della pace per tutti e per ciascuno, mettiamo questa situazione così difficile nelle mani di Dio e nelle vostre mani affinché ognuno di voi possa dare la voce a coloro che non hanno possibilità di esprimersi”.

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Sospensione Idrica – Ecco le zone interessate

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L’Alto Calore Servizi S.p.A. comunica, con nota assunta a protocollo dell’Ente n. 17749 di oggi 16 giugno 2025,  che, a causa della diminuzione della disponibilità di risorsa idrica dal gruppo sorgentizio di Castel Baronia, si rende necessario effettuare la sospensione della fornitura idrica dalle ore 22.00 di oggi lunedì 16 giugno 2025 alle ore 06.00 del giorno successivo (17 giugno) nelle seguente contrade del Comune di Ariano Irpino : Tesoro, Trave, Paragano, Piano Taverna e Santa Regina.

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I comitati combattono i roghi mentre le autorità non battano un colpo

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A Sant’Anastasia e paesi limitrofi si avvertono cattivi odori, sia di giorno che di notte, prodotti, forse, dalla combustione di materiale di scarto proveniente dalla lavorazione di piccole imprese, non censite dal fisco, operanti in nero nella zona.  Oramai sono decenni che i roghi ci ricordano, non solo, che siamo nella terra dei fuochi ma che le autorità preposte alla tutela della saluta degli esseri viventi, non riesce a limitare o porre fine a questo infausto evento che inquina l’aria, i terreni e le acque imbrifere. Regna l’impotenza dei vari soggetti pubblici presenti nell’area, regna la sonnolenza dei comuni che non si coordinano né si uniscono in consorzi vocati alla salvaguardia della salute pubblica, né coinvolgono le associazioni ed i comitati che da decenni denunciano la presenza di fumi che impestano l’aria ed il degrado dell’area vesuviana, causa ed effetto dell’insorgere di patologie gravissime e mortali. I cittadini sono lasciati in una drammatica solitudine sulle fonti e l’entità dell’inquinamento, le autorità sono un muro di gomme, non divulgano i dati in loro possesso e, in alcuni casi, le loro azioni sembrano indirizzate a ricevere solo consensi elettorali. Se non sarà concepito un piano comune che coinvolga tutti gli attori, inclusi i cittadini, non si potrà combattere l’insalubrità dei luoghi. Devono essere messe in campo azioni volte all’emersione del lavoro nero, forse, la prima causa dei roghi nell’area. Il territorio appartiene alle persone oneste, va ridotto ai minimi termini il malaffare nonché le connivenze che tollerano l’inquinamento ambientale che provoca la morte anticipata, in media, di circa 3-4 anni rispetto al Centro-Nord. Lo Stato deve fare la sua parte costruendo infrastrutture moderne e favorendo la permanenza delle industrie nell’area vesuviana evitando, ad esempio, la delocalizzare del settore dell’auto di Pomigliano. Senza il lavoro alla luce del sole l’area vesuviana, e tutto il Meridione, non potrà rinascere né potrà ridurre il gap socio economico con il Centro-Nord. Senza una politica di riunificazione del Pese si andrà verso la disgregazione dell’unità e della coesione territoriale dello Stato.

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LEP (Livelli Essenziali delle Prestazioni) -Ognuno per sé e Dio per tutti!

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La Commissione dei Livelli Essenziali delle Prestazioni (CLEP), presieduta dal Prof. Sabino Cassese, ha concluso i lavori, aveva il compito di definire i livelli minimi dei servizi pubblici necessari a garantire i diritti civili e sociali uguali su tutto il territorio nazionale. Le conclusioni della commissione hanno portato allo scoperto uno spaccato sconvolgente, un nuovo modo di interpretare l’articolo 3 della Costituzione, infatti la Commissione diversifica i diritti discriminandoli in base a: costo della vita, territorio e clima. La mancanza di risorse finanziarie, fa varare i LEP a geometria variabile, le regioni meridionali, fragili e povere, proseguiranno a non avere servizi pubblici efficienti mentre quelle del Nord saranno sempre più ricche. Inoltre si aggiunga che, lo Spacca Italia (legge Calderoli), dovrà essere attuato ad invarianza di spesa per le finanze dello Stato. Ergo: ognuno per sé e Dio per tutti!

È un vestito cucito su misura per mantenere in vita le sperequazioni e le disuguaglianze, mai eliminate, tra le due Italia, creando le condizioni per la nascita delle gabbie salariale, giustificate dal presupposto che il costo della vita nel Meridione è più contenuto e gli stipendi dovrebberoessere adeguati al ribasso rispetto a quelli del Centro-Nord. La realtà è ben diversa, i Meridionali quotidianamente versano una tassa occulta legata alla mancanza o insufficienza dei servizi pubblici, costo non facilmente determinabile ma, se fosse fatto, forse, pareggerebbe i costi della vita con quelli del Nord. Nel Meridione mancano capillari mezzi di trasporto, il trasferimento verso i grandi centri avviene con mezzi privati, sono insufficienti gli asili nido ed è un sogno il tempo prolungato nella scuola dell’obbligo, l’alta velocità si ferma a Napoli. Per fortuna il referendum proposto contro la Calderoli ha raggiunto circa 1,2 milioni di firme, ora spetta alla Corte Costituzionale decidere se lo Spacca Italia dovrà essere sottoposta al vaglio della volontà popolare, in caso contrario,percorreremo un terreno inesplorato che potrebbe condurci alla separazione e alla nascita di un altro Stato.

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