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Verso il 1 maggio: Il giovane Karl Marx, film di straordinaria attualità, stasera su Rai tre

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I filosofi hanno finora soltanto interpretato il mondo in diversi modi, ora si tratta di trasformarlo

(Marx,11ma Tesi su Feuerbach) Mai affermazione fu più attuale: ora che un virus subdolo e temibile ci ha messi di fronte alla nostra organizzazione sociale e alla condizione di umana fragilità. La celebre affermazione di Karl Marx (incisa anche sulla sua tomba), intende rivendicare che, ciò che conta, non è la sola teoria, quanto soprattutto, l’azione rivoluzionaria (praxis) che ne deve seguire. Quella di cui in questo drammatico momento storico, abbiamo necessità, per rivedere e correggere le storture di una società iniqua e male organizzata, nella quale rimettere al centro il senso di umanità, che da troppo tempo è smarrito. Lo diceva molto bene Karl Marx, filosofo tedesco, economista, sociologo, politico, storico, nato a Treviri il 5 maggio 1818 e morto a Londra il 14 marzo 1883, non senza lasciare volumi fondamentali che ancora oggi possono farci da guida, anzi è necessario che siano rivalutati, nell’elaborazione di una indispensabile riorganizzazione sociale. Il suo pensiero, a 172 anni dall’elaborazione del Manifesto del Partito Comunista, si rivela oggi di enorme attualità, come se da allora, tanto tempo non fosse trascorso. L’interpretazione del mondo e dell’uomo, per Marx erano a un tempo impegno di trasformazione e attività rivoluzionaria: l’uomo risolve i suoi problemi, con un’azione criticamente illuminata e diretta. La teoria serve come presupposto per condurre all’azione pratica. Se all’inizio delle sue teorie, Marx usò comunismo e socialismo, in modo equivalente, dal 1848 in poi, preferì solo le espressioni comunisti e comunismo. Il Manifesto del Partito Comunista, rappresentava una critica radicale della società e dello Stato moderno. Alla base del Manifesto, la duplice situazione nella quale l’uomo moderno è costretto a vivere, diviso tra gli interessi particolari e privati da una parte, e quelli comuni dall’altra. Per Marx la società moderna, è caratterizzata da individualismo e atomismo, ovvero da un lato, da una condizione di egoismo e dall’altro, di esclusione dalla comunità. E giacché lo Stato legalizza questa situazione, riconoscendo il diritto al liberismo economico e alla proprietà privata, esso altro non è, che la proiezione politica, di una società strutturata in maniera asociale e diseguale. L’unico modo di realizzare una comunità solidale, per Marx, è l’eliminazione delle disuguaglianze reali tra gli uomini, che partono dalla proprietà privata dei mezzi di produzione. Sarà proprio la classe priva di proprietà, cioè il proletariato, per Marx, a realizzare la democrazia comunista. Nella società capitalistica, il lavoratore vive una condizione di alienazione in quanto strumento di un processo impersonale di produzione che lo rende schiavo, senza guardare ai suoi bisogni. Il capitalista (proprietario della fabbrica), sfrutta il lavoro di una certa categoria di persone (salariati) per accrescere la propria ricchezza, secondo la dinamica della logica del profitto. Nel 1867 Marx pubblicò in tal senso, il primo libro de Il Capitale, mentre gli altri due volumi usciranno postumi a cura di Engels, nel 1885 e nel 1894. Nel 1875 Marx scrisse la Critica del programma di Gotha. Da appassionata di cinema, vi consiglio di non perdere il film dedicato alla vita giovanile di Marx, in onda questa sera in prima visione su Rai Tre. Trama del film, dal titolo originale: Le jeune Karl Marx. Alla metà del Diciannovesimo secolo, l’Europa è in fermento. In Inghilterra, Francia e Germania i lavoratori scendono in piazza per protestare contro le durissime condizioni nelle fabbriche, e gli intellettuali partecipano come possono, all’opposizione. Uno di loro, il tedesco Karl Marx, a soli 26 anni, è costretto a rifugiarsi insieme alla moglie Jenny, a Parigi. Qui Karl conosce un suo coetaneo, Friedrich Engels, che, nonostante provenga da una ricca famiglia di industriali, simpatizza con le sue idee rivoluzionarie. Superate le prime resistenze, fra i due ragazzi nasce una solida amicizia che li porterà a conquistarsi la stima dei capi dei movimenti dei lavoratori, fino a diventarne leader a loro volta. Film del 2017, di genere drammatico-storico-biografico, per la regia di Raoul Peck, con: August Diehl, Stefan Konarske, Vicky Krieps, Olivier Gourmet, Hannah Steele, Rolf Kanies. Durata 125 minuti. In onda alle ore 21.20 su Rai 3. Da non perdere!

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La scorta di Ranucci siamo noi

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L’attentato a Sigrifido Ranucci è una violenza fatta a tutti noi; con modalità mafiosa volevanointimidire il giornalista per impedirgli di portare alla luce le nefandezze delle mele marce. L’azioneviene da lontano, dalle inchieste sui ministri del governo Meloni, dagli esposti inviati alle procure di mezza Italia, dalla mancata partecipazione alla presentazione dei palinsesti televisivi a Napoli, dalla riduzione delle puntate di Report. Azionesistematica indirizzata a minare la credibilità delle inchieste condotte da Sigrifido Ranucci, affiancate dall’isolamento e dalla delegittimazione sono il segnale che la malavita organizzata ha colto perzittirlo, senza riuscirci. La gente comune si erge a difesa della libertà di parola e di pensiero, principio scolpito nella Costituzione. Vogliono che sianoportati alla luce i retroscena del palcoscenico dove il nepotismo e gli interessi personali sono il programma dei mestieranti della politica. Sei la nostra voce, la nostra arma per far pulizia in politicae nella pubblica amministrazione, non l’hanno zittito, oggi è ancora più forte.

La Redazione di meridionemeridiani.info

esprime la solidarietà e la vicinanza alla Redazione di Report ed al giornalista Sigrifido Ranucci per il vile attentato subito.

Siamo con te, sei ognuno di noi.

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Direttivo provinciale di Forza Italia allargato a sindaci ed amministratori

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Sì è tenuta ieri sera all’Hotel Belsito di Avellino la riunione del direttivo provinciale di Forza Italia, allargata a sindaci ed amministratori.  

Un confronto lungo e articolato dal quale è innanzitutto emerso unanime e convinto sostegno alla candidatura del vice ministro degli Esteri, Edmondo Cirielli, alla presidenza della Regione Campania per la coalizione di centrodestra.

In primo luogo nelle parole del Segretario provinciale, Angelo Antonio D’Agostino, il convincimento che Forza Italia, in Irpinia come nel resto della regione, sarà il traino della coalizione risultando determinante per una vittoria che va costruita al centro, recuperando voto moderato.

La missione di Forza Italia, casa del popolarismo, è questa. Una missione alla portata, alla luce del grande lavoro di radicamento fatto in questi anni e degli enormi spazi che la candidatura di Roberto Fico per il centrosinistra, lascia sguarniti proprio nell’elettorato centrista. Forza Italia può e deve colmare quello spazio.

Venendo alla costruzione della lista, nel corso della discussione sono emerse molte disponibilità dai territori.  Profili diversi che nei giorni a venire saranno valutate nella massima condivisione, perché l’obiettivo di tutti deve essere quello di mettere in campo la migliore compagine possibile, connubio tra competenze e radicamento.

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Cisal, Picone: più attenzione a sicurezza dei lavoratori, anche in Irpinia troppi incidenti

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“Occorrono interventi concreti per garantire la sicurezza; le buone intenzioni o gli slogan non servono. Gli infortuni sul lavoro sono e restano una intollerabile emergenza, in Irpinia e Campania, come nel resto del Paese”. Ad affermarlo è Massimo Picone, coordinatore provinciale della Cisal di Avellino e commissario della categoria Metalmeccanici.

“I dati ufficiali – prosegue il dirigente sindacale – ci dicono che il fenomeno è in crescita al Sud, che registra il più alto tasso di incidenti mortali sui luoghi di lavoro. Ma in generale aumentano infortuni e decessi in itinere, nel percorso casa-luogo di lavoro. Una tendenza che si avvertiva già negli ultimi anni. Nei primi otto mesi del 2025 l’incremento è stato dell’8,8 %, 186 vittime, soprattutto del comparto industriale e dei servizi, 15 in più rispetto al 2024 e più o meno un quarto dei decessi complessivi.

Su questo versante ad incidere sono l’espansione dei bacini di pendolarità, l’aumento delle distanze tra abitazione e luogo di lavoro, la debolezza del trasporto pubblico e il conseguente uso del mezzo privato, tutti elementi che accrescono l’esposizione al rischio.  

In aumento anche le malattie professionali, quasi del 10%, rispetto all’anno precedente.

La sicurezza viene considerata purtroppo ancora soltanto un optional, all’interno di un quadro complessivo deprimente: precarietà, i salari più bassi d’Europa, l’uso sistematico di esternalizzazione del lavoro, crisi profonda di alcuni comparti come l’automotive, che in Irpinia costituisce una filiera produttiva importante per l’economia e per l’occupazione, ma su cui pendono molti problemi che ne compromettono la prospettiva”.

“E’ necessario pertanto – conclude Picone – che si investano più risorse sui controlli, aumentando il numero di ispettori che operano sul territorio, ma vanno modificati anche i processi produttivi. C’è bisogno inoltre che le politiche di sicurezza aziendale si integrino con misure di prevenzione estese agli spostamenti dei lavoratori, promuovendo iniziative coordinate in materia di mobilità sostenibile, riorganizzazione dei tempi di lavoro e rafforzamento delle infrastrutture di trasporto”.

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