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Uniti siamo più forti

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Prosegue incessante la migrazione dal Sud. Dal 2002 al 2017 circa 2 milioni di persone hanno lasciato questo territorio, inclusi 250 mila giovani in cerca di lavoro, volati senza biglietto di ritorno verso il Nord Italia o in Europa. Menti e braccia perse per sempre che sarebbero state indispensabili a far rinascere il Meridione, oramai corpo separato dal resto del Paese. Basta recarsi nel Nord Italia per comprendere la drammaticità di questi numeri, basta entrare in un market, in una vineria o in un ristorante e fai il viaggio nei dialetti meridionali, uomini e donne, una generazione non in visita di piacere ma strappati ai loro affetti e alla loro terra che non offre una prospettiva futura. È necessario che il Sud diventi la parte viva del Paese riaccendendo il secondo motore dell’economia italiana, mettendo in campo le risorse del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) indispensabili a dotare questo territorio di servizi all’altezza di un Paese civile. Senza i treni ad alta velocità che mettano in rete i porti del meridione, di linee telematiche di ultima generazione e di amministrazioni locali all’altezza della sfida, dotate di personale sufficiente, sarà estremamente improbabile la creazione di insediamenti produttivi ed il Sud continuerà ad essere la fucina di mano d’opera a buon mercato per il Nord.

Nel contempo ne risentirà l’intero apparato economico italiano ed in particolar modo il Nord che ha come primo mercato di riferimento i 21 milioni di cittadini residenti nel meridione. L’aver oliato per decenni con ingenti somme di denaro solo la locomotiva del Nord ha allargato la forbice tra le due macro aree accentuando ulteriormente la divisione socio-economiche ed il senso di abbandono del Sud al suo amaro destino. Né sono state poste le basi per affrontare la Questione Meridionale, tema relegato a fatto locale e mai inserito nell’agenda della politica Nazionale. Non possiamo perdere questo treno, è in gioco l’Unità e la coesione Nazionale. Uniti siamo più forti, la divisione crea inutili diffidenze in quanto siamo nella stessa barca: remando tutti insieme solcheremo il mare in tempesta approdando in un porto sicuro. L’Unità è un valore aggiunto, diversamente dovrà essere pensato un nuovo assetto costituzionale per il nostro Paese. È oramai suonata la campanella dell’ultimo giro e nessuno potrà dire di non essere informato.

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La scorta di Ranucci siamo noi

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L’attentato a Sigrifido Ranucci è una violenza fatta a tutti noi; con modalità mafiosa volevanointimidire il giornalista per impedirgli di portare alla luce le nefandezze delle mele marce. L’azioneviene da lontano, dalle inchieste sui ministri del governo Meloni, dagli esposti inviati alle procure di mezza Italia, dalla mancata partecipazione alla presentazione dei palinsesti televisivi a Napoli, dalla riduzione delle puntate di Report. Azionesistematica indirizzata a minare la credibilità delle inchieste condotte da Sigrifido Ranucci, affiancate dall’isolamento e dalla delegittimazione sono il segnale che la malavita organizzata ha colto perzittirlo, senza riuscirci. La gente comune si erge a difesa della libertà di parola e di pensiero, principio scolpito nella Costituzione. Vogliono che sianoportati alla luce i retroscena del palcoscenico dove il nepotismo e gli interessi personali sono il programma dei mestieranti della politica. Sei la nostra voce, la nostra arma per far pulizia in politicae nella pubblica amministrazione, non l’hanno zittito, oggi è ancora più forte.

La Redazione di meridionemeridiani.info

esprime la solidarietà e la vicinanza alla Redazione di Report ed al giornalista Sigrifido Ranucci per il vile attentato subito.

Siamo con te, sei ognuno di noi.

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Direttivo provinciale di Forza Italia allargato a sindaci ed amministratori

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Sì è tenuta ieri sera all’Hotel Belsito di Avellino la riunione del direttivo provinciale di Forza Italia, allargata a sindaci ed amministratori.  

Un confronto lungo e articolato dal quale è innanzitutto emerso unanime e convinto sostegno alla candidatura del vice ministro degli Esteri, Edmondo Cirielli, alla presidenza della Regione Campania per la coalizione di centrodestra.

In primo luogo nelle parole del Segretario provinciale, Angelo Antonio D’Agostino, il convincimento che Forza Italia, in Irpinia come nel resto della regione, sarà il traino della coalizione risultando determinante per una vittoria che va costruita al centro, recuperando voto moderato.

La missione di Forza Italia, casa del popolarismo, è questa. Una missione alla portata, alla luce del grande lavoro di radicamento fatto in questi anni e degli enormi spazi che la candidatura di Roberto Fico per il centrosinistra, lascia sguarniti proprio nell’elettorato centrista. Forza Italia può e deve colmare quello spazio.

Venendo alla costruzione della lista, nel corso della discussione sono emerse molte disponibilità dai territori.  Profili diversi che nei giorni a venire saranno valutate nella massima condivisione, perché l’obiettivo di tutti deve essere quello di mettere in campo la migliore compagine possibile, connubio tra competenze e radicamento.

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Cisal, Picone: più attenzione a sicurezza dei lavoratori, anche in Irpinia troppi incidenti

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“Occorrono interventi concreti per garantire la sicurezza; le buone intenzioni o gli slogan non servono. Gli infortuni sul lavoro sono e restano una intollerabile emergenza, in Irpinia e Campania, come nel resto del Paese”. Ad affermarlo è Massimo Picone, coordinatore provinciale della Cisal di Avellino e commissario della categoria Metalmeccanici.

“I dati ufficiali – prosegue il dirigente sindacale – ci dicono che il fenomeno è in crescita al Sud, che registra il più alto tasso di incidenti mortali sui luoghi di lavoro. Ma in generale aumentano infortuni e decessi in itinere, nel percorso casa-luogo di lavoro. Una tendenza che si avvertiva già negli ultimi anni. Nei primi otto mesi del 2025 l’incremento è stato dell’8,8 %, 186 vittime, soprattutto del comparto industriale e dei servizi, 15 in più rispetto al 2024 e più o meno un quarto dei decessi complessivi.

Su questo versante ad incidere sono l’espansione dei bacini di pendolarità, l’aumento delle distanze tra abitazione e luogo di lavoro, la debolezza del trasporto pubblico e il conseguente uso del mezzo privato, tutti elementi che accrescono l’esposizione al rischio.  

In aumento anche le malattie professionali, quasi del 10%, rispetto all’anno precedente.

La sicurezza viene considerata purtroppo ancora soltanto un optional, all’interno di un quadro complessivo deprimente: precarietà, i salari più bassi d’Europa, l’uso sistematico di esternalizzazione del lavoro, crisi profonda di alcuni comparti come l’automotive, che in Irpinia costituisce una filiera produttiva importante per l’economia e per l’occupazione, ma su cui pendono molti problemi che ne compromettono la prospettiva”.

“E’ necessario pertanto – conclude Picone – che si investano più risorse sui controlli, aumentando il numero di ispettori che operano sul territorio, ma vanno modificati anche i processi produttivi. C’è bisogno inoltre che le politiche di sicurezza aziendale si integrino con misure di prevenzione estese agli spostamenti dei lavoratori, promuovendo iniziative coordinate in materia di mobilità sostenibile, riorganizzazione dei tempi di lavoro e rafforzamento delle infrastrutture di trasporto”.

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