Attualità
Napoli, la cenerentola del reame

Manfredi si è presentato a Roma con il cappello in mano,ritornando a casa con in borsa 100 milioni di euro, pochi spiccioli che non dissetano la terza città d’Italia, gravata dai debiti e con il personale ridotto ai minimi termini. In dieci anni la pianta organica si è più che dimezzata, passando da 13 mila unità a poco meno di 5 mila, senza che vi fosse alcun intervento da parte dello Stato Centrale. È incomprensibile come l’ex Sindaco De Magistris non si sia interrogato sui motivi delle esigue risorse finanziarie messe a disposizione della città rispetto a quelle del Nord con popolazione simile. Se vi fosse stata un’attenta analisi forse sarebbe stato compreso il perverso meccanismo della ripartizione dei denari da parte del governo che applica il criterio della spesa storica, penalizzante per il Sud e favorevole per i territori che già godono di efficienti servizi.Fatto che riduce i diritti di cittadinanza ed esclude una rilevante percentuale dei bimbi napoletani, da zero a tre anni, dal poter usufruire del servizio degli asili nido, erogato solo al 10% dei residenti, mentre l’UE aveva posto l’asticella all’altezza minima del 33%. Bimbi discriminati rispetto ai coetanei di Milano che hanno a disposizione posti ben al di sopra del 40%.
Inoltre è mancata l’azione giudiziaria nei confronti dello Stato, finalizzata alla richiesta del 100% del fondo di perequazione, previsto dalla Costituzione a favore dei comuni a minore fiscalità, oggi, finanziato solo al 50%. Azione che consentirebbe alla città di incassare ulteriori 140 milioni di euro da spendere per servizi di pubblica utilità e proposta da circa 75 Sindaci italiani. Manfredi dovrà mettere in campo le azioni indispensabili al recupero delle risorse finanziarie oramai destinate, prevalentemente, alla presunta locomotiva del Nord. Oggi i cahiers de doléances è scritto da Manfredi che minaccia, ad un mese dalla sua elezione, di rimettere il suo mandato. Con l’esiguo personale ed il bilancio rattoppato, sarà complicato presentare i progetti per accedere ai finanziamenti del PNRR, occorre che lo Stato Centrale fornisca le risorse umane indispensabili a rendere efficiente ed efficace l’amministrazione di Napoli. Ciò che desta maggiore apprensione è il fatto che Manfredi, in quota PD, sia stato trattato come l’ex Sindaco De Magistris che non poteva contare su un governo “amico”. L’amarezza di Manfredi, rilanciata in diretta TV, nasce, probabilmente, da fatto che Draghi non ha assunto alcun impegno preciso per Napoli né sono state previste, a breve termine, risorse aggiuntive necessarie a dotarla di servizi efficienti simili a quelli goduti da altre città del Nord. In generale, il comportamento tenuto da Draghi nei confronti di Napoli,potrebbe sottintendere il disinteresse non solo nei confronti della città ma dell’intero Meridione, in quanto le risorse finanziarie del PNRR potrebbero essere impiegate, principalmente, ed in larga misura, per il Nord. In questa fase così incerta il Sindaco Manfredi deve essere affiancato dai cittadini, dai partiti, a prescindere dalla loro appartenenza politica, dalle organizzazioni imprenditoriali, dai sindacati per rivendicare i diritti e la dignità negata ai napoletani ed ai meridionali. Napoli ed il Meridione sono indispensabili per lo sviluppo economico del Paese e rappresentano il primo mercato commerciale per il Nord.Oggi più che mai le parole di Manfredi rilanciano nell’agorà della politica italiana il tema della sperequazione economica e sociale che da sempre divide le due macro aree.
Senza Napoli ed il Sud il Paese non riparte.
Attualità
Venerdì 3 ottobre sciopero generale CGIL in difesa di Flotilla, dei valori costituzionali e per Gaza

Roma, 1 ottobre – “L’aggressione contro navi civili che trasportavano cittadine e cittadini italiani, rappresenta un fatto di gravità estrema. Un colpo inferto all’ordine costituzionale stesso che impedisce un’azione umanitaria e di solidarietà verso la popolazione palestinese sottoposta dal governo israeliano ad una vera e propria operazione di genocidio. Un attentato diretto all’incolumità e alla sicurezza di lavoratrici e lavoratori, volontarie e volontari imbarcati. Non è soltanto un crimine contro persone inermi, ma è grave che il governo italiano abbia abbandonato lavoratrici e lavoratori italiani in acque libere internazionali, violando i nostri principi costituzionali”. Con queste parole la Cgil annuncia, in difesa di Flotilla, dei valori costituzionali e per Gaza, lo sciopero generale nazionale di tutti i settori pubblici e privati per l’intera giornata di venerdì, 3 ottobre, ai sensi dell’art.2, comma 7, della legge n.146/90. Durante lo sciopero generale, fa sapere la Cgil “saranno garantite le prestazioni indispensabili, come stabilito dalle regolamentazioni di settore”.
Attualità
Assemblea Alto Calore Servizi, il presidente Buonopane: “Bene la designazione di De Felice. Si riparte dal nostro documento con lo stop all’aumento delle tariffe”

“La quasi totalità dei voti dei soci presenti in assemblea per la designazione del nuovo amministratore di Alto Calore Servizi rappresenta un segnale importante di compattezza delle comunità locali. È la dimostrazione di una volontà comune di lavorare tutti insieme per salvare la società e per avere un servizio efficiente”. È quanto dichiara il presidente della Provincia, Rizieri Buonopane, al termine dell’assemblea di Acs nel corso della quale è stata eletta la professoressa Alfonsina De Felice per il vertice societario.
“Una figura di altissimo profilo – evidenzia il presidente Buonopane -, intorno alla quale gli amministratori presenti, senza distinzione di casacca politica, si sono ritrovati. Vanta un’esperienza importante che sarà sicuramente utile per risollevare le sorti di Alto Calore Servizi. Il senso di responsabilità ha prevalso tra i soci che hanno partecipato alla riunione odierna. Altrettanto fondamentale il voto favorevole alle linee di mandato che fanno sintesi tra il documento proposto dai sindaci che si sono riuniti nei giorni scorsi a Pietradefusi e quello che ho presentato nell’assemblea delle scorse settimane, nel quale al primo punto si chiede di bloccare l’aumento delle tariffe”, conclude il presidente Buonopane.
Attualità
Antonio Bianco:”Reprimere il dissenso per nascondere la pulizia etnica di Israele”

Il dissenso deve essere zittito, i social ammoniti e, se perseverano, chiusi. La singola voce redarguita con minacce velate che lo richiamano al suo ruolo istituzionale di pubblico ufficiale e docente che non gli consentirebbe – il condizionale è d’obbligo! – di ritenere vergognoso il comportamento del governo italiano assunto nei confronti del genocidio perpetrato a Gaza. Si vuole limitare la libertà di parola, espressa in forma associata o individuale, pur di giustificare l’ignavia del governo italiano che resta a guardare la pulizia etnica di Netanyahu mostrata in diretta TV con immagini violente, ingiustificate, inumane. Non è un video game, ma la cruda realtà di bambini, di donne, di uomini inermi uccisi negli atti di vita quotidiana oppure mentre soccorrono altri sventurati colpiti dai bombardamenti israeliani. Né meraviglia la manifestazione spontanea dei giorniscorsi, circa 1 milione di persone, che ha messo in luce lo sdegno e la vergona espressa dalla gente comune nei confronti dell’Italia che, giustifica, aiuta e supporta Israele senza che siano stati messi in stand by gli accordi sull’invio di armi (Il Fatto Quotidiano, 5 giugno 2025, articolo di Alessia Grossi). Certo sono ingiustificabili le azioni violente attuate durante le manifestazioni pacifiche, ma non si può nemmeno accettare che il governo non riconosca la valenza della manifestazione del 25 ottobre che volevamettere al centro del dibattito il senso di umanità,smarrita da menti orientate al genocidio dei palestinesi quale unico fine della missione di governo.
Azione politica e scelte che secondo Rula Jebreal, giornalista, nata ad Haifa ma anche cittadina israeliana, ospite di Accordi&Disaccordi sul Nove, le fanno affermare: “Gli ultimi sondaggi israeliani dicono che il 78% della popolazione è a favore delle politiche genocide di Israele (Il Fatto Quotidiano, 28 settembre 2025). Non dobbiamo restare in silenzio, non deve essere represso il dissenso manifestato in forma pacifica né la libertà di pensiero, il senso di umanità pervada la politica della Meloni e del suo governo.
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