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Maraia (M5S):” De Luca ad Ariano: una questione di dignità”

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Da Generoso Maraia, deputato del M5S, riceviamo e pubblichiamo:

Credevo di partecipare al funerale che i familiari e gli amici delle vittime di COVID non hanno potuto celebrare. Mi sono ritrovato invece nel bel mezzo di un comizio elettorale. Per fortuna esiste il conforto della Fede e la democrazia che garantisce la libertà di parola.
Ieri sull’altare dell’Arena Mennea di Ariano c’era la rassicurante statua della Madonna, che da sola bastava a colmare il dolore che hanno vissuto e continuano a vivere molti cittadini di Ariano. Sul finire della cerimonia, in ricordo dei morti e dei numerosi malati,sull’altare è saluta un’altra donna, questa volta in carne ed ossa, che ha cominciato a parlare ai cittadini con voce squillante.


Sarà forse stato il sole che mi accecava, ma d’improvviso l’altare ha smesso di essere un altare per diventare un palco. Anche le mie orecchie mi portavano alla mente quei discorsi dei divi del rock americano a sostegno di un candidato.

Così, all’improvviso, erano scomparsi i morti, le autoambulanze mai arrivate, i tamponi fatti dopo un mese, quelli comunicati dopo un altro mese e quelli persi. Erano scomparse le telefonate delle famiglie disperate perché abbandonate a loro stesse, le corse al Moscati di Avellino, l’ospedale di Ariano in tilt, l’omertà sulla clinica privata per anziani.

Purtroppo era tutto vero, l’altare che si trasformava in un palco politico e lo spot elettorale che andava in onda a reti locali unificate per il nostro salvatore, il messia, il candidato alle prossime elezioni regionali, il grande Vincenzo De Luca. Avrei volentieri evitato di ascoltare quel fiume di menzogne pronunciate dall’altare, avrei preferito non scrivere questo commento.

Poi, rivolgendo lo sguardo all’altra donna presente sull’altare, l’altissima Maria,  il mio animo si è nuovamente rasserenato perché, come un’illuminazione divina, alle parole del Commissario Prefettizio, pronunciate con grande foga dal palco, si sono sovrapposte le parole dello stesso Commissario che tre mesi fa, in piena emergenza COVID,  mi faceva notare in collegamento telefonico da Avellino che stavo facendo dell’allarmismo.

Questo ricordo assume una valenza divina perché può portare pace negli animi di tanti arianesi che, ispirandosi agli insegnanti del vero Messia, devono perdonare soprattutto chi non sa quello che fa.

Sarei stato volentieri in silenzio, come hanno fatto per tre mesi alcuni politici locali, latitanti per mesi ma oggi prontissimi ad usare la lingua, non per dire una parola di verità ma come strumento di venerazione della diva e del divo.

Tuttavia l’omertà, il silenzio, la menzogna non mi appartengono, così come non appartengono alla mia gente e alla mia Città.  Quello che ci appartiene e che nessuno potrà toglierci è la dignità di esseri umani, di cittadini, di arianesi.

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La scorta di Ranucci siamo noi

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L’attentato a Sigrifido Ranucci è una violenza fatta a tutti noi; con modalità mafiosa volevanointimidire il giornalista per impedirgli di portare alla luce le nefandezze delle mele marce. L’azioneviene da lontano, dalle inchieste sui ministri del governo Meloni, dagli esposti inviati alle procure di mezza Italia, dalla mancata partecipazione alla presentazione dei palinsesti televisivi a Napoli, dalla riduzione delle puntate di Report. Azionesistematica indirizzata a minare la credibilità delle inchieste condotte da Sigrifido Ranucci, affiancate dall’isolamento e dalla delegittimazione sono il segnale che la malavita organizzata ha colto perzittirlo, senza riuscirci. La gente comune si erge a difesa della libertà di parola e di pensiero, principio scolpito nella Costituzione. Vogliono che sianoportati alla luce i retroscena del palcoscenico dove il nepotismo e gli interessi personali sono il programma dei mestieranti della politica. Sei la nostra voce, la nostra arma per far pulizia in politicae nella pubblica amministrazione, non l’hanno zittito, oggi è ancora più forte.

La Redazione di meridionemeridiani.info

esprime la solidarietà e la vicinanza alla Redazione di Report ed al giornalista Sigrifido Ranucci per il vile attentato subito.

Siamo con te, sei ognuno di noi.

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Direttivo provinciale di Forza Italia allargato a sindaci ed amministratori

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Sì è tenuta ieri sera all’Hotel Belsito di Avellino la riunione del direttivo provinciale di Forza Italia, allargata a sindaci ed amministratori.  

Un confronto lungo e articolato dal quale è innanzitutto emerso unanime e convinto sostegno alla candidatura del vice ministro degli Esteri, Edmondo Cirielli, alla presidenza della Regione Campania per la coalizione di centrodestra.

In primo luogo nelle parole del Segretario provinciale, Angelo Antonio D’Agostino, il convincimento che Forza Italia, in Irpinia come nel resto della regione, sarà il traino della coalizione risultando determinante per una vittoria che va costruita al centro, recuperando voto moderato.

La missione di Forza Italia, casa del popolarismo, è questa. Una missione alla portata, alla luce del grande lavoro di radicamento fatto in questi anni e degli enormi spazi che la candidatura di Roberto Fico per il centrosinistra, lascia sguarniti proprio nell’elettorato centrista. Forza Italia può e deve colmare quello spazio.

Venendo alla costruzione della lista, nel corso della discussione sono emerse molte disponibilità dai territori.  Profili diversi che nei giorni a venire saranno valutate nella massima condivisione, perché l’obiettivo di tutti deve essere quello di mettere in campo la migliore compagine possibile, connubio tra competenze e radicamento.

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Cisal, Picone: più attenzione a sicurezza dei lavoratori, anche in Irpinia troppi incidenti

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“Occorrono interventi concreti per garantire la sicurezza; le buone intenzioni o gli slogan non servono. Gli infortuni sul lavoro sono e restano una intollerabile emergenza, in Irpinia e Campania, come nel resto del Paese”. Ad affermarlo è Massimo Picone, coordinatore provinciale della Cisal di Avellino e commissario della categoria Metalmeccanici.

“I dati ufficiali – prosegue il dirigente sindacale – ci dicono che il fenomeno è in crescita al Sud, che registra il più alto tasso di incidenti mortali sui luoghi di lavoro. Ma in generale aumentano infortuni e decessi in itinere, nel percorso casa-luogo di lavoro. Una tendenza che si avvertiva già negli ultimi anni. Nei primi otto mesi del 2025 l’incremento è stato dell’8,8 %, 186 vittime, soprattutto del comparto industriale e dei servizi, 15 in più rispetto al 2024 e più o meno un quarto dei decessi complessivi.

Su questo versante ad incidere sono l’espansione dei bacini di pendolarità, l’aumento delle distanze tra abitazione e luogo di lavoro, la debolezza del trasporto pubblico e il conseguente uso del mezzo privato, tutti elementi che accrescono l’esposizione al rischio.  

In aumento anche le malattie professionali, quasi del 10%, rispetto all’anno precedente.

La sicurezza viene considerata purtroppo ancora soltanto un optional, all’interno di un quadro complessivo deprimente: precarietà, i salari più bassi d’Europa, l’uso sistematico di esternalizzazione del lavoro, crisi profonda di alcuni comparti come l’automotive, che in Irpinia costituisce una filiera produttiva importante per l’economia e per l’occupazione, ma su cui pendono molti problemi che ne compromettono la prospettiva”.

“E’ necessario pertanto – conclude Picone – che si investano più risorse sui controlli, aumentando il numero di ispettori che operano sul territorio, ma vanno modificati anche i processi produttivi. C’è bisogno inoltre che le politiche di sicurezza aziendale si integrino con misure di prevenzione estese agli spostamenti dei lavoratori, promuovendo iniziative coordinate in materia di mobilità sostenibile, riorganizzazione dei tempi di lavoro e rafforzamento delle infrastrutture di trasporto”.

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