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Lorenzo Lo Conte, Irpiniacom – come superare le criticità: proposte e prospettive per ripartire

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In coincidenza con la riapertura di molte attività, soprattutto commerciali, nella cosiddetta “Fase 2”, abbiamo intervistato il Presidente di Irpiniacom sulla situazione ad Ariano Irpino.

Come e quando nasce il Consorzio Irpiniacom?

Il consorzio fu costituito il 7 maggio 2004 ad Ariano Irpino, come Consorzio di promozione commerciale della Provincia di Avellino. Fra i soci fondatori, imprese di Ariano Irpino, Grottaminarda, Vallata, Avellino e Lioni. Oggi è attivo, in particolare, nella sola Ariano Irpino.

Comprende circa 230 imprese di tutte le categorie produttive: commercio, artigianato, industria, agricoltura, turismo e servizi. Il Consorzio ha svolto una notevole azione aggregativa e di promozione commerciale soprattutto nei primi anni, dal 2004 al 2013, in particolare grazie all’attenzione della Camera di Commercio di Avellino, che in quel periodo ha incentivato notevolmente le attività dei Centri Commerciali Naturali: Irpiniacom costituì il Centro Commerciale Naturale “Viacardito”. La nostra azione si è affievolita negli anni successivi, per lo più per difficoltà legate a un’economia locale che non riusciva a trovare una sua “stabilità” per concentrare le imprese, in nuovi investimenti. Ancora oggi siamo in una fase stagnante, dalla quale però, dobbiamo uscire e riprenderci.

Irpiniacom ha realizzato la prima “piattaforma virtuale” ben 15 anni fa, con il sito Internet “irpiniacom.it”, strutturato in maniera da consentire ad ogni impresa associata, di avere all’interno del portale un proprio sito, per poter comunicare in assoluta autonomia e fare e-commerce dei suoi prodotti. Evidentemente, 15 anni fa era troppo prematuro e l’iniziativa si esaurì di lì a poco.

Oggi è in avanzata fase di realizzazione un moderno progetto marketplace “Irpiniacom”: se 15 anni fa era utile, nell’era del digitale e dell’informazione, la multicanalità è diventata indispensabile, per la sopravvivenza di qualsiasi impresa. Ne daremo notizia fra qualche giorno.

Come Presidente del Consorzio, quali sono le maggiori criticità riscontrate per le attività commerciali a causa dell’emergenza coronavirus?

A parte i problemi e le preoccupazioni legate all’epidemia in sé, ai timori di contrarla e ai pericoli per l’incolumità personale e familiare, aspetto che ha toccato tragicamente la mia famiglia con la perdita di mio fratello Franco, le attività commerciali vivono di flussi economici: entrate e uscite. Chiudere un’attività vuol dire azzerare ogni entrata, anche quelle indispensabili per le spese correnti: il pagamento delle fatture dell’energia elettrica, del gas, del telefono, dell’acqua, del fitto; nonché per le spese personali e di famiglia. Si sono azzerate le entrate, ma sono rimaste intatte le scadenze verso i fornitori, gli assegni bancari emessi, i titoli cambiari e le altre forme di scadenza di fine mese. Questo già a metà/fine marzo. Poi si è aggiunto aprile e per la maggior parte dei negozi, la chiusura si protrarrà fino al 17 maggio. Il giorno successivo chi riaprirà, me lo lasci dire, si ritroverà con una “montagna” di debiti ma senza risorse per poterli onorare. È illusorio pensare, inoltre, che si tornerà ad “incassare” come prima.

Da qui l’appello/proposta che abbiamo inoltrato alla Confcommercio Avellino Imprese per l’Italia, affinché arrivasse ai tavoli del Governo e consentisse l’apertura delle attività, in tutta Italia, “per continuare e non per fallire”. Abbiamo inoltre elaborato una proposta di accordo per la nostra città, rivolta ai proprietari dei locali in fitto, affinché condividano questo particolare momento di grave difficoltà economica con i conduttori dei negozi “chiusi per legge” e quindi non in condizione di pagare i relativi canoni.

Che proposta formulate ai proprietari dei locali commerciali?

Abbiamo elaborato una proposta di accordo, nell’ambito della nostra città, rivolta ai proprietari dei locali in fitto affinché condividano questo particolare momento di grave difficoltà economica con i conduttori dei negozi “chiusi per legge” e quindi non in condizione di pagare i canoni di fitto.

Attualmente si sta aspettando di leggere nel nuovo decreto quali siano concretamente le misure che il Governo ha annunciato proprio riguardo i fitti. Si spera in un intervento che agevoli le ulteriori trattative con i proprietari dei locali per una soluzione sopportabile per tutti.

Auspichiamo inoltre, in proposito, che la nostra amministrazione valuti la possibilità di una riduzione dell’IMU che faciliti i sacrifici ed i mancati introiti ai proprietari degli immobili in fitto.

Nella gestione dell’emergenza sanitaria ad Ariano, la ASL cosa avrebbe dovuto migliorare?

Guardi, su questo aspetto mi sono imposto di stendere un velo pietoso. Nel ringraziare quanti hanno inviato un saluto alla mia famiglia e ai familiari di mio fratello Franco, portato via proprio in questa tragica circostanza, ho parlato di “un apparato non meno letale del virus stesso”. Credo di aver espresso chiaramente come la penso sul sistema sanitario nel suo complesso, non solo quello locale, che dovrebbe tutelare la nostra salute.

Qual è la situazione riguardo i finanziamenti bancari annunciati dal Governo?

L’annuncio in realtà, è rimasto tale: nessun effetto concreto. Il Governo è stato alquanto intempestivo in questo caso a trattare l’argomento e anche gravemente impreparato, in quanto le norme emanate non tengono conto e anzi contrastano, con altre leggi dello Stato e con norme bancarie di obbligatoria applicazione che capovolgono quanto afferma il Governo, con il risultato che nessuna liquidità è stata concessa alle imprese, a parte qualche micro finanziamento, per un massimo di 25.000 euro. Ci vuole ben altro, e noi, le imprese, speriamo che nel prossimo decreto “maggio” (ex “aprile”) le proposte delle categorie produttive ed imprenditoriali, vengano tenute in debito conto. L’unico modo per ripartire, è la condivisione dei danni a carico delle imprese, che diversamente non saranno in grado di continuare il proprio lavoro. Nel nostro piccolo, il consorzio Irpiniacom è stato molto propositivo.

Ulteriori misure da richiedere anche al Commissario prefettizio?

La richiesta di istituzione della Zona Franca Urbana, è un provvedimento di grande valenza, che ci ha colti anche un po’ di sorpresa, in senso positivo. Ci auguriamo che si concretizzi, perché sarebbe la chiave per una vera ripresa e rinascita del territorio, grazie alle esclusive opportunità che ci consegnerebbe. Siamo in ogni caso grati al nostro Commissario e la ringraziamo per la tempestività e la lungimiranza.

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La scorta di Ranucci siamo noi

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L’attentato a Sigrifido Ranucci è una violenza fatta a tutti noi; con modalità mafiosa volevanointimidire il giornalista per impedirgli di portare alla luce le nefandezze delle mele marce. L’azioneviene da lontano, dalle inchieste sui ministri del governo Meloni, dagli esposti inviati alle procure di mezza Italia, dalla mancata partecipazione alla presentazione dei palinsesti televisivi a Napoli, dalla riduzione delle puntate di Report. Azionesistematica indirizzata a minare la credibilità delle inchieste condotte da Sigrifido Ranucci, affiancate dall’isolamento e dalla delegittimazione sono il segnale che la malavita organizzata ha colto perzittirlo, senza riuscirci. La gente comune si erge a difesa della libertà di parola e di pensiero, principio scolpito nella Costituzione. Vogliono che sianoportati alla luce i retroscena del palcoscenico dove il nepotismo e gli interessi personali sono il programma dei mestieranti della politica. Sei la nostra voce, la nostra arma per far pulizia in politicae nella pubblica amministrazione, non l’hanno zittito, oggi è ancora più forte.

La Redazione di meridionemeridiani.info

esprime la solidarietà e la vicinanza alla Redazione di Report ed al giornalista Sigrifido Ranucci per il vile attentato subito.

Siamo con te, sei ognuno di noi.

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Direttivo provinciale di Forza Italia allargato a sindaci ed amministratori

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Sì è tenuta ieri sera all’Hotel Belsito di Avellino la riunione del direttivo provinciale di Forza Italia, allargata a sindaci ed amministratori.  

Un confronto lungo e articolato dal quale è innanzitutto emerso unanime e convinto sostegno alla candidatura del vice ministro degli Esteri, Edmondo Cirielli, alla presidenza della Regione Campania per la coalizione di centrodestra.

In primo luogo nelle parole del Segretario provinciale, Angelo Antonio D’Agostino, il convincimento che Forza Italia, in Irpinia come nel resto della regione, sarà il traino della coalizione risultando determinante per una vittoria che va costruita al centro, recuperando voto moderato.

La missione di Forza Italia, casa del popolarismo, è questa. Una missione alla portata, alla luce del grande lavoro di radicamento fatto in questi anni e degli enormi spazi che la candidatura di Roberto Fico per il centrosinistra, lascia sguarniti proprio nell’elettorato centrista. Forza Italia può e deve colmare quello spazio.

Venendo alla costruzione della lista, nel corso della discussione sono emerse molte disponibilità dai territori.  Profili diversi che nei giorni a venire saranno valutate nella massima condivisione, perché l’obiettivo di tutti deve essere quello di mettere in campo la migliore compagine possibile, connubio tra competenze e radicamento.

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Cisal, Picone: più attenzione a sicurezza dei lavoratori, anche in Irpinia troppi incidenti

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“Occorrono interventi concreti per garantire la sicurezza; le buone intenzioni o gli slogan non servono. Gli infortuni sul lavoro sono e restano una intollerabile emergenza, in Irpinia e Campania, come nel resto del Paese”. Ad affermarlo è Massimo Picone, coordinatore provinciale della Cisal di Avellino e commissario della categoria Metalmeccanici.

“I dati ufficiali – prosegue il dirigente sindacale – ci dicono che il fenomeno è in crescita al Sud, che registra il più alto tasso di incidenti mortali sui luoghi di lavoro. Ma in generale aumentano infortuni e decessi in itinere, nel percorso casa-luogo di lavoro. Una tendenza che si avvertiva già negli ultimi anni. Nei primi otto mesi del 2025 l’incremento è stato dell’8,8 %, 186 vittime, soprattutto del comparto industriale e dei servizi, 15 in più rispetto al 2024 e più o meno un quarto dei decessi complessivi.

Su questo versante ad incidere sono l’espansione dei bacini di pendolarità, l’aumento delle distanze tra abitazione e luogo di lavoro, la debolezza del trasporto pubblico e il conseguente uso del mezzo privato, tutti elementi che accrescono l’esposizione al rischio.  

In aumento anche le malattie professionali, quasi del 10%, rispetto all’anno precedente.

La sicurezza viene considerata purtroppo ancora soltanto un optional, all’interno di un quadro complessivo deprimente: precarietà, i salari più bassi d’Europa, l’uso sistematico di esternalizzazione del lavoro, crisi profonda di alcuni comparti come l’automotive, che in Irpinia costituisce una filiera produttiva importante per l’economia e per l’occupazione, ma su cui pendono molti problemi che ne compromettono la prospettiva”.

“E’ necessario pertanto – conclude Picone – che si investano più risorse sui controlli, aumentando il numero di ispettori che operano sul territorio, ma vanno modificati anche i processi produttivi. C’è bisogno inoltre che le politiche di sicurezza aziendale si integrino con misure di prevenzione estese agli spostamenti dei lavoratori, promuovendo iniziative coordinate in materia di mobilità sostenibile, riorganizzazione dei tempi di lavoro e rafforzamento delle infrastrutture di trasporto”.

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