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Cultura Eventi e Spettacolo

Il museo delle feste – Esperienze, incontri e solidarietà tra Natale e l’Epifania

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Anche quest’anno il Museo Irpino con la Provincia di Avellino propone per le festività natalizie un calendario ricco di attività.
Nelle due sedi di Corso Europa e dell’ex Carcere Borbonico sono in programma
quattordici diversi appuntamenti, pensati per ogni età e tipi di pubblico.

Il museo delle feste” è il nuovo programma di attività ospitate dal Museo Irpino di Avellino dal 21 dicembre 2018 al 5 gennaio 2019.


L’iniziativa, ideata e curata da Mediateur per la Provincia di Avellino, è un invito a vivere il principale polo museale irpino attraverso inedite riletture degli spazi e delle collezioni, percorsi tematici alla scoperta della storia antica, eventi speciali e laboratori ludico-creativi: una formula ormai consolidata, che coniuga approfondimenti scientifici e divulgazione, curiosità e gioco, insieme ai quali non mancheranno, anche quest’anno, momenti di sensibilizzazione e solidarietà.

Si parte Venerdì 21 dicembre, alle ore 19.30, con “Carcere sotto le stelle”, visita speciale agli spazi interni ed esterni del Complesso monumentale dell’ex Carcere Borbonico, per (ri)scoprire le storie del suggestivo monumento ottocentesco sotto una nuova luce. Ingresso da Piazza De Marsico.

Sabato 29 dicembre, alle ore 11.30, sempre nell’ex Carcere Borbonico, “Aggiungi un posto a tavola!”, un incontro alla scoperta delle tradizioni storico-gastronomiche con gli amici del Museo Irpino provenienti dall’Ucraina, dalla Russia e dal Senegal: un momento di condivisione e di festa per salutare l’arrivo del nuovo anno.

Tour con tè” è il programma di quattro visite speciali che ogni giovedì e venerdì dal 27 dicembre al 4 gennaio rileggono in chiave narrativa gli spazi e le collezioni delle due sedi del museo. Le visite, gratuite e aperte a tutti, partiranno alle ore 16.00 e saranno tutte concluse con diversi tipi di tè serviti ai partecipanti.

Sabato 5 gennaio, alle ore 10.30, in programma uno speciale “Family Game” nella Sezione Risorgimentale del museo presso l’ex Carcere Borbonico: un gioco a squadre per tutta la famiglia tra giochi a quiz, prove di abilità e caccia ai reperti.

Non potevano mancare i laboratori per i più piccoli, dedicati a una divertente riscoperta della storia attraverso il cinema, che ispira i “Movie Lab” in programma giovedì 27 e venerdì 28 dicembre 2018, con “Gli Incredibili… del passato” e giovedì 3 e venerdì 4 gennaio 2019 con “Animali Fantastici”, entrambi alle 10.00, per tutta la famiglia.

Durante l’intero periodo festivo, infine, Mediateur ospiterà presso le due sedi del Museo Irpino il progetto “Museo solidale”, raccolta volontaria di beni alimentari e di prima necessità per l’infanzia, destinati alla Caritas Diocesana di Avellino per la gestione della Casa della Fraternità Monsignor Antonio Forte Mensa Dormitorio.

Un’iniziativa che scorre complementare alle attività in corso, il modo migliore per concludere un anno ricco di novità, successi ed emozioni al Museo Irpino, coniugando la valorizzazione del patrimonio culturale con l’impegno sociale.

Programma completo

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CARCERE SOTTO LE STELLE
/ Visita speciale

Museo del Risorgimento, ex Carcere Borbonico

venerdì 21 dicembre, ore 19.30

Illuminati dalle stelle si andrà alla scoperta delle storie e dei luoghi dell’ex Carcere Borbonico per un Natale “al fresco”. L’occasione per (ri)scoprire il suggestivo monumento ottocentesco sotto una nuova luce!

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TOUR CON TÈ

Visite tematiche… con sorseggio finale!

Quattro appuntamenti nelle due sedi del museo, che invitano a riscoprire la storia irpina attraverso percorsi di rilettura degli spazi e delle collezioni. E al termine uno speciale (e caldo) ringraziamento per tutti.

Museo Archeologico, Corso Europa

Giovedì alle ore 16.00

27 dicembre / Al banchetto delle feste nel mondo antico

3 gennaio / Immagini e volti dell’antica Roma

Museo del Risorgimento, ex Carcere Borbonico

Venerdì alle ore 16.00

28 dicembre / L’abito della festa nell’800

4 gennaio 2019/ Onori e onorificenze

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AGGIUNGI UN POSTO A TAVOLA! / N O V I T À

Museo del Risorgimento, ex Carcere Borbonico

Sabato 29 dicembre, ore 11.30

Se vuoi conoscere i segreti di un uomo, siediti a tavola e mangia con lui”

In compagnia di speciali amici provenienti da diverse nazionalità scopriremo i contatti, le similitudini e le uguaglianze nei banchetti antichi e moderni, come gli usi della cucina italiana e quella ucraina, il pasto più importante in Senegal, i cibi che si consumano in Russia e così via. Una mattinata originale, che invita la comunità irpina a un momento di condivisione e festa e a un’occasione preziosa per stringere nuovi rapporti con i nostri “nuovi cittadini”.

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FAMILY GAME

Gioco a squadre per famiglie

Museo del Risorgimento, ex Carcere Borbonico

Sabato 5 gennaio, ore 10.30

Un percorso tra giochi a quiz, prove di abilità e caccia ai reperti, alla scoperta delle bellezze, dei segreti e delle curiosità del Museo del Risorgimento. Una divertente occasione per giocare con tutta la famiglia, scoprendo nel frattempo l’affascinate storia dell’Ottocento raccontata attraverso i reperti del Museo.

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MOVIE LAB

GLI INCREDIBILI… DEL PASSATO!

Museo del Risorgimento, ex Carcere Borbonico

Giovedì 27 e venerdì 28 dicembre 2018, ore 10.00

Morelli e Silvati, Pironti, De Sanctis… direttamente dal Risorgimento i “supereroi” che hanno fatto l’Italia ci racconteranno le tante sfide affrontate per unire lo stivale!

per bambini dai 6 ai 9 anni

prenotazione consigliata

max 20 partecipanti

ANIMALI FANTASTICI

Museo Archeologico, Corso Europa

Giovedì 3 gennaio e venerdì 4 gennaio 2019, ore 10.00

Quanti animali fantastici abitavano nel mondo immaginario degli Antichi? Il leone di Nemea, il cinghiale calidonio, la terribile Gorgone, il temerario Pegaso, il furioso grifo… direttamente dal passato si animeranno davanti ai vostri occhi per raccontarvi “fantastiche” storie!

per ragazzi dai 10 ai 13 anni

prenotazione consigliata

max 20 partecipanti

Le attività sono completamente gratuite, ideate e curate da Mediateur e promosse dalla Provincia di Avellino.

I bambini possono partecipare a un massimo di due laboratori, per dare ampia possibilità di partecipazione.

È gradita la massima puntualità, si darà la precedenza ai bambini già presenti al Museo.
È vivamente consigliata la prenotazione.

Info & prenotazioni:


Museo Irpino del Risorgimento

Carcere Borbonico

Piazza Alfredo De Marsico

Museo Irpino Sez. Archeologica

Corso Europa, 251

tel. 0825 790 539-734

museoirpino@mediateur.it

facebook.it/museoirpino


www.museo-irpino.it

Mediateur è concessionaria dei servizi al Museo
Irpino per conto della Provincia di Avellino


Il programma potrebbe subire variazioni che

saranno comunicate su sito e social network

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Attualità

Convegno ad Ariano: “Aequum Tuticum, Crocevia del Sud”

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Le associazioni Amici del Museo di Ariano Irpino, Circoli Culturali “Pasquale Ciccone” e “Arnanah”, con il patrocinio del Comune di Ariano Irpino, organizzano il convegno dal titolo “Aequum Tuticum, crocevia del Sud”, che si svolgerà venerdì 26 settembre 2025 alle ore 17.30 presso Villa Kristall ad Ariano Irpino. L’incontro si propone di approfondire, in una prospettiva scientifica, il ruolo strategico dell’antico sito di Aequum Tuticum quale snodo fondamentale della viabilità antica, evidenziando l’importanza storica e le prospettive di valorizzazione.

Saluti istituzionali:

Enrico Franza, Sindaco di Ariano Irpino

S. E. Mons. Sergio Melillo, Vescovo della Diocesi Ariano-Lacedonia

Relatori:

Ing. Gerardo Troncone – Presidente Gruppo Archeologico Irpino Sulle orme di Orazio. La viabilità del centro sud negli antichi itinerari

Prof. Giuseppe Ceraudo – Professore ordinario di topografia antica presso l’Università del Salento La Via Traiana in Irpinia: un Patrimonio per l’Umanità

Prof.ssa Veronica Ferrari – Professore associato di aerotopografia archeologica presso l’Università del Salento Aequum Tuticum, un vicus crocevia di strade: le attività di ricerca Unisalento

Prof. Giuseppe Camodeca – Già Professore ordinario di Storia Romana ed Epigrafia Latina presso l’Università degli Studi di Napoli “L’Orientale” La documentazione epigrafica di Aequum Tuticum, vicus di Beneventum

Dott. Lorenzo Mancini – Funzionario archeologo della Soprintendenza ABAP Salerno e Avellino L’azione della SABAP SA-AV nel territorio di Ariano Irpino fra tutela, valorizzazione e pianificazione. Interventi e prospettive.

Moderatrice

D.ssa Ida Gennarelli, Archeologa già Ministero della Cultura Il convegno si inserisce in un percorso di ricerca e divulgazione volto a promuovere la conoscenza e la tutela del patrimonio storico-archeologico dell’Irpinia e dell’antico vicus di Aequum Tuticum, con l’intento di sollecitare le attività di recupero e di valorizzazione dell’attuale sito.

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Attualità

Occhi di aquila, mani di vento: le donne di miniera in Sardegna

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Roberto Carta, regista sardo, ha raccolto le testimonianze delle coraggiose donne che hanno lavorato in miniera: storie di progresso e di conquiste. Il documentario, nella rosa finalista dell’AIFF

“Nel 1938 lo sviluppo intensivo delle miniere carbonifere darà al fascismo il combustile per la guerra. Carbonia, capitale dell’oro nero nazionale, comincerà ad attrarre i disoccupati delle campagne”. Esordisce così il lungometraggio di Roberto Carta, dedicato al lavoro delle donne sarde nelle miniere, nella rosa dei finalisti alla tredicesima edizione dell’Ariano International Film Festival. Molte le crude testimonianze di donne che hanno lavorato in miniera o che raccontano indirettamente la vita delle loro madri o parenti strette. Anna Simbula, riferisce della madre, Delfina Dessì, nata a Santadi nel 1921 e morta appena prima di compiere cento anni. Delfina aveva lavorato nella miniera carbonifera di Carbonia, facendo la cernita senza mai fermarsi: non poteva, poiché con le altre formava una catena di montaggio. Viaggiava di notte sia all’andata che al ritorno, insieme ad altre cernitrici: tutte avevano paura, poiché c’erano i cacciatori e persino un bandito, del cui fucile vedevano il luccichio, nel tratto di strada che percorrevano. Così lo attraversavano di corsa, nel timore che potesse sparare anche a loro. Delfina, dormiva, come le sue colleghe, soltanto un paio d’ore, ma era una donna forte, che “non si piegava”. Una donna instancabile che, ricorda con orgoglio la figlia, dopo aver lavorato in miniera, continuava a farlo anche a casa. Era entrata a lavorare giovanissima, nel 1937 e ci era rimasta fino al 1951. È stata tra coloro che oltre al nome, hanno lasciato sui muri delle cave, anche l’impronta delle mani.                                                                                                                                                                      

Alla fine degli anni Trenta, nelle miniere del Sulcis erano occupate 254 donne, impiegate nei lavori di cernita o nelle laverie di Serbariu e Bacu Abis, altre lavoravano nei servizi, negli alberghi operai e nelle lavanderie. Doloretta Ledda racconta di aver lavorato prima in laveria, poi alla “noia”, un nastro adibito a trasportare i vagoni al piano superiore. Lavorava l’intera settimana in turni quotidiani dalle 8 alle 17, con un‘ora di stacco per il pranzo: aveva scelto di lavorare anche di domenica, dalle 7 alle 14. Genoveffa Valdarchi, aveva 28 anni e nonostante fosse madre di tre bambini, uno dei quali da allattare, copriva ben tre turni, come tutti gli altri operai. Il primo turno iniziava alle 7 di mattina con uscita alle 15; il secondo turno partiva alle 15 da Sirai, un quartiere di Carbonia un po’ distante, che raggiungeva a piedi, e terminava alle 22. L’ultimo turno era dalle 22 alle 7, ma per consentirle l’allattamento, le concedevano di uscire 2 ore prima. Ricorda delle sue paure di notte, quando da sola doveva percorrere le strade e si avvicinava a dei minatori, anche se sconosciuti, per superare lo sconforto. Faustina Piras racconta della possibilità di scegliere di rimanere più tempo in miniera poiché c’era molto lavoro. Lei in un mese, avendo lavorato “36 giornate”, aveva percepito 180 lire di stipendio, non certo una grande cifra, ma quanto le aveva consentito di iniziare ad acquistare il corredo che le serviva per sposarsi. Lavorare le piaceva, anche se non era un gioco: bisognava evitare di distrarsi a parlare ed escludere rapidamente le pietre dai nastri, altrimenti le avrebbero dovute togliere le ultime lavoranti, perché non scendessero con la parte buona del carbone. Iride Peis, insegnante elementare di Guspini (Sulcis-Iglesiente), si è appassionata alla storia mineraria del territorio fin da bambina, quando il nonno, fonditore, le parlava del suo lavoro nelle miniere di Montevecchio. Avendo sposato il medico della miniera, è stata ulteriormente facilitata nella conoscenza della materia, che a sua volta trasmette agli alunni. Nel 1855, l’ingegner Nicolay, direttore della miniera di Monteponi, racconta Iride, aveva visto le donne lavorare nei cortili delle case pulendo grano, fave e ceci e così, gli era venuta l’idea di portarle a lavorare in miniera a separare il minerale utile da quello sterile: “saranno più brave perché sono più attente e più svelte. Queste donne hanno occhi di aquila e mani di vento. Inoltre costeranno la metà degli uomini”. I cernitori (uomini) c’erano già, ma erano “il pidocchio in mezzo alla farina”, non sapevano muoversi bene, rispetto alle donne, – precisa Iride. “Sul salario, continua Iride, – si evidenzia la prima discriminazione, finché nel 1940 le cernitrici saranno sostituite dalle macchine. Le donne però cominceranno a farsi valere formando gruppi e associazioni, appoggiando proteste e scioperi dei loro familiari, anche per lunghi periodi, partecipando esse stesse in prima persona, resistendo alle pressioni”. Nadia Gallico Spano (ndr, tra le 21 donne elette nella Costituente, poi deputata del PCI) ricorda le lotte delle donne, operaie e contadine uccise nel rivendicare i propri diritti o per difendere quelli dei propri uomini. “Le donne sfidavano le violenze poliziesche, venivano persino arrestate e accettavano coraggiosamente anche lunghi periodi di sciopero, come quello di 72 giorni, in cui non ricevettero nessun salario e una popolazione di circa 52 mila persone, fu ridotta allo stremo”. Al convegno nazionale dell’UDI di Firenze del novembre 1948 la Spano comunicò della dura lotta in difesa delle miniere e della drammatica condizione delle famiglie di Carbonia prive di mezzi, ponendo l’accento sulla condizione femminile, che commosse le donne italiane. Grande combattente, Nadia Gallico Spano era amata e apprezzata nell’ambiente e a Carbonia in particolare, perché voleva donne indipendenti, coscienti della propria condizione e capaci di autogestirsi.                                                                                                                                                                   

 Roberto Carta, autore del documentario, che attualmente vive a Bologna, ma è affezionato alla sua terra, dove torna ogni volta che può, ci ha rivelato che l’idea di raccogliere le testimonianze femminili, gli è maturata a seguito dei racconti ascoltati da piccolo: i suoi nonni avevano lavorato in miniera e una sua zia, Albina, era morta a seguito di un incidente in miniera. Diversi erano stati gli uomini che avevano subito incidenti gravi in cui avevano perso gli arti o erano morti, ma lei è stata l’unica donna a perdere la vita: il suo vestito era rimasto impigliato in un rullo che l’aveva risucchiata. Non è stato facile realizzare il progetto, – ci ha raccontato – soprattutto per carenze di budget: da quando lo ha ideato a quando lo ha concluso, ambientandolo nei luoghi e nelle miniere in cui hanno lavorato le donne, sono passati due anni. Per la sua rilevanza sociale, ha ottenuto il contributo della Regione Sardegna.                                                                                                                                                                                      

Ancora il regista: “Come testimoniano nel documentario, le donne rimpiangono ancora il lavoro in miniera: erano contente di farlo, socializzavano, cantavano, e soprattutto, erano autonome, non erano costrette a stare a casa, come invece accadeva una volta sposate. Con il lavoro in miniera, avevano raggiunto la loro indipendenza, smarcandosi dal predominio maschile. Non lavoravano in condizioni facili, venivano pagate pochissimo, ma il loro sacrificio è servito ad aprire la strada alle altre donne”. Un documentario da vedere e diffondere: tra il pubblico, i giovani, nelle scuole, per comprendere quali sacrifici siano state capaci di fare le donne coraggiose che ci hanno preceduto per consentirci quelle conquiste che oggi troppo spesso si danno per scontate e di cui nella maggior parte dei casi non si conoscono le origini. Un percorso di emancipazione pagato a caro prezzo, per consentirci la libertà di scegliere.

Breve biografia di Roberto Carta                                                                                                                                                                                   

Roberto Carta, nato nel 1976 a Carbonia (SU), si è laureato al Dams di Bologna, indirizzo cinema. Dal 2004 al 2008 è stato aiuto regista nei lungometraggi, “Il vento fa il suo giro” e “L’uomo che verrà”, entrambi diretti da Giorgio Diritti (ndr, regista di: Volevo nascondermi, sulla vita di Ligabue, magistralmente interpretato da Elio Germano). È stato redattore per la trasmissione televisiva di Carlo Lucarelli (10 puntate) “Milonga Station”, in onda su Rai Tre.                                                                                              

Nel 2014 ha sceneggiato e diretto “Sinuaria”, cortometraggio ambientato nell’isola dell’Asinara, selezionato in numerosi festival cinematografici, e vincitore di 18 premi, tra cui la nomination ai David di Donatello 2015. Nel 2017 il regista ha diretto e montato: il corto – documentario, “Custodi del proprio territorio”, prodotto dall’ISMEA e il videoclip “Michimaus”, della cantante e attrice Angela Baraldi. Nel 2020 ha realizzato il cortometraggio “Lasciami andare” (ndr, sul banditismo sardo), ambientato nella Sardegna barbaricina, prodotto col sostegno della Regione Sardegna.                                                                                                                                                  

 “Donne di miniera” (2023), è il suo primo documentario: prodotto da Mario Pezzi, ha una durata di 55 minuti. Le musiche sono di Stefano Tore su tema di Maria Teresa Cau, montaggio di Erika Manoni.

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Attualità

I^ Edizione del premio Teatrale Città di Ariano Irpino

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8-9-10 Settembre 2025 | Camporeale (Ariano Irpino)

Ariano Irpino apre il sipario a una nuova avventura teatrale: nasce la I^ edizione del PREMIO TEATRALE CITTÀ DI ARIANO IRPINO, un progetto nazionale che punta a valorizzare giovani autori, compagnie emergenti e nuove drammaturgie.
Tre serate all’insegna della comicità, delle emozioni e della passione scenica, in una cornice suggestiva e unica: l’anfiteatro di Camporeale, già reso magico dal celebreevento Sunny Sunday. L’evento rientra nel programmadell’Estate Arianese 2025 ed è realizzato con il patrociniodel Comune di Ariano Irpino.

PROGRAMMA SPETTACOLI

8 SETTEMBRE ore 20:30
ARAPE ‘E ZITTO – Compagnia Maschere Nude
Regia di Ernesto Sasso

Una commedia romantica e travolgente ambientata in un attico al Vomero, tra tradimenti, incomprensioni ed equivoci. Risate, riflessioni e lacrime in un mix perfetto di emozioni che accompagneranno lo spettatore dalla prima all’ultima battuta.
Perché quando non funziona il citofono… Arape ‘e zitto!

Cast: Antonio Barbato, Veronica D’Alessio, Francesco Saverio Tisi, Maria Rosaria Escolino, Antimo Escolino, Sarah Ricci, Saira Pantalone

9 SETTEMBRE ore 20:30
ANDY & NORMAN – Produzione Yggdrasill APS
Regia di Alessandro Pagliaro
Con Francesco Castagnozzi, Alessandro Pagliaro, AngelitaCiccone e Rocco Vigliotta

Un grande classico della comicità americana, riproposto con una regia attuale e vivace. Due amici inseparabili, una donna che irrompe nelle loro vite e una serie infinita di situazioni comiche ed equivoci, tra amicizia, amore e illusioni.

10 SETTEMBRE ore 20:30
DUE DI TROPPO – Compagnia Gli Attori per Caso
Con Luca Landi e Antonio Tortora

Un duetto comico irresistibile, dove battute, contrasti e situazioni paradossali trascinano il pubblico in un vortice di risate. Una chiusura spumeggiante e brillante per questa prima edizione del Premio Teatrale.

UNO SGUARDO AL FUTURO

A partire da settembre 2025 sarà attiva la finestra di iscrizione alla 2^ edizione del Premio Teatrale Città di Ariano Irpino, aperta a tutte le compagnie amatoriali sul territorio nazionale.
La nuova rassegna si terrà a settembre 2026.

Tutte le info, il programma completo e le modalità di partecipazione saranno disponibili sul sito ufficiale: www.yggdrasill.info

Location: Camporeale – Ariano Irpino (AV)
Date: 8-9-10 Settembre 2025
Orario spettacoli: 20:30

Ariano Irpino riscopre il teatro… e lo fa in grande!

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