Mettiti in comunicazione con noi

Attualità

IL CARCERE RENDE SICURA LA SOCIETA’ CIVILE?

Pubblicato

-

Lo scorso 19 maggio l’Anm ha rinnovato l’appello per l’approvazione della riforma penitenziaria.

Ci sono Associazioni che organizzano e promuovono iniziative, laboratori, progetti; attivati e da attivare nelle strutture detentive.

Occorre ripensare attività da svolgere o svolte nelle strutture detentive, affinché si trasmetta il concetto che la vita è altro rispetto alla cella. La vita ha spazi più ampi.

Il lavoro nobilita l’uomo, insuperato aforisma.

Il lavoro, i percorsi formativi, l’istruzione, sono strumenti basilari della dignità umana.

Il sistema penitenziario (ancora prima la riforma), deve affrontare e gestire l’economia carceraria perché sia un volano di formazione sostituendosi, per molti versi, alla società. Che non ha saputo/potuto creare persone integrate invece che bubboni da rinchiudere.

In tale prospettiva l’economia carceraria può esplicare il potenziale produttivo e contribuire alla crescita del paese.

Perché nel carcere si possono realizzare condizioni produttive virtuose, solidali. Un’economia pulita, con valore sociale rigenerante. Perché può costituire riscatto sociale.

Dai dati del 2007 (ultimi disponibili) dell’Associazione Antigone, il 39% delle persone uscite dal carcere vi ha fatto rientro, una o più volte, negli ultimi 10 anni. Il dato rileva che molto spesso il carcere non aiuta la sicurezza dei cittadini.

Attualmente sono detenuti in carcere 58 mila persone, Il 37% non ha precedenti carcerazioni; oltre 7 mila già stati in carcere più di 5 volte. Abituali dunque.

L’analisi aggiunge che la metà degli italiani in carcere (che costituiscono il 49,6%) e il 38,8% degli stranieri hanno fino a quattro detenzioni. Secondo l’associazione, questo tipo di detenzione non impedisce la recidiva. Aumentano, al contrario, le persone che usufruiscono della ‘’messa alla prova’’, un esperimento per evitare il sovraffollamento.

Parliamo di 12.278 persone.

Cosa propone l’Associazione Antigone?

Occorre investire in risorse umane e sociali.

Ovviamente non si parla dei detenuti sottoposti al 41bis (724 detenuti), quelli in Alta Sicurezza (8.862), il 15% del totale.

Al momento, si teme così sarà in futuro, non si parla di emanazione del decreto di riforma dell’ordinamento penitenziario, sebbene sia stato affrontato, discusso, analizzato.

Intanto l’anno in corso registra 17 detenuti suicidi. Persone, alcuni di loro, con precedenti di autolesionismo e con pene da scontare per cumulo. anche recentissimi e che rispondeva di reati con un cumulo di pena non alto.

Il sistema non attiene soltanto ai detenuti ma anche ai funzionari preposti alla sorveglianza; la criticità del sistema impone la riflessione seria sulla pena certa senza ingolfare il carcere con le insicurezze sociali.

Ci sono progetti/laboratori funzionanti: ‘’Cotti in Fragranza’’ è un laboratorio, al Malaspina di Palermo, per la preparazione di prodotti da forno di alta qualità, gestito dalla Cooperativa Sociale Rigenerazioni Onlus. Da qualche anno offre percorsi che danno professionalità efficaci in proiezione impresa sociale magari partecipata.  E’ la prima realtà imprenditoriale in un Istituto Penale per i Minorenni del sud. (terza in tutta Italia). L’obiettivo? Una stabile inclusione dei giovani attraverso la formazione, possono diventare lavoratori specializzati o autonomi, una volta scontata la pena.

L’apprendimento reciproco è condizione necessaria e, forse, l’unica strategia valida.

Altro esempio formativo è un progetto fotografico per raccontare l’essere umano, i rischi e gli inganni della sua libertà. Ombre che annullano le certezze e gli affetti. Appunto “Luci e Ombre”, progetto messo in atto dall’Associazione Inforidea Idee in Movimento. Realizzato nel carcere di Avezzano d’intesa con il Ministero di Giustizia. Viene insegnata la professione di fotografo ai detenuti i quali realizzano album fotografici

I detenuti (‘carcerati’) sono incerti, sono sconfitti. Sono o rischiano di diventare emarginati, esuli che percorrono strade diverse da quelle indicate dalla società.
gli allievi sono stati accompagnati all’esterno, hanno affrontato la tragedia di Rigopiano, l’immigrazione, l’Ilva di Taranto, il mondo giovanile e il mondo delle sette sataniche, la condizione della donna e della guerra e la tragedia degli internati delle Fraschette di Alatri (campo di internamento riempito di donne e uomini antifascisti)

I migliori lavori degli allievi/detenuti hanno consentito di realizzare mostre ad Avezzano e a Roma. E’ stato realizzato un libro fotografico edito dalla Herald Editore – Info Carcere.

Il progetto ‘’Caffè Galeotto’’ prevede la produzione, torrefazione, nell’Istituto Penitenziario Rebibbia Nuovo Complesso di Roma. Il prodotto, miscelato con i migliori caffè crudi provenienti da vari continenti, viene tostato dalla Cooperativa sociale Pantacoop. Il caffè, particolare nel colore e nel gusto, è definito eccellente.

La Coop Lazzarelle, di sole donne, nasce nel 2010. La Cooperativa con le donne detenute produce caffè artigianale, secondo l’antica tradizione napoletana, all’interno del più grande carcere femminile di Pozzuoli (Napoli). In aggiunta alla produzione di caffè, realizzano quella di tè, infusi e tisane. Nella cooperativa si sono avvicendate sino 56 donne. Molte di loro, mai avevano avuto un contratto di lavoro, un salario trasparente, contributi. Le confezioni di caffè sono realizzate in materiale plastico senza alluminio in modo da poter essere riciclate con la plastica nella raccolta differenziata.

Ci sono tanti, diversi e importanti progetti messi in atto.

Anche per tale realtà diventa fondamentale la riforma del sistema.

Attualità

Convegno ad Ariano: “Aequum Tuticum, Crocevia del Sud”

Pubblicato

-

Le associazioni Amici del Museo di Ariano Irpino, Circoli Culturali “Pasquale Ciccone” e “Arnanah”, con il patrocinio del Comune di Ariano Irpino, organizzano il convegno dal titolo “Aequum Tuticum, crocevia del Sud”, che si svolgerà venerdì 26 settembre 2025 alle ore 17.30 presso Villa Kristall ad Ariano Irpino. L’incontro si propone di approfondire, in una prospettiva scientifica, il ruolo strategico dell’antico sito di Aequum Tuticum quale snodo fondamentale della viabilità antica, evidenziando l’importanza storica e le prospettive di valorizzazione.

Saluti istituzionali:

Enrico Franza, Sindaco di Ariano Irpino

S. E. Mons. Sergio Melillo, Vescovo della Diocesi Ariano-Lacedonia

Relatori:

Ing. Gerardo Troncone – Presidente Gruppo Archeologico Irpino Sulle orme di Orazio. La viabilità del centro sud negli antichi itinerari

Prof. Giuseppe Ceraudo – Professore ordinario di topografia antica presso l’Università del Salento La Via Traiana in Irpinia: un Patrimonio per l’Umanità

Prof.ssa Veronica Ferrari – Professore associato di aerotopografia archeologica presso l’Università del Salento Aequum Tuticum, un vicus crocevia di strade: le attività di ricerca Unisalento

Prof. Giuseppe Camodeca – Già Professore ordinario di Storia Romana ed Epigrafia Latina presso l’Università degli Studi di Napoli “L’Orientale” La documentazione epigrafica di Aequum Tuticum, vicus di Beneventum

Dott. Lorenzo Mancini – Funzionario archeologo della Soprintendenza ABAP Salerno e Avellino L’azione della SABAP SA-AV nel territorio di Ariano Irpino fra tutela, valorizzazione e pianificazione. Interventi e prospettive.

Moderatrice

D.ssa Ida Gennarelli, Archeologa già Ministero della Cultura Il convegno si inserisce in un percorso di ricerca e divulgazione volto a promuovere la conoscenza e la tutela del patrimonio storico-archeologico dell’Irpinia e dell’antico vicus di Aequum Tuticum, con l’intento di sollecitare le attività di recupero e di valorizzazione dell’attuale sito.

Continua a leggere

Attualità

Il futuro di Alto Calore Servizi al centro di un confronto tra i presidenti delle Province di Avellino e Benevento

Pubblicato

-

Unità di intenti per la gestione della società. Il futuro dell’Alto Calore Servizi al centro di un confronto che si è tenuto oggi tra il presidente della Provincia di Avellino, Rizieri Buonopane, e il presidente della Provincia di Benevento, Nino Lombardi.

Dall’incontro sono emerse la volontà e la determinazione comune di superare la fase di impasse che si registra per la società, tenendo fuori le questioni politiche dalle decisioni concernenti la gestione di Alto Calore Servizi. E ciò nell’ottica di individuare le soluzioni migliori che possano permettere di ridurre i disagi all’utenza e di consentire di accelerare sul piano di ammodernamento delle reti, tenendo ben presenti i parametriprevisti dal concordato.

I presidenti Buonopane e Lombardi lanciano un appello all’unità e a fare sintesi sugli obiettivi, per evitare in questa fase dannose divisioni. Condividono, inoltre, la necessità che il management della società conservi un ruolo prettamente tecnico, tenendosi ben distante da ruoli e discussioni partitiche che sono appannaggio dei sindaci-soci, i quali si trovano ad affrontare quotidianamente le giuste rimostranze delle comunità costrette praticamente ogni giorno a sopportare disservizi per l’approvvigionamento idrico.

Continua a leggere

Attualità

Gaza, Castellone (M5S): “Netanyahu compie il passo finale. Abbiamo toccato uno dei punti più bassi della storia moderna.

Pubblicato

-

“Mentre il mondo continua a discutere sui termini lessicali da utilizzare per definire questo abominio, Netanyahu compie il passo finale: stanotte l’esercito israeliano è entrato a Gaza per raderla al suolo.” così la Vicepresidente del Senato Mariolina Castellone (M5S) sui suoi social. “Le poche fonti dalla Striscia parlano di carri armati in ingresso a Gaza City e raid aerei che, come sempre, non risparmiano i civili e le poche costruzioni ancora in piedi. A nulla servono le piazze piene di centinaia di migliaia di cittadini in tutto il mondo, a nulla serve il coraggio eroico della Global Sumud Flotilla che sta provando a raggiungere Gaza via mare per aprire un varco umanitario. A nulla servono le denunce che facciamo nelle aule parlamentari. Il passo finale si sta compiendo. A Gaza l’umanità ha toccato uno dei punti più bassi della storia moderna. E non c’è da offendersi se si dice che siamo tutti complici. Tutti noi che abbiamo assistito inermi a questa tragedia. Il mio cuore è con le centinaia di migliaia di palestinesi che hanno deciso di restare nella loro terra perché non c’è altro luogo in cui possano sentirsi a casa e con le famiglie degli ostaggi israeliani che sono ancora nelle mani di Hamas e rischiano di essere utilizzati come scudi.”

Continua a leggere
Advertisement

Più letti