News
Harambee-Movimento per i Beni Comuni:”Questa volta non abbiamo trovato le condizioni per esprimere nostri candidati”
A una settimana dal voto amministrativo ed europeo Harambee si è riunito. Vogliamo rivolgerci a chi ci segue e a tutti coloro che vedono nel movimento un riferimento di analisi e indirizzo politico.
Harambee stavolta non ha trovato le condizioni per esprimere candidati propri. Se qualche attivista lo ha fatto non ha condiviso la sua scelta col movimento. Sia chiaro: nessuno è candidato in nome e per conto di Harambee.
Sicuramente ci si augura che coloro che hanno Harambee come riferimento politico esprimano per cominciare tutti i voti possibili e tutte le preferenze senza astensioni o voti nulli.
Speriamo che i voti siano espressi per candidati meritevoli. Un voto in favore di una politica attenta specialmente a quei cittadini che stanno vivendo un alto grado di precarietà economica, sociale ed esistenziale.
Attualmente riteniamo che le categorie meno tutelate siano quelle dei lavoratori autonomi, le partite IVA, i liberi professionisti, il piccolo commercio.
Settori e categorie, questi, che fanno un’enorme fatica, a differenza dei lavoratori dipendenti, ad identificarsi come classe sociale unita e compatta così da adottare dei metodi di lotta e relazione con le istituzioni e con altri poteri dello Stato, dell’economia e della società. Categorie che non riescono a contrastare l’ingiustizia della precarietà e della disoccupazione di breve o lunga durata che li affligge.
Spesso sono fasce ad alta e altissima scolarizzazione ma, senza alcun potenziale contrattuale. Sono macellate economicamente su un mercato del lavoro che rassomiglia più ad una giungla senza regole, dove il più forte ha sempre e comunque ragione, piuttosto che ad una civile e ben regolamentata società del progresso.
Su tutto il resto si invita il nostro elettorato a fare sempre e comunque riferimento ai valori della Costituzione Italiana che sono quelli che Harambee ha scelto come riferimenti statutari.
Se c’è una cosa di cui andiamo fieri è la nostra onestà intellettuale. Harambee nasce su una sete di partecipazione che nel 2011 ci spinse a continuare l’esperienza referendaria. Lo zeitgeist in questi ultimi 8 anni è molto cambiato. Quella urgente domanda concreta di partecipazione si è per certi versi esaurita lasciando nuovamente il posto alla delega. I nostri attivisti continuano ad interessarsi telematicamente al movimento facendosi sentire quasi tutti costantemente. Tuttavia la loro disponibilità alla concreta partecipazione personale ha ceduto il passo alle private fatiche quotidiane. Ognuno è assorto nella propria guerra personale contro le difficoltà di sopravvivenza che ogni giorno affogano tutto il resto della vita, dai rapporti sociali fino compromettere la propria presenza attiva nei meccanismi di partecipazione politica. Harambee ha una composizione sociale composta di cittadini fra i 20 e i 50 anni, scolarizzazione alta, attenzione al sociale, alla cultura e ovviamente alla politica. La maggior parte di chi in Harambee ha smesso di partecipare attivamente alla politica lo fatto in quanto la lotta alla propria precarietà ha assorbito tutte le risorse di tempo, quelle economiche e psicologiche. Altri invece, forse per loro fortuna, hanno smesso di frequentare il movimento proprio perché hanno vinto la fuoriuscita dalla precarietà e quindi hanno probabilmente smesso di avvertire l’urgenza e l’imperativo della partecipazione. Avevano evidentemente inteso Harambee come un sindacato, un’avvocatura attraverso cui provare in qualche modo a risolvere le proprie difficoltà private. Hanno poi forse trovato in piccoli compromessi e in qualche candidatura di scambio la fine del loro contributo alla costruzione di un pensiero collettivo diverso. Forse doveva andare così.
Ciò che rincuora è tuttavia il lento crescere delle adesioni ad Harambee e il costante tenersi in contatto che quasi tutti gli attivisti avvertono come un bisogno, un filo di comunicazione aperto, un canale che è al tempo stesso appartenenza e identità.
Per questi e mille altri motivi il Movimento Harambee continuerà ad avere luogo. Siamo stati prima una realtà sociale, poi un luogo politico e infine soggetto politico ed elettorale. Oggi probabilmente siamo un piccolo attore elettorale e una realtà di pensiero politico e culturale in questo territorio e, grazie ad internet, su questo pianeta.
Le esperienze e gli avvenimenti di questi 8 anni ci hanno insegnato molte cose. Ad esempio che la politica diventa una scommessa impossibile se non si ha un minimo di stabilità. E poi abbiamo capito che uno dei nostri presupposti statutari fondativi è ancora lontano da venire. Una democrazia partecipata, diretta, non mediata, orizzontale oggi è un frutto troppo acerbo per essere anche solo immaginato, almeno in questa nazione.
L’esperienza nazionale deleteria del M5S in questo campo ne è una triste conferma.
MeetUp disattesi, dirette web scomparse, candidature eterodirette, affiliazioni familistiche, decisioni comitivali, forzature continue, mediocrità premiata, complottismo e sovranismo promossi a riferimento culturale stanno là a dimostrarlo impietosamente.
E poi l’analfabetismo funzionale e l’odio esondante sui social network è la conferma che un popolo per poter fare a meno di mediatori politici intermedi deve meritarselo. E noi, al momento certamente non ce lo meritiamo affatto.
È una fase difficile quella corrente. È quella in cui la digos entra nelle case per rimuovere dal balcone con la forza striscioni dove c’è scritto “Restiamo Umani”, identificare e magari arrestare gli autori di questo gesto così sovversivo.
È questa la fase in cui in piazza si attacca il Papa per le sue parole di carità e misericordia e subito partono i fischi contro il pontefice probabilmente più rappresentativo del Cristo di tutta la storia della Chiesa Cattolica.
Sono questi i giorni in cui la morte di disperati in mare, ritenuti colpevoli di quasi tutti i mali del nostro Paese, sortisce giubilo ed esaltazione ossessiva collettiva.
Sono gli anni in cui i mediocri, incompetenti e profani vengono individuati come valida alternativa alla corruzione.
Sono i mesi in cui la forza politica che ruba 49 milioni si fa paladina degli onesti.
Ci stiamo ammalando. E quelli come noi sono chiamati ad intervenire. Non c’è cartolina per questa chiamata. Se sei fra quelli che possono e devono fare qualcosa lo senti senza bisogno di convocazioni. Serve collaborazione e unità fra tutti gli attori politici, sociali e culturali che provano inquietudine per la fase che stiamo attraversando.
Pur nella nostra connaturata autonomia è questa la fase di trovare sinergie, interlocuzioni, individuare partner, fare rete con altre comunità, altri collettivi, con chiunque condivida il nostro stesso paradigma di valori statutari: i valori della Costituzione italiana.
Restiamo umani e restiamo insieme, perché ognuno di noi da solo non potrà né cambiare e né tanto meno salvare questo mondo.
Attualità
La scorta di Ranucci siamo noi
L’attentato a Sigrifido Ranucci è una violenza fatta a tutti noi; con modalità mafiosa volevanointimidire il giornalista per impedirgli di portare alla luce le nefandezze delle mele marce. L’azioneviene da lontano, dalle inchieste sui ministri del governo Meloni, dagli esposti inviati alle procure di mezza Italia, dalla mancata partecipazione alla presentazione dei palinsesti televisivi a Napoli, dalla riduzione delle puntate di Report. Azionesistematica indirizzata a minare la credibilità delle inchieste condotte da Sigrifido Ranucci, affiancate dall’isolamento e dalla delegittimazione sono il segnale che la malavita organizzata ha colto perzittirlo, senza riuscirci. La gente comune si erge a difesa della libertà di parola e di pensiero, principio scolpito nella Costituzione. Vogliono che sianoportati alla luce i retroscena del palcoscenico dove il nepotismo e gli interessi personali sono il programma dei mestieranti della politica. Sei la nostra voce, la nostra arma per far pulizia in politicae nella pubblica amministrazione, non l’hanno zittito, oggi è ancora più forte.
La Redazione di meridionemeridiani.info
esprime la solidarietà e la vicinanza alla Redazione di Report ed al giornalista Sigrifido Ranucci per il vile attentato subito.
Siamo con te, sei ognuno di noi.
Attualità
Direttivo provinciale di Forza Italia allargato a sindaci ed amministratori
Sì è tenuta ieri sera all’Hotel Belsito di Avellino la riunione del direttivo provinciale di Forza Italia, allargata a sindaci ed amministratori.
Un confronto lungo e articolato dal quale è innanzitutto emerso unanime e convinto sostegno alla candidatura del vice ministro degli Esteri, Edmondo Cirielli, alla presidenza della Regione Campania per la coalizione di centrodestra.
In primo luogo nelle parole del Segretario provinciale, Angelo Antonio D’Agostino, il convincimento che Forza Italia, in Irpinia come nel resto della regione, sarà il traino della coalizione risultando determinante per una vittoria che va costruita al centro, recuperando voto moderato.
La missione di Forza Italia, casa del popolarismo, è questa. Una missione alla portata, alla luce del grande lavoro di radicamento fatto in questi anni e degli enormi spazi che la candidatura di Roberto Fico per il centrosinistra, lascia sguarniti proprio nell’elettorato centrista. Forza Italia può e deve colmare quello spazio.
Venendo alla costruzione della lista, nel corso della discussione sono emerse molte disponibilità dai territori. Profili diversi che nei giorni a venire saranno valutate nella massima condivisione, perché l’obiettivo di tutti deve essere quello di mettere in campo la migliore compagine possibile, connubio tra competenze e radicamento.
Attualità
Cisal, Picone: più attenzione a sicurezza dei lavoratori, anche in Irpinia troppi incidenti
“Occorrono interventi concreti per garantire la sicurezza; le buone intenzioni o gli slogan non servono. Gli infortuni sul lavoro sono e restano una intollerabile emergenza, in Irpinia e Campania, come nel resto del Paese”. Ad affermarlo è Massimo Picone, coordinatore provinciale della Cisal di Avellino e commissario della categoria Metalmeccanici.
“I dati ufficiali – prosegue il dirigente sindacale – ci dicono che il fenomeno è in crescita al Sud, che registra il più alto tasso di incidenti mortali sui luoghi di lavoro. Ma in generale aumentano infortuni e decessi in itinere, nel percorso casa-luogo di lavoro. Una tendenza che si avvertiva già negli ultimi anni. Nei primi otto mesi del 2025 l’incremento è stato dell’8,8 %, 186 vittime, soprattutto del comparto industriale e dei servizi, 15 in più rispetto al 2024 e più o meno un quarto dei decessi complessivi.
Su questo versante ad incidere sono l’espansione dei bacini di pendolarità, l’aumento delle distanze tra abitazione e luogo di lavoro, la debolezza del trasporto pubblico e il conseguente uso del mezzo privato, tutti elementi che accrescono l’esposizione al rischio.
In aumento anche le malattie professionali, quasi del 10%, rispetto all’anno precedente.
La sicurezza viene considerata purtroppo ancora soltanto un optional, all’interno di un quadro complessivo deprimente: precarietà, i salari più bassi d’Europa, l’uso sistematico di esternalizzazione del lavoro, crisi profonda di alcuni comparti come l’automotive, che in Irpinia costituisce una filiera produttiva importante per l’economia e per l’occupazione, ma su cui pendono molti problemi che ne compromettono la prospettiva”.
“E’ necessario pertanto – conclude Picone – che si investano più risorse sui controlli, aumentando il numero di ispettori che operano sul territorio, ma vanno modificati anche i processi produttivi. C’è bisogno inoltre che le politiche di sicurezza aziendale si integrino con misure di prevenzione estese agli spostamenti dei lavoratori, promuovendo iniziative coordinate in materia di mobilità sostenibile, riorganizzazione dei tempi di lavoro e rafforzamento delle infrastrutture di trasporto”.
-
Attualità3 settimane faDirettivo provinciale di Forza Italia allargato a sindaci ed amministratori
-
Attualità4 settimane faVenerdì 3 ottobre sciopero generale CGIL in difesa di Flotilla, dei valori costituzionali e per Gaza
-
Attualità4 settimane faAssemblea Alto Calore Servizi, il presidente Buonopane: “Bene la designazione di De Felice. Si riparte dal nostro documento con lo stop all’aumento delle tariffe”
-
Attualità4 settimane faAntonio Bianco:”Reprimere il dissenso per nascondere la pulizia etnica di Israele”
-
Attualità3 settimane faLa disumanità dei governi imbelli
-
Attualità3 settimane faCisal, Picone: più attenzione a sicurezza dei lavoratori, anche in Irpinia troppi incidenti
-
Attualità5 giorni faLa scorta di Ranucci siamo noi
