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Google progetta una pillola che ci dirà se abbiamo il cancro.

Il progetto sembra avere i tratti di una panacea per tutti i mali, e consiste in buona sostanza in una pillola, che una volta ingerita rilascia nanoparticelle capaci di agganciarsi su tipi particolari di cellule e tessuti,per la diagnosi precoce dei tumori, malattie cardiovascolari e altro.
Ne ha parlato al Wall Street Journal il dottor Andrew Conrad, a capo del team Life Sciences presso il laboratorio di ricerca Google X, spiegando che ci stanno lavorando un centinaio di persone fra chimici, ingegneri e altro. Non è dato sapere qual è l’investimento che è stato stanziato, ma si parla di uno sviluppo che richiederà ancora da cinque a sette anni.
Più in dettaglio, i ricercatori stanno studiando nanoparticelle della circonferenza di un millesimo dei globuli rossi capaci di individuare e fissarsi a cellule, proteine e altre molecole all’interno del nostro organismo, a seconda della patologia da individuare. Successivamente servirà un apparecchio indossabile, esterno, capace di attrarre e contare le nanoparticelle e quindi restituire le informazioni necessarie per fare una diagnosi preventiva di rilevanza clinica.
Fra i problemi tecnici che sono da risolvere ci sono le dimensioni del rilevatore, che non deve essere di alcun intralcio all’utente che lo indossa ma al contempo deve integrare una batteria che non richieda frequenti ricariche. Per non parlare delle regolamentazioni a cui dovrebbe sottostare la “pillola magica” al pari di tutti gli strumenti medico-diagnostici in uso sui pazienti.
Più che le questioni tecniche e legislative, tuttavia, l’ostacolo maggiore che si prospetta è quello sociale. L’idea che Google monitori il corpo umano di milioni di utenti 24 ore su 24 inquieta. L’azienda di Mountain View è già accusata da più parti di avere accesso a fin troppe informazioni sensibili sulla popolazione mondiale mediante le ricerche web e milioni di dispositivi Android in circolazione.
Facendo ingoiare a tutti una pillola potrebbe avere accesso allo screening genetico di campioni provenienti da migliaia di persone sia sane sia malate. Robert Langer, esperto di nano medicina presso il Massachusetts Institute of Technology, spiega infatti che il progetto di Google non è volto alla creazione di nuovi farmaci, ma al monitoraggio continuo del corpo umano.
Conrad infatti precisa che l’obiettivo che auspica di raggiungere è la creazione dinanoparticelle che funzionino come gli anticorpi, attaccandosi alle proteine presenti su alcuni tipi di cellule nel momento in cui dovessero svilupparsi. In sostanza si parla di uno screening continuo del corpo senza alcun legame con il sospetto di una malattia da individuare.
Conrad rassicura sul fatto che Google non intende raccogliere o memorizzare dati medici, e non li userà mai a scopo pubblicitario. L’intenzione è piuttosto quella di concedere in licenza la tecnologia ad aziende di terze parti che si occuperanno dell’elaborazione delle informazioni e della loro sicurezza.
Certo se vediamo la cosa dal punto di vista scientifico i dati potrebbero essere usati percreare un sistema diagnostico proattivo e non reattivo, potenzialmente capace di salvare milioni di vite. Non a caso il governo statunitense dal 2001 ad oggi ha investito più di 20 miliardi di dollari in ricerca sulle nanotecnologie. Però un conto è se l’iniziativa arriva da uno Stato, un altro se è di un colosso privato dell’hi-tech che sta acquisendo velocemente le competenze e il know how per controllare praticamente ogni aspetto della nostra vita quotidiana.
Ricordiamo infatti che Google ha già sottoscritto un accordo con Novartis per la produzione di lenti a contatto capaci di misurare il tasso di glucosio nel sangue dei pazienti diabetici, per non parlare del progetto Baseline, che mira a costruire una mappa il più completa possibile di un essere umano sano, schedando il DNA di migliaia di volontari.
Attualità
Direttivo provinciale di Forza Italia allargato a sindaci ed amministratori

Sì è tenuta ieri sera all’Hotel Belsito di Avellino la riunione del direttivo provinciale di Forza Italia, allargata a sindaci ed amministratori.
Un confronto lungo e articolato dal quale è innanzitutto emerso unanime e convinto sostegno alla candidatura del vice ministro degli Esteri, Edmondo Cirielli, alla presidenza della Regione Campania per la coalizione di centrodestra.
In primo luogo nelle parole del Segretario provinciale, Angelo Antonio D’Agostino, il convincimento che Forza Italia, in Irpinia come nel resto della regione, sarà il traino della coalizione risultando determinante per una vittoria che va costruita al centro, recuperando voto moderato.
La missione di Forza Italia, casa del popolarismo, è questa. Una missione alla portata, alla luce del grande lavoro di radicamento fatto in questi anni e degli enormi spazi che la candidatura di Roberto Fico per il centrosinistra, lascia sguarniti proprio nell’elettorato centrista. Forza Italia può e deve colmare quello spazio.
Venendo alla costruzione della lista, nel corso della discussione sono emerse molte disponibilità dai territori. Profili diversi che nei giorni a venire saranno valutate nella massima condivisione, perché l’obiettivo di tutti deve essere quello di mettere in campo la migliore compagine possibile, connubio tra competenze e radicamento.
Attualità
Cisal, Picone: più attenzione a sicurezza dei lavoratori, anche in Irpinia troppi incidenti

“Occorrono interventi concreti per garantire la sicurezza; le buone intenzioni o gli slogan non servono. Gli infortuni sul lavoro sono e restano una intollerabile emergenza, in Irpinia e Campania, come nel resto del Paese”. Ad affermarlo è Massimo Picone, coordinatore provinciale della Cisal di Avellino e commissario della categoria Metalmeccanici.
“I dati ufficiali – prosegue il dirigente sindacale – ci dicono che il fenomeno è in crescita al Sud, che registra il più alto tasso di incidenti mortali sui luoghi di lavoro. Ma in generale aumentano infortuni e decessi in itinere, nel percorso casa-luogo di lavoro. Una tendenza che si avvertiva già negli ultimi anni. Nei primi otto mesi del 2025 l’incremento è stato dell’8,8 %, 186 vittime, soprattutto del comparto industriale e dei servizi, 15 in più rispetto al 2024 e più o meno un quarto dei decessi complessivi.
Su questo versante ad incidere sono l’espansione dei bacini di pendolarità, l’aumento delle distanze tra abitazione e luogo di lavoro, la debolezza del trasporto pubblico e il conseguente uso del mezzo privato, tutti elementi che accrescono l’esposizione al rischio.
In aumento anche le malattie professionali, quasi del 10%, rispetto all’anno precedente.
La sicurezza viene considerata purtroppo ancora soltanto un optional, all’interno di un quadro complessivo deprimente: precarietà, i salari più bassi d’Europa, l’uso sistematico di esternalizzazione del lavoro, crisi profonda di alcuni comparti come l’automotive, che in Irpinia costituisce una filiera produttiva importante per l’economia e per l’occupazione, ma su cui pendono molti problemi che ne compromettono la prospettiva”.
“E’ necessario pertanto – conclude Picone – che si investano più risorse sui controlli, aumentando il numero di ispettori che operano sul territorio, ma vanno modificati anche i processi produttivi. C’è bisogno inoltre che le politiche di sicurezza aziendale si integrino con misure di prevenzione estese agli spostamenti dei lavoratori, promuovendo iniziative coordinate in materia di mobilità sostenibile, riorganizzazione dei tempi di lavoro e rafforzamento delle infrastrutture di trasporto”.
Attualità
La disumanità dei governi imbelli

È caduto il velo delle menzogne, la Flotilla mette a nudo la disumanità dei governi imbelli, interessati a mantenere attivo e florido il mercato delle armi, riconvertendo quello delle automotive, in grave crisi in Europa. La Meloni aveva criticato l’azione della Global Sumud Flotilla reputandola inopportuna e affermava: “è una fase nella quale tutti quanti dovrebbero capire che esercitare una responsabilità, attendere mentre c’è un negoziato di pace, è forse la cosa più utile che si può fare per alleviare le sofferenze dei palestinesi” e riferendosi alla Flotilla, proseguiva e rincarava la mano: “ma forse le sofferenze del popolo palestinese non erano la priorità” (Ansa e L’Espresso1 ottobre 2025).
Eppure, nei confronti di Israele, la Meloni non esprime alcuno sdegno diversamente manifestato per la Flotilla. Dimentica che era un’azione umanitaria, svolta da persone di diversa nazionalità, disarmate, indirizzata a creare un corridoio sicuro al fine di alleviare le sofferenze del popolo Palestinesedovute alla mancanza di cibo e di medicinali,provocate dalla disumanità del governo genocidario di Israele. Nulla potrà rimanere come prima, la Flotilla ha avuto il merito di aver attirato l’attenzione mediatica su ciò che accade a Gaza e sulla pulizia etnica operata da Israele. Atto esecrabile e frutto avvelenato che affonda le sue radici nel lontano 1948, costellato di odio e morte che avvelena l’esistenza degli israeliani e dei palestinesi, senza soluzione di continuità e senza una via d’uscita. Sin ad oggi, l’UE, gli USA, la Comunità Internazionale non sono riusciti a proporre una pacifica ed unitaria soluzione al tema dei due Stati e dei due popoli. Le immagini di Gaza distrutta, delle donne che piangono i bambini morti per fame o colpiti dalle bombe, hanno ferito la carne viva di milioni di persone chespontaneamente sono scese in piazza gridando lo slogan: “blocchiamo tutto”. Spero che, tutto ciò indurrà i singoli governi e la Comunità Internazionale a rimettere al centro dell’agenda politica il bene comune, oscurato dai ciechi nazionalismi e dalla ricerca del benessere personaleedonistico. I popoli hanno indicato la strada: si dia voce e speranza al senso di umanità, si dia voce e dignità ai popoli del Sud del mondo.
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