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ELEZIONI: L’APPELLO DELLA COLDIRETTI PER IL VOTO IL MANIFESTO IN 5 PUNTI PER I PRIMI 100 GIORNI

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N.190 – 2 Marzo 2018

 

ELEZIONI: L’APPELLO DELLA COLDIRETTI PER IL VOTO

IL MANIFESTO IN 5 PUNTI PER I PRIMI 100 GIORNI

Dare all’appuntamento elettorale la dignità e la partecipazione che merita è un atto di patriottismo e responsabilità verso il nostro Paese in un momento decisivo per il rilancio del Sistema Italia. E’ l’appello al voto lanciato dal presidente della Coldiretti Roberto Moncalvo in vista dell’election day del 4 marzo. Sono oltre 700 i candidati alle prossime elezioni che hanno sottoscritto il Manifesto politico della Coldiretti: si tratta del primo impegno vincolante fatto proprio a livello individuale da persone del più vario indirizzo, ma unite dall’assunzione di responsabilità verso il Paese. A ciascuno dei candidati che hanno sottoscritto il Manifesto va il plauso di Coldiretti e l’invito a votarli.

Il manifesto (www.coldiretti.it) per salvaguardare le imprese agricole italiane eliminando le storture della filiera e rendendo più trasparenti i mercati e le pratiche commerciali e produttive si compone di cinque interventi a costo zero da esaurire nei primi 100 giorni di Governo, dall’istituzione del Ministero del Cibo all’etichettatura d’origine su tutti i prodotti alimentari; dalla semplificazione per le imprese agricole all’eliminazione del segreto sulle importazioni, fino alla nuova legge sui reati agroalimentari.

Entrando nel dettaglio, Coldiretti propone l’istituzione di un Ministero del Cibo che riunisca in sé le funzioni del Ministero delle politiche agricole e quelle del Ministero dello sviluppo economico relative alla definizione delle strategie e degli interventi di politica economica e di promozione del settore agroalimentare. Ciò per garantire un’unica regia e un unico indirizzo per il cibo italiano ma anche per il verde, settore cardine del Made in Italy, e per la tutela e sviluppo del territorio. Sull’etichetta d’origine Coldiretti chiede al prossimo Governo di estendere l’obbligo a tutti i prodotti in commercio, difendendo nello stesso tempo i decreti nazionali su latte e formaggi, grano e pasta, riso, derivati del pomodoro, anche a costo di agire in regime di infrazione se il regolamento relativo all’indicazione di origine dell’ingrediente cui sta lavorando la Commissione europea dovesse tendere a sovvertire gli orientamenti e le norme approvati dal nostro paese. Sull’’Unione Europea occorre intervenire anche per impedire un sistema di etichettatura come quella nutrizionale a semaforo, fuorviante discriminatorio ed incompleto che finisce per escludere paradossalmente dalla dieta alimenti sani e naturali che da secoli sono presenti sulle tavole per favorire prodotti artificiali di cui in alcuni casi non è nota neanche la ricetta.

L’altra grande battaglia da portare avanti – continua la Coldiretti – è quella della semplificazione rispetto a un carico per le imprese agricole derivante da processi burocratici distorti che rappresenta uno dei principali elementi di malessere e di ostacolo competitivo.

Va poi tolto – rileva la Coldiretti – il segreto sulle importazioni mettendo finalmente in trasparenza i flussi commerciali delle materie prime provenienti dall’estero per la produzione alimentare, che proprio grazie alla garanzia dell’anonimato finiscono spesso per agevolare fenomeni speculativi che si riflettono pesantemente sul prezzo pagato ai nostri produttori.

Infine, serve portare a termine – conclude la Coldiretti – l’iter della legge sui reati nel settore agroalimentare, contro tutte le forme di illegalità che non trovano nell’attuale codice alcun tipo di risposta deterrente efficace.

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La scorta di Ranucci siamo noi

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L’attentato a Sigrifido Ranucci è una violenza fatta a tutti noi; con modalità mafiosa volevanointimidire il giornalista per impedirgli di portare alla luce le nefandezze delle mele marce. L’azioneviene da lontano, dalle inchieste sui ministri del governo Meloni, dagli esposti inviati alle procure di mezza Italia, dalla mancata partecipazione alla presentazione dei palinsesti televisivi a Napoli, dalla riduzione delle puntate di Report. Azionesistematica indirizzata a minare la credibilità delle inchieste condotte da Sigrifido Ranucci, affiancate dall’isolamento e dalla delegittimazione sono il segnale che la malavita organizzata ha colto perzittirlo, senza riuscirci. La gente comune si erge a difesa della libertà di parola e di pensiero, principio scolpito nella Costituzione. Vogliono che sianoportati alla luce i retroscena del palcoscenico dove il nepotismo e gli interessi personali sono il programma dei mestieranti della politica. Sei la nostra voce, la nostra arma per far pulizia in politicae nella pubblica amministrazione, non l’hanno zittito, oggi è ancora più forte.

La Redazione di meridionemeridiani.info

esprime la solidarietà e la vicinanza alla Redazione di Report ed al giornalista Sigrifido Ranucci per il vile attentato subito.

Siamo con te, sei ognuno di noi.

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Direttivo provinciale di Forza Italia allargato a sindaci ed amministratori

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Sì è tenuta ieri sera all’Hotel Belsito di Avellino la riunione del direttivo provinciale di Forza Italia, allargata a sindaci ed amministratori.  

Un confronto lungo e articolato dal quale è innanzitutto emerso unanime e convinto sostegno alla candidatura del vice ministro degli Esteri, Edmondo Cirielli, alla presidenza della Regione Campania per la coalizione di centrodestra.

In primo luogo nelle parole del Segretario provinciale, Angelo Antonio D’Agostino, il convincimento che Forza Italia, in Irpinia come nel resto della regione, sarà il traino della coalizione risultando determinante per una vittoria che va costruita al centro, recuperando voto moderato.

La missione di Forza Italia, casa del popolarismo, è questa. Una missione alla portata, alla luce del grande lavoro di radicamento fatto in questi anni e degli enormi spazi che la candidatura di Roberto Fico per il centrosinistra, lascia sguarniti proprio nell’elettorato centrista. Forza Italia può e deve colmare quello spazio.

Venendo alla costruzione della lista, nel corso della discussione sono emerse molte disponibilità dai territori.  Profili diversi che nei giorni a venire saranno valutate nella massima condivisione, perché l’obiettivo di tutti deve essere quello di mettere in campo la migliore compagine possibile, connubio tra competenze e radicamento.

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Cisal, Picone: più attenzione a sicurezza dei lavoratori, anche in Irpinia troppi incidenti

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“Occorrono interventi concreti per garantire la sicurezza; le buone intenzioni o gli slogan non servono. Gli infortuni sul lavoro sono e restano una intollerabile emergenza, in Irpinia e Campania, come nel resto del Paese”. Ad affermarlo è Massimo Picone, coordinatore provinciale della Cisal di Avellino e commissario della categoria Metalmeccanici.

“I dati ufficiali – prosegue il dirigente sindacale – ci dicono che il fenomeno è in crescita al Sud, che registra il più alto tasso di incidenti mortali sui luoghi di lavoro. Ma in generale aumentano infortuni e decessi in itinere, nel percorso casa-luogo di lavoro. Una tendenza che si avvertiva già negli ultimi anni. Nei primi otto mesi del 2025 l’incremento è stato dell’8,8 %, 186 vittime, soprattutto del comparto industriale e dei servizi, 15 in più rispetto al 2024 e più o meno un quarto dei decessi complessivi.

Su questo versante ad incidere sono l’espansione dei bacini di pendolarità, l’aumento delle distanze tra abitazione e luogo di lavoro, la debolezza del trasporto pubblico e il conseguente uso del mezzo privato, tutti elementi che accrescono l’esposizione al rischio.  

In aumento anche le malattie professionali, quasi del 10%, rispetto all’anno precedente.

La sicurezza viene considerata purtroppo ancora soltanto un optional, all’interno di un quadro complessivo deprimente: precarietà, i salari più bassi d’Europa, l’uso sistematico di esternalizzazione del lavoro, crisi profonda di alcuni comparti come l’automotive, che in Irpinia costituisce una filiera produttiva importante per l’economia e per l’occupazione, ma su cui pendono molti problemi che ne compromettono la prospettiva”.

“E’ necessario pertanto – conclude Picone – che si investano più risorse sui controlli, aumentando il numero di ispettori che operano sul territorio, ma vanno modificati anche i processi produttivi. C’è bisogno inoltre che le politiche di sicurezza aziendale si integrino con misure di prevenzione estese agli spostamenti dei lavoratori, promuovendo iniziative coordinate in materia di mobilità sostenibile, riorganizzazione dei tempi di lavoro e rafforzamento delle infrastrutture di trasporto”.

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