Attualità
Covid infinito
Perché ‘’Covid infinito’’?
Perché la ‘strategia terroristica’, affidata a virologi, immunologi, giornalisti, opinionisti, produce svariati effetti.
Originando, temiamo, conseguenze non piacevoli. Tra esse, rinnovate chiusure e isolamento domiciliare.
Il Sars-coV2 presenta centinaia di varianti (circa 700 quelle catalogate in Italia) che sembrano telecomandate in senso geopolitico.
La corsa ai vaccini da sperimentare a livello globale, la differenziazione delle risposte mediche, l’ospedalizzazione esasperata, contro scelte programmate di riapertura grazie ai numeri delle ultime settimane.
L’estate che riesplode con le generali aspettative, i passeggi, bar e ristoranti che rivedono clienti e quindi ristori economici, le discoteche (se ne parla a luglio).
Soprattutto l’addio alla mascherina, all’aperto.
Stride però quanto riportato da parte della stampa e dalle dichiarazioni di esperti
Tiene banco la variante Delta (o indiana) che viene descritta come più veloce nella trasmissibilità. In compagnia delle altre mutazioni del coronavirus. C’è però la campagna elettorale per rinnovare la guida in 1.342 Comuni, 21 capoluoghi di provincia (di essi, sei sono capoluoghi di regione). Compreso Napoli, Caserta, Salerno. Si voterà anche in un comune, Misiliscemi, istituito quest’anno scorporandolo dal territorio di Trapani.
A Napoli per sostenere il candidato sindaco Manfredi, il Ministro Speranza ha invitato a prestare la massima attenzione. ‘’Abbiamo ancora bisogno di cautela, di prudenza e di fare tutto il possibile, soprattutto rafforzare ancora la campagna di vaccinazione “, ha specificato.
Leggiamo di sbandieramento dei numeri delle vaccinazioni ‘’abbiamo fatto circa 50mila somministrazioni in 24 ore’’.
La variante Delta però preoccupa l’Italia. Perché?
Perché mentre ci si vanta della campagna vaccinale, troppi cittadini non hanno ricevuto (anche per scelta individuale) la seconda dose; troppi neanche la prima. Tanti aspettano di ricevere il messaggino della prenotazione.
L’Istituto Superiore di Sanità ha elaborato uno studio che ha esaminato i casi di contagi dovuti alla variante Delta: “Nella maggior parte dei casi segnalati in Italia sono soggetti non vaccinati, che non hanno ricevuto, cioè, alcuna dose di vaccino o che sono stati vaccinati con la prima dose o vaccinati con mono dose si sono contagiati prima del tempo necessario a sviluppare una risposta immunitaria completa al vaccino”.
Il 27,2% dei casi hanno un’età superiore a 50 anni e meno di 19 anni il 21,5% dei casi. A partire dalla seconda metà di febbraio, con il progressivo aumento della copertura vaccinale nei soggetti ultraottantenni, la diminuzione è stata più marcata in questa fascia di età rispetto alle altre. Attualmente l’incidenza più elevata si osserva nei soggetti con meno 60anni che hanno una minore copertura vaccinale “.
Nello specifico ci sono ancora 2 milioni e 700 mila italiani over 60 che non hanno fatto neanche la prima dose di vaccino e, dunque, non hanno alcuna copertura contro il Covid.
Il Governatore della Campania, con l’abituale savoir faire ha prospettato addirittura lockdowngià a settembre in quanto molti cittadini residenti nel capoluogo di regione non si sono presentati ai vari hub vaccinali o non hanno fatto prenotazione.
La nostra preoccupazione in verità investe la chiusura del Pronto Soccorso del plesso ospedaliero ‘’Agostino Landolfi’’ di Solofra. Un presidio trasformato in reparto covid (vi ricorda qualche altro ospedale della provincia irpina?) ma che rientra in un piano regionale di modifiche.
La provincia di Salerno conta quindici di ospedali, l’Irpinia solo quattro (Ariano, Solofra, S. Angelo dei Lombardi, Bisaccia).
Il Consiglio regionale discuterà il 29 giugno una mozione del M5s, con cui si chiede la revoca della scelta che vuole il passaggio dell’ospedale solofrano dall’Asl al Moscati. Mercoledì 30 giugno una delegazione di sindaci irpini andrà dal ministro Roberto Speranza, per parlare del caso Solofra.
Quindi in autunno, forse già da settembre, avremo dominante la circolazione della variante Delta che sostituisce la variante Alfa, ormai endemica. Il Comitato Tecnico Scientifico ha proposta una nuova strategia: zone bianche sì ma introduzione di zone rosse localizzate. Con tutte le limitazioni purtroppo già conosciute.
Desta apprensione la situazione della Campania; il governatore ha firmato una nuova ordinanza che impone una stretta sulla movida, con il divieto di consumare alcol in pubblico dalle 22 alle 6, e l’obbligo di usarela mascherina in alcune zone.
Fra Torre del Greco, Torre Annunziata, Portici, Scafati e Caserta il numero dei contagi qualche mese fa avrebbero richiesto la zona rossa.
Il professor Carlo La Vecchia, immunologo e docente dell’Università di Milano:’’
“Ci sarà un appiattimento della curva e una possibile ripresa del numero dei contagi quando la discesa della variante inglese, ancora predominante in Italia, verrà contrastata dall’aumento della Delta”. Quando quest’ultima arriverà al 20% o al 25%, ci sarà un impatto “.
L’immunologo aggiunge:“ Al momento questo incremento della Delta non lo osserviamo sia perché siamo sotto quella soglia, quindi inumeri assoluti sono bassi, sia perché c’è poco coronavirus in giro. Possibile che nelle prossime settimane si osservi una inversione di tendenza nei contagi. E’ avvenuto nelRegno Unito e Israele che prima di noi ha iniziato la vaccinazione”.
Di fronte a tali scenari, vaccinarsi equivale a tutelarsi comunque.
Attualità
La scorta di Ranucci siamo noi
L’attentato a Sigrifido Ranucci è una violenza fatta a tutti noi; con modalità mafiosa volevanointimidire il giornalista per impedirgli di portare alla luce le nefandezze delle mele marce. L’azioneviene da lontano, dalle inchieste sui ministri del governo Meloni, dagli esposti inviati alle procure di mezza Italia, dalla mancata partecipazione alla presentazione dei palinsesti televisivi a Napoli, dalla riduzione delle puntate di Report. Azionesistematica indirizzata a minare la credibilità delle inchieste condotte da Sigrifido Ranucci, affiancate dall’isolamento e dalla delegittimazione sono il segnale che la malavita organizzata ha colto perzittirlo, senza riuscirci. La gente comune si erge a difesa della libertà di parola e di pensiero, principio scolpito nella Costituzione. Vogliono che sianoportati alla luce i retroscena del palcoscenico dove il nepotismo e gli interessi personali sono il programma dei mestieranti della politica. Sei la nostra voce, la nostra arma per far pulizia in politicae nella pubblica amministrazione, non l’hanno zittito, oggi è ancora più forte.
La Redazione di meridionemeridiani.info
esprime la solidarietà e la vicinanza alla Redazione di Report ed al giornalista Sigrifido Ranucci per il vile attentato subito.
Siamo con te, sei ognuno di noi.
Attualità
Direttivo provinciale di Forza Italia allargato a sindaci ed amministratori
Sì è tenuta ieri sera all’Hotel Belsito di Avellino la riunione del direttivo provinciale di Forza Italia, allargata a sindaci ed amministratori.
Un confronto lungo e articolato dal quale è innanzitutto emerso unanime e convinto sostegno alla candidatura del vice ministro degli Esteri, Edmondo Cirielli, alla presidenza della Regione Campania per la coalizione di centrodestra.
In primo luogo nelle parole del Segretario provinciale, Angelo Antonio D’Agostino, il convincimento che Forza Italia, in Irpinia come nel resto della regione, sarà il traino della coalizione risultando determinante per una vittoria che va costruita al centro, recuperando voto moderato.
La missione di Forza Italia, casa del popolarismo, è questa. Una missione alla portata, alla luce del grande lavoro di radicamento fatto in questi anni e degli enormi spazi che la candidatura di Roberto Fico per il centrosinistra, lascia sguarniti proprio nell’elettorato centrista. Forza Italia può e deve colmare quello spazio.
Venendo alla costruzione della lista, nel corso della discussione sono emerse molte disponibilità dai territori. Profili diversi che nei giorni a venire saranno valutate nella massima condivisione, perché l’obiettivo di tutti deve essere quello di mettere in campo la migliore compagine possibile, connubio tra competenze e radicamento.
Attualità
Cisal, Picone: più attenzione a sicurezza dei lavoratori, anche in Irpinia troppi incidenti
“Occorrono interventi concreti per garantire la sicurezza; le buone intenzioni o gli slogan non servono. Gli infortuni sul lavoro sono e restano una intollerabile emergenza, in Irpinia e Campania, come nel resto del Paese”. Ad affermarlo è Massimo Picone, coordinatore provinciale della Cisal di Avellino e commissario della categoria Metalmeccanici.
“I dati ufficiali – prosegue il dirigente sindacale – ci dicono che il fenomeno è in crescita al Sud, che registra il più alto tasso di incidenti mortali sui luoghi di lavoro. Ma in generale aumentano infortuni e decessi in itinere, nel percorso casa-luogo di lavoro. Una tendenza che si avvertiva già negli ultimi anni. Nei primi otto mesi del 2025 l’incremento è stato dell’8,8 %, 186 vittime, soprattutto del comparto industriale e dei servizi, 15 in più rispetto al 2024 e più o meno un quarto dei decessi complessivi.
Su questo versante ad incidere sono l’espansione dei bacini di pendolarità, l’aumento delle distanze tra abitazione e luogo di lavoro, la debolezza del trasporto pubblico e il conseguente uso del mezzo privato, tutti elementi che accrescono l’esposizione al rischio.
In aumento anche le malattie professionali, quasi del 10%, rispetto all’anno precedente.
La sicurezza viene considerata purtroppo ancora soltanto un optional, all’interno di un quadro complessivo deprimente: precarietà, i salari più bassi d’Europa, l’uso sistematico di esternalizzazione del lavoro, crisi profonda di alcuni comparti come l’automotive, che in Irpinia costituisce una filiera produttiva importante per l’economia e per l’occupazione, ma su cui pendono molti problemi che ne compromettono la prospettiva”.
“E’ necessario pertanto – conclude Picone – che si investano più risorse sui controlli, aumentando il numero di ispettori che operano sul territorio, ma vanno modificati anche i processi produttivi. C’è bisogno inoltre che le politiche di sicurezza aziendale si integrino con misure di prevenzione estese agli spostamenti dei lavoratori, promuovendo iniziative coordinate in materia di mobilità sostenibile, riorganizzazione dei tempi di lavoro e rafforzamento delle infrastrutture di trasporto”.
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