Attualità
CORONAVIRUS, NON PIU’ SCONOSCIUTO
																								
												
												
											Del Coronavirus si conosce quasi tutto: origine, modalità di penetrazione e di sviluppo. Diversi e importanti studi hanno dato possibili risposte a domande che urgevano nella fase acuta. La fase in cui Codogno e la Lombardia vennero prese d’assalto dal virus.
La geografia, il clima, la rete capillare di strade e autostrade che accentua l’inquinamento atmosferico, l’elevata percentuale di pendolarismo, quindi il trasporto quali veicoli della circolazione del virus, la densità abitativa. Queste considerazioni sono un bagaglio di conoscenze fondamentali per e della conoscenza del virus.
Le conoscenze fruibili, però, vanno ricercate nel mare delle informazioni, alcune disorientanti per scelta, altre per superficialità nell’esposizione.
C’è, tra gli altri, uno studio portato avanti dal Consorzio internazionale di genetica, al quale partecipa anche l’Italia con il Laboratorio di Genetica Medica dell’Università degli Studi di Roma Tor Vergata e in collaborazione con l’ospedale pediatrico Bambino Gesù di Roma. I ricercatori hanno verificato quali cause ha originato il 15% di forme acute della Covid. Il lavoro, pubblicato sulla rivista ‘’Science’’, ha accertato un difetto nella produzione degli interferoni di tipo I (Ifn), proteine che aiutano a regolare l’attività antivirale del nostro sistema immunitario. Oltre il 10% dei pazienti sani che sviluppano una forma grave di Covid presentano anticorpi che attaccano il sistema immunitario anziché il virus. Il 3,5% risulta essere portatore di una mutazione genetica che predispone all’infezione.
Del virus, sappiamo ‘’quasi tutto’’.
Eppure leggiamo, ascoltiamo, luminari in contrasto tra loro e con se stessi: uccide/non uccide, è una forma influenzale/non è una forma influenzale. Per debellarlo occorre il vaccino/non ci può essere un vaccino.
Allora sorgono le domande: quale terapia viene utilizzata per curare, negli ospedali e a casa, i malati? Le persone ricoverate nelle terapie intensive non sono state curate adeguatamente a casa? Così pure nei reparti covid? Quali farmaci, quali antivirali sono impiegati?
Le informazioni che seguono sono reperibili in rete, previa opportuna cernita.
A marzo ci è stato detto che il RoActemra (che contiene il tocilizumab), anticorpo monoclonale umanizzato ricombinante, prodotto dalla Roche, prodotto pure in fiale da 20 ml, somministrato ogni 4 settimane per 52 settimane in dosaggio 8 mg per kg di peso, salvava dalla morte. Il costo?
Il RoActemra da 20 mg/ml concentrato, per soluzione per endovenosa, flaconcino di vetro da 4 ml (1 flaconcino per confezione), Classe di rimborsabilità «H» (a carico del S.S.N. ma prescrivibile solo in ambito ospedaliero), ha un prezzo al pubblico di euro 259,28. Il prezzo concordato tra produttore e S.S.N. è di euro 157,10. I prezzi sono da intendere IVA inclusa.
Identico dosaggio ma in confezione da 4 flaconcini, identica classe di rimborsabilità, sempre IVA inclusa, al pubblico costa euro 1.037,15. Il prezzo ex factory (cioè tra produttore e SSN), IVA esclusa, è di euro 628,42.
Il RoActemra, sempre da 20 mg ma flaconcino (uno) di vetro ha un prezzo ex factory (iva esclusa) di euro 785,52. Al pubblico (iva inclusa) il prezzo è di euro 1.296,43. La confezione da 4 flaconcini di vetro ex factory (iva esclusa) costa euro 3.142,08. Il prezzo al pubblico (iva inclusa) è di euro 5.185,73.
Abbiamo scoperto il remdesivir, farmaco antivirale prodotto da Gilead Sciences, dalle esternazioni folli di Donald Trump, dopo aver sbandierato la bontà della varichina. Utilizzato contro il virus Ebola.
Il farmaco venduto nei paesi sviluppati ha un costo di 390 dollari per fiala, il ciclo di trattamento standard consiste in sei fiale di farmaco somministrate in cinque giorni; un costo complessivo, dunque, di 2.340 dollari per paziente. Gli U.S.A. hanno acquistato la produzione del remdesivir effettuata sino al 30 settembre. In Europa se ne trova con difficoltà, sebbene il prof. Matteo Bassetti, direttore della Clinica Malattie Infettive dell’Ospedale San Martino di Genova, abbia dichiarato in tv che viene abitualmente utilizzato nel suo reparto…
Idrossiclorochina solfato, farmaco anch’esso anti artrite reumatoide, in dosaggio da 200 mg in formato compresse, in confezione blister da 30, costa euro 4,62. Prescrivibile ed esente da ticket. Dose iniziale: 400 mg al giorno. Il trattamento continua per 6 – 8 settimane. Durante il trattamento, può essere combinato con acido acetilsalicilico. Dose di mantenimento: 200 mg al giorno. L’idrossiclorochina è utilizzato anche contro il lupus eritematoso sistemico e discoide, la malaria.
L’eparina, calciparina. Farmaci che combattono la tromboembolia venosa e arteriosa. Il prezzo varia in base al dosaggio e all’azienda produttrice: da euro 7,24 a euro 53,62.
Desametasone, compresse da 40 mg, contro le polmoniti interstiziali sia da Covid-19 che da pneumocystis, o influenza, si usa da sempre in questi casi. Costa euro 6,00.
In 10 mesi di questo 2020 decine e decine di studi sono stati attuati; sappiamo, grazie a essi, che oltre il 10% dei pazienti sani che sviluppano una forma grave di Covid-19 hanno anticorpi che, invece di attaccare il virus, attaccano il sistema immunitario, rendendolo meno efficace nella lotta all’infezione. Un 3,5% è portatore di una mutazione genetica che predispone all’infezione.
Siamo tempestati dai numeri indicatori di una sorta di ecatombe universale, usciamo di casa, con timore, per il necessario. Incrociamo persone che indossano l’identico timore. Ci tratteniamo meno dei fatidici 15 minuti, oltre i quali corriamo il rischio di occupare una delle postazioni di terapia intensiva.
Leggiamo qualche notizia, allarmante, di Unità Regionale di Crisi, di Ospedali, che cercano posti da mettere a disposizione per l’assalto che si teme sia dietro l’angolo.
Ospedali dotati di reparti Covid ma inutilizzabili perché mancano specialisti che facciano funzionare le attrezzature.
Tacciono, ora, gli imprenditori estivi, borbottano Dj e ristoratori, baristi, pizzerie.
I dati forniti dall’Unità Regionale di Crisi riportano 757 positivi, 149 guariti. Una persona deceduta.
Diesse, azienda diagnostica, sede a Monteriggioni (Siena), ha realizzato un nuovo test per la diagnosi sierologica di Covid 19 che permette, dopo prelievo di sangue, di avere una prima risposta immunitaria sulla positività o negatività del paziente in circa un’ora. Sempre in laboratorio. In caso di positività, il paziente dovrà approfondire l’accertamento con tampone o con altri test sierologici per ottenere informazioni più dettagliate.
Si è indotti a dare responsabilità alla politica che è guidata dagli esperti di Scienza. Noi, cittadini, ribelli e amanti della libertà vorremmo non temere il contagio. Ma indossare una mascherina, sanificare le mani ed evitare la calca, ci appare una non vita.
Ce la faremo?
Attualità
La scorta di Ranucci siamo noi
														L’attentato a Sigrifido Ranucci è una violenza fatta a tutti noi; con modalità mafiosa volevanointimidire il giornalista per impedirgli di portare alla luce le nefandezze delle mele marce. L’azioneviene da lontano, dalle inchieste sui ministri del governo Meloni, dagli esposti inviati alle procure di mezza Italia, dalla mancata partecipazione alla presentazione dei palinsesti televisivi a Napoli, dalla riduzione delle puntate di Report. Azionesistematica indirizzata a minare la credibilità delle inchieste condotte da Sigrifido Ranucci, affiancate dall’isolamento e dalla delegittimazione sono il segnale che la malavita organizzata ha colto perzittirlo, senza riuscirci. La gente comune si erge a difesa della libertà di parola e di pensiero, principio scolpito nella Costituzione. Vogliono che sianoportati alla luce i retroscena del palcoscenico dove il nepotismo e gli interessi personali sono il programma dei mestieranti della politica. Sei la nostra voce, la nostra arma per far pulizia in politicae nella pubblica amministrazione, non l’hanno zittito, oggi è ancora più forte.
La Redazione di meridionemeridiani.info
esprime la solidarietà e la vicinanza alla Redazione di Report ed al giornalista Sigrifido Ranucci per il vile attentato subito.
Siamo con te, sei ognuno di noi.
Attualità
Direttivo provinciale di Forza Italia allargato a sindaci ed amministratori
														Sì è tenuta ieri sera all’Hotel Belsito di Avellino la riunione del direttivo provinciale di Forza Italia, allargata a sindaci ed amministratori.
Un confronto lungo e articolato dal quale è innanzitutto emerso unanime e convinto sostegno alla candidatura del vice ministro degli Esteri, Edmondo Cirielli, alla presidenza della Regione Campania per la coalizione di centrodestra.
In primo luogo nelle parole del Segretario provinciale, Angelo Antonio D’Agostino, il convincimento che Forza Italia, in Irpinia come nel resto della regione, sarà il traino della coalizione risultando determinante per una vittoria che va costruita al centro, recuperando voto moderato.
La missione di Forza Italia, casa del popolarismo, è questa. Una missione alla portata, alla luce del grande lavoro di radicamento fatto in questi anni e degli enormi spazi che la candidatura di Roberto Fico per il centrosinistra, lascia sguarniti proprio nell’elettorato centrista. Forza Italia può e deve colmare quello spazio.
Venendo alla costruzione della lista, nel corso della discussione sono emerse molte disponibilità dai territori. Profili diversi che nei giorni a venire saranno valutate nella massima condivisione, perché l’obiettivo di tutti deve essere quello di mettere in campo la migliore compagine possibile, connubio tra competenze e radicamento.
Attualità
Cisal, Picone: più attenzione a sicurezza dei lavoratori, anche in Irpinia troppi incidenti
“Occorrono interventi concreti per garantire la sicurezza; le buone intenzioni o gli slogan non servono. Gli infortuni sul lavoro sono e restano una intollerabile emergenza, in Irpinia e Campania, come nel resto del Paese”. Ad affermarlo è Massimo Picone, coordinatore provinciale della Cisal di Avellino e commissario della categoria Metalmeccanici.
“I dati ufficiali – prosegue il dirigente sindacale – ci dicono che il fenomeno è in crescita al Sud, che registra il più alto tasso di incidenti mortali sui luoghi di lavoro. Ma in generale aumentano infortuni e decessi in itinere, nel percorso casa-luogo di lavoro. Una tendenza che si avvertiva già negli ultimi anni. Nei primi otto mesi del 2025 l’incremento è stato dell’8,8 %, 186 vittime, soprattutto del comparto industriale e dei servizi, 15 in più rispetto al 2024 e più o meno un quarto dei decessi complessivi.
Su questo versante ad incidere sono l’espansione dei bacini di pendolarità, l’aumento delle distanze tra abitazione e luogo di lavoro, la debolezza del trasporto pubblico e il conseguente uso del mezzo privato, tutti elementi che accrescono l’esposizione al rischio.
In aumento anche le malattie professionali, quasi del 10%, rispetto all’anno precedente.
La sicurezza viene considerata purtroppo ancora soltanto un optional, all’interno di un quadro complessivo deprimente: precarietà, i salari più bassi d’Europa, l’uso sistematico di esternalizzazione del lavoro, crisi profonda di alcuni comparti come l’automotive, che in Irpinia costituisce una filiera produttiva importante per l’economia e per l’occupazione, ma su cui pendono molti problemi che ne compromettono la prospettiva”.
“E’ necessario pertanto – conclude Picone – che si investano più risorse sui controlli, aumentando il numero di ispettori che operano sul territorio, ma vanno modificati anche i processi produttivi. C’è bisogno inoltre che le politiche di sicurezza aziendale si integrino con misure di prevenzione estese agli spostamenti dei lavoratori, promuovendo iniziative coordinate in materia di mobilità sostenibile, riorganizzazione dei tempi di lavoro e rafforzamento delle infrastrutture di trasporto”.
