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Altavilla-Avellino e ritorno: odissea di un viaggio infinito, tra tagli e distanziamento

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Ogni giorno sono costretta a recarmi da Altavilla ad Avellino in pullman, ma a causa del distanziamento sociale, dopo 14 persone non può salire più nessuno e se si resta a terra, per il prossimo bisogna attendere ben tre ore: vi sembra normale?

Il virus ha ingigantito problemi preesistenti: i diritti dei cittadini sanciti dalla Costituzione vengono sempre meno rispettati, come ad es., quello di spostarsi. I trasporti pubblici erano un settore già penalizzato a causa del pareggio di bilancio, a seguito del quale lo Stato ha limitato i finanziamenti agli Enti locali, che a loro volta finanziano le aziende di trasporti. Le corse dei mezzi pubblici extraurbani sono state ridotte e la domenica sono state del tutto abolite. È evidente che il pareggio di bilancio, è una legge che danneggia i cittadini. Le persone che non posseggono l’automobile, oppure quelle che non hanno la patente di guida, la domenica devono stare a casa: di conseguenza, i cittadini non hanno tutti gli stessi diritti come sancito dall’articolo 3 della Costituzione. E adesso più che mai, l’articolo 3 è carta straccia. Col distanziamento sociale, sui mezzi pubblici i posti per i passeggeri si sono ridotti: sui pullman di Bartolini che effettua il servizio da Avellino ad Altavilla Irpina e viceversa, ci sono 14 posti. L’autista alle fermate fa salire in tutto 14 persone: gli altri rimangono a terra. Tanti devono andare a lavorare, altri magari avevano prenotato un visita medica da tempo. La Ditta Bartolini aveva chiesto alla Regione di potenziare le corse, ma la risposta è stata negativa. Vivo ad Altavilla Irpina e sto studiando per conseguire la patente di guida: tutti i giorni vado ad Avellino all’autoscuola. Qualche giorno fa, dopo aver aspettato per ore il pullman delle 14.30, che è l’unico che mi lascia vicino a casa, sono stata lasciata a terra perché sul pullman c’erano già 14 persone, ma il pullman seguente era ed è, ben alle 17.30. Quindi se non si può salire sul pullman delle 14.30 bisogna aspettare ben tre ore per tornare a casa! Questo sistema mette anche i passeggeri uno contro l’altro: bisogna fare a gomitate e il più forte o il più furbo, vince. Da casa mia (vivo in campagna), la mattina c’è un pullman alle 10.10 per andare in paese, ma nessun pullman per tornare. Sono costretta allora, dopo aver fatto la spesa, con un carrello carico di roba, ad affrontare una scorciatoia di circa tre chilometri per la maggior parte in salita molto ripida, facendo enormi sforzi. Mi chiedo se per come ci trattano, sia giusto pagare le tasse. Un consigliere di Petruro Irpino, Armando Orlando, ha scritto un comunicato stampa pubblicato sul Ciriaco, per far conoscere il disagio dei cittadini di Petruro, facendo notare che la fine del lockdown non ha coinciso con la ripresa delle normali corse. Alla Provincia e alla Regione sono pervenuti diversi solleciti, ma questi Enti sono rimasti insensibili al diritto dei cittadini di circolare come sancito dalla Costituzione. Il consigliere di Petruro inoltre, aggiunge che il problema dei trasporti sta isolando il suo paese e penalizza le fasce più deboli. Il virus che doveva renderci migliori, più solidali, invece ci ha peggiorati dal punto di vista umano. E fra l’altro questa linea, adottata dalle aziende di trasporto pubblico è illegale, è anzi un reato, perché l’interruzione di servizio pubblico è un reato penale, ma col Covid-19 tutto si può fare! La condotta interruttiva si sostanzia in una mancata prestazione o cessazione totale dell’erogazione del servizio per un periodo di tempo apprezzabile, dispositivo dell’art. 340 Codice penale. I cittadini dovrebbero fare una class action. E da quello che leggo, sono stati effettuati due TSO a persone che a detta di quelli che li conoscevano, erano sani di mente, ma non approvavano le scelte decise dalle autorità. Un caso è avvenuto a Ravanusa in Sicilia: il fratello del fermato, l’avvocato Massimiliano Musso, ha rilasciato pesanti accuse nei confronti del sindaco del centro agrigentino. L’altro caso riguarda un parroco, don Gianluca, di Castelletto di Leno, che è stato prelevato e portato via da carabinieri e vigili del fuoco, come se fosse un pazzo scatenato, per il reato di “diverso pensiero”. ll Covid-19 ha sdoganato il Trattamento Sanitario obbligatorio per tutti quelli che pensano con la propria testa, dicono ciò che pensano e pensano in maniera diversa, dal pensiero dominante imposto (televisioni). Tante televisioni martellano da mattina a sera alimentando la paura del coronavirus. E la gente, spaventata, apprezza le restrizioni imposte dalla Regione, maggiori di quelle imposte dal Governo: così si sente protetta da un pericolo che i media amplificano. Per la strada non ci sarebbe bisogno della mascherina che ci fa respirare l’aria che abbiamo espirato senza un ricambio di aria pulita, senza ossigeno. La paura è talmente tanta che c’è la caccia all’untore. Gli untori possono essere tutti e specialmente i giovani della movida. C’è un clima di polizia, tanti credono di essere poliziotti degli altri: un clima orribile, peggio del Covid. Certamente l’emergenza non è ancora finita e bisogna essere prudenti, tuttavia la situazione è migliorata tantissimo e il dottor Donato su “quotidianosanità.it”, scrive che la possibilità di infettarsi è infinitamente piccola. Penalizzarci con regole molto severe, serve solo a De Luca per farsi la campagna elettorale proponendosi come il protettore dei cittadini indifesi contro una malattia non curabile e che conduce alla morte. Ma abbiamo visto che all’inizio i medici, prima delle autopsie avevano sbagliato la cura e per questo motivo le persone morivano. Ora i contagi grazie al lockdown sono diminuiti, così come i ricoveri in rianimazione grazie all’eparina e le morti, grazie al plasma e all’ozonoterapia. C’è bisogno di riallacciare i rapporti umani, di smetterla con questo clima di terrore. Vedremo che succederà il 3 di giugno, se ripristineranno le corse dei pullman extraurbani e se si sdrammatizzerà. Ci vuole prudenza ma anche intelligenza. Intanto lunedì 1 giugno Sigfrido Ranucci a Report farà luce su Vincenzo De Luca e i motivi dei suoi proclami altisonanti e talvolta offensivi per i cittadini. Non ve lo perdete!

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Questione Meridionale ed evasione fiscale sono i fantasmi che aleggiano sul voto in Campania

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Il voto del 23 e 24 novembre in Campania metterà a nudo le intenzioni dei partiti e dei singoli candidati alla presidenza. La Campania, insieme al Sud, vive la tremenda sorte di regione ridotta al rango di sorellastra, con le infrastrutture obsolete, la sanità pubblica che arretra rispetto a quella privata accreditata, la migrazione dei giovani in cerca di lavoro. Giovani sradicati dai loro affetti, dalla loro terra, lasciata nelle mani dei vecchi in un malinconico declino senza possibilità di resurrezione. La Campania Felix è un miraggio che abbaglia ma non ristora, il suo presente rimane impigliato nella Questione Meridionale, mai affrontata, mai risolta,sopraffatta dal pregiudizio del popolo del Nord Italia che considera i campani, in particolare i napoletani,fannulloni e nulla facenti aggrappati alle mammelle del Bel Paese mentre cantano e suonano il mandolino. La realtà racconta ben altro, le risorse finanziarie sono dirottate scientemente verso il Centro-Nord, dotato di migliori servizi pubblici applicando il criterio della spesa storica, modalità adattata alle risorse del PNRR. In un momento storico così complesso, nelle regionali del 23 e 24 novembre un ruolo chiave sarà assunto dai candidati meridionalisti-progressisti e unitari presenti nelle liste di Fico Presidente. Il loro contributo con interventi in dibattiti, articoli, saggi e libri ha disvelato il grande imbroglio del Sud “pappone” e dissipatore delle risorse elargite dallo Stato Centrale. I campani vogliono risposte semplici e concrete ailoro bisogni quotidiani, l’agire politico del prossimo governo della Campania dovrà privilegiare l’equità ed il bene comune iniziando a “captare” le risorse finanziarie da coloro che evadono e foraggiano il malaffare e la delinquenza organizzata. Un ruolo incisivo e determinante dovrà essere assunto dalla Campania nella Conferenza Stato-Regioni,organismo che determina le sorti finanziarie della nostra regione e dell’intero Sud nell’ottica di riunificare il Paese. In quella sede, ed in parlamento,dovranno essere sconfitti gli egoismi ed i localismi nati con l’autonomia regionale differenziata, figlia della Questione Meridionale. I problemi della Campania sono ben noti, vanno individuate le risorse finanziarie, scanditi i tempi e le modalità per risolverli, pena lo spopolamento ed il declino socio-culturale ed economico della nostra terra.

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La scorta di Ranucci siamo noi

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L’attentato a Sigrifido Ranucci è una violenza fatta a tutti noi; con modalità mafiosa volevanointimidire il giornalista per impedirgli di portare alla luce le nefandezze delle mele marce. L’azioneviene da lontano, dalle inchieste sui ministri del governo Meloni, dagli esposti inviati alle procure di mezza Italia, dalla mancata partecipazione alla presentazione dei palinsesti televisivi a Napoli, dalla riduzione delle puntate di Report. Azionesistematica indirizzata a minare la credibilità delle inchieste condotte da Sigrifido Ranucci, affiancate dall’isolamento e dalla delegittimazione sono il segnale che la malavita organizzata ha colto perzittirlo, senza riuscirci. La gente comune si erge a difesa della libertà di parola e di pensiero, principio scolpito nella Costituzione. Vogliono che sianoportati alla luce i retroscena del palcoscenico dove il nepotismo e gli interessi personali sono il programma dei mestieranti della politica. Sei la nostra voce, la nostra arma per far pulizia in politicae nella pubblica amministrazione, non l’hanno zittito, oggi è ancora più forte.

La Redazione di meridionemeridiani.info

esprime la solidarietà e la vicinanza alla Redazione di Report ed al giornalista Sigrifido Ranucci per il vile attentato subito.

Siamo con te, sei ognuno di noi.

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Direttivo provinciale di Forza Italia allargato a sindaci ed amministratori

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Sì è tenuta ieri sera all’Hotel Belsito di Avellino la riunione del direttivo provinciale di Forza Italia, allargata a sindaci ed amministratori.  

Un confronto lungo e articolato dal quale è innanzitutto emerso unanime e convinto sostegno alla candidatura del vice ministro degli Esteri, Edmondo Cirielli, alla presidenza della Regione Campania per la coalizione di centrodestra.

In primo luogo nelle parole del Segretario provinciale, Angelo Antonio D’Agostino, il convincimento che Forza Italia, in Irpinia come nel resto della regione, sarà il traino della coalizione risultando determinante per una vittoria che va costruita al centro, recuperando voto moderato.

La missione di Forza Italia, casa del popolarismo, è questa. Una missione alla portata, alla luce del grande lavoro di radicamento fatto in questi anni e degli enormi spazi che la candidatura di Roberto Fico per il centrosinistra, lascia sguarniti proprio nell’elettorato centrista. Forza Italia può e deve colmare quello spazio.

Venendo alla costruzione della lista, nel corso della discussione sono emerse molte disponibilità dai territori.  Profili diversi che nei giorni a venire saranno valutate nella massima condivisione, perché l’obiettivo di tutti deve essere quello di mettere in campo la migliore compagine possibile, connubio tra competenze e radicamento.

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