Attualità
9 maggio 1978 – Aldo Moro e le “convergenze parallele”
Il 9 maggio 1978 segnò lo spartiacque fra ciò che poteva essere e non è diventata l’Italia, un disegno incompiuto con autori anonimi. La morte dello statista Aldo Moro, ucciso dalle brigate rosse, fece tramontare il compromesso storico con il quale si voleva coinvolgere il PCI nel governo del nostro paese, progetto definito da Aldo Moro con l’ossimoro delle “convergenze parallele”, fortemente avversato dalla destra democristiana. Non poteva essere lasciato all’opposizione il PCI, forza popolare votata da circa il 34% del popolo italiano, ormai il Paese era maturo per dare incarichi di governo al Partito Comunista più votato in Europa e fortemente critico nei confronti della politica condotta dall’allora Unione Sovietica. Unione fra diversi con la volontà di raggiungere un obbiettivo comune nell’interesse della comunità, di tutti i cittadini, tutti italiani, nessuno escluso, dalla Valle d’Aosta a Lampedusa. Sogno tramontato non solo per lo sgretolamento dei Partiti ma anche per la sfiducia, ormai dilagante, nei confronti di una politica, fatta di programmi privi di strategia a lungo termine che guardano al particolare e perdono la visione di un’intera comunità. Il passato non ritorna, ne siamo ben consapevoli, ma quel progetto unitario di grande lungimiranza e visione strategica oggi non è solo un sogno ma una chimera nata con la riforma del Titolo V della Costituzione avutasi nel 2001. L’Italia frantumata e disunita delle 20 piccole patrie viene interpretata dai Presidenti delle Regioni che non hanno una visione unitaria e, tutti esasperatamente egocentrici, badano a blindare la propria posizione in vista delle imminenti elezioni. L’uomo forte al comando, che tutto sa e può, che fa dichiarazioni roboanti ma ama i compromessi sotto banco a danno dei cittadini, finge di ripulire ma in realtà mette la polvere sotto il tappeto. Chissà, forse il compromesso storico non avrebbe cambiato la storia italiana ma almeno oggi avremmo avuto una Nazione unita e coesa, pronta alla solidarietà. Un Paese che non lascia nessuno indietro e che considera i 21 milioni di persone affidati alle cure dei Presidenti delle Regioni del Sud, inclusa la Campania, tutti cittadini e non stranieri in Patria. La politica è fatta di sogni e, oggi più che mai, bisogna lottare per la nascita di una comunità che mette al centro la persona umana. Eliminiamo le piccole Patrie e ridiamo centralità alla Costituzione.
Attualità
La scorta di Ranucci siamo noi
L’attentato a Sigrifido Ranucci è una violenza fatta a tutti noi; con modalità mafiosa volevanointimidire il giornalista per impedirgli di portare alla luce le nefandezze delle mele marce. L’azioneviene da lontano, dalle inchieste sui ministri del governo Meloni, dagli esposti inviati alle procure di mezza Italia, dalla mancata partecipazione alla presentazione dei palinsesti televisivi a Napoli, dalla riduzione delle puntate di Report. Azionesistematica indirizzata a minare la credibilità delle inchieste condotte da Sigrifido Ranucci, affiancate dall’isolamento e dalla delegittimazione sono il segnale che la malavita organizzata ha colto perzittirlo, senza riuscirci. La gente comune si erge a difesa della libertà di parola e di pensiero, principio scolpito nella Costituzione. Vogliono che sianoportati alla luce i retroscena del palcoscenico dove il nepotismo e gli interessi personali sono il programma dei mestieranti della politica. Sei la nostra voce, la nostra arma per far pulizia in politicae nella pubblica amministrazione, non l’hanno zittito, oggi è ancora più forte.
La Redazione di meridionemeridiani.info
esprime la solidarietà e la vicinanza alla Redazione di Report ed al giornalista Sigrifido Ranucci per il vile attentato subito.
Siamo con te, sei ognuno di noi.
Attualità
Direttivo provinciale di Forza Italia allargato a sindaci ed amministratori
Sì è tenuta ieri sera all’Hotel Belsito di Avellino la riunione del direttivo provinciale di Forza Italia, allargata a sindaci ed amministratori.
Un confronto lungo e articolato dal quale è innanzitutto emerso unanime e convinto sostegno alla candidatura del vice ministro degli Esteri, Edmondo Cirielli, alla presidenza della Regione Campania per la coalizione di centrodestra.
In primo luogo nelle parole del Segretario provinciale, Angelo Antonio D’Agostino, il convincimento che Forza Italia, in Irpinia come nel resto della regione, sarà il traino della coalizione risultando determinante per una vittoria che va costruita al centro, recuperando voto moderato.
La missione di Forza Italia, casa del popolarismo, è questa. Una missione alla portata, alla luce del grande lavoro di radicamento fatto in questi anni e degli enormi spazi che la candidatura di Roberto Fico per il centrosinistra, lascia sguarniti proprio nell’elettorato centrista. Forza Italia può e deve colmare quello spazio.
Venendo alla costruzione della lista, nel corso della discussione sono emerse molte disponibilità dai territori. Profili diversi che nei giorni a venire saranno valutate nella massima condivisione, perché l’obiettivo di tutti deve essere quello di mettere in campo la migliore compagine possibile, connubio tra competenze e radicamento.
Attualità
Cisal, Picone: più attenzione a sicurezza dei lavoratori, anche in Irpinia troppi incidenti
“Occorrono interventi concreti per garantire la sicurezza; le buone intenzioni o gli slogan non servono. Gli infortuni sul lavoro sono e restano una intollerabile emergenza, in Irpinia e Campania, come nel resto del Paese”. Ad affermarlo è Massimo Picone, coordinatore provinciale della Cisal di Avellino e commissario della categoria Metalmeccanici.
“I dati ufficiali – prosegue il dirigente sindacale – ci dicono che il fenomeno è in crescita al Sud, che registra il più alto tasso di incidenti mortali sui luoghi di lavoro. Ma in generale aumentano infortuni e decessi in itinere, nel percorso casa-luogo di lavoro. Una tendenza che si avvertiva già negli ultimi anni. Nei primi otto mesi del 2025 l’incremento è stato dell’8,8 %, 186 vittime, soprattutto del comparto industriale e dei servizi, 15 in più rispetto al 2024 e più o meno un quarto dei decessi complessivi.
Su questo versante ad incidere sono l’espansione dei bacini di pendolarità, l’aumento delle distanze tra abitazione e luogo di lavoro, la debolezza del trasporto pubblico e il conseguente uso del mezzo privato, tutti elementi che accrescono l’esposizione al rischio.
In aumento anche le malattie professionali, quasi del 10%, rispetto all’anno precedente.
La sicurezza viene considerata purtroppo ancora soltanto un optional, all’interno di un quadro complessivo deprimente: precarietà, i salari più bassi d’Europa, l’uso sistematico di esternalizzazione del lavoro, crisi profonda di alcuni comparti come l’automotive, che in Irpinia costituisce una filiera produttiva importante per l’economia e per l’occupazione, ma su cui pendono molti problemi che ne compromettono la prospettiva”.
“E’ necessario pertanto – conclude Picone – che si investano più risorse sui controlli, aumentando il numero di ispettori che operano sul territorio, ma vanno modificati anche i processi produttivi. C’è bisogno inoltre che le politiche di sicurezza aziendale si integrino con misure di prevenzione estese agli spostamenti dei lavoratori, promuovendo iniziative coordinate in materia di mobilità sostenibile, riorganizzazione dei tempi di lavoro e rafforzamento delle infrastrutture di trasporto”.
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