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“Il Piano Ospedaliero va migliorato. Per la provincia di Avellino bisogna rivedere alcune scelte”. Il Presidente Gambacorta lancia un nuovo appello al Governatore De Luca

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“Il piano sanitario va migliorato e su questo anche il governatore della Regione, Vincenzo De Luca, si è detto concorde”. Il presidente Domenico Gambacorta  ribadisce la necessità che vengano riviste alcune scelte relative alla provincia di Avellino inserite nel Piano Ospedaliero della Regione Campania. Questioni poste nell’ambito dell’iniziativa pubblica di ieri promossa per un focus sulla sanità in Irpinia, alla presenza dello stesso governatore. “Il Consiglio Provinciale dello scorso 23 maggio (giorno in cui fu pubblicato il decreto del Commissario Joseph Polimeni), a cui hanno partecipato i consiglieri regionali e i manager dell’Asl e dell’Azienda Ospedaliera Moscati, recependo le ragionevoli istanze del territorio, ha deciso unanimemente di sottoporre alla Regione una serie di proposte di modifica del piano. A cominciare dalla previsione per la macro-area di Avellino e Benevento di un DEA di primo livello con sede presso l’ospedale di Ariano Irpino che è già dotato di molte specialità previste dal decreto ministeriale. E’ stato richiesto, inoltre, di potenziare l’alta specialità neuro-riabilitativa alla Fondazione Don Gnocchi di Sant’Angelo dei Lombardi, di aumentare i posti di lungodegenza al plesso di Bisaccia e di programmare presso il DEA di secondo livello dell’azienda Moscati un HUB 1 nella rete delle emergenze gastroenteriche ed un centro HUB nella rete della terapia del dolore. Abbiamo apprezzato, inoltre, la deroga per i punti nascita di Ariano Irpino e Solofra, ma ora chiediamo che tale provvedimento venga confermato. Sempre per quanto riguarda il plesso di Solofra, evidenziamo l’importanza di conservare l’Unità di Psichiatria e di rivedere, invece, l’attribuzione dei 18 posti letto di Psichiatria assegnati all’azienda Moscati, che non ha mai esercitato tale funzione, per ridistribuirli su altre specialità dell’azienda che andrebbero potenziate, tra cui la terapia intensiva post-chirurgica”.

“Il piano – aggiunge il presidente Gambacorta – è, dunque, migliorabile. Siamo ancora in tempo per apportare le modifiche, in considerazione del fatto che non è stato ancora approvato dal Ministero dell’Economia e dal Ministero della Salute. Confidiamo nell’azione del governatore De Luca e rinnoviamo gli auguri di buon lavoro ai neo-direttori generali dell’Asl, Maria Morgante e dell’Azienda Ospedaliera “Moscati”, Angelo Percopo, entrambi manager di indiscusse capacità”.

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Attualità

Villa bunker confiscata al Clan Cava, firmato il contratto di appalto.  A breve i lavori per realizzare un centro antiviolenza per le donne

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Il presidente Buonopane: “Sarà un presidio di legalità”

È stato sottoscritto questa mattina e registrato presso l’Agenzia delle Entrate il contratto di appalto stipulato dalla Provincia con la società “Vivenzio Costruzioni srl” con rogazione del segretario generale, Brunella Asfaldo, per i lavori relativi all’“Intervento per la valorizzazione del bene confiscato sito a Pago Vallo Lauro” per un importo di 1.567.328,74 oltre Iva.

A breve, dunque, sarà avviato il cantiere.

Messi addietro, il presidente della Provincia, Rizieri Buonopane, aveva approvato con proprio provvedimento il progetto definitivo relativo alla realizzazione nell’ex villa bunker confiscata al Clan Cava di un Centro antiviolenza per le donne e casa rifugio.

Con lo stesso provvedimento aveva candidato il progetto all’Avviso pubblico per la presentazione di proposte d’intervento per la selezione di progetti di valorizzazione di beni confiscati da finanziare nell’ambito del PNRR, Missione 5- Inclusione e coesione- Componente 3- Interventi speciali per la coesione territoriale- Investimento 2- Valorizzazione dei beni confiscati alle mafie finanziato dall’Unione europea- Next Generation EU, e aveva approvato il protocollo d’intesa con il Comune di Pago Vallo Lauro e il Consorzio Servizi Sociali Vallo di Lauro Baianese Ambito 6.

La Provincia ha poi ottenuto un finanziamento nel Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza per coprire l’investimento.

“Con questo progetto – dichiara il presidente della Provincia, Rizieri Buonopane – restituiamo alle comunità del Vallo Lauro e dell’intera Irpinia un immobile sottratto alla criminalità organizzata. In quell’edificio sorgerà un presidio di legalità, dove le donne vittime di violenze potranno fare partire il proprio riscatto. Fondamentale è stato il supporto della Prefettura che sta accompagnando la Provincia lungo l’intero percorso verso il traguardo della realizzazione di tale progetto. È questa l’occasione per ringraziare ancora una volta il prefetto, Paola Spena”.

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Morti sul lavoro – Antonio Bianco: “Ripristinare il Sistema Sanitario Nazionale”

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I sindacati scioperano, il 20 aprile a Roma la CGIL e la UIL, non partecipa la CISL, portano in piazza i temi della sanità incapace di dare risposte concrete e rapide ai pazienti e delle morti sul lavoro. Le liste di attesa sono un dramma nazionale, ancor più acuto nel Meridione, con posti letto insufficienti e personale carente che è costretto a subire turni inaccettabili, anche di 12 ore al giorno, perfino nel pronto soccorso. In Italia almeno 5 milioni di persone hanno rinunciato a curarsi, con il passaggio della gestione della Sanità da Nazionale a quella Regionale, sono diventate inaccettabili le disparità di assistenza e cura di identiche patologie legate alle risorse finanziarie che impongono ai residenti nelle regioni più povere del Meridione di migrare verso il Nord per curarsi. L’uguaglianza dei cittadini e la loro salute non sono diritti fondamentali dell’individuo (articoli 3 e 32 della Costituzione) ma legati alla residenza che contrassegna la possibilità di avere cure garantite in tempi accettabili. 

Sia l’uguaglianza dei cittadini che le cure gratuite per gli indigenti, sono un mero sogno. In Italia, secondo le stime dell’ISTAT, non meno di 5,7 milioni di cittadini, pari all’8,5% delle famiglie residenti nel 2023, sono in condizioni di povertà assoluta, persone alle quali la cura e l’assistenza sanitaria non è garantita, né mai erogata. I sindacati confederali scendono in piazza anche per denunciare, per l’ennesima volta, la barbarie delle morti sul lavoro. Gli ultimi episodi mostrano quanta strada deve essere fatta sulla prevenzione e sul controllo nei cantieri. Secondo il sindacato deve essere eliminato il sub appalto del sub appalto che scarica la riduzione dell’importo appaltato sulla sicurezza e sul salario del lavoratore, costretto a subire condizioni pericolose per la propria salute pur di mettere il piatto a tavola. Né vi è stato il confronto con il governo sul rinnovo dei contratti e sulla riduzione del potere di acquisto dei salari causato dall’inflazione. Secondo il sindacato, le risorse finanziarie potrebbero essere trovate tassando gli extra profitti delle banche, del settore farmaceutico e di quello energetico. Le chiacchiere stanno a zero: le liste di attesa si allungano e prosegue la strage dei morti sul lavoro. Non possiamo rimanere con le mani in tasca a guardare gli eventi, occorre una crociata per rendere civile il nostro paese, non possiamo essere complici della politica che non considera tutti gli individui “Fratelli d’Italia”.

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Antonio Bianco:”Occorre la crociata contro le morti bianche sul lavoro”

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nessun governo ha posto il freno al massimo profitto ed ai sub appalti, costi quel che costi, inclusa la vita dei lavoratori. Eppure ci sono fiumi di leggi, pezzi di carta straccia bruciata sull’altare dell’egoismo e della competizione che risparmia sui salari pur di rimanere sul mercato che cannibalizza le imprese in regola, costrette a chiudere i battenti. La strage della centrale elettrica di Suviana, seguiranno le commemorazioni di stato, le frasi di rito, qualche lacrimuccia e poi, speriamo di no!, in attesa del nuovo lutto. In Italia ogni anno perdono la vita più di 1000 persone sul posto di lavoro, con migliaia di lavoratori infortunati che vanno ad ingrossare la schiera di invalidi civili che sono presi in carico dall’INPS. Costi che si riversano sul sistema pensionistico e su quello sanitario, incapace di garantire la presa in carico totale dell’infortunato e della sua famiglia. Non si può andare a lavorare e ritornare a sera in una bara con le commemorazioni di Stato. Occorre una crociata contro questa strage, diversamente siamo simili a Ponzio Pilato che, si lava le mani e gira lo sguardo da un’altra parte.

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