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Ariano Basket

Basket A2F – Ariano a Catania per tentare la prima fuga

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E’ la trasferta più lunga della prima fase quella che in queste ore sta compiendo l’Lpa Ariano Irpino. Sabato, alle 18, le ufitane saranno impegnate a Catania contro l’Olympia ’68. L’Lpa arriva in Sicilia dopo le due vittorie nei derby contro Salerno e Battipaglia. Un ulteriore successo equivarrebbe alla prima fuga causa il concomitante turno di riposo di Brindisi. Le ragazze di coach Agresti hanno capitalizzato al massimo l’avvio di campionato pur non brillando a testimonianza di una solidità e qualità di fondo che lascia ben sperare per il prosieguo.

PAROLA DI ”PAPE” – Chiara Rossi è tra le note liete di questo avvio di stagione in casa Lpa. Il play è soddisfatto del suo inserimento nel gruppo: ”Sento la giusta fiducia e responsabilità. Mi piace poter essere sempre un punto di riferimento per la squadra. Il nostro è un bel gruppo, stiamo molto bene in campo e fuori”.

Rapporto speciale con Silvia Sarni, ma anche consigli per le giovani pari ruolo Aversano e Santabarbara: ”Trascorro molto tempo con Sarni, ma solo perché ci conosciamo fin da ragazzine. Mi trovo bene con tutte. A Manuela e Marisabel posso solo dire di continuare ad impegnarsi come stanno facendo dall’inizio. Il lavoro paga sempre”.

La conference centro-sud resta durissima ed equilibrata oltre le previsioni, con squadre, come Salerno e la stessa Catania, che si stanno rivelando estremamente competitive: ”Credo che questo girone sarà molto equilibrato. Ogni partita sarà alla stesso tempo importante e difficile. Ci vuole la giusta continuità. Mi piace di più pensare a noi. Ho molta fiducia nella nostra squadra. Dobbiamo trovare la giusta alchimia ed essere abili ad incanalare le potenzialità individuali a favore della squadra. Ciò è possibile solo lavorando giorno dopo giorno in modo da essere davvero pronte quando conta, chiunque sia il nostro avversario”.

L’AVVERSARIA – Catania arriva al match di domani dopo due buone prestazioni: la vittoria netta su Viterbo e la positiva prestazione di Napoli pur senza successo. Tra i punti di forza della formazione di coach Porchi spiccano il play-guardia Enrica Pavia, l’anno scorso a Pozzuoli in A1, che ricopre tutti i ruoli sul perimetro dando un supporto di grande qualità a Servillo in cabina di regia ed alla bomber, la veterana Mara Buzzanca lo scorso anno a Salerno. La figlia del presidente, Giulia Melissari, è l’altra esterna presente nelle rotazioni insieme al prodotto del vivaio di Priolo, la 19-enne Giorgia Guerri. Sotto canestro le etnee si affidano soprattutto alla 23-enne lunga ceca, Renata Brezinova, che ha il minutaggio più alto del gruppo. Il suo backup è Antonelli, mentre La Manna ed Anechoum si dividono i compiti nello spot di quattro.

ARBITRI: Nicosia di Erice (TP) e Tarascio di Priolo Gargallo (SR)

IL PROGRAMMA DELLA 3^ GIORNATA (Serie A2, conference centro-sud): Catania – Ariano Irpino (26/10 ore 18); Napoli – Viterbo (27/10 ore 18); Battipaglia – Salerno (27/10 ore 18). Riposa: Futura Brindisi.

CLASSIFICA: Gruppo LPA Ariano Irpino, Futura Brindisi 4; Olympia Catania, Saces Napoli 2; Carpedil Salerno, PB63Lady Battipaglia, Defensor Viterbo 0. Battipaglia e Salerno una gara in meno.

 

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Ariano Basket

Iris Ferazzoli si racconta:”Ad Ariano ho trovato la famiglia e la casa a cui tornare dopo le mie impegnative sfide”

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Ha sangue italiano nelle vene Iris Ferazzoli, sebbene sia nata in Argentina a Santa Fe, nel 1972. Dopo una brillante carriera come giocatrice, coronata con la vittoria di uno scudetto a Priolo e un’Eurocoppa a Napoli, attualmente fa la head coach di basket. Ha iniziato l’attività di allenatrice in serie A nel 2014 ad Ariano Irpino, per proseguirla a Cagliari per 5 anni e, nella scorsa stagione, a Roseto degli Abruzzi. Iris è rientrata il 12 agosto dall’Argentina, dove non si recava da tre anni, sia perché il suo periodo lavorativo inizia in agosto, sia perché temeva di rimanere bloccata in aeroporto a causa di eventuali lock down. Ha potuto finalmente riabbracciare sua madre e il resto della famiglia, con la quale è rimasta circa un mese. Nel periodo della pandemia, ci ha rivelato – “ho riflettuto molto sul senso del lavoro, delle amicizie, della famiglia. Quando si abbraccia la mamma, si abbraccia la casa, la propria infanzia, la storia della famiglia, i posti in cui si è stati felici, i ricordi”. Ci ha confidato come, a causa di un problema di salute della madre, sia stata in ansia e non abbia girato come avrebbe desiderato, per la sua terra, di cui la preoccupano le critiche condizioni socio-economiche. Iris ormai è italiana quasi dalla stessa quantità di anni trascorsi in Argentina: “Sono partita dall’Argentina a 26 anni e sono 24 anni che vivo in Italia, anche il mio compagno è italiano. Il privilegio di essere qui lo devo allo sport di cui sono appassionata, la pallacanestro: entrai nella nazionale argentina a 19 anni, rimanendoci dal 1990 al 2005. Nel 1997, per la prima volta ci qualificammo al mondiale, un obiettivo al quale avevamo lavorato duramente negli anni precedenti, ma il mio principale intento fin da piccola era venire a giocare nella terra di mio nonno, originario di Monte San Giovanni Campano (FR). Quando andai in Germania per il mondiale, notarono il mio cognome italiano e mi chiamarono. Risposi immediatamente e cominciai a giocare nelle migliori squadre italiane, finché non approdai anche ad Ariano Irpino, dove rimasi dal 2010 fino al 2016. Qui ho avuto modo di fare grandi amicizie e ho persino comprato casa, una tana alla quale tornare a ogni fine incarico e dove mi sento bene. Ho messo radici con persone che definisco la mia famiglia: nella vita una è la famiglia biologica o che ti ha cresciuta, un’altra è quella che ti scegli incontrando, parlando, lavorando, confrontandoti, creando le tue amicizie. Sono amicizie forti che si contano sulle dita di una mano, ma su cui se ho bisogno, se sono triste, posso contare, persone dalle quali non devo nascondermi, ma a cui posso mostrarmi anche con le mie fragilità, perché non mi giudicano”. Iris inizia a giocare in Italia dal 1998 al 2013, dai 18 fino ai 41 anni: “Ho giocato ad alti livelli, fino ai mondiali, mi sono mancate soltanto le Olimpiadi. Essere professionista è uno stile di vita che richiede impegno, sacrificio, responsabilità verso se stessi e le proprie compagne. Ma ho capito che pur continuando a divertirmi come giocatrice, sentivo ardere il fuoco dell’insegnamento. È importante che le capacità motorie si sviluppino da piccoli, l’approccio a certi movimenti è facilitato e permette che una volta appresi, da adulti si facciano in maniera automatica, senza richiedere particolari sforzi mentali. Da ragazzina adoravo sottopormi allo stress da competizione, necessario per essere pronti ad affrontare squadre forti e io in questo sono sempre stata incisiva. Ho cominciato ad allenare il settore giovanile fin dal 2007, mentre continuavo a giocare: dal 2014 ho smesso di giocare e fino al 2021 ho allenato la serie A, che però non è più quella di un tempo. Le nuove generazioni sono cambiate e così anche il modo di insegnare ciò che serve, va modulato, individuando altresì il modo migliore di parlare con loro, che purtroppo, fanno poca introspezione. I giovanissimi vorrebbero arrivare ad ottenere subito il successo, guardando ai giocatori della NBA, senza tener conto del percorso di sacrifici che questo richiede. Ora sei alle prese con una nuova sfida:.. Sono stata incaricata dalla società ASD Feba di Civitanova Marche, di cui apprezzo il progetto e il metodo di lavoro, volto a migliorare il territorio valorizzando l’appartenenza. Spazierò dalla prima squadra alle scuole. Ci sono 4-5 ragazzine che militano in nazionale che faranno parte della massima serie, che quest’anno sarà la B, ma l’intenzione è farle crescere, e soprattutto, risalire in A2“.

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