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Ariano Basket

Basket A2F – Pala Cardito trascinante, Mcs travolgente: primato e finale contro Torino

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La Mcs si regala un’altra notte di gloria: davanti ad un Pala Cardito traboccante di entusiasmante le ragazze di coach Ferazzoli gettano nuovamente il cuore oltre l’ostacolo. Battono per la seconda volta in questa poule un’agguerritissima Sesto San Giovanni acciuffandola in classifica e chiudendo meritatamente al primo posto il proprio girone di poule. Difficile trovare una singola protagonista in una serata in cui Dominguez si è regalata una prestazione da mvp (17 punti, 6 rimbalzi e 5 palle recuperate), Madonna e Vargiu hanno piazzato canestri chirurgici, Mancinelli si è superata a rimbalzo, Maggi e Santabarbara si sono sacrificate in difesa, Albanese e De Luca hanno portato il loro mattoncino. Il sigillo è arrivato da Alejandra Chesta. Per l’argentina una gara di grande sacrificio condotta con esperienza ed applicazioni al cospetto delle lunghe avversarie, gratificata poi dalla tripla decisiva messa a segno a 10 secondi dalla fine. Il canestro del definitivo sorpasso che ha fatto esplodere il palasport arianese, già pronto per la serie di finale contro Torino (26, 30 aprile e 3 maggio queste le date della finalissima).

LA GARA – Ariano parte a tutta sotto gli occhi del ct della nazionale, nonché coach della Saces Napoli, Roberto Ricchini, giunto ad Ariano Irpino, accompagnato dal vicepresidente di legabasket Protani, per assistere all’ultimo atto della poule promozione. Dominguez è a dir poco on fire: l’argentina mette a segno 11 punti nei primi sei minuti. Ariano vola sul 9-0 dopo appena due minuti grazie anche ad una tripla di Vargiu (16-4 al 6’). L’inerzia sembra saldamente nelle mani delle padrone di casa ma lo scenario cambia di lì a poco. Madonna è costretta ad uscire per farsi fasciare una caviglia ed il naso di Dominguez per primo saggia i gomiti di Laterza che la mette ko. Stessa sorte, più tardi,  toccherà al sopracciglio di Albanese.  Arturi riduce il gap in chiusura di prima quarto ma le ospiti cominciano a far valere il loro peso sotto le plance con tre canestri consecutivi di Laterza. Il Geas trova i punti pesanti di una Barberis imprendibile sotto canestro. Le rossonere piazzano un terrificante parziale di 15-4 con cui mettono la freccia in chiusura di primo tempo (30-32 al 20’). E’ Arturi la protagonista con 10 punti a cavallo dell’intervallo lungo che valgono il massimo vantaggio ospite (30-37 al 23’). La Mcs è alle corde, ma come spesso è accaduto in questa poule promozione, trova la luce in fondo al tunnel. E che luce: 11-0 di parziale principiato da cinque punti di Madonna e proseguito da Chesta e Mancinelli. Quattro punti di Barberis tamponano l’emorragia, ma Ariano chiude in vantaggio all’ultimo mini-intervallo (45-43 al 30’). Il Geas continua ad avere buon gioco sotto le plance prima con Barberis e poi con Laterza. Sospinta dal Pala Cardito, le rossoblù tentano la fuga con una tripla di Mancinelli, con Chesta e Dominguez (52-47 al 34’). La reazione del Geas non si fa attendere. Barberis è dominante nel pitturato: Tognalini firma la nuova parità (52-52 al 36’). Il ritorno sul parquet di Vargiu vale la sua seconda tripla della serata (55-52 al 37’). La difesa di Ariano è un bunker, ma la Mcs fallisce sei match point con tiri aperti dalla media e lunga distanza. Barberis prova a gelare il Pala Cardito con il sorpasso a 26” dalla fine. Il pallone più caldo della stagione arriva nelle mani di Chesta: a 10 secondi dalla fine sgancia la tripla che vale il successo. Ariano non è in bonus ed i falli sistematici delle ospiti non riescono a sortire l’effetto sperato.

MCS ARIANO IRPINO – PADDY POWER S.S. GIOVANNI: 58-56
Ariano Irpino: Santabarbara, Madonna 10, Vargiu 8, Albanese, Chesta 10, Maggi 4, Dominguez 17, De Michele n.e., Mancinelli 7, De Luca 2. Coach: Ferazzoli. Ass.: Calandrelli.
Sesto San Giovanni: Bonomi B. n.e., Arturi 17, Tognalini 10, Kacerik 4, Galli, Picco n.e., Gambarini, Mazzoleni 2, Laterza 8, Barberis 15, Laterza 8, Giorgi, Beretta n.e.. Coach: Zanotti. Ass.: Rota.

Arbitri: Leggiero di Lecce, Lucarella di Leporano (TA)

Parziali: (16-9); (30-32); (45-43)

Fonte: www.basketariano.it

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Ariano Basket

Iris Ferazzoli si racconta:”Ad Ariano ho trovato la famiglia e la casa a cui tornare dopo le mie impegnative sfide”

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Ha sangue italiano nelle vene Iris Ferazzoli, sebbene sia nata in Argentina a Santa Fe, nel 1972. Dopo una brillante carriera come giocatrice, coronata con la vittoria di uno scudetto a Priolo e un’Eurocoppa a Napoli, attualmente fa la head coach di basket. Ha iniziato l’attività di allenatrice in serie A nel 2014 ad Ariano Irpino, per proseguirla a Cagliari per 5 anni e, nella scorsa stagione, a Roseto degli Abruzzi. Iris è rientrata il 12 agosto dall’Argentina, dove non si recava da tre anni, sia perché il suo periodo lavorativo inizia in agosto, sia perché temeva di rimanere bloccata in aeroporto a causa di eventuali lock down. Ha potuto finalmente riabbracciare sua madre e il resto della famiglia, con la quale è rimasta circa un mese. Nel periodo della pandemia, ci ha rivelato – “ho riflettuto molto sul senso del lavoro, delle amicizie, della famiglia. Quando si abbraccia la mamma, si abbraccia la casa, la propria infanzia, la storia della famiglia, i posti in cui si è stati felici, i ricordi”. Ci ha confidato come, a causa di un problema di salute della madre, sia stata in ansia e non abbia girato come avrebbe desiderato, per la sua terra, di cui la preoccupano le critiche condizioni socio-economiche. Iris ormai è italiana quasi dalla stessa quantità di anni trascorsi in Argentina: “Sono partita dall’Argentina a 26 anni e sono 24 anni che vivo in Italia, anche il mio compagno è italiano. Il privilegio di essere qui lo devo allo sport di cui sono appassionata, la pallacanestro: entrai nella nazionale argentina a 19 anni, rimanendoci dal 1990 al 2005. Nel 1997, per la prima volta ci qualificammo al mondiale, un obiettivo al quale avevamo lavorato duramente negli anni precedenti, ma il mio principale intento fin da piccola era venire a giocare nella terra di mio nonno, originario di Monte San Giovanni Campano (FR). Quando andai in Germania per il mondiale, notarono il mio cognome italiano e mi chiamarono. Risposi immediatamente e cominciai a giocare nelle migliori squadre italiane, finché non approdai anche ad Ariano Irpino, dove rimasi dal 2010 fino al 2016. Qui ho avuto modo di fare grandi amicizie e ho persino comprato casa, una tana alla quale tornare a ogni fine incarico e dove mi sento bene. Ho messo radici con persone che definisco la mia famiglia: nella vita una è la famiglia biologica o che ti ha cresciuta, un’altra è quella che ti scegli incontrando, parlando, lavorando, confrontandoti, creando le tue amicizie. Sono amicizie forti che si contano sulle dita di una mano, ma su cui se ho bisogno, se sono triste, posso contare, persone dalle quali non devo nascondermi, ma a cui posso mostrarmi anche con le mie fragilità, perché non mi giudicano”. Iris inizia a giocare in Italia dal 1998 al 2013, dai 18 fino ai 41 anni: “Ho giocato ad alti livelli, fino ai mondiali, mi sono mancate soltanto le Olimpiadi. Essere professionista è uno stile di vita che richiede impegno, sacrificio, responsabilità verso se stessi e le proprie compagne. Ma ho capito che pur continuando a divertirmi come giocatrice, sentivo ardere il fuoco dell’insegnamento. È importante che le capacità motorie si sviluppino da piccoli, l’approccio a certi movimenti è facilitato e permette che una volta appresi, da adulti si facciano in maniera automatica, senza richiedere particolari sforzi mentali. Da ragazzina adoravo sottopormi allo stress da competizione, necessario per essere pronti ad affrontare squadre forti e io in questo sono sempre stata incisiva. Ho cominciato ad allenare il settore giovanile fin dal 2007, mentre continuavo a giocare: dal 2014 ho smesso di giocare e fino al 2021 ho allenato la serie A, che però non è più quella di un tempo. Le nuove generazioni sono cambiate e così anche il modo di insegnare ciò che serve, va modulato, individuando altresì il modo migliore di parlare con loro, che purtroppo, fanno poca introspezione. I giovanissimi vorrebbero arrivare ad ottenere subito il successo, guardando ai giocatori della NBA, senza tener conto del percorso di sacrifici che questo richiede. Ora sei alle prese con una nuova sfida:.. Sono stata incaricata dalla società ASD Feba di Civitanova Marche, di cui apprezzo il progetto e il metodo di lavoro, volto a migliorare il territorio valorizzando l’appartenenza. Spazierò dalla prima squadra alle scuole. Ci sono 4-5 ragazzine che militano in nazionale che faranno parte della massima serie, che quest’anno sarà la B, ma l’intenzione è farle crescere, e soprattutto, risalire in A2“.

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