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Ariano Basket

Basket A2F – Ariano ci prova ma non basta. La serie A1 è di Torino.

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Finisce a Moncalieri la splendida stagione della Mcs Ariano Irpino. Non è bastato il supporto di oltre 200 tifosi accorsi al Pala Einaudi di Moncalieri: la serie A1 è di Torino. Le padrone di casa non si lasciano sorprendere e conquistano con 12 mesi di ritardo il traguardo sfiorato nella passata stagione. Ariano ha avuto il merito di tenere in vita la speranza sino a metà dell’ultimo quarto, riuscendo a rimanere in scia alle avversarie nonostante le oggettive difficoltà sotto canestro. Coen si è ripetuta con 19 punti e 12 rimbalzi ben supportata sotto le plance da Ntumba (11+10). La coperta di Ariano si è mostrata cortissima anche in attacco dove, senza il necessario supporto della front line, Madonna e Maggi hanno finito per sbattere sistematicamente contro il muro avversario (4/17 e 4/19 gli score dal campo per la coppia di esterne arianesi).

LA GARA – L’avvio di gara è nel segno di Coen. Le padrone di casa scappano subito via (9-2 con sette punti della lunga piemontese). Ariano non riesce a frenare l’attacco torinese che colpisce con continuità da sotto e dall’arco (14-6 al 4’ con il 100% da due ed il 50% da tre). Ferazzoli si affida a Dominguez e Mancinelli per tamponare l’emorragia in difesa. E’ Maggi a rompere il ghiaccio in attacco. Cinque punti del capitano con una tripla ed una conclusione pesante di Mancinelli riaprono il match. Il finale di prima frazione è tutto di marca ospite. La Mcs riduce ulteriormente il gap con un gioco da tre punti di Maggi e la tripla in chiusura di Chesta (21-20 al 10’). L’avvio di secondo quarto è ancora nel segno di Coen che scollina in doppia cifra. Quattro punti consecutivi della lunga piemontesi ed una tripla di Domizi allargano la forbice, mentre Ferazzoli chiede aiuto alla sua panchina con Santabarbara e De Luca. Ariano reagisce con il primo canestro dal campo di Madonna e la seconda tripla di Chesta (29-25 al 13’). Le percentuali di Torino si abbassano leggermente (4/12 da due ed 1/4 da tre nella seconda frazione), ma è il controllo dei rimbalzi (18 a 6) a garantire la necessaria tranquillità a Torino. La Mcs trova sollievo alle sofferenze offensive solo da oltre l’arco: una tripla di Vargiu ed un libero di Maggi (imprecisa dalla lunetta) la tengono a galla (33-30 al 17’). Il finale di tempo è tutto per le padrone di casa che dilagano con Quarta, Ntumba e Coen (39-30 al 20’). In casa Mcs si chiude la frazione con un misero 1/11 da due. Ariano prova a reagire nella ripresa con i canestri in apertura di Chesta e Santabarbara, ma deve fare i conti con la rediviva Riccardi. Sono i primi punti di Puliti dalla lunetta a far volare Torino sul +10. Il vantaggio potrebbe essere più consistente senza il 9/18 dalla lunetta. Il distacco tocca le dodici lunghezze con Quarta (51-39) prima che Madonna riesca a trovare due lampi da oltre l’arco (53-45 al 30’). Una tripla di Santabarbara in avvio di ultimo quarto illude. Sono i canestri pesanti di Domizi e Coen a spaccare il match. Ariano continua a fallire conclusioni: è Quarta a far saltare definitivamente il banco regalando la festa promozione alle piemontesi. Risultati di gara-2 (Serie A2 – finali play-off): Sesto S. Giovanni – Castel S. Pietro: 51-53 (serie 1-1); Torino – Mcs Ariano Irpino: 68-55 (serie 2-0). Verdetti: Fixi Piramis Torino promossa in serie A1. Il programma di gara-3: Castel S. Pietro – Sesto S. Giovanni (09/05 ore 21).

FIXI PIRAMIS TORINO – MCS ARIANO IRPINO: 68-55
Fixi Piramis Torino: Rosso 1, Riccardi 8, O’Rourke 6, Di Giacomo, Puliti 3, Quarta 12, Coen 19, Domizi 8, Salvini, Gallucci n.e., Ntumba 11, Santuz. Coach: Petrachi. Ass.: Comba.
Mcs Ariano Irpino: Santabarbara 7, Madonna 13, Vargiu 3, Albanese, Chesta 13, Maggi 14, Dominguez 2, Cifaldi n.e., De Michele n.e., Mancinelli 3, De Luca. Coach: Ferazzoli. Ass.: Calandrelli.
Arbitri: Schena di Castellana Grotte (BA), Padovano di Ruvo di Puglia (BA)

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Ariano Basket

Iris Ferazzoli si racconta:”Ad Ariano ho trovato la famiglia e la casa a cui tornare dopo le mie impegnative sfide”

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Ha sangue italiano nelle vene Iris Ferazzoli, sebbene sia nata in Argentina a Santa Fe, nel 1972. Dopo una brillante carriera come giocatrice, coronata con la vittoria di uno scudetto a Priolo e un’Eurocoppa a Napoli, attualmente fa la head coach di basket. Ha iniziato l’attività di allenatrice in serie A nel 2014 ad Ariano Irpino, per proseguirla a Cagliari per 5 anni e, nella scorsa stagione, a Roseto degli Abruzzi. Iris è rientrata il 12 agosto dall’Argentina, dove non si recava da tre anni, sia perché il suo periodo lavorativo inizia in agosto, sia perché temeva di rimanere bloccata in aeroporto a causa di eventuali lock down. Ha potuto finalmente riabbracciare sua madre e il resto della famiglia, con la quale è rimasta circa un mese. Nel periodo della pandemia, ci ha rivelato – “ho riflettuto molto sul senso del lavoro, delle amicizie, della famiglia. Quando si abbraccia la mamma, si abbraccia la casa, la propria infanzia, la storia della famiglia, i posti in cui si è stati felici, i ricordi”. Ci ha confidato come, a causa di un problema di salute della madre, sia stata in ansia e non abbia girato come avrebbe desiderato, per la sua terra, di cui la preoccupano le critiche condizioni socio-economiche. Iris ormai è italiana quasi dalla stessa quantità di anni trascorsi in Argentina: “Sono partita dall’Argentina a 26 anni e sono 24 anni che vivo in Italia, anche il mio compagno è italiano. Il privilegio di essere qui lo devo allo sport di cui sono appassionata, la pallacanestro: entrai nella nazionale argentina a 19 anni, rimanendoci dal 1990 al 2005. Nel 1997, per la prima volta ci qualificammo al mondiale, un obiettivo al quale avevamo lavorato duramente negli anni precedenti, ma il mio principale intento fin da piccola era venire a giocare nella terra di mio nonno, originario di Monte San Giovanni Campano (FR). Quando andai in Germania per il mondiale, notarono il mio cognome italiano e mi chiamarono. Risposi immediatamente e cominciai a giocare nelle migliori squadre italiane, finché non approdai anche ad Ariano Irpino, dove rimasi dal 2010 fino al 2016. Qui ho avuto modo di fare grandi amicizie e ho persino comprato casa, una tana alla quale tornare a ogni fine incarico e dove mi sento bene. Ho messo radici con persone che definisco la mia famiglia: nella vita una è la famiglia biologica o che ti ha cresciuta, un’altra è quella che ti scegli incontrando, parlando, lavorando, confrontandoti, creando le tue amicizie. Sono amicizie forti che si contano sulle dita di una mano, ma su cui se ho bisogno, se sono triste, posso contare, persone dalle quali non devo nascondermi, ma a cui posso mostrarmi anche con le mie fragilità, perché non mi giudicano”. Iris inizia a giocare in Italia dal 1998 al 2013, dai 18 fino ai 41 anni: “Ho giocato ad alti livelli, fino ai mondiali, mi sono mancate soltanto le Olimpiadi. Essere professionista è uno stile di vita che richiede impegno, sacrificio, responsabilità verso se stessi e le proprie compagne. Ma ho capito che pur continuando a divertirmi come giocatrice, sentivo ardere il fuoco dell’insegnamento. È importante che le capacità motorie si sviluppino da piccoli, l’approccio a certi movimenti è facilitato e permette che una volta appresi, da adulti si facciano in maniera automatica, senza richiedere particolari sforzi mentali. Da ragazzina adoravo sottopormi allo stress da competizione, necessario per essere pronti ad affrontare squadre forti e io in questo sono sempre stata incisiva. Ho cominciato ad allenare il settore giovanile fin dal 2007, mentre continuavo a giocare: dal 2014 ho smesso di giocare e fino al 2021 ho allenato la serie A, che però non è più quella di un tempo. Le nuove generazioni sono cambiate e così anche il modo di insegnare ciò che serve, va modulato, individuando altresì il modo migliore di parlare con loro, che purtroppo, fanno poca introspezione. I giovanissimi vorrebbero arrivare ad ottenere subito il successo, guardando ai giocatori della NBA, senza tener conto del percorso di sacrifici che questo richiede. Ora sei alle prese con una nuova sfida:.. Sono stata incaricata dalla società ASD Feba di Civitanova Marche, di cui apprezzo il progetto e il metodo di lavoro, volto a migliorare il territorio valorizzando l’appartenenza. Spazierò dalla prima squadra alle scuole. Ci sono 4-5 ragazzine che militano in nazionale che faranno parte della massima serie, che quest’anno sarà la B, ma l’intenzione è farle crescere, e soprattutto, risalire in A2“.

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