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Ariano Basket

Ariano ad un passo dalla finale. Cade anche Battipaglia .

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Serata da incorniciare per l’Lpa che compie un’altra impresa espugnando il Pala Zauli di Battipaglia in gara-1 di semifinale. Le arianesi restano in scia delle padrone di casa in una gara tipica da play-off. Agonismo, difesa ed attacchi in sofferenza su entrambi i fronti. La zampata vincente arriva nell’ultima frazione.

Una tripla di Riccardi sembra chiudere il match al 35’ (45-36), ma trascinata da una difesa efficace, autentico marchio di fabbrica del nuovo corso arianese, le ospiti ribaltano partita e serie. Ora la finale è ad un passo. Domenica il primo match point al Pala Cardito per evitare l’eventuale bella di martedì sera a Battipaglia. E’ stata una gara vinta anche sugli spalti dove i circa 150 tifosi arianesi hanno fornito il loro contributo importante in un clima assordante. Sul match la griffe indelebile di Adriana Grasso. Nella serata in cui Micovic e Narviciute non hanno graffiato in attacco, è stata l’ex pivot della nazionale a finalizzare con continuità una manovra efficacemente cucita su di lei. Il duello vinto con Treffers è stata una delle chiavi del match. La pivot olandese, capocannoniere del torneo, ha sofferto sia in attacco (4 punti e minimo stagionale) che in difesa. Ariano è stata brava a non lasciar scappar via le avversarie che nel primo tempo hanno trovato buona vena nel tiro da oltre l’arco, ma che hanno faticato per l’intero incontro nelle situazioni di cinque contro cinque a difesa schierata. Minore distribuzione di punti con Maggi e Grasso unici terminali offensivi on fire delle ospiti, ma grande divisione di responsabilità. Micovic ha litigato con il ferro in attacco ma è stata importante sotto le plance con i suoi 12 rimbalzi, così come è stato determinante l’apporto dalla panchina di capitan Ferazzoli che alla zona di Agresti riesce a dare qualcosa in più in termini di letture e recuperi. Il finale è stato un susseguirsi di emozioni. Il primo canestro di Micovic al 33’ è il prologo ad una nuova partita. La tripla di Riccardi illude (45-36 al 35’). Prima Maggi, poi Grasso, infine Micovic e Paparo ricuciono lo strappo (47-46 a 2’32” dal termine). Ariano sciupa due possessi del sorpasso. Al terzo è Narviciute a completare l’impresa con uno splendido canestro in allontanamento. La lituana sente la pressione del momento e fallisce sia l’aggiuntivo che due liberi nell’azione successiva. Battipaglia non ne approfitta e con otto secondi a disposizione muore con il pallone del possibile successo tra le mani.

MINIBASKET BATTIPAGLIA – LPA ARIANO IRPINO: 47-48

Minibasket Battipaglia: Di Battista 8, Nappo n.e., Orazzo 9, Granieri 6, Di Donato n.e., Riccardi 10, De Pasquale, Treffers 4, Chiarella n.e., Ramò 10. Coach: Riga.

Lpa Ariano Irpino: Paparo 4, Calandrelli, Marciano n.e., Aversano n.e., Ferazzoli, Maggi 16, Dominguez, Grasso 20, Micovic 4, Narviciute 4. Coach: Agresti.

Arbitri: Stoppa di Genzano (RM), Barillani di Roma

Parziali: (19-16); (30-26); (40-32)

Uscite per 5 falli: Grasso

IL PROGRAMMA – SEMIFINALI PLAY-OFF (GARA 1).

Girone A: Fila San Martino di Lupari (2^) – Delser Udine (6^) (oggi ore 18); Lops Milano (3^) – Tec-Mar Crema (4^) (ore 19).

Girone B: Minibasket Battipaglia (5^) – Lpa Ariano Irpino (9^): 47-48; Elite La Spezia (3^) – Saces Napoli (4^): 49-40.

PROSSIMO TURNO (gara-2): Udine-San Martino di Lupari 21/4 ore 18; Crema-Milano 17/4 ore 21; Ariano Irpino-Battipaglia 21/4 ore 18; Napoli-La Spezia 20/4 ore 20.30.

 

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Ariano Basket

Iris Ferazzoli si racconta:”Ad Ariano ho trovato la famiglia e la casa a cui tornare dopo le mie impegnative sfide”

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Ha sangue italiano nelle vene Iris Ferazzoli, sebbene sia nata in Argentina a Santa Fe, nel 1972. Dopo una brillante carriera come giocatrice, coronata con la vittoria di uno scudetto a Priolo e un’Eurocoppa a Napoli, attualmente fa la head coach di basket. Ha iniziato l’attività di allenatrice in serie A nel 2014 ad Ariano Irpino, per proseguirla a Cagliari per 5 anni e, nella scorsa stagione, a Roseto degli Abruzzi. Iris è rientrata il 12 agosto dall’Argentina, dove non si recava da tre anni, sia perché il suo periodo lavorativo inizia in agosto, sia perché temeva di rimanere bloccata in aeroporto a causa di eventuali lock down. Ha potuto finalmente riabbracciare sua madre e il resto della famiglia, con la quale è rimasta circa un mese. Nel periodo della pandemia, ci ha rivelato – “ho riflettuto molto sul senso del lavoro, delle amicizie, della famiglia. Quando si abbraccia la mamma, si abbraccia la casa, la propria infanzia, la storia della famiglia, i posti in cui si è stati felici, i ricordi”. Ci ha confidato come, a causa di un problema di salute della madre, sia stata in ansia e non abbia girato come avrebbe desiderato, per la sua terra, di cui la preoccupano le critiche condizioni socio-economiche. Iris ormai è italiana quasi dalla stessa quantità di anni trascorsi in Argentina: “Sono partita dall’Argentina a 26 anni e sono 24 anni che vivo in Italia, anche il mio compagno è italiano. Il privilegio di essere qui lo devo allo sport di cui sono appassionata, la pallacanestro: entrai nella nazionale argentina a 19 anni, rimanendoci dal 1990 al 2005. Nel 1997, per la prima volta ci qualificammo al mondiale, un obiettivo al quale avevamo lavorato duramente negli anni precedenti, ma il mio principale intento fin da piccola era venire a giocare nella terra di mio nonno, originario di Monte San Giovanni Campano (FR). Quando andai in Germania per il mondiale, notarono il mio cognome italiano e mi chiamarono. Risposi immediatamente e cominciai a giocare nelle migliori squadre italiane, finché non approdai anche ad Ariano Irpino, dove rimasi dal 2010 fino al 2016. Qui ho avuto modo di fare grandi amicizie e ho persino comprato casa, una tana alla quale tornare a ogni fine incarico e dove mi sento bene. Ho messo radici con persone che definisco la mia famiglia: nella vita una è la famiglia biologica o che ti ha cresciuta, un’altra è quella che ti scegli incontrando, parlando, lavorando, confrontandoti, creando le tue amicizie. Sono amicizie forti che si contano sulle dita di una mano, ma su cui se ho bisogno, se sono triste, posso contare, persone dalle quali non devo nascondermi, ma a cui posso mostrarmi anche con le mie fragilità, perché non mi giudicano”. Iris inizia a giocare in Italia dal 1998 al 2013, dai 18 fino ai 41 anni: “Ho giocato ad alti livelli, fino ai mondiali, mi sono mancate soltanto le Olimpiadi. Essere professionista è uno stile di vita che richiede impegno, sacrificio, responsabilità verso se stessi e le proprie compagne. Ma ho capito che pur continuando a divertirmi come giocatrice, sentivo ardere il fuoco dell’insegnamento. È importante che le capacità motorie si sviluppino da piccoli, l’approccio a certi movimenti è facilitato e permette che una volta appresi, da adulti si facciano in maniera automatica, senza richiedere particolari sforzi mentali. Da ragazzina adoravo sottopormi allo stress da competizione, necessario per essere pronti ad affrontare squadre forti e io in questo sono sempre stata incisiva. Ho cominciato ad allenare il settore giovanile fin dal 2007, mentre continuavo a giocare: dal 2014 ho smesso di giocare e fino al 2021 ho allenato la serie A, che però non è più quella di un tempo. Le nuove generazioni sono cambiate e così anche il modo di insegnare ciò che serve, va modulato, individuando altresì il modo migliore di parlare con loro, che purtroppo, fanno poca introspezione. I giovanissimi vorrebbero arrivare ad ottenere subito il successo, guardando ai giocatori della NBA, senza tener conto del percorso di sacrifici che questo richiede. Ora sei alle prese con una nuova sfida:.. Sono stata incaricata dalla società ASD Feba di Civitanova Marche, di cui apprezzo il progetto e il metodo di lavoro, volto a migliorare il territorio valorizzando l’appartenenza. Spazierò dalla prima squadra alle scuole. Ci sono 4-5 ragazzine che militano in nazionale che faranno parte della massima serie, che quest’anno sarà la B, ma l’intenzione è farle crescere, e soprattutto, risalire in A2“.

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